Piacentino si finge Matteo Renzi per far staccare la fornitura di energia elettrica nella villa dell’ex premier

I fatti risalgono al 2016, quando Matteo Renzi aveva fatto tappa a Piacenza, a bordo del treno Destinazione Italia con cui precorse il Paese. Un piacentino nel dicembre di quell’anno fingendosi l’ex premier contattò il call center di Enel (introducendosi abusivamente nel sistema informatico della società) chiedendo di interrompere la fornitura di energia elettrica nella sua villa di Pontassieve, a circa 13 km da Firenze e sulla riva destra dell’Arno. All’epoca la vicenda si concluse in una bolla di sapone, il personale Enel una volta nell’abitazione scoprì che in realtà non c’era nessuna richiesta di disattivazione del servizio. L’imputato nega tutto, ma è accusato di sostituzione di persona e accesso abusivo al sistema informatico. Ieri è iniziato il processo, intanto la Polizia postale afferma invece che l’uomo in quanto consulente Enel, avrebbe approfittato della situazione per carpire i dati necessari all'”operazione”. 

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A Piacenza trionfano la Lega e il Centrodestra. Una Waterloo per il PD di Renzi

E’ stato un risveglio amaro quello del Pd dopo la notte elettorale appena trascorsa perché questa volta si ha l’impressione che non sia stata solo persa una battaglia ma tutta la guerra: Renzi come Napoleone a Waterloo. Ora per lui non ci sarà l’esilio a Sant’Elena ma quello dai vertici della politica attiva, molto probabilmente, sì anche se visto il personaggio nulla è mai detto. Non per nulla in tarda mattinata sono arrivate voci di dimissioni, rapidamente smentite.

A casa nostra, a Piacenza (e nella vicina Parma con cui condividevamo parte dei collegi), il centro destra ha pigliato tutto il banco ed è stata in particolare la Lega a mettere a segno un poker con il piacentino Pisani e poi Saponara, Cavandoli, Tombolato.

Cavalcata trionfale verso Montecitorio anche quella di Tommaso Foti che ritorna a sedere in parlamento per la quinta volta nella sua carriera politica. Foti peraltro lascerà libero il suo seggio in regione.

Le politiche, si sa, sono una cosa diversa rispetto alle locali e la gente spesso vota con logiche diverse. Però il risultato ottenuto dalla Lega (primo partito in provincia) e dal centro destra in generale rafforza anche i governi locali ed in particolare la giunta di Piacenza.

Le tante e spesso dure critiche mosse dai consiglieri PD alla giunta Barbieri (Spazio 4, taglio fondi alla cultura etc.) non sembrano avere trovato molta eco nelle urne dei piacentini.

Non ha nemmeno funzionato, per il partito di Renzi giocare volti noti della politica locale come Patrizia Calza e Paola Gazzolo. Ma forse, questa volta, era come difendere la Kamchatka a Risiko con due carrarmati contro trenta. Comunque fossero rotolati i dadi (e i dati), la sconfitta sarebbe stata certa.




Renzi: “al brigadiere ferito l’abbraccio del PD. Chi piccha un un carabiniere è un criminale”

Il segretario del Pd Matteo Renzi, impegnato a Firenze in un incontro elettorale insieme al ministro dell’nterno Marco Minniti ha preso una netta posizione contro i fatti di Piacenza e l’aggressione del carabiniere “Noi che rivendichiamo i valori antifascisti – ha affermato Renzi –  diciamo con forza e determinazione che chi durante una manifestazione picchia un carabiniere non e’ un antifascista, ma un criminale”. “La nostra solidarietà – ha proseguito il segretario del PD –  va ai carabinieri, alla polizia, alle donne e agli uomini che combattono per la nostra sicurezza. In particolare, al brigadiere capo Luca Belvedere, vada l’abbraccio affettuoso del Pd, oltre a quello che gli fara’ il ministro recandosi in visita da lui”.