Nuovo Ospedale. Filippo Bertolini (FdI): “Petizioni strumentali, non blocchiamo lo sviluppo della città”

“ E come per incanto un campo di cui molti fino a pochi giorni fa non conoscevano nemmeno l’ubicazione si è magicamente trasformato in un paradiso terrestre. Camomille romane, prugnoli, essenze meravigliose dai nomi esotici spuntate a impedire la realizzazione del nuovo ospedale di Piacenza, un investimento sulla salute nostra e dei nostri figli. La petizione rivolta al Sindaco è l’ennesimo tentativo di bloccare lo sviluppo di questa città e, me lo si lasci dire, ricalca un clichè che troppe volte vediamo nell’intero Paese”.

Con queste parole il consigliere di Fratelli d’Italia, Filippo Bertolini commenta la notizia dell’inizio di una raccolta di firme contro la scelta dell’area 6-Farnesiana come possibile localizzazione del nuovo ospedale di Piacenza.

“ Con questo atteggiamento, a cui spiace che il Partito Democratico – proprio quel partito che governa quella Regione Emilia-Romagna che propone e finanzia la realizzazione del nuovo ospedale a Piacenza – giochi di sponda solo per speculazioni di propaganda politica, rischiamo di mettere in ginocchio Piacenza, senza pensare al bene suo e dei suoi abitanti, attuali e futuri. Mi auguro che i cittadini, e il consiglio comunale con i suoi atti, sappia discernerne e comprendere quelle che sono le reali esigenze della città e decidere di conseguenza”.




Il nuovo ospedale continua a far discutere. I sindacati rispondono ai partiti di maggioranza

La scelta dell’area dove costruire il nuovo ospedale continua a far discutere ed aumentano i “botta e risposta”. Con un comunicato unitario a firma delle Segreterie provinciale di CGIL, CISL e UIL i sindacati replicano alla nota diffusa (solo ad alcuni organi di stampa) dalle e segreterie provinciali di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega.

Qui di seguito il testo dei sindacati

“Nei giorni scorsi, avuta informazione che la Giunta dell’Amministrazione Comunale di Piacenza, relativamente alla collocazione del nuovo ospedale, aveva deliberato per la scelta dell’area Farnesiana 6, sia Cgil che Cisl hanno espresso alcune perplessità di metodo e di merito.

Non solo tutti i sindacati hanno ritenuto di esprimersi (la Uil, in passato e con chiarezza, aveva dato il proprio contribuito al dibattito, di cui la stampa ha dato notizia), l’hanno fatto anche altri soggetti che rappresentano in ambiti diversi la nostra città.

In risposta a queste valutazioni le segreterie provinciali di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega hanno emanato un comunicato, scritto con il classico linguaggio del dileggio, spesso utilizzato da colui che recentemente ha lasciato il consiglio comunale con tante scuse per il “bel regalo” fatto alla città, e che evidentemente detta ancora la linea politica e amministrativa di Piacenza. 

Da questo comunicato, oltre gli sfottò, ci si sarebbe aspettati anche qualche risposta di merito, che però non è arrivata.

Probabilmente si vorrebbe poter decidere senza contraddittorio alcuno. I pareri e le valutazioni non sono ben accetti e devono essere etichettati come “inutili litanie e peggiori liturgie”; si vorrebbe che il Consiglio Comunale avallasse le scelte della Giunta supportate da analisi tecniche, che forse saranno note alla Giunta stessa, ma non al resto della cittadinanza, che non ha avuto alcun momento di confronto e di espressione.

Accogliamo con favore il fatto che non tutte le istituzioni cittadine credono di procedere in modo autoreferenziale su argomenti così strategici che riguardano non solo la città ma l’intera provincia, e valutiamo positivamente le parole dell’ing. Luca Baldino che confermano la volontà già espressa da tempo di avviare un percorso di condivisione e confronto con la comunità piacentina sui contenuti del nuovo ospedale, da lui definito appunto “patrimonio della collettività”

E’ desolante, infine, la definizione di “fronte del NO” nei confronti del sindacato affibbiataci proprio dagli stessi soggetti, i partiti recensori del comunicato, che in campagna elettorale, ed anche dopo, hanno più volte espresso pareri negativi ed avuto dubbi sull’utilità dell’opera.

Noi invece, fin dall’inizio di questo dibattito, ormai più di 4 anni orsono, non abbiamo mai avuto dubbi sull’importanza per la nostra comunità di avere un nuovo e più efficiente ospedale, evidenziando pareri sui criteri e sulle condizioni per la sua realizzazione.

Quindi ai partiti del centro destra diciamo serenamente che cambiare idea è legittimo, ma è doverosa anche una sana dose di onestà intellettuale.

Cgil Cisl Uil non smetteranno comunque di esprimere pareri e contributi (anche se non graditi), auspicando un percorso condiviso e aperto alla cittadinanza e alle parti sociali sia per l’individuazione dell’area che per la realizzazione del nuovo ospedale”.  




“Cosa vuole fare la Giunta della sanità cittadina?”, Rifondazione Comunista all’attacco sull’Ospedale

In una nota Rifondazione Comunista chiede espressamente chiarimenti alla Giunta e al Sindaco in merito al nuovo Ospedale, all’area scelta e quanti soldi andrebbero spesi per la sua realizzazione.

“Come Rifondazione Comunista fin da subito ci siamo detti contrari alla costruzione di un nuovo ospedale – chiariscono -, soprattutto dal momento che i progetti ipotizzati prevedevano una diminuzione dei posti letto e, di conseguenza, di posti di lavoro. Con una città in continua crescita e la durata media della vita in aumento togliere posti letto, invece di riammordernare l’attuale struttura, ci pare semplicemente irresponsabile. 

Purtroppo però le ultime amministrazioni la pensano in maniera diametralmente opposta e il progetto è proseguito speditamente fino alla scelta dell’area in cui costruirlo. A questo punto, infatti, l’attuale amministrazione guidata dal Sindaco Barbieri ha dimostrato di saper gestire al meglio la situazione: da quando la Giunta si è insediata ha dato il via a un infinito – almeno finora – balletto di inchieste e interviste a proprietari di ampie aree edificabili, più o meno vicino alla città (dall’area dell’ex Pertite, al quartiere Besurica, da La Verza alla Farnesiana). 

A oggi, dopo ben due anni, ancora non si sa dove potrebbe sorgere il nuovo ospedale e se l’amministrazione Barbieri volesse davvero realizzare tale impresa per noi inutile, dovrebbe finalmente prendere una decisione definitiva e iniziare i lavori, altrimenti rimarrebbe come sempre mera propaganda.

A questa ormai eterna incertezza, si è aggiunto lo stanziamento di 50 millioni di euro in tre anni da parte dell’Ausl per ristrutturare la sanità piacentina che verrebbero detrattai dai 250 ipotizzati per gli interventi dei prossimi anni. Ciò implica che il finanziamento per la costruzione di un nuovo ospedale sia decisamente minore rispetto a ciò di cui si è sempre parlato. 

La nostra richiesta, dunque, è che il Sindaco e la Giunta chiariscano finalmente cosa vogliono fare della sanità cittadina e quanti soldi ci sarebbero a disposizione. Sperando che non siano troppo impegnati a pulirsi la coscienza dai recenti scandali giudiziari, chiediamo una semplice dichiarazione definita che spieghi alla cittadinanza cosa sarà del nostro futuro”.

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“Il Governo stanzia 230 milioni per il nuovo Ospedale di Piacenza”, annuncio dei parlamentari 5 stelle

Finalmente ci siamo. Dopo mesi di dibattito, con un decreto firmato il 24 dicembre dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, su proposta del Ministero della Salute assieme con quello del Lavoro e Politiche Sociali, sono stati stanziati 230 milioni per la realizzazione del nuovo Ospedale a Piacenza. Lo annunciano i parlamentari del Movimento 5 Stelle, Maria Elena Spadoni (vicepresidente Camera), Davide Zanichelli- Deputato M5S, Maria Laura Mantovani, Gabriele Lanzi, Senatore M5S.

Sono 230 milioni di euro le risorse disposte dal Governo nell’ambito delle “iniziative di elevata utilità sociale nel campo dell’edilizia sanitaria” per l’ASL di Piacenza-Ospedale di Piacenza”, come si legge nel decreto presidenziale.

“I fondi – si legge in una nota-  rientrano nell’ambito dei piani triennali d’investimento dell’INAIL e mostrano l’attenzione del Governo al tema della salute. Va specificato che il decreto presidenziale è al vaglio degli organi di controllo. L’INAIL verificherà e realizzerà gli interventi che abbiano progetti esecutivi perché possano partire i cantieri. È comunque significativa la quantità di risorse previste per gli ospedali del nostro territorio. Per Piacenza è previsto proprio la realizzazione di una nuova struttura ospedaliera.

Il Ministero della Salute ha così disposto in sinergia con il Ministero del Lavoro 230 milioni di euro per la provincia piacentina, oltre ad altri interventi in programma in Emilia Romagna e in altre regioni italiane, denotando una forte attenzione per il territorio. L’auspicio che facciamo è che questi fondi siano utilizzati per le strutture sanitarie, con la dovuta considerazione anche per il mantenimento per i presidi di provincia”, concludono i pentastellati.

IL TESTO DEL DECRETO

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Nuovo ospedale: protocollo fra Ausl, Comune e Regione per individuare l’area

Primo, vero passo formale verso la costruzione del nuovo ospedale di Piacenza,  domani pomeriggio, presso la Sala dei Teatini. Verrà infatti siglato il Protocollo di intenti per la promozione e la sottoscrizione dell’Accordo di programma tra Regione Emilia-Romagna, Azienda Usl, Comune e Provincia di Piacenza, che “avvia il percorso finalizzato all’individuazione dell’area e alla realizzazione della nuova struttura ospedaliera”.

La firma si terrà al termine del convegno per celebrare i 40 anni del Servizio sanitario nazionale. A firmare il Protocollo e ad illustrarne i contenuti alla stampa saranno Stefano Bonaccini, presidente della Regione, Patrizia Barbieri, sindaco di Piacenza e presidente della Provincia, e Luca Baldino, direttore generale dell’azienda Usl di Piacenza. Sarà presente anche l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi.




Da Castello voci contrarie alla costruzione di un nuovo ospedale a Piacenza

Dopo le tante voci che, in questi giorni, si sono espresse a favore della costruzione di un nuovo ospedale a Piacenza (anche se non alla ex-Pertite, soluzione invisa ai più) arriva anche un’opinione che va in senso assolutamente contrario. E’ quella di Angelo Boledi, segretario del MOVIMENTO POLITICO SECESSIO PLEBIS e già esponente di spicco della Lega di Castel San Giovanni, poi entrato in collisione con il partito di Salvini.

Bolledi da tempo va denunciando il depotenziamento dell’ospedale di Castello e vede quindi l’idea di un nuovo, costoso ospedale a Piacenza come fumo negli occhi e lo ribadisce nel comunicato che pubblichiamo di seguito.

«Da una parte la Regione col suo governatore Bonaccini, che trasmette alla periferia del feudo elettorale l’editto per la costruzione del nuovo ospedale a Piacenza.

Mai contrastato se non, anzi, spalleggiato dai locai politici piacentini che gli elettori nelle ultime due tornate di elezioni, amministrative e di camera e senato, avevano eletto con una maggioranza contraria a quella della giunta regionale. Probabilmente spinti anche dal bisogno di essere tutelati su un tema primario come la sanità pubblica. Tutti quanti oggi spalleggiati dal Gotha imprenditoriale che evidentemente ed in modo legittimo è interessato al business ed ai bei soldoni che certamente smuoverà la costruzione del nuovo ospedale. A prescindere però, dalle ricadute che si potranno generare o meno sulla salute pubblica piacentina.

Ecco quindi costituirsi per l’occorrenza anche un nuovo comitato sedicente provinciale di “saggi” altolocati. Ma chisseneimporta! tanto lorsignori politici ed imprenditori ed amici altolocati, in caso di bisogno, godono di tutte le risorse economiche necessarie per andarsi a curare ovunque si trovi la miglior cura. A tutti loro, politici, imprenditori e compagnia cantante, interessano soprattutto i cento milioni di euro promessi dalla regione ed i rimanenti cento, della ASL piacentina (da prendere a prestito dalle banche?) sempre a carico dei contribuenti!. Noi, invece, temiamo che non saranno sufficienti a coprire il costo totale del nuovo ospedale che, stimiamo, potrà superare i trecentocinquanta milioni, se non si vorrà ridurre la capienza rispetto all’attuale. O, peggio, se non si vorrà portarlo all’ inaugurazione incompleto, finito solo parzialmente, come il nuovo padiglione a Castel San Giovanni costato più di un milione di euro e lasciato per metà al rustico (per esaurimento dei fondi?).

 Dall’altra parte la gente, noi, normali cittadini, senza livree, senza troppi titoli accademici od incarichi ridondanti, dotata soltanto di buonsenso…. e di bisogni! Noi, la Plebe, che necessita, per le proprie cure, di presidi di sanità pubblica efficiente, di qualità e il più vicino possibile al proprio ambiente di vita. Se un benestante per un esame, una visita, un controllo deve recarsi dalla provincia a Piacenza, prende l’auto e va. Ma un anziano di minima pensione e che vive da solo, deve prendere il bus che, se arriva con 15 minuti di ritardo, gli fa trovare chiuso l’ambulatorio e deve ritornare un’altra volta…e magari non torna.

Secondo voi tra quindici o vent’anni con la disoccupazione galoppante, il lavoro precario, saltuario e gli stipendi sottopagati, la popolazione sarà costituita più da benestanti o da persone sole ed indigenti?

I nostri predecessori (Giuseppe Verdi tra i più illustri) ebbero il buon senso di dotare ciascuno dei vari comprensori piacentini del proprio ospedale, che furono sette. Noi, oggi, pur rifiutando fermamente ogni accusa di passatismo, perché sappiamo che la scienza avanza, ecc., ecc. e bla, bla, bla, e quindi ne siamo pienamente convinti!, noi sosteniamo che invece di creare una cattedrale nel deserto ad uso e consumo degli amici del mattone e col patto del tortellino, bisognerebbe dotare le strutture esistenti di quelle modernità che possano garantire alla sanità pubblica piacentina un concreto ed attuabile futuro, (come in parte di recente già realizzate, avendo impegnato somme molto cospicue di denaro pubblico).

Siamo convinti altresì che la nostra diversa impostazione porterebbe a risparmi rilevanti di denaro pubblico che si potrebbero dedicare all’assunzione di personale specialistico che oggi risulta in fuga dalla ASL piacentina, in netta contrapposizione con la pletora di medici che non perdono occasione di sostenerne pedissequamente ed in modo acritico i progetti in corso (in cambio di qualche favore?).

Intanto si dibatte sul luogo dove farlo sorgere, mentre quasi nessuno ragiona sulla necessità o no di un nuovo ospedale a Piacenza. Nel frattempo, vediamo gli ospedali esistenti chiudere, trasformati in ospedale di comunità, in presidi di altra specializzazione e depotenziati. Nonostante la loro buona funzionalità garantita dalla professionalità dei propri medici, del personale tutto e dagli ingenti investimenti di denaro pubblico appena effettuati sulle strutture. Si vuol buttare il tutto alle ortiche per cambiare cosa?

A noi risulta incomprensibile il perché! dato altresì che nessuno, proprio nessuno è venuto a spiegarci quali servizi dovrà contenere il nuovo ospedale e per quali cure.

Dateci delle ragioni concrete e plausibili per convincerci. In caso contrario continueremo a pensare che, ieri come oggi …. è la solita lotta tra patrizi e plebei, SECESSIO PLEBIS! (492-3 A.C./ 2018).

Angelo Boledi, segretario MPSP»




Gloria Zanardi dice si al nuovo ospedale, ma non alla Pertite

Nuova pressa di posizione da parte di un esponente politico con riguardo al possibile nuovo ospedale di Piacenza e all’area dove potrebbe essere costruito. Anche il consigliere Gloria Zanardi, con un comunicato si dice contraria alla collocazione nell’area ex-Pertite.

«Le criticità dell’attuale ospedale – scrive la Zanardi – sono evidenti e incidono negativamente sulla gestione, la cura dei pazienti e l’organizzazione da parte dei professionisti, come confermato da tutti gli operatori sanitari che quotidianamente riscontrano i problemi concreti. Per realizzare il nuovo ci vorranno almeno 10 anni e le condizioni non miglioreranno.

Il nuovo ospedale è un’opportunità e un’esigenza per la nostra comunità.

La Regione ha confermato l’impegno del finanziamento a prescindere dalla scelta dell’area.

A questo punto occorre individuare l’area. Nonostante le dichiarazioni dell’assessore regionale Venturi facessero percepire una sottile forzatura, credo che sia diritto e dovere della città, dunque dei propri rappresentanti, decidere dove realizzare il nuovo nosocomio.

Mi sto ancora chiedendo perché l’area ex Pertite sia ancora ancora sul piatto.

Il 12 e 13 giugno 2011 è stato un indetto a Piacenza un referendum consultivo della popolazione per comprendere quale fosse la destinazione che i Piacentini volevano per quell’area. Il risultato del referendum è stato inequivocabile. Vero è che non è stato raggiunto il quorum, ma non si può sottovalutare il fatto che 30.237 piacentini, un cittadino su tre, abbiano votato e quasi tutti a favore della destinazione a parco pubblico della ex Pertite.

In data 10 aprile 2017 il Consiglio Comunale, a maggioranza e trasversalmente, votava la delibera con la quale si determinava la destinazione a verde pubblico (non attrezzato) dell’area.

Il sindaco Barbieri, durante la campagna elettorale, è stata chiara nell’affermare che l’ex Pertite non sarebbe rientrata nel novero delle aree su cui costruire il nuovo ospedale. Coerentemente con quanto dichiarato allora, il sindaco ha ribadito e riaffermato tale impegno anche nell’ultimo consiglio comunale.

Le aree pubbliche non sono gli unici siti possibili per la realizzazione del nuovo ospedale. Il Tavolo di confronto comunale e Ausl hanno già preso in considerazione due aree private e promuovendo una eventuale procedura di evidenza pubblica per la raccolta di altre possibili candidature sul mercato immobiliare le possibilità potrebbero ampliarsi. Per coerenza, nell’interesse pubblico e perché ci credo, ribadisco la necessità di realizzare il nuovo ospedale ed il fermo NO, senza se e senza ma, all’utilizzo dell’area Pertite per la sua costruzione. La Pertite deve diventare parco pubblico (con una bonifica, come promesso dal Demanio, a prescindere dalla destinazione)».




Murelli e Pisani: “Ospedale, no all’ex Pertite. Lasciamo l’area verde”

«Siamo favorevoli al nuovo ospedale, se è veramente necessario, ma si individui presto un’area. Nonostante il presidente Bonaccini dica che la scelta spetti al Comune di Piacenza, noi ribadiamo che l’area della ex Pertite non è quella adatta, come ha sottolineato la segreteria provinciale della Lega. Per quanto riguarda i 200 milioni necessari, suggeriamo al governatore di mettersi d’accordo con il suo assessore alla Salute, Sergio Venturi e anche con il direttore dell’Asl, Baldino».

Lo affermano i parlamentari della Lega, la deputata Elena Murelli e il senatore Pietro Pisani.

«Riteniamo sia corretto – continuano i due esponenti del Carroccio – lasciare una grande area verde nella zona sud ovest della città, anche per il futuro sviluppo dell’ospedale stesso. Vogliamo evitare di ricominciare tutto da capo, con tutti i problemi che causa un ospedale costruito in centro città. Murelli e Pisani, infine, avvertono di «non depotenziare gli altri distretti sanitari della provincia, a partire da Castel San Giovanni. Se Bonaccini afferma che sono necessari i nosocomi di Piacenza e Cesena, ci auguriamo che il risultato non sia quello visto per l’ospedale di Fiorenzuola che prima è stato abbattutto, poi sono cominciati i nuovi lavori, oggi arenati, senza sapere più se si arriverà alla fine o meno».

Sulla vicenda e sulla dichiarazione rilasciata quest’oggi dal presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ospite a Piacenza, è intervenuto anche il consigliere regionale Matteo Rancan, sempre della Lega.

«Bonaccini faccia chiarezza sulle risorse che la Regione intende destinare per la realizzazione del nuovo ospedale di Piacenza e, nel caso in cui non fossero 200 o 230 i milioni da stanziare, sappia che una decurtazione delle risorse suonerebbe come l’ennesima presa in giro per il territorio piacentino».

«Bonaccini – attacca l’esponente del Carroccio – ha provato a smorzare in modo maldestro una preoccupazione sentita da tutti i cittadini e gli amministratori del Piacentino, chiarendo che la decisione sull’area da individuare spetta all’amministrazione del capoluogo provinciale e inoltre che nessun rappresentante regionale ha mai parlato di un investimento così come riportato dalla stampa locale. Eppure, al presidente sfugge che il suo direttore dell’Azienda Usldi Piacenza, Luca Baldino, ha enunciato in più occasioni finanziamenti regionali pari a 200 e 230 milioni di euro. I casi sono due: o Bonaccini non sa quello che dice uno dei propri dirigenti Ausl, ed è grave, oppure le affermazioni di Baldino erano concordate con i vertici regionali, che poi hanno ritrattato ribassando l’entità dell’investimento».

Chiarimenti, quelli invocati da Rancan, per evitare «ulteriori raggiri a danno dei piacentini» come quelli avvenuti negli ultimi anni. «L’azienda Usl, Baldino stesso e l’amministrazione regionale – insiste il consigliere – hanno creato molta confusione riguardo alla sanità e operato scelte svantaggiose per i piacentini, strenuamente combattute della Lega: si pensi soprattutto ai depotenziamenti delle strutture sanitarie, presentati come valorizzazioni dei nosocomi. Un’altra volta non si venda al nostro territorio qualcosa di diverso, ma piuttosto si rivelino onestamente le intenzioni della Regione sulla questione ospedale».




Il sindaco risponde al PD: “sul nuovo ospedale nessuna proposta concreta da Regione e Ausl”

A seguito della nota stampa del gruppo consiliare del Pd relativa al nuovo ospedale, il sindaco Patrizia Barbieri e la Giunta replicano come segue: “L’Amministrazione comunale che rappresento ha ben noto che il tema del nuovo ospedale è stato affrontato in maniera superficiale da chi l’ha preceduta. Ad oggi infatti, nonostante il protocollo sottoscritto tra il Ministero della Difesa, il Demanio, la Regione Emilia Romagna, l’Ausl e il Comune di Piacenza il 17 febbraio 2017 – in tutta fretta per utilizzare l’argomento a fini elettorali -, il famoso impegno che avrebbe visto “nero su bianco” la “reale intenzione di fare di Piacenza la sede di un investimento di così straordinaria portata” ha sortito quale unico effetto che la Regione e l’Ausl non hanno ancora formalizzato alcuna proposta concreta, né tantomeno hanno esplicitato la loro preferenza su una delle due aree all’epoca individuate (Pertite e caserma Lusignani). A tacere poi del fatto che nessuna idea è stata rappresentata in ordine alla riconversione – utilizzo del Polichirurgico, e più in generale dell’attuale ospedale.

Nessuno scaricabarile quindi, ma assunzione di responsabilità a fronte di un evidente inadempienza e superficialità del Pd locale che, anziché trattare seriamente il tema, si è limitato a farne argomento propagandistico. Ma la campagna elettorale è finita e ai piacentini devono essere fornite garanzie e risposte certe sull’attuale e sul nuovo ospedale (e questo anche in termini di qualità dei servizi e di prestazioni).

Il sindaco e la Giunta sanno bene cosa fare e come decidere. Siano ora gli altri interlocutori a giocare a carte scoperte. Non sarebbe male, ad esempio, chiarire qual è l’effettiva volontà di investimento della Regione (in pochi mesi questa Amministrazione ha sentito parlare di un contributo di 250 milioni, di 230 milioni e di 200 milioni). E’ troppo pretendere un serio impegno per Piacenza su un tema così delicato? In ogni caso è bene ricordare ai consiglieri del Pd che il bando per la ricerca delle aree non è certo compito del Comune di Piacenza”.




Gruppo PD: “il sindaco si affretti a decidere dove costruire il nuovo ospedale”

Il gruppo consigliare di minoranza del PD interviene, con un comunicato, sul tema del nuovo ospedale di Piacenza.
Ecco il testo.
Ci sono occasioni nella vita che sarebbe delittuoso lasciarsi sfuggire.
Se si parla di politica e soprattutto di amministrazione, il nuovo ospedale è una di queste.
Bene sta facendo la Prima Cittadina Barbieri a porsi e a porre tutte le domande utili ad avere il quadro più chiaro possibile. Finalmente, ha espresso senza esitazioni il suo sostegno all’operazione, il che dimostra come i molti “pro”, letti senza paraocchi ideologici e al riparo dalle contrapposizioni elettorali, prevalgano con oggettività su qualche “contro”.
Ciò detto, attenzione a non far battere la palla al punto da provocare il futuro taglio del nastro altrove, dove più di una giunta si sta muovendo per far cambiare idea e preferenze alla Regione.
Pare utile ricordare che il protocollo sottoscritto dal Comune di Piacenza con l’Agenzia del Demanio e il Presidente Bonaccini altro non è che il risultato della strategia politica volta a ottenere un impegno “nero su bianco” circa la reale intenzione di fare di Piacenza la sede di un investimento di così straordinaria portata, che è facile prevedere non si ripeterà che tra molti decenni. Da allora, è al lavoro una commissione tecnica per valutare le aree individuate, così come è già in atto il primo concorso di idee sui diversi possibili utilizzi dell’attuale nucleo storico, verso i quali non manca certo il tempo per un’attenta e ricca elaborazione.
Non piace ai nuovi amministratori la scelta della caserma Lusignani, fatta per ottimizzare l’utilizzo di patrimonio pubblico, evitando il consumo di altro suolo? Per noi resta l’opzione urbanistica migliore, ma è un punto di vista di parte. Se la pensano diversamente, predispongano senza esitazioni un bando affinché tutti i privati in possesso di terreni adeguati possano metterli a disposizione o “prendano il toro per le corna” espropriando, in nome di un’opera pubblica di valore strategico, il lotto che ritengono più consono.
Per favore non si giochi però allo scaricabarile, provando a rifilare alla Regione il compito di scegliere dove dislocare l’ospedale a casa nostra! Il paradosso politico è troppo grande per essere preso sul serio: che dire di una coalizione che da sempre accusa Piacenza di deferenza nei confronti di Bologna, rivendicando autonomia decisionale e affrancamento dal ruolo di eterna “Cenerentola”, che all’improvviso pretende sia proprio Bologna a mettere il naso nei nostri affari? Bando ai tatticismi, è l’ora dell’azione. C’è un interesse diffuso da tutelare con l’assunzione delle dovute responsabilità. Entro fine anno una risposta non può mancare. Se serve collaborazione, noi ci siamo. La Prima Cittadina e la sua giunta si affrettino a decidere per il bene di Piacenza e della provincia intera.