Il disco orario della valorizzazione e l’IPA di mezzanotte

Tocca bere le birre al colpo. «O balé» come direbbe qualcuno ai tavoli di un bar.

«Fai presto che qui a mezzanotte si chiude».

L’ordinanza comunale trecentoquarantasette parla chiaro: l’orario di apertura dei “pubblici esercizi autorizzati alla somministrazione di alimenti e bevande” non può superare le 24.
E allora ecco che tocca scrollarsi di dosso quella media ordinata per combattere l’arsura in men che non si dica. Prima che la saracinesca si chiuda sui boccali e le sedie vengano riposte in buon ordine sopra ai tavoli esterni della Luppo.

Non ci sono bicchieri che si trasformano in zucche come nella favola di Cenerentola ma un potenziale corto circuito logico che, Cristiano Pernigotti detto “Bruno, uno dei nuovi gestori del locale ha identificato mestamente come un autogol.

«Valorizza l’area presto che a mezzanotte si chiude».

Tempo mezz’ora per sistemare l’area esterna e lo spazio per sorseggiare una birra si riduce alle 23:30. Poi tutti a casa che il disco orario gira per tutti, senza alcuna eccezione. Via Alberoni che si spegne del tutto quando c’è ancora chi vorrebbe sedersi e bersi una birra in compagnia senza troppi fronzoli o velleità di “fare casino”.

L’ordinanza avrà valenza per un mese, quello dove, per chi resta in città, si sente più forte la sete

Chi la spunterà tra un’IPA a mezzanotte e l’ordinanza comunale?

 




Bentornata Luppo, ci sei mancata

Una pennellata bianca sulla vetrina, un divano e qualche fusto che aspetta la sua spillatrice.

Ci eravamo lasciati in una fredda mattina di gennaio quando le parole di birra guardavano al mondo fuori, in attesa di qualcuno pronto a rispondere all’appello. Non c’erano né APA né IPA sulla lavagnetta dietro al bancone ma una semplice scritta: “Vendesi”.

La Luppo aveva chiamato, qualcuno ha risposto.

Da “Vendesi” a “Birreria di quartiere”. Come qualcuno ha già sentenziato c’era una volta la Luppo e c’è ancora. Ci saranno nuove birre da scoprire, nuovi bicchieri da riempire: ci sarà ancora una volta chi si siederà al bancone per improvvisare una nuova bevuta. Direttamente da qualche birrificio arrivato in città e fermatosi proprio lì in via Roma. Una via che aspettava e che sperava.

Bentornata Luppo, ci sei mancata.




Parole (sottovoce) di birra

La Luppo alza il bicchiere vuoto sopra la testa. Ha appena finito una media di Space Frontier ma dietro al bancone, sulla lavagna delle proposte birrarie della casa, è comparsa la scritta “Vendesi”. Bicchiere vuoto e soci che poggiano l’orecchio sulla vetrina in attesa di proposte concrete per rilanciare l’attività.

Parole sottovoce sussurrate sulla pagina Facebook della Luppo che da più di cinque anni era una sosta quasi obbligata per chi cercava qualcosa di diverso dalla solita chiara media o dal limone incastrato nel collo di una Corona.

Fuori il silenzio di una fredda mattina con un sottile strato di ghiaccio che si disperderà con i primi raggi di sole della giornata. Anche la Luppo rischia di disperdere quanto di buono spillato in questi anni, in un angolo di città strappato con musica e fatica, con una caffettiera fumante e quei decibel che avevano fatto discutere per qualche pomeriggio i vicini.

La Luppo alza il bicchiere e lo scuote in attesa che qualcuno passi a riempirlo di nuovo. Magari con una proposta appena sbarcata da qualche birrificio con un nome che profuma di periferia ed ha il sapore della speranza in una serata senza troppi fronzoli ma con i gradi al punto giusto.

Parole (sottovoce) di birra che chissà se verranno ascoltate da qualcuno là fuori. Dove il bicchiere è vuoto e magari si è già infranto sopra un marciapiede a due passi dalla stazione.