Piace l’orario serale della Passerini Landi: 1193 utenti dal 30 settembre ad oggi

L’orario di apertura serale della Biblioteca Passerini Landi, che dal 30 settembre scorso ha permesso ai lettori di accedere ai servizi e alle aule studio del piano terra fino alle 21 anziché fino alle 19, nei primi quaranta giorni di apertura ha registrato un successo oltre ogni più ottimistica aspettativa. A comunicarlo è l’assessore alla Cultura, Jonathan Papamarenghi: “Ben 1193 utenti – spiega – hanno potuto usufruire di questo servizio non solo per la consultazione, ma anche per il prestito dei libri da portare al proprio domicilio. Sono stati infatti 495 i prestiti erogati dalle 19 alle 21 in questi primi giorni.

La novità per ora è stata introdotta in via sperimentale fino a fine anno, ed il riscontro è tale da motivarne l’introduzione in forma permanente, soprattutto perché l’Amministrazione comunale intende andare incontro alle richieste dell’utenza rendendo sempre più dinamica ed aperta la nostra città”. Gli accessi complessivi alla Passerini durante l’anno raggiungono picchi di oltre mille ingressi al giorno. Aggiunge l’assessore: “Sono 150 mila i prestiti librari del polo bibliotecario cittadino a cui si aggiungono anche i 12 mila download annui”.

“Con l’ampliamento dell’orario – sottolinea Papamarenghi – abbiamo voluto soddisfare una richiesta che da tempo veniva avanzata dagli utenti: la sperimentazione è andata proprio in questa direzione. Inoltre durante l’anno l’impegno dell’Amministrazione è stato indirizzato a recuperare oltre trenta postazioni in più. La nostra è una città sempre più universitaria ed un servizio di questo tipo serve a rispondere anche alle necessità degli studenti che però sono stati affiancati, in queste sere di apertura straordinaria, da utenza di tutti i tipi”.

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Rifondazione Comunista: “Chiediamo spiegazioni sulla posizione di Papamarenghi rispetto al fisco”

PD e Rifondazione Comunista si scagliano contro l’assessore Papamarenghi reo, secondo l’accusa, di aver contratto debiti per mancati pagamenti di tasse, contributi, premi previdenziali e assistenziali.

«Pare  si legge in una nota di Rifondazione Comunista che l’assessore JonathanPapamarenghi sia debitore di oltre 114.000 Euro al Fisco, in merito a una sua attività imprenditoriale di una decina d’anni fa. Per obbligare l’Assessore alla Cultura a pagare, sono arrivati due atti di pignoramento agli enti pubblici in cui Papamarenghi ha prestato servizio, ovvero a Lugagnano dove è stato Sindaco e al Comune di Piacenza.

Questo si va aggiungere a tutti i guai dell’attuale Giunta a guida Barbieri. Come mai prima d’ora il Comune di Piacenza è assunto all’onere delle cronache per guai giudiziari e non solo: a Piacenza abbiamo una situazione incontrollabile relativa al verde cittadino, abbiamo avuto il Presidente del consiglio Comunale arrestato per ‘Ndrangheta (ancora aspettiamo risposte in merito da FdI e dalla Sindaca) e ora un Assessore che fa pagare a noi cittadini i propri debiti imprenditoriali. Che dire, a questo punto, di una Giunta che si è presentata alla guida della città per “rivoluzionaria” e stare al fianco dei cittadini?

Come Rifondazione Comunista ci aspettiamo delle puntuali spiegazioni da parte di Barbieri & Co. in merito a tali mancanze, anche se capiamo perfettamente quanto siano distratti da tutti i problemi della città; il nostro Partito capisce bene che curarsi delle scritte sui muri dell’Infrangibile o della presenza di libri “gender” nelle biblioteche comunali  occupi tutto il tempo a disposizione e che, quindi, non ne resti molto per dedicarsi al verde cittadino, agli arresti per ‘Ndrangheta, all’affidabilità di un Assessore moroso o alla giusta collocazione del futuro ospedale.

Siamo consapevoli che 24 ore non siano sufficienti, però speriamo che la prontezza di risposta della sindaca soddisfi tutte le nostre curiosità, curiosità che crediamo siano pure quelle dei nostri cittadini che capiscono perfettamente quanto Palazzo Mercanti sia ormai distante dalle reali necessità della città». 

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Nuove sinergie tra Italia e Cina anche a Piacenza, grazie alla Only Italia di Irene Pivetti e a Piacenza Expo

In pieno Salone del Mobile a Milano una piccola delegazione di imprenditori cinesi del settore, Zhou Zehn Yang e Zhan Gudyin, si è fermata nella nostra città per presentare in Municipio alcune importanti sinergie future tra Piacenza Expo e Only Italia, realtà internazionale presieduta da Irene Pivetti, ex Presidente della Camera e presente nell’occasione. Zhou e Zhan sono di Canton (o Guǎngzhōu), terzo centro cinese dopo Pechino e Shanghai, ed erano a Piacenza in rappresentanza dell’Associazione Nazionale degli immobilieri cinesi.

“La delegazione presente oggi è in cerca di mercati in cui investire, e il nostro appare come uno dei maggiormente competitivi nel settore – specifica la Pivetti -, è alla ricerca di canali nei quali vendere e comprare. Piacenza rappresenta una tappa di questo percorso“. La rassegna milanese del Mobile rappresenta il momento clou di un settore che ha resistito alla crisi economica e che anzi progredisce, grazie all’ aumento della produzione destinata al mercato nazionale del +3,1%, per non parlare dell’export, col Made in Italy che nel segmento dell’alto di gamma conquista la quota principale su tutti i mercati.

Alla visita hanno partecipato anche Jonathan Papamarenghi, assessore a Turismo e Cultura, e il presidente di Piacenza Expo Giuseppe Cavalli, il quale ha affermato che alcune importanti Fiere del Mobile cinesi verranno organizzate a Piacenza Expo. “La struttura è bella e in un posto strategico, capace di adattarsi a qualsiasi tipo di evento. Ho cercato di risvegliare il potenziale economico di Piacenza, che purtroppo è rimasto appannato. Stiamo elaborando alcuni progetti di integrazione di eventi, cinesi e italiani, da svolgersi a Piacenza, cercando di portare le peculiarità cinesi nel nostro territorio. A breve verrà organizzato un incontro con gli imprenditori e con Irene Pivetti per pianificare tutto questo”.

Un’occasione per tutta la città di sviluppare progetti di rilevanza anche culturale. “La città di Piacenza è particolarmente ricca dal punto di vista culturale ed artistico – ha sottolineato Papamarenghi -, ed è una città strategica dal punto di vista logistico, sia locale che nazionale. Stiamo lavorando per una promozione di Piacenza oltre i confini locali. Il settore di cui si occupano gli imprenditori cinesi non può che trovare le porte aperte nella nostra città e sono certo che gli operatori economici assieme alle istituzioni saranno attivi per creare condizioni per un’ottima collaborazione”.

La mission di Only Italia e più nello specifico di questa operazione è stata illustrata dall’ ex deputata della Lega. “Only Italia da circa 10 anni aiuta l’avvicinamento tra economia italiana e quella cinese e le imprese stesse. Il rapporto sinora non è stato facile, molti immobilieri si sentono minacciati dalle dimensioni delle aziende cinesi, e sentono il peso della competizione. In realtà esistono grandi opportunità di sviluppo, loro sono interessati al design, allo sviluppo di mobili di qualità con aziende italiane, alla posizione di alcuni marchi, e infine alla distribuzione commerciale, in quanto loro sono dei grandi distributori dei mobili italiani nel mercato cinese. La durata nel tempo di questa collaborazione può essere garantita nel tempo solo se trova casa, non vuole essere una presenza occasionale. Abbiamo scelto Piacenza per la presenza a Piacenza di un polo logistico di qualità“.

I due imprenditori hanno voluto ringraziare per l’opportunità datagli, specificando di voler mettere in pratica tutte le azioni possibili per raggiungere i loro obiettivi. 

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Papamarenghi: “Nessun pressing, ma un auspicio di sinergie per il bene della Ricci Oddi e dell’Ex Enel”

Lunga lettera dell’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi in merito all’annosa questione Palazzo Ex Enel – Ricci Oddi – Fondazione. Ieri in Consiglio comunale è stata approvata la risoluzione dei Liberali Piacentini, anche se è stato aggiustato il tiro. Verrà chiesto alla Fondazione (proprietaria della struttura dal 2002) di mettere a disposizione parte del Palazzo Ex Enel a favore della Galleria Ricci Oddi. Ecco il commento di Papamarenghi:

Nessun “pressing sulla Fondazione” di Piacenza e Vigevano, bensì la convinzione che possa essere utile e strategico per il rilancio di una galleria d’arte moderna, che oggi presenta delle sofferenze in termini di visitatori, poter promuovere sinergie con quanto all’interno del nuovo palazzo ex Enel potrà svilupparsi.

Questo è quanto contenuto nella risoluzione approvata durante la seduta di consiglio comunale di lunedì, auspicando – come già fatto in aula – che si possa valutare di mettere a disposizione della Galleria Ricci Oddi e di altri soggetti interessati il Palazzo ex Enel non come un ampliamento permanente dell’edificio progettato da Giulio Ulisse Arata appositamente per custodire e valorizzare la collezione del Conte Ricci Oddi, bensì pensando a un centro delle arti contemporanee quali fotografia, teatro, musica, conferenze e molto altro che, con la propria attività, funga da volano e da incentivo a visitare l’unicum rappresentato dalla nostra importantissima Galleria.

La risoluzione approvata evidenzia l’auspicio di creare occasioni per promuovere iniziative, eventi e mostre temporanee pensando, magari, anche a un biglietto unico e cumulativo che possa permettere a chi viene in città per visitare le nuove proposte disponibili all’interno del palazzo ex Enel anche la visita della Galleria Ricci Oddi e viceversa. Resta fermo l’ambizioso progetto, che si sta concretizzando nei fatti, di vedere un vero e proprio polo delle arti e della creatività nella città di Piacenza, che sappia dare anche risposta a quelle esigenze che oggi faticano a trovare spazi, non solo strutturali, adeguati. Gli ampi spazi, recuperati con particolare attenzione in questi mesi, potranno rappresentare pertanto un’opportunità di rilancio indiretto attraverso le sinergie che la nuova struttura potrà promuovere assieme alla galleria d’arte moderna. D’altra parte, come ai tempi l’allora direttore Stefano Fugazza diceva, la Galleria si presenta con una compattezza inalterabile e delineata che potrà aprirsi verso nuove prospettive ed interessi anche grazie a mostre temporanee con lo scopo di approfondire una tematica, un autore, un aspetto, una particolare opera, trovando un percorso sinergico con l’apertura verso il contemporaneo, strada peraltro percorsa con grandi risultati da parecchie istituzioni italiani ed estere.

Un auspicio, quindi, quello deliberato ieri in Consiglio comunale che, come emerso anche dall’ampio dibattito, porta ad un dialogo sempre più saldo e positivo nell’interesse della città tra diverse istituzioni che in modo importante stanno promuovendo la cultura del nostro territorio.

Jonathan Papamarenghi, Assessore alla cultura 

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Nuova Giunta: in pole Cavalli, Tassi e Papamarenghi

Se non è la nuova Giunta poco ci manca. In una riunione svoltasi nella serata di ieri, con grande anticipo sui tempi la sindaca Barbieri avrebbe già deciso i sostituti di Polledri, Garetti e Putzu. Nell’ ordine, a sostituire Polledri sarebbe il capogruppo attuale della Lega Cavalli, a sostituire Garetti Marco Tassi, con un passato in Alleanza Nazionale e Popolo delle Libertà, mentre Jonathan Papamarenghi, sindaco di Lugagnano e commissario provinciale di Forza Italia andrebbe a sostituire il collega di partito Putzu (con le deleghe a cultura, turismo e scuola). Tassi, avvocato va ad aggiungersi al già folto schieramento presente in Consiglio (6 avvocati su 10). Per lui lavori pubblici e impianti sportivi. Nei giorni scorsi si era fatto il nome di Ultori, ma nonostante i proclami dei giorni scorsi, i Liberali hanno preferito non entrare in Giunta con un proprio rappresentante.

Cavalli invece avrebbe le deleghe a commercio, centro storico e politiche per la famiglia. Si fa il nome del senatore Pisani per sostituirlo sui banchi della maggioranza, mentre sul nome del capogruppo Lega non è ancora dato sapere.

Il caso di Papamarenghi è singolare: rimarrebbe sindaco di Lugagnano fino alla fine del mandato e sarebbe contemporaneamente assessore nel Comune di Piacenza (senza percepire indennità di alcun tipo fino alla fine del mandato a Lugagnano).

Si attende comunque la conferma definitiva della sindaca in merito a deleghe e ruoli.

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Chef di vaglia e gadget per i partecipanti: fa discutere l’inaugurazione della diga di Mignano

Che estate sarebbe senza un qualche evento mondano o almeno senza un bel taglio del nastro? In questo torrido luglio 2018, in provincia, l’occasione d’oro per mangiare a sbafo è arrivata dall’inaugurazione della diga di Mignano, la cui portata è stata aumentata di 1,5 milioni di metri cubi. Per onorare il manufatto che, nonostante i suoi 84 anni, resta arzillo e prestante, si son fatte le cose in grande. Catering di qualità, affidato ad uno dei più quotati chef piacentini che ha proposto le sue magnifiche creazioni culinarie. Navetta per trasportare i partecipanti dal parcheggio alla diga. Gadget vari fra cui una scenografica lattina d’acqua trasparente, cappellino ed occhiali da sole. Senza scordare la scultura lignea a forma di balena.

Mancavano solo i ministri inviati ed annunciati ma che hanno dovuto rinunciare all’occasione.

A mancare è stato, ad onor del vero, anche il temuto mal tempo che aveva fatto slittare la cerimonia di qualche giorno; anche lui, non è mai arrivato. Del resto la meteorologia non è una scienza esatta.

Al gruppo degli assenti bisogna ascrivere pure il sindaco di Lugagnano, Jonathan Papamarenghi, che ha deciso di disertare l’evento come ci spiega qui di seguito.

Presenti, anzi presentissimi, i “cinguettii” di Corrado Sforza Fogliani che, su Twitter, ha tuonato contro il “Ri Ri collaudo” della diga definendolo “una sceneggiata” ed ottenendo migliaia di visualizzazioni. Ma all’avvocato si sa, la battaglia contro il Consorzio di Bonifica sta quasi più a cuore della salita al Pordenone!

Più sorprendente ed inattesa invece la scelta del giovane sindaco Papamarenghi che ha deciso di non partecipare al convegno ed agli annessi festeggiamenti.

Sindaco come mai una presa di posizione in netta polemica con questo taglio del nastro avvenuto in pompa magna.

Una polemica potremmo dire annunciata visto che da due anni a questa parte i cittadini di Lugagnano versano, come altri, questo nuovo balzello che è il contributo di bonifica. Più volte abbiamo sollecitato interventi da effettuare sul territorio, richieste che purtroppo sono rimaste senza risposta.

Allo stesso modo è rimasta senza risposta un’altra istanza che ho presentato due mesi fa. A nome dei comuni dell’alta Val d’Arda (dei quali sono presidente attraverso l’Unione dei Comuni) chiesi la possibilità di integrare per motivi di sicurezza e protezione civile la segnaletica -completamente assente – per eventuali situazioni di crisi e di pericolo legate alla diga.

Pericolo in che senso sindaco?

Proprio in quei giorni ci era stato comunicato dalla Regione che in caso di una eventuale piena (e di un collasso della struttura ndr.) il comune di Lugagnano sarebbe colpito in 4 minuti e il comune di Castell’Arquato in 14 minuti. Con tempi così stretti non si possono certo avvertire i cittadini. Per questo ho chiesto l’installazione di sirene e lampeggianti.

Siete stati ascoltati?

Più che altro abbiamo visto un atteggiamento un pochino arrogante, per non dire irrispettoso non verso di me ma verso le istituzioni che rappresento: non ho ricevuto nessun tipo di risposta!

Questi elementi mi fanno dire che di lavoro da fare ce n’è tanto per un intervento attento al territorio. Non solo perché rappresento 4 mila cittadini del mio comune (e sono 13 mila parlando dell’unione dei Comuni) ma perché in qualità di autorità di pubblica sicurezza e protezione civile sono il soggetto direttamente deputato ad intervenire su certi fronti.

Dunque, più che altro, critica il Consorzio di Bonifica per non avere risposto alle sue richieste di protezione civile?

Il problema sono anche gli investimenti sul territorio che non ci sono. Dopo che è stata resa nota la mia scelta di non partecipare all’inaugurazione sono saltate fuori diverse voci che in pratica mi hanno fatto sapere come per risolvere le questioni da me evidenziate sarebbe “bastato rivolgersi ai soggetti giusti”.

Alla fine è colpa sua che non ha saputo bussare le porte giuste?

Io ritengo che una amministrazione che rappresenta tutta la cittadinanza non debba andare con il cappello in mano da realtà amiche per avere una qualche briciola. Penso che invece quelli siano soldi ed investimenti che spettano al territorio. Alla luce di tutto questo ho deciso di non partecipare.

Si è perso dunque convegno e festa

Ho visto che la tanto trionfale inaugurazione alla fine si è ridotta al taglio del nastro e poco più. Mi spiace per i relatori ed i colleghi che erano presenti. Non è stata una mancanza nei loro confronti o nei confronti dei lavoratori di questa realtà.

Non potevo partecipare ad una cerimonia di questo tipo i cui costi (che peraltro cercheremo di capire in futuro) sono stati pagati anche con i fondi dei lugagnanesi, senza che gli stessi vedano un ritorno concreto dei soldi investiti in questo balzello (il contributo del consorzio di bonifica ndr). Ho visto che tante delle istituzioni che si attendevano non si sono viste. I due ministri hanno deciso di non partecipare, forse perché impegnati, forse perché coinvolti con cose un po’ più importanti di questa.

Spero che la mia scelta possa essere l’occasione per riprendere un dialogo … con un atteggiamento completamente diverso.

Papamarenghi accennava alle spese che dovranno essere quantificate e dettagliate nel bilancio consuntivo del Consorzio.

Già dalla seconda variazione apportata al bilancio preventivo 2018 del Consorzio di Bonifica di Piacenza qualcosina emerge.

Le originarie spese di comunicazione e rappresentanza sono passate da 68 mila euro a 128 mila euro, con una spesa aggiuntiva di 60 mila euro. Un’integrazione che viene spiegata – nel documento contabile – con la necessità di organizzare l’evento di lunedì scorso alla diga, con annesso convegno oltre a due altre iniziative (una ad ottobre presso Piacenza Expo ed una con un allestimento di un’area pubblica lungo il Trebbia ndr). Non sappiamo quanti sia costato il taglio del nastro a Mignano e quanto vada alle altre due attività ma certo stiamo parlando di cifre importanti.

Io le cifre precise non le conosco, così come mi è difficile conoscere l’esborso che i cittadini del mio comune affrontano ogni anno a favore del consorzio. Sono entrambi elementi su cui pretenderò maggiore chiarezza. Certamente parlare di spese di rappresentanza così importanti, di importi così pesanti fa storcere un po’ il naso dal momento in cui i nostri comuni, ma anche gli enti, non solo per legge ma anche per buon uso hanno ampiamente ridotto le spese di rappresentanza. I necrologi li pagano gli amministratori, se c’è qualche evento importante per il territorio … gli aperitivi siamo abituati o a farli sostenere da qualche amico sponsor oppure a pagarli direttamente di tasca nostra. Vedere invece che per certe passerelle ci sono delle spese probabilmente ingenti fa male soprattutto perché il risvolto della medaglia non sono interventi concreti sui nostri territori, che ne avrebbero molto bisogno.

Avendo saltato l’inaugurazione non potrà andare in giro con cappellino, t-shirt ed occhiali da sole che sono stati forniti come gadget agli intervenuti ….

Non sapevo di questi gadget, sicuramente belli ed interessanti … anche questi pagati, in piccola parte, da tutti noi.