Chiusura del ponte sul Nure. Associazioni imprenditoriali e sindacati chiedono la gratuità del tratto autostradale durante i lavori

Le associazioni datoriali e sindacali piacentine (CIA Piacenza, CGIL CISL e UIL Piacenza, CNA Piacenza, Coldiretti Piacenza, Confagricoltura Piacenza, Confapindustria Piacenza, Confcooperative Piacenza, Confesercenti Piacenza, Confindustria Piacenza, Lega Coop Emilia Ovest, Libera Associazione Artigiani Piacenza, Unione Commercianti Piacenza, UPA Federimpresa Piacenza) intervengono con un comunicato stampa unitario sulla chiusura del Ponte sul Nure e chiedono a gran voce la gratuità del tratto autostradale durante l’esecuzione dei lavori.

“Il mondo delle imprese e del sindacato piacentino esprime preoccupazione per le conseguenze derivanti dalla chiusura del ponte sul Nure e chiede azioni concrete da parte delle istituzioni per limitare l’impatto su mondo produttivo e cittadini.

Le associazioni datoriali e sindacali piacentine intervengono con un appello condiviso sulla chiusura – parziale e totale – del ponte tra Pontenure e Montale. Dagli industriali agli esercenti, passando per gli artigiani e le cooperative fino ad arrivare a Cgil Cisl e Uil, si intensificano le preoccupazioni legate agli impattanti lavori previsti per fine estate. Aziende, professionisti e sindacati chiedono interventi in tempo utile per garantire la sicurezza dei lavoratori e scongiurare un impatto a cascata sul traffico cittadino che coinvolgerebbe lavoratori, mezzi pesanti e anche gli utenti provenienti dalla provincia.

«Anche ai fini della sicurezza, chiediamo che la rete autostradale venga considerata a tutti gli effetti come viabilità alternativa per tutto il periodo dei lavori. Il dirottamento del traffico su quella arteria garantirà anche maggiore sicurezza per i viaggiatori, oltre a scongiurare pesanti impatti a cascata sui tempi di percorrenza dell’area est della città ed evitare un sovra affollamento di traffico sulla alternativa provinciale 587, già satura. Chiediamo pertanto alle istituzioni di attivare un dialogo con le società autostradali, così da concretizzare in tempi celeri questa necessità».

«Affinché ciò si realizzi è imprescindibile garantire la gratuità della tratta, esentando gli utenti dal pagamento del pedaggio nel segmento che va da Fiorenzuola d’Arda a Piacenza e viceversa a partire dai lavoratori coinvolti dai disagi e dagli autotrasportatori».

«Per quanto riguarda le attività economiche normalmente raggiungibili lungo l’Asse della via Emilia Parmense, specialmente per le piccole attività di Servizi commerciali ed artigiane penalizzate dai lavori, richiediamo che tutte esse risultino comunque raggiungibili attraverso itinerari stradali alternativi e praticabili. Le Scriventi chiedono inoltre alle Autorità Competenti che, a seguito dei loro incontri operativi, vengano inviate informative complete e aggiornate della situazione lavori, con rilevazione delle criticità emergenti e delle soluzioni adottate».




Clima. Il 2024 è stato l’anno più caldo in Emilia-Romagna dal 1961, con piogge record e 19 eventi meteo estremi

Temperature record, piogge abbondanti, ondate di calore e alluvioni. Il 2024 è stato l’anno più caldo in Emilia-Romagna dal 1961, con un’anomalia di +1,6 °C rispetto alla media storica e un incremento delle notti tropicali e delle giornate con forte disagio bioclimatico, con 19 giorni in pianura e fino a 54 in ambito urbano.

Un quadro reso ancora più critico dalle precipitazioni: mai così abbondanti da oltre sessant’anni – oltre 1.200 millimetri su base annua – con numerosi episodi intensi, inclusi eventi orari superiori a 30 millimetri e piogge giornaliere estreme. Complessivamente sono stati 19 gli eventi meteo rilevanti: temporali, grandinate, un tornado, ondate di calore e due drammatiche alluvioni, dal 17 al 19 settembre e dal 17 al 20 ottobre nel bolognese e in diverse province Romagna. In crescita anche i livelli delle acque sotterranee, che in diversi corsi d’acqua hanno raggiunto i massimi assoluti dal 2002.

È il quadro delineato dal Rapporto “IdroMeteoClima” curato da Arpae e relativo al 2024, che contiene gli ultimi dati sull’andamento meteorologico, climatico, idrologico e marino-costiero in Emilia-Romagna. Il report è stato presentato oggi a Bologna. Ad aprire i lavori, la sottosegretaria alla Presidenza con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini.

“I cambiamenti climatici – afferma la sottosegretaria Rontini – non sono più una previsione lontana, ma una realtà già in atto, che modifica profondamente il nostro territorio, i nostri ecosistemi e la vita quotidiana delle persone. La politica ha il dovere di riconoscere questa sfida e affrontarla con strumenti nuovi, mettendo al centro la sicurezza delle comunità e la tenuta del territorio. Dobbiamo rivedere le nostre politiche urbanistiche, agricole, di gestione delle risorse idriche e di protezione civile. Serve un approccio integrato, che unisca prevenzione, pianificazione, gestione del rischio e capacità di intervento, e che coinvolga cittadini, istituzioni e imprese in un percorso condiviso e lungimirante”.

“L’Emilia-Romagna – prosegue – è già al lavoro su questo fronte, ma il nostro obiettivo è accelerare ancora, rafforzando gli strumenti di pianificazione, il coordinamento tra enti locali e tecnici, la manutenzione del reticolo idrografico e gli interventi strutturali per la messa in sicurezza del territorio. È una sfida impegnativa, che richiede responsabilità, scelte chiare e un impegno condiviso”.

“Con il Rapporto, che curiamo ogni anno – spiega Pier Paolo Alberoni, responsabile della Struttura Idro-Meteo-Clima di Arpae -, forniamo un’analisi di dati e indicatori fondamentali per descrivere l’evoluzione nel tempo del clima dell’Emilia-Romagna. Si tratta di aspetti molto importanti per la tutela ambientale e per il supporto alle politiche di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, alla pianificazione territoriale e alle attività di protezione civile”.

Il Rapporto “IdroMeteoClima – dati 2024

Il 2024 si conferma come l’anno più caldo mai registrato in Emilia-Romagna dal 1961 per temperatura media e minima, mentre si colloca al terzo posto per quanto riguarda la temperatura massima, superato solo dal 2022 e dal 2023. Un andamento che si accompagna al secondo valore più elevato nella serie storica per le cosiddette notti tropicali – con un numero compreso tra 50 e 75 nei principali centri urbani – e al massimo numero di giornate con disagio bioclimatico registrato nelle aree di pianura dal 2001, con punte fino a 54 giorni in contesti urbani come Ferrara.

Anche sul fronte delle precipitazioni, il 2024 ha fatto registrare dati eccezionali: con una media regionale di 1.208,2 millimetri, si tratta del valore più alto dal 1961. Numerosi gli episodi di piogge intense e fenomeni temporaleschi di rilievo, con un totale di 19 eventi meteo rilevanti, tra cui supercelle, un tornado e due alluvioni significativem dal 17 al 19 settembre e dal 17 al 20 ottobre nel bolognese e in Romagna.

Le portate fluviali sono risultate complessivamente superiori alla norma: il fiume Po ha registrato valori ben al di sopra della media, e lo stesso vale per i principali corsi d’acqua regionali, seppur con deflussi variabili nelle diverse aree. In crescita anche il livello delle acque sotterranee, che in diversi corpi idrici ha raggiunto i massimi assoluti dal 2002, segnando un deciso aumento rispetto al 2023.

Per quanto riguarda l’ambiente marino-costiero, le temperature medie mensili del mare sono risultate simili o superiori ai valori climatici di riferimento per il periodo 2008-2023. Nell’arco dell’anno si sono verificate 19 mareggiate, nessuna delle quali classificata come severa. I livelli medi del mare si sono mantenuti pressoché stabili.




Srl e cooperative: per le realtà più grandi scatta l’obbligo di nomina di un revisore dei conti

La Camera di Commercio dell’Emilia ricorda a tutte le Società a Responsabilità Limitata (SRL) e alle Cooperative del territorio un importante adempimento: l’obbligo di nominare un organo di controllo o un revisore legale dei conti. Questa disposizione, prevista dal Codice della crisi e dell’insolvenza, è fondamentale per garantire la corretta gestione e trasparenza delle attività aziendali.

Nelle prossime settimane, il Registro delle Imprese della Camera di Commercio avvierà una serie di verifiche per accertarsi che tutte le imprese interessate abbiano effettuato queste nomine. Le società che risulteranno non in regola riceveranno un invito a sanare la propria posizione entro 45 giorni.

“Comprendiamo che le normative possano essere complesse, ma è nostro dovere assicurare che le imprese del nostro territorio operino nel rispetto delle regole per garantire la sana e trasparente gestione – sottolinea Roberto Albonetti, Segretario Generale della Camera di Commercio.- Invitiamo pertanto tutte le SRL e le Cooperative a verificare la propria situazione e, se necessario, a procedere con la nomina dell’organo di controllo o del revisore. Gli uffici camerali sono a disposizione per fornire chiarimenti e supporto in questo processo.

Ma cosa succede se non ci si mette in regola?
Trascorso il termine dei 45 giorni senza che la situazione sia stata regolarizzata, la Camera di Commercio dovrà segnalare la società al Tribunale competente. Questo può portare alla nomina d’ufficio dell’organo di controllo o del revisore, con costi aggiuntivi a carico dell’impresa, oltre all’applicazione di sanzioni per l’omessa nomina.

L’obbligo di nomina sorge in diversi casi, tra cui:

·         Se la società è tenuta a redigere il bilancio consolidato.

·         Se controlla un’altra società già soggetta a revisione legale dei conti.

·         Se, per due anni consecutivi, la società supera almeno uno dei seguenti limiti:

Totale dell’attivo patrimoniale superiore a 4 milioni di euro.

Ricavi delle vendite e delle prestazioni superiori a 4 milioni di euro.

Media di almeno 20 dipendenti occupati durante l’esercizio.

Per maggiori informazioni e per verificare la propria posizione, le imprese possono rivolgersi agli uffici del Registro delle Imprese della Camera di Commercio dell’Emilia, o consultare il sito web www.emilia.camcom.it




Il numero chiuso ed il test di medicina aboliti solo “per finta”. Gli studenti costretti all’alienante DAD

Dopo tanta attesa va in scena la criticatissima riforma dell’accesso all’università di medicina voluta dal ministro dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini. Strombazzata ai quattro venti come l’abolizione del test di medicina è in realtà tutt’altra cosa ed in pratica non fa altro che rinviare a dopo un quadrimestre di studio la selezione.

La recente riforma dell’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, entrata in vigore con il DL 15 maggio 2025, n. 71, e i successivi decreti attuativi (Decreto Ministeriale n. 418 del 30-05-2025), è stata presentata come una soluzione ai problemi del vecchio sistema, in particolare l’abolizione del numero chiuso e del test “a crocette”.

Tuttavia, un’analisi approfondita delle nuove disposizioni rivela che molte delle criticità passate permangono, e ne emergono di nuove, gettando un’ombra sulla qualità della formazione medica e sul benessere degli studenti

Nonostante gli annunci, il numero chiuso, ovvero l’accesso programmato a medicina, non è stato eliminato. La riforma introduce invece un “semestre filtro” di quattro mesi, durante il quale gli studenti frequenteranno corsi di fisica, chimica, propedeutica biochimica e biologia, seguiti da un test nazionale per la selezione finale che sarà una vera sfida all’OK Corral, un tutti contro tutti dagli esiti incerti ed imprevedibili, fortemente condizionata dal livello formativo e didattico che ciascuna università saprà dare. La riforma valorizza prevalentemente le competenze nozionistiche, attraverso domande basate sulla memoria, a discapito del pensiero critico, della logica e della cultura generale che i precedenti test, seppur imperfetti, provavano a rilevare. L’Ordine dei medici e numerosi professionisti del settore hanno già espresso preoccupazione, affermando che la riforma disorienterà e penalizzerà gli studenti. La possibilità di riprovare l’iscrizione al semestre filtro per ben tre anni contribuisce ad aumentare lo stress e l’ansia dei ragazzi che rischiano di rimanere matricole a vita e di perdersi lungo il percorso. Ogni volta lo studente deve ripetere lo stesso percorso in una sorta di malsano loop temporale.

Uno degli aspetti più allarmanti della riforma riguarda la modalità di erogazione dei corsi del semestre filtro. Dai primi dati raccolti, circa l’80% delle università ha optato per lezioni online.

Se da un lato la didattica a distanza (DAD) può mitigare le difficoltà logistiche legate al gestire decine di migliaia di studenti in strutture universitarie spesso inadeguate, dall’altro solleva gravi dubbi sulla qualità formativa. La DAD, infatti difficilmente garantisce la qualità formativa richiesta per un percorso così delicato e impegnativo come quello medico. Questo approccio rischia di portare a una situazione in cui gli studenti, anziché vivere appieno l’esperienza universitaria e costruire relazioni formative, si trovano a vivere a casa, in solitudine, con i rischio di depressione ed alienazione. Un disastro annunciato i cui danni si sono già visti durante il Covid.

La possibilità di una formazione mista, con lezioni in aula e in streaming contemporaneamente, crea inoltre una disparità qualitativa tra chi può beneficiare dell’insegnamento dal vivo e chi no. La critica più profonda è che la riforma non risolve il problema della selezione di studenti realmente motivati.

La scelta della DAD da parte di molte università è una soluzione obbligata (ma no qualitativa) davanti al rischio di sovraffollamento e alle difficoltà organizzative. Tuttavia, ciò non elimina scogli di natura economica per le famiglie. Nonostante la DAD possa far risparmiare sugli affitti per i fuori sede in un primo momento, le famiglie dovranno comunque sostenere una quota forfettaria di iscrizione al semestre filtro e l’acquisto di materiale didattico, il tutto nella totale incertezza sul futuro. La situazione si complica ulteriormente considerando che gli studenti iscritti temporaneamente al semestre filtro non sono formalmente immatricolati. Questo status provvisorio comporta la probabile esclusione da borse di studio, mense universitarie, alloggi pubblici e altre misure previste dal diritto allo studio. Per i circa 70-80mila studenti attesi al semestre filtro, e con le città con il maggior numero di iscritti – Milano, Roma, Torino, Bologna e Padova – che sono notoriamente quelle con gli affitti più cari, si prefigura un vero e proprio caos abitativo per coloro che supereranno il test nazionale dopo quattro mesi e che si ritroveranno a cercare alloggi in un mercato già saturo e costoso, con la disponibilità di case che rischia di essere drasticamente ridotta in quella fase avanzata dell’anno accademico. Allo stesso modo tutti coloro che avevano abitazioni da affittare in prossimità delle facoltà di medicina rischiano di trovarsi i locali sfitti per i primi quattro mesi dell’anno, con conseguente danno economico.

In sintesi, la riforma, lungi dal risolvere i problemi dell’accesso a medicina, sembra perpetuare e persino esacerbare le criticità preesistenti, introducendo nuove forme di stress, disparità e incertezza per decine di migliaia di giovani aspiranti medici.

Medicina: cosa fa l’Università di Parma

Anche la vicina Università di Parma, dove tanti studenti della nostra città tradizionalmente frequentano medicina ha scelto – per ovvi motivi di spazio – di puntare sulle lezioni a distanza. Vediamo qui di seguito come funzionerà per questo ateneo.

Lezioni erogate in modalità telematica sincrona, dal 1° settembre al 4 novembre.

Parma, 15 luglio 2025 – L’Università di Parma rende note le caratteristiche delle lezioni del “semestre filtro” per i corsi in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Medicina veterinaria. Com’è noto, la riforma delle modalità di ammissione a questi corsi ha infatti istituto una sorta di semestre “propedeutico”, senza test d’ingresso, durante il quale studentesse e studenti dovranno partecipare a lezioni a frequenza obbligatoria di chimica e propedeutica biochimica, fisica e biologia, per un totale di 18 crediti (6 per insegnamento), in una sede inserita come prima scelta.

Al termine del semestre filtro, dagli esiti degli esami scaturirà una graduatoria nazionale che determinerà l’accesso ai corsi Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Medicina veterinaria.

LE LEZIONI

Per quanto riguarda l’Università di Parma, le lezioni del “semestre filtro” saranno erogate in modalità telematica sincrona, al fine di garantire equità a studentesse e studenti fuori sede.

La frequenza sarà rilevata telematicamente.

Il periodo di lezioni sarà dal 1° settembre al 4 novembre.

L’orario delle lezioni sarà strutturato dal lunedì al giovedì, mentre il venerdì saranno previsti momenti di ripasso e approfondimento. Il materiale didattico (slide delle lezioni) sarà caricato sulla piattaforma Elly.

A fine agosto (data ancora da definire) sarà organizzata una “lezione zero”, sempre da remoto, per dare il benvenuto a studentesse e studenti del semestre filtro.

COME ISCRIVERSI AL SEMESTRE FILTRO

Si ricorda che per iscriversi al semestre filtro occorre innanzitutto effettuare la registrazione sulla piattaforma nazionale Universitaly entro le 17 del 25 luglio 2025. In questa fase è necessario indicare anche un corso di laurea “affine” (di ambito biomedico, sanitario, farmaceutico o veterinario) al quale ci si potrà iscrivere se non si sarà ammesse/i a Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria o Medicina veterinaria. Questa è un’altra delle novità della riforma.

Una volta fatta la registrazione su Universitaly e scelta Unipr come sede, si può procedere con l’iscrizione al semestre filtro all’Università di Parma tramite la piattaforma Esse3 – Segreteria online: le iscrizioni sono aperte dal 3 luglio e si chiudono alle 17 del 25 luglio.

L’iscrizione al semestre filtro è una procedura che richiede tempo per essere portata a termine. Per questo si sconsiglia di effettuarla a ridosso della scadenza.

I “CORSI AFFINI” DISPONIBILI NELL’OFFERTA FORMATIVA UNIPR

Questi i “corsi affini” tra cui scegliere nell’offerta formativa dell’Università di Parma: Biologia (L-13), Biotecnologie (L-2), Chimica e tecnologia farmaceutiche (LM-13), Farmacia (LM-13), Scienze animali (L-38), Assistenza sanitaria (L/SNT4, corso interateneo con sede amministrativa l’Università di Modena e Reggio Emilia), Educazione professionale (L/SNT2), Infermieristica (L/SNT1), Ortottica ed assistenza oftalmologica (L/SNT2), Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (L/SNT4).

CONTRIBUTO FORFETTARIO

Per iscriversi al semestre filtro è richiesto il pagamento di un contributo forfettario di 250 euro entro il 25 luglio 2025. Ci sono però casi in cui questo contributo può essere ridotto o azzerato.

ESAMI E GRADUATORIA NAZIONALE

Al termine del semestre filtro studentesse e studenti dovranno sostenere gli esami di chimica e propedeutica biochimica (6 crediti), fisica (6 crediti) e biologia (6 crediti). Le prove d’esame saranno uguali a livello nazionale e si svolgeranno in contemporanea, nello stesso giorno. Ci saranno due appelli: il primo il 20 novembre e il secondo il 10 dicembre, sempre alle 11.

I punteggi conseguiti nei singoli esami saranno validi per la formazione della graduatoria nazionale.

INFO DI DETTAGLIO E CONTATTI

Tutte le info dettagliate e i contatti sono disponibili sul sito web dell’Università di Parma, nella pagina dedicata al semestre filtro

https://www.unipr.it/accesso-ai-corsi-di-medicina-e-chirurgia-odontoiatria-e-protesi-dentaria-e-medicina-veterinaria




“La prima guerra mondiale ad un secolo dal cruciale anno 1917”, convegno con l’ANPI

100 anni sono passati ma il ricordo fatica ad andarsene. L’ANPI Piacenza ricorda la Grande Guerra con una conferenza pubblica sabato 11 novembre dalle ore 9.30 nella Sala Consiliare della Provincia, in via Garibaldi 21. Relazioneranno il dott. Romano Repetti, della presidenza proviciale e ricercatore storico su “Dalle illusioni degli interventisti all’inferno delle trincee e alle società delle masse e dei regimi politici totalitari”, seguiranno gli interventi delle dott.sse Anna Riva e Patrizia Anselmi, dell’Archivio di Stato con “La valorizzazione dei fondi documentari relativi alla Grande Guerra. Metodi ed esempi” la prima e con “Diamo un nome ai piacentini – Il contributo di sangue e sofferenze della comunità piacentina” la seconda. A presiede l’incontro Stefano Pronti, presidente provinciale ANPI.

Mentre le caratteristiche della Seconda guerra mondiale, anche per merito delle frequenti iniziative organizzate dall’Anpi e da altri soggetti, sono abbastanza note ai cittadini, riguardo agli aspetti barbarici di quella guerra, alle responsabilità dei regimi politici che la generarono e agli effetti storici che produsse, per la Prima guerra mondiale restano generalmente sedimentate nella mente delle persone le reminiscenze scolastiche della sua rappresentazione quale evento molto sanguinoso ma infine portatore di una vittoria che ha permesso all’Italia di  completare il suo Risorgimento, la sua unità territoriale. Ma almeno in occasione di questo centenario è opportuno avere presente che anche la Prima è stata una guerra “totale” che ha prodotto fra gli italiani addirittura più vittime della Seconda – circa 650.000 morti rispetto ai 450.000, fra militari e civili, della Seconda – più soldati morti per deperimento nella prigionia in Austria, circa 100.000, rispetto ai 50.000 morti in Germania durante la Seconda, ed ha visto perfino l’utilizzo criminale dei gas asfissianti. E se è vero che in Europa i vecchi domini imperiali sono stati sostituiti nel 1919 da otto nuovi Stati costituiti sul principio di nazionalità, la Prima guerra mondiale, con i suoi processi di massificazione e assuefazione alla violenza, ha poi dato origine a quei movimenti sociali e politici che hanno avuto sbocco nei regimi
politici totalitari promotori fra l’altro, a solo 20 anni di distanza, della Seconda guerra mondiale. Questa conferenza dell’Anpi intende dunque offrire significativi elementi d’informazione e di riflessione su una guerra che ha segnato il XX Secolo e che propone tuttora lezioni da non dimenticare .

 Link alla pagina web http://bit.ly/2hi8564

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