Foti (Fdi): “Porre fine alla concorrenza sleale delle cooperative spurie”

«Chiediamo di sapere se il governo intenda assumere urgenti iniziative per contrastare la proliferazione delle cooperative spurie» è la richiesta che l’on. Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia, ha rivolto in un’interrogazione al Ministro Di Maio.

«L’illecita attività di questi operatori – sostiene Foti – non solo crea condizioni di sfruttamento a danno dei prestatori d’opera, ma anche una ridda di rivendicazioni di ordine sindacale che hanno già determinato, ad esempio nel settore logistico piacentino, preoccupanti situazioni sotto il profilo dell’ordine pubblico».

Per il parlamentare di Fratelli d’Italia l’entità del fenomeno ha assunto connotati inquietanti: «la relazione dell’ Ispettorato del lavoro di Bologna, ci dice che la maggior parte delle cooperative sottoposte a controllo risultano irregolari. In Emilia-Romagna – evidenzia Foti – a fronte di 163 cooperative controllate, quelle irregolari sono risultate ben 140 pari al’85%».

E’ netta l’accusa del parlamentare del movimento politico di Giorgia Meloni: «Le cooperative spurie rappresentano dunque un elemento di fortissima turbativa del mercato, in ragione di una praticata concorrenza sleale nei confronti delle imprese regolari. Una situazione – denuncia Foti – non altrimenti tollerabile, che va a detrimento dei numerosi imprenditori onesti». «Fratelli d’Italia – prosegue il parlamentare piacentino – non si rassegna di certo di fronte a questa situazione. Chiediamo perciò con forza al Governo di contrastare l’attività delle tante false cooperative che sfruttano i lavoratori, falsano la concorrenza e violano le leggi».

«Occorre – conclude il deputato di Fratelli d’Italia – un’immediata iniziativa, anche di carattere normativo, che possa ridare dignità sia a coloro che lavorano nel mondo cooperativo sia alle cooperative che rispettano le regole . E’ infatti il momento del ritorno alla legalità nel mondo del lavoro: la vera dignità nel mondo del lavoro la si riporta con i fatti, non con le parole».




Italia, un paese dove i primi a non rispettare le leggi sono i funzionari pubblici

Gli archivi ci permettono di meglio interpretare cosa è successo nel passato, sia esso recente, sia remoto. Gli studiosi basano le proprie ricerche sui documenti depositati in scaffali che nell’immaginario sono spesso polverosi.

In Italia però ci sono documenti che la polvere non hanno nemmeno l’opportunità di prenderla. Sono quelli che, per legge, “gli organi giudiziari e amministrativi dello Stato versano all’archivio centrale dello Stato e agli archivi di Stato”.

Si tratta di documenti “relativi agli affari esauriti da oltre trent’anni” che dovrebbero essere messi a disposizione del pubblico insieme a “strumenti che ne garantiscono la consultazione”. A stabilirlo è l’articolo 41 del Codice dei Beni Culturali.

Il condizionale è però d’obbligo, come spesso accade in Italia, perché a quanto pare numerosi organi periferici della pubblica amministrazione se ne infischiano beatamente delle leggi dello Stato e non depositano queste carte dove e come dovrebbero.

Della vicenda si è occupato anche il parlamentare piacentino Tommaso Foti che ha depositato una interrogazione rivolta al Ministro per i Beni e le Attività Culturali sottolineando come appunto l’obbligo di legge non venga rispettato e chiedendo al titolare del dicastero quali provvedimenti egli intenda prendere per far sì che la norma venga applicata e per eventualmente agire disciplinarmente contro i funzionari responsabili di questa omissione.

Come Foti ricorda il mancato deposito comporta “un grave disagio  per gli studiosi dell’età contemporanea, impedendo anche la ricostruzione obiettiva di un periodo storico fondamentale per l’Italia”.




Zanardi chiede rimodulazione traffico bus attorno via San Bartolomeo

Riceviamo e riportiamo un’interrogazione a risposta orale presentata oggi da Gloria Zanardi del Gruppo Misto.

PREMESSO CHE

Mi hanno segnalato che in Via Borghetto, così come in Via San Bartolomeo, si riscontrano disagi conseguenti al frequente transito di bus che rendono la situazione, per quanto concerne inquinamento atmosferico ed acustico, insostenibile;

tra l’altro, le abitazioni prospicienti alle predette vie sono di più antica costruzione e, per tale ragione, risentono notevolmente delle vibrazioni che scaturiscono dal continuo e notevole passaggio dei bus; la percezione da parte dei residenti è quella di leggere scosse ad ogni transito;

infine, la notevole percorrenza da parte di tali mezzi comporta necessariamente anche problematiche di maggiore usura e degrado del manto stradale, come già segnalato in precedenza dalla sottoscritta e da altri.

CHIEDO

al Sindaco e agli Assessori competenti:

previa verifica della situazione come sopra descritta, quanti sono i bus che transitano in Via Borghetto ed in Via San Bartolomeo nel corso della giornata;

previa misurazione con gli strumenti idonei, se, nei predetti tratti, vengono superati i limiti di tollerabilità per quanto concerne l’inquinamento atmosferico ed acustico nel corso della giornata;

se, alla luce delle verifiche di cui sopra, intendono attivarsi per porre in essere accorgimenti al fine di evitare disagi ai residenti, eventualmente attivandosi anche per una rimodulazione del transito dei bus. 

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Foti, da poco insediato alla Camera, presenta già tre interrogazioni relative a Piacenza

Non si può proprio dire che Tommaso Foti – rieletto alla Camera dei deputati nelle ultime elezioni politiche – perda tempo. Sono appena stati eletti i Presidenti ed il parlamentare ha già presentato tre interrogazioni “a risposta in Commissione” (che è il modo più celere per ottenere che il Governo risponda e anche in tempi brevi).

Due delle tre interrogazioni riguardano il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. In una l’on. Foti chiede di avere notizie (ed assicurazioni) circa la realizzazione della variante della strada provinciale n. 6 di Carpaneto (da Crocetta a San Giorgio Piacentino). Nell’altra il parlamentare chiede iniziative urgenti per superare i disservizi che da tempo negativamente incidono sull’operatività dell’Ufficio della Motorizzazione di Piacenza legato al comparto dei mezzi pesanti.

La terza interrogazione è rivolta, sempre da parte dell’on. Foti, al Ministero dell’interno. Con essa si chiede come si intenda sopperire alla cronica carenza di personale al Comando Vigili del fuoco di Piacenza, sottolineando che si registra una scopertura di circa 50 unità e cioè del 30 per cento del personale dell’organico (180 operativi) e che non si può in eterno fare affidamento sullo spirito di sacrificio dei componenti il Corpo VVFF.