Nuovo progetto corale contro violenza di genere e tra pari #MifidoDiTeMiFidoDiMe

Fondazione di Piacenza e Vigevano sempre in prima linea per il contrasto alle violenze di genere. Con #mifidoditemifidodime la Cooperativa L’Arco, Casa del Fanciullo, Oltre, CIPM e La Ricerca cercheranno di realizzare percorsi nelle scuole, nei centri di aggregazione e in alcune strutture d’accoglienza, lavorando oltre che con i ragazzi anche con gli educatori dei centri.

Il progetto nasce a sua volta da un altro progetto: VIEW: Violenza, Impresa e Welfare, del Gruppo di lavoro Violenze & Welfare della Commissione Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative Emilia Romagna, che ha poi generato un tavolo promosso da Confcooperative Piacenza e SVEP. Domani il progetto arriva nelle scuole piacentine, partendo dall’ITS Tramello, per arrivare poi al Cassinari al Casali e la Gioia. Ma di fatto tutti gli istituti di Piacenza saranno toccati, come Colombini, Raineri – Marcora e Don Orione.

Fulcro del progetto, che vedrà una naturale continuazione con un gruppo di donne migranti in collaborazione con la Protezione della Giovane, La Ricerca e Arcobaleno. Innovatività del progetto sta nella capacità di creare messaggi positivi, fatta dal gruppo di pari. I ragazzi analizzeranno materiale audio, video e social, cercando di capire cosa accade loro attorno. Sarà pertanto utilizzato anche il cellulare nel progetto, anzi sarà strumento fondamentale per captare i messaggi che arrivano dall’esterno e rielabolarli, creando “prodotti”, che dovranno presentare a propri pari nel contesto della peer education. Hashtag del progetto #mifido #itrust.

Alessandra Bassi di Cooperativa L’Arco e coordinatrice del progetto, ha sottolineato l’importanza di mandare messaggi positivi “senza partire dal negativo. Stiamo mettendo in campo il meglio che abbiamo. Non funziona ne dire cosa non va bene ne dare consigli, l’importante è saper coinvolgere, i ragazzi lavoreranno per questo”. 

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Sostanze, emergenza che colpisce sempre più i giovani. Se ne è parlato a La Ricerca

Il fenomeno della dipendenza da sostanze è molto complesso. Sono circa 6 mila le diagnosi che riconducono incidenti apparentemente spiegabili facilmente all’uso di sostanze (fonte Ministero della Salute). L’associazione La Ricerca da tempo cerca di combattere coi propri mezzi un fenomeno a sua volta in rapido e costante mutamento rispetto al passato. Sono comparse nuove droghe che mettono talvolta a dura prova i ricercatori. Il 17 maggio è stato organizzato nelle sale della sede dello Stradone Farnese un evento “faccia a faccia” che metteva a confronto genitori, esperti e giovani per fare chiarezza sulle abitudini e sui comportamenti che si possono mettere in atto per prevenire l’uso e l’abuso di sostanze. Presenti il dott. Antonio Agosti, medico del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Piacenza, il dott. Flavio Bonfà, neuropsichiatra ex direttore del SERT di Levante e Ponente e il dott. Mauro Madama, responsabile dei servizi terapeutici dell’Associazione La Ricerca.

“La situazione ora è stabile rispetto al passato – sottolinea Agosti -, ma sono aumentati i ragazzini, trattiamo persone anche di 14 anni, sono circa 300 in un anno. Vengono accompagnati dagli amici, si presentano con problemi gastrointestinali, sono molto agitati se hanno preso sostanze eccitanti, oppure sono assopiti, altri sono confusi, la statistica è molto ampia. Noi li seguiamo finché non è superata l’intossicazione acuta, poi li mandiamo a casa, ma talvolta li vediamo tornare anche 4 o 5 volte in un anno”. Il mercato è fiorente e diversificato anche attraverso l’utilizzo della rete. “Sono aumentate le classificazioni – continua -, i primi casi li abbiamo visti nel 2010, vengono reperite attraverso internet e colpiscono persone dai 15 ai 60 anni, è un fenomeno che colpisce tutti”. Agosti spiega che le nuove droghe vanno a colpire talvolta il sistema nervoso, rendendo i comportamenti del soggetto imprevedibili. “Sappiamo cosa fanno cocaina ed eroina, perché le abbiamo studiate ed erano diverse, ora è più difficile. Fortunatamente abbiamo vicino l’ospedale di Pavia che ci da una mano”.

Bonfà aggiunge un altro elemento alla discussione: spesso i ragazzi che si rivolgono ai SERT hanno parallelamente disturbi mentali o sociali. “Molti hanno situazioni difficili a livello familiare, anche con alcuni componenti del nucleo familiare sotto cura. Se non esiste una valida rete sociale che possa supportare questi ragazzi, sono difficilmente trattabili. Usano le nuove droghe per stordirsi, ma hanno effetti più effimeri rispetto al passato, perciò entrano in un tunnel”.

Ma le motivazioni per cui un ragazzo o un adulto decidono di assumere sostanze sono infinite. Tuttavia esiste un filo rosso che unisce tutte le casistiche. “Manca l’autorealizzazione personale – afferma Madama -, non c’è più l’utopia di un tempo, la lotta per un ideale è stata sostituita dalla distopia. I giovani vivono un format che noi adulti gli abbiamo apparecchiato, non è più possibile essere soli, essere tristi, bisogna sempre vivere in società, al di sopra delle proprie possibilità, questo porta a difficoltà enormi nel superare i fallimenti. Stiamo assistendo ad una adultizzazzione tremenda dei bembini, su cui sin da bambini vengono poste grosse aspettative. Il passaggio chiave è a 12 anni circa”. Quali sono le richieste dei genitori? “Arrivano assolutamente disorientati, e alivello mediatico purtroppo vengono lanciati messaggi assolutamente sbagliati. Negli ultimi anni è sempre più difficile fare alleanze con le famiglie, viene sempre preferito demandare la situazione a qualcun’altro e non occuparsene direttamente”.

Durante la serata Agosti ha presentato il progetto di creazione di una figura professionale nuova, l’operatore di corridoio, che farebbe da intermediario tra i professionisti e la famiglia. “È una figura che supporta la nostra attività. Si tratta di un educatore professionale che avvicina il paziente, gli amici, le compagnie, possono proporre dei percorsi di cura”. 

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25 anni de La Pellegrina, si festeggia con una camminata l’11 maggio

“Accogliere per condividere la vita”. Lo slogan che accompagna la 25ma Camminata di solidarietà “La Pellegrina” trova concretezza ogni giorno nella casa accoglienza per persone malate di aids “Don Giuseppe Venturini”, la struttura della Diocesi, che ha sede alle porte di Piacenza, in Strada Agazzana 68, punto di partenza e di arrivo della tradizionale manifestazione che unisce sport e solidarietà, in programma per venerdì 11 maggio.

Organizzata dall’associazione “La Ricerca” (che gestisce la casa fin dalla sua fondazione), in collaborazione con   un gruppo di volontari (e appassionati marciatori) come segno tangibile di vicinanza e simbolico abbraccio a casa “Don Venturini”, la manifestazione podistica – a passo libero- ha carattere nazionale ed internazionale ed è valida per il concorso nazionale Fiasp Piedalato, per l’internazionale IVV e per il Riconoscimento Fedeltà della C. P. M. Fiasp di Piacenza 2018.

Il ritrovo è nella grande corte del complesso settecentesco che si affaccia su Strada Agazzana (numero civico 68). Partenza libera, fra le 18,30 e le 19,30, e con due percorsi a scelta, di 5 o 10 chilometri, nella campagna tra Gossolengo, Settima, Quarto e Pittolo (saranno attraversate le località Ca’ dei Rossi, Mola, Stradazza, Lombardina, Bardinezza). Tempo massimo di percorrenza: 2 ore

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