Proposta di Rancan per potenziare il Soccorso alpino dell’Emilia-Romagna

Valorizzazione e potenziamento del Soccorso alpino dell’Emilia-Romagna (Saer). Questo è l’obiettivo del progetto di legge regionale presentato dalla Lega nord, prima firma di Matteo Rancan. Nove articoli che nascono “dalla necessità di avere uno strumento legislativo- si legge nella relazione d’accompagnamento del pdl- che riconosca il valore operativo del Saer anche in virtù del rapporto, già esistente, con la Sanità”.

Il progetto di legge prevede il sostegno alle Scuole regionali e alla Commissione tecnica del Soccorso alpino, la nomina da parte della Giunta di un Comitato di indirizzo e controllo composta da quattro dirigenti, stabilisce che la Regione debba favorire la dotazione di una rete radio efficiente e funzionale e che gli interventi di soccorso ed elisoccorso a carattere sanitario devono considerarsi a carico del Servizio sanitario nazionale, mentre classifica tutti gli altri interventi come prestazioni onerose a carico dell’utente. Nel pdl vengono elencate anche le attività del Saer finanziabili: la formazione, l’attività di soccorso, quella direttiva, quelle rivolte alla prevenzione degli incidenti e degli infortuni, l’ammodernamento, la manutenzione e l’adeguamento delle dotazioni strumentali. “Il Saer- scrivono i consiglieri leghisti- è strutturato come Onlus e opera in Emilia-Romagna da oltre 20 anni grazie a 410 tecnici dislocati sul territorio. Ha una sede regionale a Castelnovo ne’ Monti. Attualmente è in essere una convenzione triennale stipulata nel 2016 tra l’Agenzia regionale per la sicurezza del territorio, la protezione civile e lo stesso Saer: un documento utile dal punto di vista operativo che individua nel Soccorso alpino un’ulteriore forza da mettere in campo nel sistema di protezione civile emiliano-romagnolo”.

Andrea Perini




Matteo Rancan protagonista del format CasALavoro (video)

Seconda puntata di casALavoro il format dell’ufficio stampa dell’Assemblea Regionale dell’Emilia Romagna che questa settimana (per la seconda puntata) ha come protagonista il consigliere piacentino della Lega Matteo Rancan (vedi sotto).

Il format viene trasmesso da varie emittenti regionali e locali ed ha come intento quello di raccontare i 50 consiglieri regionali in un modo diverso dal solito … sotto lo slogan “mai visti così”.

Un giornalista viaggia in auto con l’eletto in Regione, che guida dalla propria abitazione, partendo da ogni provincia dell’Emilia-Romagna, fino alla sede di lavoro in consiglio regionale a Bologna, dove timbra il cartellino come ogni altro dipendente dell’amministrazione.

Il viaggio è un’occasione per un dialogo dove emerge la persona prima del politico, con aneddoti e curiosità.




Parlamentari della Lega contro l’ex assessore Castagnetti per un post sugli alpini

E’ una condanna senza appello quella della Lega nei confronti di un post contro il Corpo degli Alpini pubblicato su Facebook dall’ex assessore comunale Giovanni Castagnetti.

A intervenire sono il senatore Pietro Pisani, la deputata Elena Murelli e il consigliere regionale Matteo Rancan. E Murelli ricorda di aver appena firmato, alla Camera, una proposta di legge che istituisce la “Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino”.

«Il Corpo degli alpini, e l’associazione, ha aiutato tante persone a uscire da drammi come terremoti e alluvioni – afferma Pisani – non merita di essere attaccato da persone che puntano in alto per avere un po’ di pubblicità. L’onda lunga dell’odio che arriva dal ’68 – e purtroppo ne abbiamo visto un ignobile esempio alla sfilata nazionale di Trento – sta riprendendo piede, ma non permetteremo a queste persone di fare altri danni perché la società è matura per affrontare questi problemi».

Murelli dice «no alla denigrazione degli alpini. Se l’Italia è così come ora, democratica, lo è anche grazie alle penne nere. Dopo la guerra, inoltre, hanno contribuito alla ricostruzione del Paese e tuttora partecipano ai soccorsi, il Corpo e l’Associazione, in caso di calamità essendo inseriti a pieno titolo nella Protezione civile». Secondo Murelli, «le Feste degli Alpini non sono solo una bevuta tra amici, ma un modo per ricordare e raccontare. I valori che incarnano gli Alpini nella difesa della sovranità e dell’interesse nazionale e nell’etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato meritano di essere celebrati e raccontati alle nuove generazioni».

Infine, l’attacco di Rancan: «Quel post è una vergogna. Dagli alpini abbiamo tanto da imparare. Quella di Castagnetti è solo demagogia. Essendo in debito di visibilità, l’ex assessore, a cui non resta altro che cantare Bella Ciao in piazza il 25 aprile, non ha trovato di meglio che infangare uno dei corpi militari e un’associazione fra le più popolari e amate dai cittadini».

Questo il testo del post pubblicato da Giovanni Castagnetti su Facebook e che ha suscitato una ridda di commenti, alcuni totalmente contrari al suo pensiero altri invece a favore:

«“Siamo una forza di pace!” Attenzione al grande tranello! ogni anno c’è la sfilata degli alpini, organizzata dall’ANA (associazione nazionale alpini) che, non c’è dubbio, si prodiga per il bene del paese con tante iniziative meritevoli, MA ATTENZIONE, non si può dire invece che un corpo militare, gli alpini, sia un corpo di pace. Non si possono confondere le due cose. A Piacenza e in tutte le loro sfilate, a fianco dell’ANA c’è sempre il corpo militare che, come potete vedere dalla foto (scattata a Piacenza) reclamizza i propri strumenti di lavoro:Le Armi, strumenti di guerra! e, secondo me, lo fa nel modo più subdolo, perchè, nella grande festa, passa il fatto che anche le armi, messe in questo caso nelle mani di bambini, siano parte della festa….. Per me è un plagio e… UNA VERA PORCHERIA!».

Commentando la notizia pubblicata da PiacenzaOnline (vedi sopra) Castagnetti ha detto: «Per me punto d’orgoglio essere in disaccordo con questa gente. Sempre più convinto di quello che ho scritto».

 




Rancan (Ln): mancano medici a Piacenza

La mancanza di medici, in particolare specialisti, in provincia di Piacenza e di sei dirigenti di reparto nell’ospedale del capoluogo è al centro di un’interrogazione presentata in Regione da Matteo Rancan (Ln). Secondo il consigliere questa carenza di personale medico, che avrebbe incidenza sul servizio sanitario offerto tanto da aumentare la mobilità sanitaria verso la Lombardia, sarebbe da imputare all’inefficace programmazione dell’Ausl locale. Pertanto, Rancan chiede alla Giunta regionale di intervenire sull’Ausl di Piacenza per risolvere il problema della carenza di medici e migliorare la programmazione dei servizi sanitari.




Bocciata la proposta di riforma della polizia locale presentata da Rancan

La Giunta inserisca nel nuovo ordinamento della Polizia locale, in fase di revisione, il requisito obbligatorio di appartenenza al corpo per ricoprire l’incarico di comandante e una tutela di natura legale e assicurativa per gli agenti. Questa era la richiesta contenuta in una risoluzione presentata in Regione dai consiglieri della Ln, primo firmatario Matteo Rancan, fattisi interpreti delle istanze delle rappresentanze sindacali della categoria, in particolare il Siulp. La richiesta è stata respinta dal Pd, che, pur condividendo lo spirito dell’atto d’indirizzo, con Luciana Serri e Gian Luigi Molinari ha evidenziato come il recepimento di quanto indicato esuli dalle competenze legislative e giuridiche della Regione, peraltro impegnata in tutti i tavoli istituzionali a concertare con i sindacati una riforma delle norme in materia.

«La direzione presa dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna sul tema della riforma della Polizia locale – ha commentato Matteo Rancan – conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che ad avere a cuore la sicurezza dei cittadini sono solo le forze di centrodestra».

Il consigliere regionale Matteo Rancan della Lega si scaglia contro il no del Partito Democratico alla richiesta di assicurare maggiori garanzie agli agenti. Con la risoluzione presentata questa mattina il Carroccio puntava infatti ad ottenere un’adeguata copertura legale e assicurativa per tutti gli agenti che ne fanno parte e il requisito di appartenenza obbligatoria al corpo di Polizia locale e per i comandanti.

A segnalare carenze e diversità di trattamento rispetto alle forze dell’ordine statali sono gli stessi sindacati degli operatori, che da tempo rivendicano tutele appropriate e rimarcano inoltre come all’interno della bozza di riforma venga ribadito il fatto che il Comandate debba solo preferibilmente provenire dalla Polizia locale.

«In questo modo – accusa – si lascia ad organismi politici come i Comuni la facoltà di optare per eventuali burocrati che non conoscono le dinamiche del corpo di polizia e che non presentano le necessarie competenze per affrontare le numerose problematiche connesse ad un tale delicato ruolo. Purtroppo, il disinteresse del Pd e di chi si è astenuto come il Movimento 5 Stelle gli altri partiti – insiste Rancan – è la spia di un significativo segnale politico negativo. Non tanto perché è stato respinto un nostro provvedimento, ma negativo nei riguardi di chi ogni giorno lavora in strada per mantenere in ordine le nostre città e verso i cittadini che sentono il bisogno di vivere in sicurezza e tranquillità».

 




La Lega chiede alla Regione un dietrofront sulla gestione dell’immigrazione

«Il presidente dell’Emilia-Romagna rompa il suo assordante silenzio sull’immigrazione. Così come altri governatori si sono schierati contro questo fenomeno, Bonaccini prenda le distanze dagli errori del Pd».

Così il consigliere regionale Matteo Rancan della Lega, con il senatore Pietro Pisani e la deputata Elena Murelli, a seguito delle proposte presentate alla prefettura di Piacenza di offrire 1227 posti in 90 alloggi di 36 comuni piacentini da parte di 26 gestori.

«Spulciando tra i nominativi di chi ha partecipato al bando – denunciano gli esponenti del Carroccio – abbiamo avuto conferma della presenza di società costituite appositamente per lucrare sull’immigrazione. Eppure, non è più possibile vessare, com’è stato fatto un’altra volta, il Piacentino con le sciagurate misure del governo a guida Pd. Non è più accettabile che una parte politica, il Pd, renda operative simili imposizioni e che i gestori delle strutture predisposte per l’accoglienza scavalchino i sindaci, ovvero le massime autorità comunali in materia di sicurezza e salute pubblica. La Lega – insistono Rancan, Pisanie Murelli – invoca un cambiamento radicale a questa situazione e chiede alla Regione un deciso dietrofront».




la Lega chiede alla Regione un cambio di rotta sull’immigrazione

«L’accoglienza degli immigrati così come improntata fino ad ora si è rivelata un sistema malato che non può più essere mantenuto. La Regione Emilia Romagna cambi passo: è impensabile gestire il fenomeno migratorio limitandosi ad erogare il reddito di solidarietà, che in larga parte favorisce proprio gli immigrati, e a diffondere dati sull’incidenza straniera sul totale della popolazione».

Sono quelli emersi in commissione Politiche per la salute dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna i dati da cui prendono spunto il consigliere regionale Matteo Rancan, il senatore Pietro Pisani e la deputata Elena Murelli della Lega Nord. Cifre, quelle diffuse dall’assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini, che mettono in luce quasi il 12% di residenti stranieri nel territorio regionale e addirittura il 14% nel Piacentino, prima provincia in regione.

«Il report – accusano gli esponenti del Carroccio – insiste con i concetti di inclusione ed integrazione, senza però fare differenza tra immigrati regolari, irregolari, richiedenti asilo e altre situazioni. Ne esce un quadro generico che non analizza in dettaglio le problematiche create da questo fenomeno, come se ciò non avesse ricadute sulle politiche sociali, che sono di competenza della Regione. Lo scellerato orientamento immigrazionista – proseguono Rancan, Pisani e Murelli – e l’inefficiente politica regionale del welfare, che vanno di pari passo, devono essere fermati per dare la priorità ai piacentini e a tutti gli emiliano-romagnoli in difficoltà».




Struttura pene alternative a Cadeo. Rancan (Lega): “Condividiamo le preoccupazioni dei cittadini”

«Le preoccupazioni dei cittadini di Cadeo sulla struttura per detenuti che scontano pene alternative meritano di essere ascoltate. Le istituzioni non possono continuare ad ignorare la popolazione e chi la rappresenta imponendo decisioni dall’altro».

È netta la posizione del consigliere regionale Matteo Rancan, unitamente alle sezioni della Lega Nord di Cadeo, Pontenure, Fiorenzuola d’Arda, dei neo parlamentari Elena Murelli e Pietro Pisani, e del commissario provinciale del movimento, Corrado Pozzi, sulla vicenda dell’immobile dell’Opera Pia Alberoni che sarà destinata a centro per le pene alternative al carcere nel quadro di un progetto della Caritas.

«I timori dei residenti del luogo – sostengono i leghisti – sono condivisibili. Ancora una volta, colpevolmente, si è voluta mettere la comunità davanti ad un fatto compiuto, a cose fatte e a decisioni prese. Ancora una volta scelte così importanti ed impattanti sul piano emotivo e sul senso di sicurezza, già di per se assai precario, sono state prese ad insaputa dei cittadini e dell’amministrazione comunale. Almeno il sindaco e la giunta avrebbero dovuto essere informati preventivamente, in modo da poter rispondere ai legittimi interrogativi che riguardano il merito del progetto: sarebbe apparso almeno come un gesto di rispetto verso la popolazione. Rispetto che, in questo modo, viene intenzionalmente a mancare attraverso azioni sbagliate nei tempi e nei metodi. Azioni – accusa il Carroccio – che si profilano piuttosto come un gesto di disinteresse verso cittadini ed istituzioni, perpetrato dall’amministrazione carceraria grazie a leggi che permettono di ignorare la volontà della gente. Enti dalla storia ammirevole e che hanno sempre svolto un ruolo significativo per tutti i piacentini, come la Caritas diocesana e l’Opera Pia Alberoni, avrebbero dovuto maturare considerazioni di questo tipo».




Rancan (Lega): reddito di solidarietà a Piacenza il 52%% erogato a stranieri

“Prima gli stranieri: è quanto accade in Emilia-Romagna per quanto riguarda la distribuzione dei fondi stanziati dalla Regione per il Reddito di solidarietà, nato con l’intento consacrato di rappresentare un contributo economico per persone e famiglie in gravi difficoltà economiche, a partire dagli anziani, e che, invece, si è rivelato l’ennesima mancia a vantaggio degli stranieri. Gli importi stanziati dalla Regione nel primo bimestre dell’anno, infatti, parlano chiaro e non lasciano ombra di dubbi: il 33,6% delle richieste di contributo è arrivato da nuclei famigliari (per lo più numerosi, dai 3 componenti in su) stranieri, ai quali è stato erogato ben il 44,75% dei fondi”.

La denuncia arriva dal consigliere regionale della Lega Nord, Matteo Rancan, che snocciola i dati che la Giunta di viale Aldo Moro gli ha fornito a seguito di una sua richiesta di accesso agli atti.

“La somma degli importi disposti dalla Regione nel primo bimestre 2018 a titolo di Reddito di solidarietà ammonta a 1milione e 340mila e 160 euro: di questi ben 599mila 683 euro sono finiti nelle tasche degli stranieri i quali, nella nostra Regione sono l’11,9% del totale dei residenti. Per quanto riguarda la nostra città, a Piacenza il 52%% dei fondi stanziati è stato erogato a favore di nuclei familiari stranieri, che nella nostra città rappresentano il 14% dei residenti” sottolinea il consigliere leghista.

“Il reddito di solidarietà viene erogato nel seguente modo: ai nuclei unipersonali spettano 80 euro al mese, alle famiglie composte da due persone 160 euro al mese, a quelle con tre persone 240 euro, a quelle con 4 persone 320 euro e ai nuclei formati da più di 5 persone vanno invece 400 euro al mese. Una ripartizione che, ovviamente, premia i nuclei più numerosi e proprio per questo la bilancia delle erogazioni è sbilanciata a favore dei cittadini stranieri, che solitamente hanno famiglie più numerose di quelle italiane. Tant’è che la percentuale di stranieri tra i nuclei famigliari con contributo erogato e composte da 3 persone è del 49,7% del totale e quella composta da 4 persone è del 64,4%. Percentuale che sale al 69% se consideriamo i nuclei famigliari stranieri composti da 5 o più persone che percepiscono il contributo. In altre parole, la fetta più grande dei fondi viene incassata dalla minoranza di stranieri residente in regione, mentre alla nostra gente non restano che gli spiccioli” spiega Rancan.

“Siamo di fronte all’ennesima conferma che in questa regione a guida Pd gli stranieri vengono prima degli italiani. Il Partito democratico è allo sbando e ne è consapevole. Dal modo in cui è stato formulato il Reddito di solidarietà, alla luce dei criteri della ripartizione dei fondi, si evince chiaramente che la finalità ultima di questo strumento era quello di elargire mance agli stranieri, una sorta di rincorsa al voto simile, per certi versi, a quella fatta dai 5 Stelle con la promessa del Reddito di cittadinanza. Ma strutturato in questo modo il Reddito di solidarietà non sortirà effetti benefici per la comunità emiliano-romagnola: gli oltre 30 milioni di euro annui stanziati dalla Regione per sostenere il Reddito di solidarietà andrebbero invece destinati in misure atte a rilanciare il mondo del lavoro che vede ancora troppi giovani ai margini, e la nostra economia ancora affossato da una crisi sistemica che l’ex Governo Pd non ha saputo gestire e dalla quale non siamo ancora usciti, nonostante lo abbiano fatto tutti gli altri Paesi europei” conclude il consigliere leghista.




Pisati e Rancan (Lega) replicano alle accuse del PD, contro la giunta Barbieri, per i fatti di sabato

«Quando il tema è la sicurezza, il Partito Democratico non dovrebbe esprimersi ma limitarsi ad ascoltare e poi sparire dalla scena. Chi ha ridotto Piacenza e l’Italia in genere nel paradiso dei fuorilegge non può permettersi di parlare».

Così il segretario provinciale della Lega Pietro Pisani e il consigliere regionale Matteo Rancan replicano alle accuse mosse alla Giunta Barbieri dal Pd in una nota stampa, nella quale vengono citate anche le parole dei due esponenti del Carroccio successive alla manifestazione in ricordo di Abd El Salam Ahmed El Danf del 2016.

«Ribadiamo – è la replica – quanto affermato a settembre del 2016: Piacenza è dei piacentini e di chi la vive, non dei facinorosi locali e di quelli, tanti, provenienti da fuori provincia. Ricordiamo poi a chi punta il dito contro il centrodestra che sabato in prima linea con i delinquenti c’era Carlo Pallavicini, ex consigliere comunale che ha sostenuto le amministrazioni di Reggi e Dosi. Una volta per tutte è il momento di sciogliere collettivi, centri sociali ed associazioni promotori di manifestazioni che puntualmente sfociano in violenza. E chi l’altro giorno ha compiuto gesti brutali – insistono Pisani e Rancan -, mettendo a rischio la vita dei cittadini e degli agenti delle forze dell’ordine, meriterebbe un anno di detenzione per ogni giorno di prognosi dato al carabiniere ferito dalla ferocia del branco sanguinario. Piacenza infatti non può più assistere a scene rivoltanti come il lancio di sanpietrini alle forze dell’ordine».