Quando una tassa (Imu) riesce a distruggere un mercato (quello immobiliare)

Non esiste forse nessuna tassa al mondo che può contendere all’IMU il primato assoluto di aver praticamente distrutto un mercato (quello immobiliare), mettendo in ginocchio al contempo un intero settore economico, quello dell’edilizia.

E’ bene ricordare che l’IMU, così come la conosciamo oggi, è stata introdotta dal governo Monti sostituendola alla precedente ICI.

C’è chi pensa sia stato uno dei provvedimenti più miopi mai varati da un governo italiano, utile a far cassetta nell’immediato ma che ha, di fatto, contribuito ad impoverire la classe media italiana, asse portante di questo paese. La casa vissuta storicamente come bene rifugio da tutti gli italiani è diventata improvvisamente una iattura che si mangia larga fetta delle risorse famigliari. Così nessuno ha più il coraggio di comprare, nessuno riesce a vendere, gli affitti sono inghiottiti dalle tasse e l’Italia si trova ad essere immobile nella crisi, unica in Europa. Per fortuna, vien da dire che Monti era un economista perchè … fosse stato un chirurgo … ci sarebbe andata forse anche peggio.

Tutto ciò è dimostrato dai dati resi noti da Confedilizia nazionale.

Aumentano anche nel 2017 le cosiddette “unità collabenti”, vale a dire gli immobili ridotti in ruderi a causa del loro accentuato livello di degrado. Lo segnala Confedilizia, che ha elaborato i dati forniti dall’Agenzia delle entrate sullo stato del patrimonio immobiliare italiano.

Nel 2017, il numero di questi immobili – inquadrati nella categoria catastale F2 – è cresciuto del 9,8% rispetto al 2016. Ma il dato più significativo è quello che mette a confronto il periodo pre e post IMU: rispetto al 2011, gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono quasi raddoppiati, essendo aumentati dell’87,2%: da 278.121 a 520.591 (+242.470).

“La settimana che si sta per chiudere – dichiara il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – regala un’altra perla al settore immobiliare. Dopo i numeri di Istat ed Eurostat, che hanno certificato come il nostro mercato della casa sia l’unico in crisi in tutta Europa, con valori in caduta ormai da anni, è l’Agenzia delle entrate a comunicarci un altro dato drammatico: il raddoppio in poco tempo degli immobili ridotti in ruderi. La causa è presto detta. Si tratta di immobili – appartenenti per lo più a persone fisiche – per i quali i proprietari non sono in grado di far fronte alle spese di mantenimento e alla abnorme tassazione patrimoniale IMU-TASI, e che raggiungono condizioni di fatiscenza per il semplice trascorrere del tempo o, addirittura, a causa di atti concreti dei proprietari, che mirano così a liberarsi almeno degli oneri che comportano. È necessario fare qualcosa per salvare il patrimonio immobiliare italiano, restituendogli una minima capacità reddituale. Le strade possibili sono molteplici, l’unica da non percorrere è quella dell’inerzia”.

 




Confedilizia: a Piacenza equilibrio nel mercato degli affitti

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Confedilizia Piacenza sul mercato degli affitti.

E’ difficile dare dei numeri per la situazione degli affitti a Piacenza. E la politica deve stare attenta a prendere per buoni dati che, se non sono inventati, non sono certo neanche documentati.

E’ questo il commento di Confedilizia Piacenza ad articoli di stampa basati su dati forniti da una S.r.l a socio unico, soggetta a direzione e coordinamento di una società anonima unipersonale di diritto spagnolo.

La situazione degli affitti a Piacenza risente, specie nell’uso diverso dall’abitativo, della situazione economica di crisi, aggravata a Piacenza da una politica del traffico che da tempo non valorizza le potenzialità degli immobili, tantomeno del centro storico. Ma non bisogna neppure estendere a tutto il Comune una situazione che può caratterizzare solo un quartiere. Una cosa sola è certa: che sul mercato degli affitti, anche nell’abitativo non vi è tensione alcuna, governati come sono questi ultimi dall’Accordo Territoriale stipulato dai Sindacati inquilini (Sunia, Sicet e Uniat) e Confedilizia attualmente in vigore, con grande attenzione alle situazioni di particolare disagio. Auspichiamo che non intervengano fatti estranei che influenzino negativamente la situazione di equilibrio che caratterizza il nostro territorio creando una crisi dove attualmente non c’è.




Mercato immobiliare a Piacenza: stabili i prezzi

Una vera e propria fotografia del mercato immobiliare a Piacenza. E’ quella scattata dal Centro Studi di Tecnocasa che analizza, quartiere per quartiere, la situazione di mercato, Nella nostra città, nella prima parte del 2017, i valori immobiliari non hanno segnalato particolari variazioni. Si è infatti registrata una lieve diminuzione dello 0,6% rispetto al secondo semestre del 2016.

I prezzi restano in sostanza ai minimi, fattore che sta spingendo molte persone a riavvicinarsi al mercato immobiliare. Per questo si sta registrando un aumento del numero di richieste e di compravendite.

Da evidenziare inoltre il ritorno di qualche investitore, tipologia di acquirente che era praticamente scomparsa negli ultimi anni. Chi compra per mettere a reddito sceglie in genere bilocali, oppure piccoli trilocali per una spesa complessiva compresa tra 60 ed 85 mila €. Gli acquirenti di prima casa sono perlopiù famiglie in cerca della soluzione migliorativa oppure coppie che, in seguito all’uscita dei figli dal nucleo familiare, comprano abitazioni dalle dimensioni più contenute.

La domanda si focalizza sui trilocali, anche se sono in crescita le richieste di quattro locali, di soluzioni semindipendenti ed indipendenti. Le abitazioni più ricercate sono quelle ben rifinite, che non necessitino di interventi di ristrutturazione, oppure le tipologie di nuova costruzione, sempre più apprezzate dagli acquirenti.

Da segnalare nuovi interventi residenziali in via Veneto, dove si possono comprare appartamenti in classe energetica A con una spesa di 2600 € al mq, e nel quartiere Besurica, dove ci sono appartamenti in classe A+ in vendita a 2400 € al mq. In corso Vittorio Emanuele, inoltre, sono in fase di riqualificazione alcune soluzioni prima destinate ad uso ufficio e che adesso saranno trasformate in abitazioni.

I top prices si raggiungono nel Centro Storico, in particolare in piazza Cavalli, corso Vittorio Emanuele e via Borgo dove si toccano punte di 3500 € al mq per tipologie ristrutturate. Le quotazioni sono più contenute in zona Stadio, quartiere sempre molto richiesto perché verde e caratterizzato da palazzine degli anni ’70: l’usato si acquista con una spesa di 1400-1700 € al mq, il nuovo ha un valore di 2700 € al mq.

Grazie alla vicinanza al Centro e alla stazione ferroviaria, piace anche la zona che si sviluppa intorno a piazzale Velleia, dove i prezzi dell’usato sono compresi tra 900 e 1300 € al mq. Sempre molto apprezzate Clinica Piacenza e Belvedere, caratterizzate da soluzioni signorili realizzate negli anni ’70 che si valutano mediamente 1800 e 1500 € al mq, rispettivamente.

Nella zona di Clinica Piacenza ci sono anche case singole costruite a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 i cui prezzi oscillano tra 450 e 800 mila €.

Signorile anche l’area di Besurica, dove ci sono appartamenti quadrifamiliari a prezzi compresi tra 170 e 250 mila € e villette a schiera con prezzi vicini a 300 mila €. La zona di Farnesiana – Baia del Re risale agli anni ’60, ma dal 2004 ha visto un importante sviluppo residenziale grazie alla riqualificazione di un’area dismessa, al cui posto sono state costruite abitazioni e villette: il nuovo si vende a 1800 € al mq e può toccare 2300 € al mq per soluzioni in classe A.

Il quartiere compreso tra San Lazzaro e via Farnesiana si è sviluppato negli anni ’80 in un’area ben servita da scuole, centri commerciali, centri sportivi e ricca di verde pubblico. Prevale un’edilizia convenzionata ormai riscattata, che comporta una spesa di 1200-1300 € al mq.Andamento mercato immobiliare a Piacenza. Tabella con prezzi. Dati Tecnocasa

Soluzioni semindipendenti e indipendenti possono essere acquistate nel quartiere Infrangibile, che costituisce un’area verde e prestigiosa della città: gli immobili risalgono alla seconda metà degli anni ’70 e i prezzi dell’usato sono compresi tra 1300 e 1500 € al mq, ma ci sono anche soluzioni di nuova costruzione che si scambiano a circa 2300 € al mq. L’area di via Veneto è divisa in due zone: nella prima parte, in direzione Barriera Genova al confine con il Centro storico della città, ci sono soluzioni signorili in condomini degli anni ’70 valutate 1600 € al mq, mentre nella parte finale si trova un’area meno prestigiosa caratterizzata da contesti realizzati tra la fine degli anni ’60 ed i primi anni ’70, con appartamenti dalle metrature più ridotte. L’area della Buffalora, nei pressi di via Veneto e del Quartiere 2000, è composta da soluzioni medio-economiche costruite tra gli anni ’60 e ’70: i tagli sono compresi tra 80 e 100 mq e i prezzi dell’usato oscillano tra 850 e 1150 € al mq. Da segnalare che nei prossimi anni nell’area di via Veneto, Quartiere 2000 e Zona Infrangibile sono previsti importanti interventi per la realizzazione di circa 200-230 nuove unità abitative.

Andamento mercato immobiliare in provincia di Piacenza. Tabella con prezzi. Dati Tecnocasa

Sempre attivo il mercato delle locazioni, il numero di richieste è in crescita e proviene da studenti universitari, lavoratori trasfertisti, coppie e famiglie.

Il canone di un bilocale oscilla tra 430 e 480 € al mese nell’area centrale adiacente a piazza Cavalli, in zona Clinica e per le tipologie di nuova costruzione, mentre l’importo scende a 380-420 € al mese nelle altre aree della città. Tra le zone più richieste per quanto riguarda gli affitti da segnalare l’area dell’Università, del Polo Logistico e le zone nei pressi degli svincoli delle tangenziali. Si utilizzano contratti a canone libero, a canone concordato e a carattere transitorio.