Logistica. Legambiente risponde ai consiglieri di maggioranza: “il no dei cittadini da molto fastidio”

Il botta e risposta fra amministratori ed ambientalisti si arricchisce di un nuovo, ennesimo capitolo. Legambiente infatti replica al comunicato dei capogruppo di maggioranza nel consiglio comunale di Piacenza, che abbiamo pubblicato ieri e con il quale gli esponenti di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega accusavano l’associazione di “manipolare i dati per creare allarmismo”. Ecco il testo integrale.

«L’attacco da parte dei tre capigruppo in Consiglio Comunale di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega contro Legambiente non meriterebbe commento alcuno. Comprendiamo infatti benissimo la loro necessità di discesa in campo quali difensori d’ufficio dell’Assessora Opizzi e delle sue dichiarazioni sul tema logistica.

Non possiamo però tacere di fronte alle ennesime imprecisioni contenute nelle dichiarazioni dei tre politici e soprattutto di fronte alle accuse strumentali che ci vengono mosse di partigianeria con questa o quell’area politica.

Per prima cosa apprendiamo solo ora, dal comunicato, che l’Assessora Opizzi nei 1,173 milioni di mq. di logistica comprendeva esclusivamente la superficie coperta dei capannoni. Precisazione doverosa, considerato che mai prima era stato specificato, ma stupefacente resta il fatto che per l’assessore il polo logistico si misuri solo con la superfice coperta dai capannoni, come se il resto, aree di servizio, parcheggi, strade, non esistessero o non fossero funzionali alla stessa attività produttiva, come da sempre le norme urbanistiche stabiliscono. Aggiungiamo inoltre che questo dato non corrisponde neanche con quanto rappresentato dall’Istituto Trasporti e Logistica ITL, di cui il comune è socio, nella sua più recente presentazione [2018], laddove informa che la superficie totale edificata  [escludendo quindi tutti i parcheggi, le strade ecc.] si estende per oltre 1,4 milioni, ben lontani dal chirurgico 1,173 milioni dichiarato. Ai quali vanno aggiunte le superfici del recente completamento dell’area AP3 (Prologis) e dell’area Granella AP6. Numeri che, come abbiamo detto, non dipendono da una fantasiosa interpretazione di Legambiente, ma derivano da documenti ufficiali .

Quindi, cari signori, è accertato che non manipoliamo proprio nulla. Infatti come è possibile ignorare che l’impermeabilizzazione di un’area non è determinata  solo dai capannoni ma anche dai piazzali di servizio, dai parcheggi, dalle strade di accesso ecc.? E che l’area complessiva del Polo Logistico si attesti intorno ai 2,7 milioni di mq. da noi dichiarati?  A questo proposito  vi invitiamo a chiedere agli architetti che si sono succeduti nella  vigente pianificazione  “che ne sanno di più di Legambiente”, giusto per conferma.

Risibile poi l’accusa di essere uno “sparuto gruppo” benevolo con la vecchia Amministrazione e ora famelici belve contro l’attuale. In primis, perché “sparuto” evidentemente non siamo, visto il nervosismo che la nostra civile protesta ha scatenato nella sala Consigliare e in secondo luogo perché tutta questa benevolenza la vecchia Amministrazione Dosi non credo se la ricordi.

A beneficio dei nostri distratti accusatori, basta ricordare gli innumerevoli sit-in pubblici, la partecipata marcia per l’Aria del 30 aprile 2016, ma soprattutto l’articolo apparso su Libertà il 6 febbraio 2017 dal titolo “Legambiente: il POC si mangia 5 milioni di mq di terreno libero”, la replica – il giorno successivo – dell’allora Amministrazione, il precedente comunicato stampa di Legambiente Regionale del 14 gennaio 2017 laddove si diceva “NO al nuovo colosso logistico a Piacenza” e per ultimo l’articolo apparso sempre su Libertà in occasione del Consiglio Comunale che discusse delle linee guida al POC, proprio citato dai nostri accusatori, dal titolo eloquente: “Logistica, diciamo no a investimenti e lavoro? Critiche bipartisan alla contrarietà di Legambiente”! E’ chiaro quindi che noi non siamo mai stati né indulgenti, né zitti, cari consiglieri, a differenza di chi faceva invece squadra per accogliere nuove “opportunità”….

Sull’area ex-Mandelli i nostri tre politici dimostrano invece di non aver letto bene il nostro comunicato. La nostra critica è rivolta alla approvazione dell’ultima  variante, che certo non può essere addebitata ad altri, e non tanto sulla storia dell’area che ben conosciamo.

Per quanto riguarda le manifestazioni di interesse per 1,3 milioni di nuova logistica, sappiamo bene che non era obbligatorio approvarle ed è proprio per questo che “abbiamo fatto  rumore” ORA, che si può ancora dire di no, per evitare di sentirci accusare di non aver fatto “osservazioni” a tempo debito, come qualche zelante consigliere ha recentemente, anche lui improvvidamente, dichiarato.

Ma voi avete ancora la possibilità di smentirci! Nei fatti prima ancora che nelle parole! Proponete una revisione agli strumenti urbanistici ora e dimostrateci che anche voi siete per il NO a nuova logistica – né 1,3 milioni di mq, né 700.000 mq – come vi stanno chiedendo i Piacentini che hanno firmato la petizione. Saremo disponibili a plaudire alla vostra eventuale saggia decisione.

Quindi cari politici, per cortesia, non accusate Legambiente di manipolare e/o parteggiare per qualcuno. Accettate invece il confronto, anche se diretto e a volte aspro. Se poi non vorrete più confrontarvi come dichiarate, beh ce ne faremo una ragione, ma non per questo staremo zitti! Non lo abbiamo fatto in passato e non lo faremo certo ora».




Erika Opizzi risponde alle polemiche sulla logistica: “Gli architetti del Comune ne sanno più di Legambiente”

Erika Opizzi non ci sta, e risponde piccata alle polemiche lanciate ieri in Consiglio comunale e in Piazza San Francesco da Legambiente e Coordinamento Basta Logistica in merito ai nuovi insediamenti di logistica nelle zone di Gerbido, Roncaglia, Capitolo e Borghetto. “Non è vero come si dice che non ho partecipato alle loro riunioni. Come dimostrano i verbali delle consulte, e da una stessa lettera del coordinatore Ioannilli. Mi venivano richiesti incontri sempre sugli stessi argomenti, perciò ho declinato l’invito. Alla luce anche del fatto che si tratta di procedure coperte dal segreto d’ufficio, ma loro hanno ritenuto di fare una conferenza stampa comunque”.

Nella lettera in questione, si apprende che il coordinatore manifesta “sorpresa per la risposta negativa dell’assessore Opizzi, in passato sempre cortese e disponibile a rappresentare la posizione dell’Amministrazione ai nostri dibattiti…“.

“Nel 2018 ho partecipato alle riunioni della Consulta del 19 febbraio e 12 aprile in cui mi si chiedeva di parlare di Piazza Cittadella e Piazza Casali, Terrepadane. Poi il 5 luglio e il 19 settembre l’architetto Giannessi perchè volevano chiarimenti tecnici, che sono stati dati, e poi nuovamente il 15 ottobre per riferire anche di cose dette alle riunioni di maggioranza. Sostenere che dico falsità e che non ho partecipato alle consulte mi ha stancato. Sono cortese e disponibile o brutta e cattiva?”.

La Opizzi ha voluto rimarcare nuovamente la posizione espressa già ieri, affermando che Legambiente “non sa di cosa sta parlando. Nel merito ognuno la può pensare come ritiene, ma essere attaccata personalmente non va bene, anche i consiglieri alla fine hanno riconosciuto il mio percorso, perchè loro hanno gli atti e i verbali e non possono dire che non ho partecipato. Vorrei capire a che titolo parla certa gente”.

Ma sono i numeri ad essere al centro del dibattito. Come riportato ieri, la petizione di Legambiente era stata costruita sui 2,7 milioni di metri quadrati di area adibita a capannoni e parcheggi, mentre la Opizzi parla di 1 milione 173 mila metri quadrati. “Sono state comprese aree che nulla hanno a che vedere con la logistica, come la zona della Fiera o l’area dell’Orsina”. Inoltre L’assessore Opizzi sottolinea che l’area AP12 Mandelli è classificata come “produttiva” dal 1967, e non “agricola” come ritengono i manifestanti.

“Sono stata a Roncaglia, e lo sanno anche alcune persone del Coordinamento Basta Logistica, perciò penso di essermi comportata con trasparenza, dando tutti i dati corretti. Questa petizione è creata su dati falsi, se anche la Fiera è compresa nell’area logistica dobbiamo chiudere la Fiera. Gli architetti del Comune ne sanno più di Legambiente”.

Altro punto è la questione dell'”approvazione” presunta di un ulteriore insediamento logistico di 1 milione 300 mila metri quadrati a Roncaglia. “In questo caso ci sono delle manifestazioni d’interesse che costituiscono variante, perchè quelle aree sono agricole. Questo significa fare terrorismo. La gente non ne ha bisogno, soprattutto in quella zona, ha bisogno di avere chiara la situazione, e il milione e 300 mila metri quadrati è sono nella testa di Legambiente, ma negli atti non c’è ma non può essere realizzato. Invece di manifestare potevano fermarsi ad ascoltare”.

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Logistica, Legambiente protesta in Piazza San Francesco, in Consiglio il dibattito si infiamma

Molti temi importanti oggi all’ordine del giorno in Consiglio comunale. Primo fra tutti quello della petizione di Legambiente e Coordinamento Basta Logistica in merito alla delibera della Giunta comunale del 5 novembre scorso, che varava la variante urbanistica Ap12 Mandelli per la trasformazione di 190 mila metri quadrati di terreno considerato “agricolo” dal Coordinamento e Legambiente, e “produttivo” dalla Giunta sin dal 1967, e anche la stessa sindaca in passato aveva sottolineato questo punto. L’assessore Opizzi ha ribadito durante il Consiglio la posizione della Giunta, sottolineando, stando alla sua analisi, alcune falsità. “Non voglio sentir dire che non sono state prese posizioni in merito – ha tuonato -, è stata fomentata una situazione sulla base di informazioni errate, non sono se in buona o in cattiva fede”.

Legambiente e il Coordinamento nella petizione presentata sottolineavano alcuni punti, in particolare l’emergenza ambientale subita dalle frazioni di Roncaglia, Borghetto, Capitolo e Gerbido. Viene evidenziato “l’insopportabile carico di traffico” che gravita nella zona a causa della presenza “di uno dei poli logistici più grandi d’Europa”. I protestanti dicono che occupi 2,7 milioni di metri quadrati di capannoni e parcheggi, l’assessore Opizzi sostiene sia la meno della metà (1 milione e 173 mila metri quadrati). La Opizzi aggiunge anche che sono state falsamente aggiunte “aree che nulla hanno a che fare con la logistica, come la zona della Fiera o l’area dell’Orsina”. In aula oggi anche gli stessi protestanti che hanno manifestato il proprio dissenso verso le politiche della Giunta.

“Respirare è la prima vera manifestazione d’interesse – dicono – basta con gli errori del passato, la buona urbanistica deve essere partecipata e rispondere ai veri bisogni dei cittadini, non agli interessi di pochi. Dispiace che venga messo in cattiva luce l’operato del Coordinamento, l’assessore Opizzi poteva venire ai nostri incontri aperti alla cittadinanza”.

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Logistica, Barbieri: “Affronto temi quando sul tavolo c’è qualcosa. Ora si parla del nulla”

Tra i temi toccati durante l’incontro tenutosi questo pomeriggio in Sala Giunta a Palazzo Mercanti trova spazio quello della logistica, che nelle scorse settimane ha visto la mobilitazione di un agguerrito Comitato che ha fatto sentire ripetutamente la propria voce.

Ora arriva la risposta della sindaca: “Vedo scritto ancora oggi che la Giunta avrebbe convertito terreno agricolo in logistica. L’area ex Mandelli non è area agricola, ma dagli anni 70 è classificata come area industriale”. Il discorso si è allargato all’ espansione di tutta la zona del cosidetto “bollone”: “Non c’è mai stato un accordo di programma tra Provincia e Comuni interessati. Stiamo parlando del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale che quando ha fatto le valutazioni, la famosa y rovesciata che doveva prendere in considerazione le aree di Castel San Giovanni, Monticelli, Piacenza, Fiorenzuola, aveva semplicemente specificato che alcune aree erano demandate a logistica. Mentre per Castel San Giovanni è presente un accordo territoriale che  è indispensabile, in altri casi non c’è mai stato”.

Per quanto concerne gli oneri di urbanizzazione “ci sono state delle previsioni che sono state fatte dagli uffici che rientrano in 2 milioni di euro circa. L’aumento degli oneri di urbanizzazione quest’anno sono venuti dall’edilizia che sicuramente non rientra nella logistica. Questa città sta andando avanti, bisogna sfatare il mito della logistica per forza. Mi piace affrontare i temi quando li ho davanti concretamente, il punto è che ora sul tavolo non c’è niente. 

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Roncaglia, opposizione compatta contro la nuova logistica

Nuovo capitolo del caso Roncaglia. Questo pomeriggio è stata convocata una conferenza stampa in cui tutta l’opposizione era riunita per il proprio NO secco a nuova logistica a Roncaglia e di Piacenza tutta, dopo che le ragioni della Consulta Territorio sono rimaste inascoltate in Commissione 2 e 4.

Ha preso la parola in apertura il consigliere Cugini (PD), che ha riportato alcune parole della maggioranza sulla polemica: “Censori del nulla, così siamo stati definiti. Questo è un modo bullo di affrontare i problemi, da noi affrontati in modo critico come è norma nelle opposizioni ma sempre supportati da dati oggettivi. Credo sia la peggior risposta che si può dare ai cittadini perchè allontana dal dare una fotografia esatta dei temi che di volta in volta sono all’attenzione del cittadino. Qui e ora, Roncaglia è l’elemento più evidente di un ragionamento esteso su che tipo di territorio vogliamo lasciare alle generazioni future e che ci deve coinvolgere tutti, a prescindere da scelte e decisioni passate che nel tempo hanno dimostrato di non essere più attuali. Ad oggi ci consentono di dare una lettura e pensare a scelte politiche diverse. Il tema di Roncaglia impatta sull’ambiente, sulla salute e su una qualità del lavoro che è ai limiti dello sfruttamento. La logistica ha sicuramente portato dei vantaggi, ma questa logistica così non va bene […]Su questa partita noi riteniamo che ci fossero le condizioni per affrontare con più prudenza questo cambio di destinazione. E’ passato sotto silenzio l’alluvione che c’è stata nel 2015. Speriamo di essere da contraltare a una forte mobilitazione di persone, perchè riteniamo sia importante ascoltare i cittadini”.

Rabuffi ha ribadito nuovamente che “siamo con i cittadini di Roncaglia, che dicono NO alla logistica. I cittadini di Roncaglia non hanno fatto nulla di male per essere accerchiati da questo abbandono dell’amministrazione di quello che dovrebbe essere un quartiere di Piacenza. La Giunta ha stravolto completamente il piano particolareggiato, è diventato ora una calamita per la logistica. […]Chiediamo al sindaco, che è l’autorità sanitaria locale, se ha a cuore la salute dei cittadini? Lo stesso primario di pneumologia ha specificato la presenza di un problema legato allo smog, siamo al terzo giorno di misure emergenziali per aver superato i livelli di Pm10. Ma siamo anche 7 giorni consecutivi di sforamento rispetto ai valori medi”. E’ stato ribadito infine che ulteriori calamità naturali possono riportare la situazione di Roncaglia “a quella di qualche anno fa, addirittura peggio”. 

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Logistica, la Consulta Territorio ha incontrato i consiglieri comunali e i cittadini

La battaglia che porta avanti Roncaglia e il Capitolo sulla logistica ha un significato che va ben oltre la terra dove sorgono le case dei cittadini delle frazioni, coinvolge Piacenza tutta. Sono in gioco gli interessi di pochi contro gli interessi di molti, e di riflesso la vita futura dei piacentini.

Nella Sala della Partecipazione (mai nome fu più adeguato) si sono riuniti Consiglieri comunali della minoranza e della maggioranza (Saccardi), la Consulta Territorio, Frazioni e Sviluppo Economico, i cittadini sensibili al tema, nonchè Laura Chiappa e Giuseppe Castelnuovo in rappresentanza di Legambiente.

“Ovviamente auspichiamo che la nuova Logistica che viene prospettata non si faccia mai”,  ha introdotto Castelnuovo, il quale ha sottolineato punto per punto la dannosità di un’operazione simile. “In principio fu l’Ikea nel 1999, con l’amministrazione Vaciago. Con l’approvazione del Piano Regolatore nel 2001, l’originale area verde negli insediamenti produttivi (pensata per il 40% del totale) scese al 15%. Si intese per area verde solo i giardinetti pubblici invece per area verde va intesa anche come biodiversità”.

Nel Piano Regolatore del 1998 si dava grande importanza alle misure di “ripermeabilizzazione” del suolo urbano, sottintendendo l’intenzione di creare aree verdi permettendo all’acqua di scorrere lungo le falde acquifere. “Le aree in realtà sono state tutte asfaltate, contraddicendo l’obiettivo iniziale”.

Il primo insediamento logistico avrebbe dovuto portare a Piacenza un incremento di 2 mila 703 tonnellate all’anno di CO2 e 612 Kg di Pm10 all’anno in una situazione già abbastanza compromessa. IL Piano Strutturale Comunale del 2016, documento atto a identificare “l’ambito idoneo ad essere urbanizzato quale nuovo ambito per attività produttive di rilievo sovracomunale”, sottolinea che per quanto riguarda il nuovo Polo Produttivo dovrà essere attuato “a fronte di concrete e valide proposte […] e solo se gli insediamenti proposti non possano trovare collocazione nelle aree produttive esistenti o confermate dagli insediamenti esistenti, privilegiando il recupero e la riqualificazione di aree dismesse”.  

Secondo quanto stabilito dalla Direttiva comunitaria per la valutazione ambientale deve essere redatto un Rapporto Ambientale in cui siano “individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano o del programma potrebbe avere sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma”. Altro aspetto da non sottovalutare è la determinazione dei criteri per la scelta di un’area rispetto a un’altra, in quanto questi “potranno indirizzare il futuro di un’area vasta”.

CONSUMO DI SUOLO E NON SOLO

Piacenza progressivamente è balzata ai (dis)onori delle cronache come maglia nera per consumo di suolo: nel 2011 era inserita in uno studio di Bruxelles su tutta l’Europa, mentre uno studio INEA (Istituto Nazionale Economia Agraria) mostrava come a un aumento della popolazione corrispondeva una diminuzione del suolo agricolo disponibile. “Uno dei guai è ragionare su base incrementale – riflette Castelnuovo -, senza ragionare su base storica, ma solo in base alla variazione rispetto all’anno precedente”.

INQUINAMENTO

Per quanto concerne i potenziali (neanche troppo) fattori di inquinamento della zona Est, si segnala: l’Autostrada A1 con il passaggio di 70 mila veicoli al giorno, l’A21 con 30 mila veicoli al giorno, un Polo Logistico da 2,7 milioni di mq, un termovalorizzatore da 136 mila tonnellate all’anno di rifiuti, una centrale termoelettrica, un cementificio autorizzato ad aumentare l’utilizzo di oli usati e pneumatici da incenerire fino a 95 mila tonnellate all’anno. Etc, etc..

Ma che Piacenza “perda terreno” è un dato che anche Legambiente Nazionale certifica, è al 58esimo posto, perdendo 12 posizioni rispetto al 2017.

LAVORO

Tra i punti toccati durante la serata vi è stato anche il tema del lavoro, per cercare di fare chiarezza sulle dimensioni della logistica a Piacenza. Sono 1800 gli addetti, di cui 30% dipendenti e 70% da cooperative, Dei dipendenti il 75% lavora in ufficio (450 addetti) il restante è facchinaggio. Nelle cooperative il 100% è facchinaggio.

E’ stato sottolineato come anche l’Università promuova la Logistica come una grande opportunità: la stessa Università Cattolica ha introdotto un Corso di Supply Chain Management, Monica Patelli di ITL durante un convegno ha dichiarato che “gli ambientalisti possono mettersi il cuore in pace, il 2017 sarà un anno di investimenti e sviluppo” (Libertà 17 aprile 2017). Fino ad arrivare alle notizie di gennaio, con le notizie di “100 camion al giorno più le auto dei 150 addetti”.

Quello che viene chiesto dunque, è molto semplice: “Un monitoraggio più scientifico possibile, una stima dei mezzi che interagiscono nell’area interessata alla logistica e una valutazione dell’incremento delle CO2. Non solo per giustificare il NO all’espansione della logistica stessa, ma per far capire in che situazione ci stiamo dirigendo”. 

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Roncaglia contro la logistica, incontro all’ex scuola della frazione e attivata la raccolta firme

La battaglia contro la logistica a Roncaglia è stata combattuta oggi su più fronti. Una delegazione di contestatori si è riunita davanti all’ex scuola della frazione con cartelli che recitavano “Dopo l’alluvione no al capannone”, “No al rumore, no al tumore”, “No a speculazione dopo l’alluvione” e infine “Esercitazione? Capannone? Cementificazione! …fateci capire…”. All’incontro con la cittadinanza ha partecipato Giuseppe Addabbo, responsabile Protezione Civile della Polizia del Comune di Piacenza e Roberto Santacroce, geologo dell’Ufficio Protezione Civile, i quali hanno spiegato ai convenuti (tra cui alcuni rappresentanti del Consorzio di Bonifica) come agisce la Protezione Civile e come si è svolta l’esercitazione svoltasi nella giornata di oggi lungo il Nure e il Trebbia, per testare l’efficacia del sistema.

“I rischi di esondazione di Nure e Trebbia riportano a quello che è successo nel 2015 – ha introdotto Addabbo -, Le cose che accadono dopo devono servire trovare soluzioni, per organizzarsi al meglio e prevenire nuove situazioni del genere. Oggigiorno accadono mpre più disastri ravvicinati. Un piano di protezione Civile deve essere conosciuto dalla popolazione e sempre aggiornato, così abbiamo fatto col protocollo di Protezione Civile di Nure e Trebbia, è stato inserito un nuovo sistema di allertamento, più intellegibile, costituito da 4 colori, a seconda dell’emergenza: verde, giallo, arancione e rosso. La Protezione Civile può avvisare i cittadini anche direttamente, telefonando a casa coloro che hanno mostrato interesse e si sono iscritti ad un apposito elenco”. Come spiegato da Addabbo, contemporaneamente all’incontro di Roncaglia in Prefettura si stava facendo un briefing per valutare cosa aveva funzionato dell’esercitazione e cosa no, per svolgere un servizio sempre migliore.

“L’invito è ovviamente quello di iscriversi all’elenco delle persone che la Protezione Civile può contattare per avvisarle dell’emergenza imminente”, ha sottolineato Santacroce nel suo intervento, spiegando poi cosa non fare assolutamente in casi di calamità.

Giuseppe Castelnuovo di Legambiente Piacenza – Circolo Emilio Politi ha posto l’accento sul  fatto che “la prevenzione principale ad eventi emergenziali è evitare situazioni di pericolo”, facendo riferimento alla dichiarazione di voler costruire un altro capannone di logistica nella zona di Roncaglia. “A Piacenza esiste già una piattaforma di logistica, un’altra di circa un milione e 300 mila metri quadri porterebbe l’ammontare complessivo a 4 milioni di metri quadri di logistica a Piacenza. C’è una questione relativa alla raccolta dell’acqua da considerare”. I cittadini hanno manifestato il proprio disappunto perchè pur vedendo che la situazione è ancora rischiosa, si decide di cementificare. “Un’eventuale emergenza rappresenterebbe un danno economico per la città”. E’ stata attivata anche una raccolta firme “SOS LOGISTICA”, che verranno consegnate alla Sindaca Barbieri. 

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Tensione e magazzino chiuso a Castello per la manifestazione sindacale indetta da USB

Potrebbero esserci tensioni sindacali dietro al ferimento, con una coltellata, del cittadino egiziano avvenuto sabato in Via Colombo. Secondo alcune ipotesi investigative potrebbe essersi trattato di una “spedizione punitiva” nei confronti dell’uomo (nel frattempo dimesso dall’ospedale con prognosi di 20 giorni) nata fuori dagli stabilimenti della logistica di Castel San Giovanni, dove la tensione è sempre più alta anche perché all’orizzonte ci sarebbero 125 licenziamenti o mancate conferme di contratti a termine.

Proprio per questo ultimo motivo sono in corso, da questa mattina, le manifestazioni di protesta organizzate dal sindacato USB.

Il consorzio UCSA e la consociata Cooperativa Delfinia – secondo il sindacato di base – avrebbero preannunciato il taglio dei posti di lavoro, una scelta non giustificata secondo USB da un calo degli ordini o una diminuzione del lavoro.

Vista l’alta adesione allo sciopero e per evitare ulteriori tensioni la società di gestione dei magazzini ha deciso, stamane, di tenere chiuso lo stabilimento.

Il sindacato chiede che i volumi di lavoro tornino a Castel San Giovanni e soprattutto che si avvii un percorso di assunzioni a tempo indeterminato e che si metta mano al sistema delle progressioni professionali riconoscendo giusti livelli nei vari reparti. Richieste che per ora non sarebbero state recepite da UCSA e che hanno portato all’attuale stato di agitazione

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Nuovo corteo sindacale (USB), nuovi possibili disagi al traffico

Ad una decina di giorni dal corteo indetto dai Si Cobas e da Controtendenza, sempre di sabato, arriva un nuovo corteo questa volta organizzato dalla sigla USB (Unione Sindacati di Base)

Per consentire lo svolgimento del corteo organizzato nella  mattina di domani, sabato 23 giugno, si renderanno necessarie misure di limitazione al traffico lungo l’intero percorso, nonché lungo le vie limitrofe.

Dalle 10.30 sino alla fine della manifestazione, prevista tra le 13.30 e le 14, potranno pertanto verificarsi disagi alla mobilità, soprattutto nella zona del centro storico e in via IV Novembre.

Il percorso, come evidenziato in rosso nella planimetria allegata, sarà il seguente: partenza da piazzale Marconi, via la Primogenita, piazzale Roma, viale Patrioti, via IV Novembre, via Alberici, Pubblico Passeggio, via Pubblico Passeggio, piazzale Roma, via la Primogenita e conclusione in piazzale Marconi.

Lungo l’intero tragitto sarà vietata la sosta con rimozione forzata su entrambi i lati già a partire dalle ore 3 di questa notte, con verifiche dalle 5.30 del mattino per liberare le strade da eventuali veicoli posteggiati nonostante i cartelli di divieto già collocati con evidenza e i volantini distribuiti nei giorni scorsi sulle auto parcheggiate nelle vie interessate, affissi sui portoni e lasciati nelle cassette postali dei residenti.

Inoltre, per consentire il passaggio dei manifestanti la Polizia Municipale provvederà al blocco temporaneo della circolazione lungo il percorso e nelle vie limitrofe, con conseguente divieto di transito nel momento in cui il corteo si snoderà lungo l’itinerario previsto.

Le ragioni della protesta

Ma quali sono le ragioni della protesta? E’ lo stesso sindacato a spiegarlo con un comunicato:

«La lotta generosa e determinata dei facchini di USB del magazzino Leroy Merlin di Castel San Giovanni ha finalmente prodotto il risultato positivo della cacciata della catena di appaltatori e subappaltatori. Un insieme di soggetti divenuto ormai impresentabile per le attività di evasione fiscale e contributiva (con una sottrazione di risorse economiche pari a complessivi 38 milioni di €), e per la tolleranza delle pratiche di caporalato, di aggressione fisica e negazione del diritto a scegliere liberamente l’organizzazione sindacale al fine di mantenere in piedi il sistema fraudolento di cui sopra.

L’arresto dei dirigenti del consorzio che gestiva i servizi logistici ha dato ragione ai lavoratori e ad USB che da tempo denunciavano e si battevano contro queste illegalità nella più assoluta solitudine confortata unicamente dall’aiuto dell’autorità di governo locale.

La sostituzione del consorzio dovuta anche all’intervento diretto del committente è un passo importante, ma non esaustivo del processo di cambiamento e ripristino della legalità nel magazzino. Occorre rimuovere tutto ciò che rappresenta un elemento di continuità col passato, occorre dare certezza del diritto ai lavoratori e deve essere assolutamente accorciata la filiera di appalti e subappalti.

In questo senso USB richiede che col cambio appalto, nel garantire la salvaguardia del posto di lavoro a tutti e nella stabilizzazione dei lavoratori precari, si proceda senza indugi all’internalizzazione di tutte maestranze.

USB incontrerà nei prossimi giorni i rappresentanti del nuovo consorzio per presentare le proprie proposte che oltre la questione occupazionale riguardano pure la progressione dei livelli professionali e l’erogazione del buono pasto.

USB rimane vigile e pronta a riprendere la lotta qualora fosse necessario far rispettare dignità, legalità e diritti delle lavoratrici e dei lavoratori».

«C’è un mondo, quello della logistica – spiega il sindacato USB –  che marcia spedito sulle ruote dello sfruttamento e dell’abbassamento delle tutele dei lavoratori. C’è un caporalato nella logistica di cui si parla poco ed è quello delle cooperative fantasma che nascono e muoiono nel giro di una notte. C’è un’imprenditoria della logistica che spesso si muove ai confini della legalità, come dimostrano gli arresti del 12 giugno scorso a Premium Net.

C’è uno stato bifronte, che da un lato combatte il caporalato con le scarse forze degli Ispettorati del Lavoro e dall’altro resuscita antiche norme del Codice Rocco per colpire i lavoratori che combattono per i propri diritti, arrivando a rispolverare il reato di sabotaggio industriale. C’è un sindacato, l’Unione Sindacale di Base, che da anni organizza e dà voce alle lotte perché la logistica diventi un settore fatto di lavoro buono, e non di ricatto e sfruttamento.

USB non si è fermata dopo l’assassinio di Abdel Salam nel settembre 2016, non lo ha fatto dopo le aggressioni, non lo farà ora dopo i procedimenti penali avviati contro i lavoratori.

Ad essere messi sotto processo sono il dissenso la voglia di riscatto ed emancipazione dei più deboli e degli sfruttati. Dobbiamo dire basta a tutto ciò mettendolo in discussione con le lotte e le mobilitazioni.

L’obiettivo rimane la difesa dei diritti, della dignità, del salario e la denuncia del caporalato, del lavoro nero e del perverso sistema degli appalti, mentre le multinazionali della logistica cercano con ogni mezzo di schiacciare i salari ed azzerare i diritti dei lavoratori all’interno di un sistema di appalti e subappalti. In questa infinita filiera i lavoratori rappresentano l’ultimo anello della catena a cui restano le briciole e la schiena spezzata mentre agli altri i profitti.

È per questi motivi che venerdì 22 giugno l’USB chiama tutti i lavoratori e le lavoratrici della logistica a scioperare a livello nazionale contro la repressione delle lotte e sabato 23 organizza una manifestazione a Piacenza contro chi vuole usare lo strumento giudiziario per contrastare il movimento dei lavoratori».