Fagiolini e Panissa “garantiti” dalla Pro Loco di Castel San Giovanni

«Organizzare un evento ha senso solo se garantisce la promozione del territorio». Partendo da questo presupposto la Pro Loco di Castel San Giovanni si è riunita al centro culturale di via Mazzini per discutere le iniziative in programma nel 2019. E le novità sono davvero importanti: «Dopo un 2018 positivo, tra eventi di successo e un bilancio sano, abbiamo voluto abbracciare nuove sfide», ha detto il presidente Sergio Bertaccini.

La prima riguarda il “Confluenze Festival”, un progetto di notevoli dimensioni che quest’anno, per la prima volta, vedrà in prima linea la Pro Loco castellana.

«Confluenze è nato a Nibbiano, concepito e curato dall’Associazione Casa Grande; – ha spiegato Bertaccini – si svolge ogni due anni e l’ultima edizione è stata nel 2017. Quest’anno gli ideatori ci hanno chiesto di affiancarli nell’organizzazione e noi abbiamo accolto questo invito con grande entusiasmo. Stiamo pensando a un festival itinerante, che coinvolga tutta la Val Tidone tra musica, cultura, gastronomia e iniziative originali. Insomma, siamo già al lavoro».

La manifestazione si svolgerà dal 3 al 10 agosto partendo da Castel San Giovanni per poi toccare Borgonovo, Pianello e infine il comune di Alta Valtidone, località Nibbiano.

L’altra grande novità consiste in una vera sfida che la Pro Loco ha deciso di affrontare per valorizzare ancora di più la cultura della propria città: dotare di certificazione DE.CO (Denominazione Comunale) i fagioli e la celebre Panissa.

«Questa zona è da sempre legata alla coltivazione dei fagioli – spiega Bertaccini – i fagioli di Castel San Giovanni sono citati nei testi antichi come un prodotto della terra unico e inconfondibile. La candidatura, però, deve essere supportata da una documentazione che attesti l’effettivo legame con il territorio e per questo motivo lanciamo un appello a tutti i castellani: raccogliamo tutto ciò che può essere utile alla causa, in particolare ricette da presentare alla commissione».

Due grandi sfide che si andranno ad affiancare alla confermatissima Cioccolandia, che quest’anno si terrà il 9 novembre: «Nel 2018 non siamo riusciti a evitare un po’ di pioggia, ma è stato comunque un successo di cui siamo orgogliosi» conferma il presidente dell’associazione.

E poi ancora: la proiezione di un video che ripercorre la mostra dedicata a Carlo Scrocchi allestita l’anno scorso, la celebrazione di San Giovanni Battista che si preannuncia con delle novità, l’installazione a breve di un maxischermo accanto all’Infopoint (l’ufficio di promozione della Val Tidone e Val Luretta gestito dall’associazione castellana) per pubblicizzare le varie iniziative agli automobilisti di passaggio. «Inoltre abbiamo un nuovo socio – conclude Bertaccini – un bersagliere che sta già lavorando per portare la Fanfara a Castel San Giovanni. Sarebbe davvero emozionante!!».

Insomma, tanta carne al fuoco. Non a caso, per illustrare queste iniziative oppure accogliere proposte e nuovi volontari, la Pro Loco si farà trovare ogni domenica mattina sul corso Matteotti – in occasione del mercato settimanale – con un gazebo informativo per i nuovi tesserati.




Stefano Carini scelto come primario di chirurgia a Luino (Va)

Manca ancora la firma ufficiale ma è confermata la notizia che avevamo anticipato ieri. Il dottor Stefano Carini lascerà l’ospedale di Castel San Giovanni per diventare primario di chirurgia dell’Ospedale di Luino, in provincia di Varese.

«L’incarico – ci ha detto il dottor Carini – è quello di Direttore dell’unità operativa complessa di chirurgia generale. Devo ancora effettuare le visite mediche di rito e, dopo di che, sottoscrivere il contratto. Salvo imprevisti dovrei prendere servizio fra un mese esatto. Era il momento giusto, anche per questioni anagrafiche, per prendere questa decisione e quindi anche se mi spiace un po’ lasciare Piacenza, ho colto l’opportunità. Tornerò certamente a casa, a Rivergaro, quando il lavoro me lo consentirà, ma a breve cercherò un’abitazione vicino all’ospedale di Luino. E’ una zona che tutti mi descrivono come molto bella e non ho dubbi che mi ambienterò senza difficoltà».

Dottor Carini ma lascia in polemica con l’ospedale e con i vertici Ausl?

«Assolutamente no. A Castel San Giovanni, in questi anni, ho lavorato molto bene. Mi sono integrato ottimamente con il primario, i colleghi ed il personale ed ho avuto buoni riscontri. Non vado via perché non mi trovavo bene o per le possibili decisioni strategiche che potrebbero riguardare l’ospedale ma perché ho avuto un’opportunità di crescita professionale che era giusto cogliere. Ora mi concentrerò sul nuovo incarico per il quale ho ricevuto un forte in bocca al lupo da parte di tutti, compresa la dirigenza dell’Ausl di Piacenza».

Il dottor Stefano Carini è stato scelto, attraverso un concorso pubblico, fra una rosa di cinque medici, risultando primo sia per il curriculum sia per il colloquio con la commissione. L’incarico avrà durata quinquennale.

Carini, 52 anni, dopo aver frequentato il liceo classico Gioia si è laureato in Medicina a Milano, dove ha ottenuto anche la prima specializzazione in chirurgia d’urgenza. Ha poi conseguito una seconda specializzazione in chirurgia generale oncologica presso l’università di Parma ed un Master in Master in chirurgia colon proctologica. Ha iniziato la sua carriera come medico del 118 nel distretto montano della Val Nure, per diventare poi dirigente medico in chirurgia generale e successivamente in chirurgia proctologica. E’ stato creatore e responsabile del servizio di endoscopia diagnostica ecoendoscopica protactologica presso l’ospedale di Castel San Giovanni. E’ stato anche coordinatore regionale Emilia Romagna delle unità colo proctologiche accreditate SICCR. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni e docenze.




Anche il dottor Stefano Carini lascerebbe presto l’ospedale di Castel San Giovanni

Nuove probabili dimissioni all’ospedale di Castel San Giovanni. Secondo indiscrezioni dovrebbe lasciare, a breve, anche il dottor Stefano Carini che si trasferirebbe in un nosocomio lombardo per un nuovo prestigioso incarico.

Una notizia che, ancor prima dell’ufficialità,  ha suscitato l’immediata reazione del Comitato “I Castlan i disan no” che ha diffuso un comunicato a firma del presidente Silvia Brega. Ecco il testo.

«Il Comitato per la difesa del Presidio Ospedaliero Val Tidone e della sanità pubblica piacentina comunica con profondo dispiacere ai cittadini piacentini che un altro bravissimo professionista, il chirurgo Dott. Stefano Carini  lascia il nostro Ospedale per prendere servizio come Primario di chirurgia in altra struttura in Provincia di Varese. Auguriamo con affetto e grande stima di continuare una carriera professionale iniziata al fianco del compianto dr. Lucchini e che, ci auguriamo, possa migliorare ed essere foriera di grandi soddisfazioni.

Noi pazienti non potremo mai ringraziare abbastanza il dr. Carini che unitamente ad altri colleghi di grande professionalità, hanno lasciato recentemente il nostro Ospedale per il quale avevano creato attrattività anche da altre regioni soprattutto la Lombardia e ci avevano resi orgogliosi di averli come nostri medici di riferimento in zona.

Purtroppo, quanto il Comitato denuncia da oramai due anni, si sta concretizzando nei fatti e sono inutili le riunioni della D.G. ASL che minimizza e conferma che tutto va bene nell’indirizzo della specializzazione con dati super confortanti e Primari che si espongono in modo clamoroso a dare man forza a ciò che poi nella realtà non si evidenzia.

Riteniamo che l’impegno che ha enunciato il D.G. Baldino in Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria lo scorso 30-05-2018 nella possibilità di  revisione del Piano sanitario dopo che decine di medici sono fuggiti dall’ortopedia e dall’anestesia di Piacenza, dal nostro Ospedale di Castel San Giovanni a dimostrazione che la situazione è alquanto allarmante come i Comitati sostengono a gran voce, ad alta voce, dichiarano da tempo. Nonostante i tentativi di rassicurazione da parte della direzione generale spalleggiata da alcuni sindaci.

Alle aperture del D.G. Baldino sulla possibilità di cambiare il piano di riordino, noi cittadini, pazienti e contribuenti, chiediamo il mantenimento delle urgenze in chirurgia a Castel San Giovanni. e che venga inserita con urgenza nelle procedure dei concorsi di Primariato la figura di primario di Chirurgia. Dato che ci risulta sia in sofferenza anche la chirurgia di Piacenza in modo tale da rispondere in sicurezza a tutte le urgenze del bacino Provinciale costituito da circa 300.000 abitanti. Riteniamo che i Sindaci, gli Amministratori tutti unitamente alla direzione generale Asl, per responsabilità oggettiva, prendano atto della attuale grave situazione e che possano porre rimedio urgentemente con la revisione del piano di riordino sanitario in corso. Per il bene della Comunità piacentina e in nome del popolo italiano che non merita essere sottoposto a tali situazioni. Sindaci, interessatevi una buona volta della nostra sanità e non disertate le Conferenze Territoriali SS come purtroppo abbiamo assistito anche ultimamente con la vostra assenza stridente di rappresentanza della Val Tidone nonostante l’ospedale di Castello, che serve tutta la vallata sia in pieno stress da depotenziamento. L’assenza ed il disinteresse – conclude il comunicato firmato da Silvia Brega – vi rendono complici! Intanto, i medici giovani, in carriera e bravissimi vanno altrove lasciando sempre piu’ voragini aperte nel nostro ospedale».




Ospedale di Castel San Giovanni. “I Castlan i disan no” denunciano una “emorragia di medici”

Silvia Brega, presidente del Comitato “i Castlan i disan no” ed il vicepresidente Angelo Boledi intervengono con un comunicato sul tema dell’ospedale di castel San Giovanni e si domandano se la struttura sanitaria “sia in agonia”. Qui di seguito il testo:

«Con la tristezza nel cuore, apprendiamo che un altro stimato professionista il Dr. Gheduzzi Claudio, ortopedico in forza al reparto dell’Ospedale di Castelsangiovanni se n’è andato via. Anche lui! così come in precedenza la Dr.ssa Scagnelli, ha dato le dimissioni. Non sarà forse, viene da chiederci, che i nostri bravi professionisti se ne vadano a causa delle condizioni di lavoro che hanno impedito loro di lavorare nelle migliori condizioni per esprimere al meglio tutte le proprie professionalità? E se ciò fosse comprovato, a chi o a cosa potrà giovare questa strana situazione?

Diminuendo la presenza di bravi medici, diminuiranno di conseguenza gli ingressi nel nostro ospedale e per contro AUMENTERA’ la mobilità PASSIVA visto che i nostri professionisti, trasferitisi in Lombardia saranno seguiti per la fiducia di cui godono dai loro pazienti, incrementando i rimborsi che la Regione Emilia Romagna dovrà sostenere per onorare le prestazioni dei suoi ammalati effettuate all’” estero”, in altra Regione.Ospedale di castel San Giovanni

Con la salute non si scherza e ognuno di noi sceglie di essere curato dal professionista di cui si fida. Basterebbe quindi rimettere nel nostro ospedale il personale medico necessario e del giusto livello, per ripristinare l’attrattività per mantenerlo pienamente operativo, come nei recenti trascorsi. Così che i cittadini possano essere contenti di avere le cure ospedaliere vicino a casa ma soprattutto siano contenti di vedere che i dodici milioni di euro da poco investiti nell’ospedale di Castello con nuovi impianti, nuove costruzioni e nuove sale chirurgiche, finanziati da loro stessi in qualità di contribuenti, sarebbero “ammortizzati” con il pieno impiego di mezzi ed attrezzature, a “produrre” salute pubblica di alta qualità. Nessuna impresa si permetterebbe mai la rottamazione o il sottoimpiego di macchinari, impianti e di edifici moderni ed appena acquistati. È risaputo però che anche il miglior impianto può funzionare ed è produttivo solo se c’è organizzazione, presenza di buoni e professionali operatori e la materia prima, che in sanità purtroppo non manca mai. Riteniamo quindi doveroso che i nostri Amministratori, con lo zelo e l’onestà del buon padre di famiglia lascino da parte i diktat politici e possano operare ed organizzare la sanità pubblica finalmente orientati soltanto al bene pubblico ed a ciò che i cittadini vogliono.

Gli investimenti pubblici per circa 12.000.000€ a Castelsangiovanni a cosa sarebbero serviti se ora si lasciano andar via i bravi medici? Non sarebbe ora di fermare, anzi guarire l’emorragia? lasciare “scappare” come sta succedendo i bravi professionisti, è buona amministrazione? Che ne sarà dei macchinari ed impianti senza di loro? Ed i nostri cittadini, dove dovranno andare per curarsi?

Il nostro Comitato da quasi 2 anni grida a gran voce la situazione preoccupante che si stava delineando ed ora, con tristezza, ne vive il concretizzarsi.

Il tempo per i nostri sindaci ed i nostri rappresentanti politici sta scadendo. Se non si attiveranno con urgenza impugnando il piano di riordino prendendo esempio dal coraggioso Sindaco di Montegabbione (MC) che, ricorso in cassazione ed al TAR dell’Umbria, assieme al comitato pro-ospedale ha ottenuto la riapertura di un reparto del suo ospedale (sentenza N° 00098/2018).

CHIEDIAMO ANCORA UNA VOLTA A SFINIMENTO un sussulto di coscienza ai NOSTRI SINDACI non più tollerando il loro comportamento che riteniamo APATICO e distaccato dai bisogni dei loro concittadini. Cittadini comuni che ci segnalano i loro disagi scaturiti dalle trasformazioni messe in atto con Il piano di riorganizzazione sanitario. E dei bravi professionisti sanitari che la nostra società ha contribuito a formare e che a loro volta lamentano disagi operativi che in più di un’occasione li spingono a trasferirsi. Allo stato attuale, considerato l’intasamento dell’ospedale di Piacenza dovuto anche all’abbattimento di quello di Fiorenzuola riteniamo doveroso venga bloccato il depotenziamento in corso di Castel San Giovanni, auspicando, anzi, un rafforzamento dei servizi almeno fino a quando la situazione ospedaliera provinciale non sarà ripristinata.

Silvia Brega, presidente – Angelo Boledi, vicepresidente del Comitato i Castlan i disan no».