Bonaccini all’inaugurazione di XNL Piacenza Contemporanea: “Investiremo in cultura”

XNL vestita con l’abito da festa, o da cerimonia. Oggi l’inaugurazione con la presenza di tutte le istituzioni, oltre al neoconfermato Presidente della Regione Stefano Bonaccini, il quale si è intrattenuto per qualche minuto coi giornalisti prima di essere annunciato dalla moderatrice Marzia Foletti al secondo piano della Galleria. Accanto a lei il vescovo Gianni Ambrosio, il presidente della Fondazione Piacenza e Vigevano Massimo Toscani e Giorgio Milani.

A margine Bonaccini ha mostrato la propria soddisfazione per la vittoria alle Regionali del 26 gennaio. Senza sbilanciarsi sulla composizione della sua Giunta: “I cittadini non si aspettano questo, ma hanno bisogno di assessori competenti. L’ultima cosa sono gli equilibri, dove vivono le donne e gli uomini che la compongono”.

Tra gli impegni previsti nell’immediato sul nostro territorio resta la costruzione del nuovo Ospedale: “C’è da cogliere questa opportunità come altre che ci sono all’orizzonte, vedi Parma Capitale della Cultura, c’è da investire sulle nostre eccellenze e risolvere i problemi, creare sinergie per il turismo. Ma siamo pronti a farlo, con scelte nuove e innovative, vedi l’abbassamento delle rette dei nidi e il trasporto pubblico scolastico gratuito”. Infine una battuta su Salvini: “Con lui sempre dato del tu, sin da quando lui era al Ministero degli Interni e io Presidente della Conferenza delle Regioni. Nulla contro di lui”.

Nel suo saluto ha rimarcato come “investire in cultura sia investire nella qualità della vita, ma soprattutto investire su ciò che può dare da mangiare. Per ogni euro investito ci sono tanti euro di ritorno, quest’anno le industrie culturali ci hanno soddisfatto. Dobbiamo tenere a quello che abbiamo fatto, le Salite al Pordenone e al Guercino sono state un successo, con un flusso di visitatori incredibile, ci ha permesso di collegare più territori”.

Anche il sindaco Patrizia Barbieri (dopo la presentazione di questa mattina) ha voluto sottolineare la sua soddisfazione per l’inaugurazione, “che ha la possibilità di mostrare ciò che è bello, dobbiamo essere grati alle persone che portano questi risultati. Dobbiamo compiacercene, ma questo è un punto di partenza, non di arrivo”.

150 le opere esposte tra dipinti, sculture, fotografie, video e installazioni di autori quali Piero Manzoni, Maurizio Cattelan, Marina Abramović, Tomás Saraceno, Andy Warhol, Bill Viola, Dan Flavin, provenienti da 18 collezioni d’arte, tra le più importanti in Italia, che indagano trasversalmente movimenti, stili e tendenze della contemporaneità. Il punto di partenza non è male.

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A XNL in mostra opere che stupiscono, scioccano e che non sono sempre facili da capire

A differenza di quella classica figurativa, che si capisce al primo sguardo, l’arte contemporanea spesso necessità del cartello esplicativo per essere pienamente compresa (dai non adepti) e talvolta nemmeno le “note a margine” riescono nel loro intento chiarificatore.

Anche la mostra “La rivoluzione siamo noi” ospitata nel palazzo XNL di Piacenza, non fa eccezione: apprezzatissima dalla stampa specializzata, presente all’anteprima odierna, è risultata assai meno intellegibile per chi ha concluso la propria preparazione artistico/scolastica senza “affrontarla”.

Nell’arte moderna, in molti, casi è il messaggio a prevalere sulla tecnica, archiviando il concetto di bello con cui siamo stati nutriti.

Vi sono installazioni contemporanee che fanno discutere, talvolta anche tanto, ma vale comunque sempre la pena vederle se non altro per poter dire … “Magritte tutta la vita”.

Alcune opere esposte nelle sale del ritrovato palazzo di via Santa Franca sono “elementari” e “capibili” anche senza essere Watson, altre (se prive di cartellino) necessiterebbero dell’aiuto di Sherlock Holmes per essere comprese.

Blue Spirit

E’ così per Blue Spirit di Mario Airò: si tratta di un tavolo collocato su un tetto, con una bottiglia di vetro trasparente collocata sul piano di legno. Un’installazione visibile dalla finestra della sala polivalente di XNL che, se non ci fosse il solito “cicerone cartaceo”, passerebbe inosservata o tuttalpiù parrebbe un rimasuglio lasciato da uno sbadato operaio durante i lavori di ristrutturazione.

“Anch’io lo saprei fare” è la classica frase che accompagna la visione di svariate opere contemporanee. Vero ed al contempo totalmente falso: se chiunque di noi installasse dei colorati scopettoni pulisci polvere sul pavimento verrebbe considerato degno di “Villa Speranza” (e l’assieme non varrebbe nulla). Se a farlo è un artista affermato … gli scopettoni diventano arte e acquisiscono valore. Lo stesso che accade avviene per i torroni che sono solo torroni ma, messi assieme con sapeienza, diventano una torre d’artista.

Conta poi l’originalità della creazione. Dopo aver visitato la mostra in corso a XNL chiunque con un una decina di jeans usati, qualche giacca fosforescente da stradino e svariati chili di cera potrebbe riprodurre uno dei quadri esposti, oppure prendere una scrivania e piazzarvi sopra alcuni semplici attrezzi agricoli; sarebbero sempre e solo copie senza valore di una quotata idea altrui.

E’ bastato un taglio di Lucio Fontana su una tela del suo assistente Hisachika Takahashi per rendere il quadro (e l’artista giapponese) famoso. Se quel taglio lo avesse fatto chiunque altro sarebbe stato solo un atto di vandalismo.

Centinaia di scarpe affastellate l’una sull’altra non sono un inno al disordine tipicamente adolescenziale ma il tributo artistico di Sislej Xhafa  intitolato Barka e realizzato nel 2011. Calzature e colla per creare una simbolica barca, lunga sei metri, che ci faccia riflettere sul tema della migrazione forzata e sugli esodi di massa.

Allo stesso modo alcuni fusti colorati dell’installazione di Jimmie Durham possono sembrare il retro di una disordinata officina meccanica ed invece, con lo sversamento di liquido sul pavimento, vogliono simboleggiare il disastro ecologico che si sta compiendo sul nostro pianeta.

Alcune opere sono un vero pugno nello stomaco a partire dal feto di un puledro (vero ed imbalsamato) montato su un dondolo di ferro,  passando per il vicino quadro dove una donna è collocata in cima ad una montagna di ossa.

Non manca ovviamente l’opera di Maurizio Catellan da cui prende il nome la mostra “La rivoluzione siamo noi” che – come recita la spiegazione – «ribalta ironicamente il titolo dell’omonimo lavoro di Joseph Beuys  e diventa una riflessione sull’artista contemporaneo nella società del presente».

A poca distanza un termosifone di resina giallo ed un secchio da muratore ospitato da una lussuosa custodia imbottita di velluto rosso. Perché anche uno strumento umile, usato da un operaio in un cantiere … può essere nobilitato e custodito lussuosamente, divenendo opera d’arte (contemporanea). Liberamente interpretabile invece il significato del gigantesco orso peluche che metre sorride davanti … sul retro ha espletato le sue necessità lasciando ingombranti tracce organiche: una bella pupù altresì classiificabile come boassa, per fortuna di resina (almeno si spera).

C’è solo da augurarsi che non capiti quanto già successo in mostre simili ossia che un qualche solerte addetto alle pulizie confonda per detriti di cantiere l’installazione di un qualche artista, facendola finire in discarica. Dopo il Klimt ritrovato non vorremmo che Piacenza subisse un’altra sparizione.

Fotogallery mostra “La rivoluzione siamo noi”




XNL: “un palazzo dove si respirava tristezza e dove ora si respira arte”

Mancano poche ore all’inaugurazione ufficiale di XNL il nuovo spazio della Fondazione di Piacenza e Vigevano nato dalla ristrutturazione del palazzo Ex Enel da cui ha anche preso il nome lasciando per strada le vocali e conservando solo le consonanti. Perché così i piacentini lo hanno sempre chiamato e così continuerà a chiamarsi anche se in una versione più moderna.

Tremila metri quadri recuperati con sapienza dall’ingegner Paolo Milani e dal suo assistente Silvio Carini che hanno saputo coniugare estetica e funzionalità con il budget, come ci ha spiegato il presidente Massimo Toscani «siamo riusciti a ristrutturare l’intero edificio, compreso il tetto e l’illuminazione (curata dal piacentino Davide Groppi ndr) spendendo circa 900 euro al metro quadro, per un totale di poco superiore ai due milioni e mezzo». Anche i pavimenti che sembrano di seminato sono in realtà stati realizzati dalla Cementirossi in calcestruzzo lucidato, con inserti di pietra che creano un effetto pregevole.

XNL si sviluppa su quattro piani. Il seminterrato ospiterà laboratori dedicati ai giovani ed a svariate forme d’arte in collegamento anche la Ricci Oddi, il conservatorio Nicolini, la Filodrammatici. Un’area di Piacenza che si trasforma in un distretto della cultura. Al primo e secondo piano ci saranno le aree espositive mentre al terzo e ultimo piano è stata creata una zona adatta ad ospitar eventi, concerti, proiezioni.

Qui si è tenuta la conferenza stampa di presentazione; proprio partendo dalle grosse finestre della sala  Toscani ha voluto riassumere il senso di XNL «sono il simbolo dell’apertura verso l’esterno, dell’apertura della nostra città. Non una città chiusa, dei campanili, ma aperta alla modernità».

Il presidente della Fondazione si è detto consapevole del fatto che questa operazione potrà anche attirare le critiche di qualcuno ma non se ne è mostrato preoccupato, anzi, quasi in una visione “andreaottiana”  all’insegna del “nel bene o nel male purchè se ne parli”. Di XNL si parlerà certamente anche per la folta rappresentanza di giornalisti di testate nazionali che hanno apprezzato la mostra scelta per inaugurare il palazzo restituito alla città ed intitolata LA RIVOLUZIONE SIAMO NOI, curata da Alberto Fiz.

Centocinquanta le opere, tra dipinti, sculture, fotografie, video e installazioni di autori quali Piero Manzoni, Maurizio Cattelan, Marina Abramović, Tomás Saraceno, Andy Warhol, Bill Viola, Dan Flavin, provenienti da 18 collezioni d’arte private, tra le più importanti in Italia.

Una mostra diversa rispetto a tante altre anche perché, come è stato detto, i collezionisti solitamente molto riservati e gelosi delle proprie opere, hanno accolto con entusiasmo la richiesta degli organizzatori e prestato pezzi unici creando quella che è stata definita la “Prima biennale del collezionismo europeo contemporaneo”. Alcune delle opere sono anche esposte nella adiacente galleria d’arte moderna Ricci Oddi che è stata unita, attraverso un’apertura, con il palazzo. «Un collegamento fisico – ha detto il presidente della Ricci Oddi  Massimo Ferrari –    che diventa un collegamento culturale. In quest’area nasce un arcipelago culturale in cui ognuno ha la propria identità ma tutti si collegano e si contaminano, traendo l’uno dall’altro nuove spinte».

Il sindaco Patrizia Barbieri ha parlato di grande lungimiranza da parte di chi ha pensato e realizzato questo progetto «un progetto che abbiamo condiviso e che porterà risultati importanti. Come è stato detto in questo palazzo si respirava tristezza ora si respira arte». Il primo cittadino di Piacenza si è detto convinto  che XNL porterà ricchezza al territorio in termini di cultura ed arte.