Propaganda 1984 sospende l’attività estiva alla Balera sulle Mura

E’ apparso circa un’ora fa sulla pagina Facebook di Propaganda 1984 un comunicato che annuncia la sospensione delle attività di Balera sulle Mura. Ecco il testo.

Cari amici,

con estremo dispiacere e una lacrima che scende ci troviamo costretti a sospendere tutta la programmazione estiva di Propaganda 1984 alla Balera sulle Mura.

Abbiamo lavorato mesi per organizzare un’estate di concerti, mercatini e serate sotto le stelle, riqualificando un nuovo spazio dimenticato da tutti, creando aggregazione e cultura, diffondendo idee e socialità.

Lo abbiamo fatto, come sempre, senza prevedere un guadagno personale: come Associazione Culturale senza scopo di lucro reinvestiamo tutti gli incassi per migliorare e arricchire le proposte in cui crediamo.

Nessuno ci obbliga a farlo, e nessuno mai lo farà.
E allora perchè lo facciamo? Perchè crediamo nella nostra città. Come tutte le decine di associazioni come la nostra, che operano quotidianamente per ribadire che Piacenza non ha e non deve avere nulla da invidiare a nessun’altra città. Ma non basta.

L’abbiamo fatto in totale sicurezza, con la piena consapevolezza che nessuno si sarebbe fatto male, nè tantomeno si potesse sentire a disagio. E cosi è stato.

Sabato 2 giugno abbiamo inaugurato, e non vedevamo altro che sorrisi sul viso di chi è passato a trovarci, consapevoli che stava nascendo un nuovo spazio da vivere, ed era bello.

Non è bastato neanche questo.

Purtroppo, non ci sono le condizioni per continuare al meglio con le nostre serate, e non è sostenibile per noi proseguire con la programmazione del sabato alla Balera Sulle Mura.

Tranquilli, la nostra relazione d’amore con Bastione San Sisto non è ancora arrivata al capolinea. E’ solo un arrivederci.

Noi ci vediamo a Bleech Festival 2018.

Buona estate Piacenza,
Propaganda 1984 

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Mura tra musica, sport e giornalismo racconta “Confesso che ho stonato”

Dimenticate Gianni Mura magnifico narratore delle ascese di qualche campione del ciclismo su una montagna del Tour de France o del Giro, dimenticate i racconti romantici di un campo di calcio. Ieri alla Biffi Arte durante la rassegna “L’Arte di Scrivere”, Mura ha mostrato il lato musicale di sé presentando “Confesso che ho stonato” (Feltrinelli), libro sul fascino che la canzone prevalentemente italiana ha esercitato sul giornalista milanese. A moderare Mauro Molinaroli e Giorgio Lambri. Mura

“Per scrivere il mio primo libro ho aspettato di avere 60 anni – ironizza -, forse sono un po’ pigro. Tra le cose che avevo in mente di fare all’inizio di questa avventura era una biografia su Sergio Endrigo. I giornalisti solitamente scelgono di scrivere di calciatori famosi, io avevo scelto un cantante di fama relativa”. La passione per il cantautore nato a Pola in Croazia viene dall’essenzialità dei suoi testi. “Spesso si vantava di non aver mai usato più di 2000 parole, riusciva a combinare una scrittura alta e al contempo popolare. Ci ha insegnato che per scrivere una bella canzone non servono parole auliche, lui stesso ne ha scritte di ogni genere partendo da quella d’amore, ha scritto per i bambini (Ci vuole un fiore, ndr), ha messo in musica dei testi di Pasolini. Purtroppo gli ultimi anni di vita li ha vissuti in un progressivo deterioramento fisico, soffriva di acufene”.

Il primo approccio di Mura col mondo musicale risale alla caserma. “Mio padre era maresciallo dei Carabinieri. Al tempo la televisione aveva un solo canale, che non proponeva granché di interessante, così grazie a loro ho imparato moltissime canzoni dialettali del Centro Sud e del Triveneto”.

Un altro capitolo del libro racconta la “vita spericolata” di un simbolo della musica come Edith Piaf. “Sembra scritta da uno sceneggiatore. Suo padre era un contorsionista e la madre una cantante. Il lavoro dei genitori non permetteva di allevare un figlio, così viene data in affidamento alla nonna, ammaestratrice di pulci, a cui importava poco di lei. Viene così affidata a un’altra nonna, che gestiva un bordello. Una mattina si sveglia ed è cieca, una delle ospiti del bordello la porta sulla tomba di Santa Teresa per chiedere di ridarle la vista. Questo spiega che il suo cantare era sofferenza pura. Con La vie en rose riscosse grande successo: fu pubblicata 6 mesi dopo che i tedeschi se ne andarono da Parigi, allora occupata. Era una canzone simbolica”.

Non poteva mancare durante l’intervista, un momento dedicato al calcio e all’accostamento scomodo con Gianni Brera. “Ho sempre cercato di distanziarmi da questo. Vedo nel mio modo di scrivere e nel suo grandissime differenze – ha sottolineato -, credo abbia influito più la somiglianza fisica e la passione comune per il vino rosso. Lui aveva 2 lauree e parlava fluentemente inglese, io no, ma da lui ho effettivamente imparato molto semplicemente guardandolo lavorare: mi ha insegnato ad andare controcorrente, a sbagliare in autonomia e soprattutto senza omologarsi alla massa”. Quest’ultimo aspetto tiene a sottolinearlo con vigore nella sua lectio giornalistica. “La cosa più stupida nel mestiere del giornalista è copiare uno stile altrui. Una volta c’era più cura nel modellare i giornalisti, io sono stato fortunato ad aver incontrato molte persone che mi hanno aiutato. Oggi un ragazzo che arriva in una redazione è assolutamente abbandonato a se stesso, se riesce ad arrivare in una redazione. Oggi, in particolare coi giornali online, vince il più veloce, e soprattutto non esiste quasi più la figura del correttore di bozze e la cernita delle notizie pubblicabili”.

“Il computer – continua – modifica il modo di scrivere, lo rende molto più ragionieristico. Scrivendo a macchina le parole sono molto più libere. Ai giovani d’oggi vengono fatti consumare i polpastrelli e gli occhi, per 12 ore al giorno”. Altro problema evidenziato da Mura riguarda la grafica di un giornale: “In passato gente come Brera consegnava cartelle che oggi sarebbero comparabili a 9000 caratteri, impensabile per un giornale di oggi, e sempre con una qualità eccelsa. Oggi gli spazi si sono ridotti per ingrossare i titoli dei giornali, cercando di stare al passo coi tempi di Internet”. Confesso, Mura, che c’è ancora chi usa il taccuino per scrivere i pezzi come questo.

 




Il vallo farnesiano è trascurato secondo la consigliera Zanardi

L’avvocato Gloria Zanardi, consigliere comunale a Piacenza, segnala la cattiva condizione in cui si trova il vallo farnesiano ossia l’area verde che circonda le mura di Piacenza. Un “biglietto d’ingresso della nostra città, frequentato da numerosi piacentini che lo percorrono a passeggio quotidianamente”.
La Zanardi riporta la segnalazione ricevuta da alcuni abitanti ed in particolare alcune criticità che riguardano la zona adiacente a Via XXI Aprile, nei pressi di Bastione Borghetto “criticità che – dice la consigliera – sottopongo all’amministrazione, sicura di una celere risoluzione. In primis – riporta la Zanardi – l’erba è alta e lo stato di manutenzione è trascurato. E’ una questione di decoro pubblico, di igiene e sicurezza.
Oltre ad arrecare pregiudizio al fascino delle mura della nostra città, la scarsa manutenzione può costituire ricettacolo per topi (peraltro, mi hanno già segnalato la presenza di topi in vie nel pieno centro storico) e può essere causa di cadute da parte dell’utenza”.
“In secondo luogo – continua la consigliera comunale del Gruppo Liberi – nell’area in questione, si trova un manufatto in cemento, in parte danneggiato, che, se non adeguatamente segnalato, recintato e conservato, può costituire un pericolo (vedi foto). Ritengo che sia necessario provvedere immediatamente, al fine di evitare che si verifichino sinistri, con relative conseguenze pregiudizievoli.
Segnalo, altresì, la presenza, sotto il folto manto erboso, di residui di materiale da demolizione (mattoni, calcinacci ecc.). Oltre a costituire un’insidia per chi percorre il tratto a piedi, chiaramente, se accertato, ciò deriva da un comportamento non consentito che deve essere interrotto.
In ultimo – conclude la Zanardi – rilevo che sul tappeto erboso si notano i segni di attraversamento di auto (però nella parte del vallo nord). Reputo necessaria una verifica e un riscontro accurato in merito per ragioni di sicurezza e tutela.
Sono certa di un puntuale intervento da parte dell’amministrazione comunale, che tra le priorità, in campagna elettorale, aveva contemplato la cura e l’attenzione costante al verde pubblico e la sicurezza”.