Promessa mantenuta: Piacenza e Reggio invitate al tavolo di Parma Capitale della Cultura

Si è tenuto questa mattina a Parla l’incontro fra i sindaci Pizzarotti, Barbieri e Vecchi che il presidente della regione Emila Romagna Stefano Bonaccini aveva annunciato ai nostri microfoni.

Si prosegue dunque sulla strada che lo stesso sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, aveva annunciato in occasione della proclamazione a Capitale Italiana della Cultura 2020 quella di unire le forze, le eccellenze e le qualità culturali di Parma, Piacenza e Reggio Emilia città che insieme formano “Destinazione Emilia”. Quest’oggi oltre ai sindaci e a Bonaccini hanno partecipato alla riunione anche la presidente di Destinazione Emilia Natalia Maramotti, l’Assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, l’Assessore Regionale al Turismo Andrea Corsini, l’assessore alla Cultura del Comune di Parma Michele Guerra, l’Assessore al Turismo del Comune di Parma Cristiano Casa,  il Direttore Generale del Teatro Regio di Parma Anna Maria Meo, il Capo Area Servizi Culturali Comune di Reggio Emilia Gasparini Giordano e il Direttore APT servizi Emilia Romagna Emanuele Burioni.

Si concretizza dunque l’idea di fare squadra unendo i punti di forza delle tre città emiliane, che si erano contese in finale (insieme ad altre sette concorrenti) l’ambita nomina. Soprattutto si mantiene la promessa che i sindaci si erano fatti a Roma subito dopo la presentazione alla Commissione giudicante: chiunque delle tre avesse vinto avrebbe collaborato con le altre due.

Questa mattina il sindaco Pizzarotti ha detto che «Stiamo mettendo in atto il modello presentato al momento della candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2020. Un modello che mette in relazione i nostri territori, sia a livello culturale che turistico. L’area vasta di cui facciamo parte, l’Emilia, la consideriamo una terra ricca di opportunità e di eccellenze. I presupposti per fare bene ci sono tutti: assieme a Reggio, Piacenza e la Regione Emilia Romagna lavoreremo per fare delle nostre province un unico polo attrattivo».

Della stessa idea il presidente Stefano Bonaccini: «Parma 2020 è un’occasione straordinaria per promuovere le grandi qualità della nostra Regione. Con il Sindaco Federico Pizzarotti abbiamo deciso di chiamare i Sindaci di Piacenza e Reggio Emilia, anche loro tra le città finaliste a Capitale della Cultura 2020, proprio perché Parma2020 offre una grande opportunità di promozione non solo alla sua provincia, ma a tutto il territorio emiliano. Ho garantito al Sindaco che la Regione farà la sua parte. Vogliamo stare dentro questo progetto perché ci sono idee straordinarie che metteremo a sistema».




L’assessore alla cultura di Parma: faremo in modo che gli effetti positivi si riverberino su Piacenza e Reggio

Sono passate solo poche ora dall’assegnazione del titolo di Capitale della Cultura Italiana 2020 a Parma. Il sindaco Pizzarotti, l’assessore alla cultura Michele Guerra e gli altri componenti della delegazione stanno rientrando in treno, dopo i primi brindisi e festeggiamenti romani.

Visto che lo scorso 8 febbraio, in occasione della presentazione dei dossier alla commissione i sindaci di Parma, Piacenza e Reggio Emilia avevano stretto una sorta di patto fra loro, promettendosi di “estendere” la vittoria anche alle città confinanti (tutte e tre socie di Destinazione Turistica Emilia) abbiamo contattato l’assessore Guerra per chiedergli se onoreranno questa “cambiale”.

Il suo telefono, come è prevedibile che sia, scotta per le tante telefonate di congratulazioni ricevute, ininterrottamente, dalle 11,30 di stamane.

Anche se da piacentini, in fondo, ci  costa un po’ farlo … innanzitutto congratulazioni assessore.

Grazie

A Piacenza, come in tutte le città “sconfitte” ovviamente si respira una sottile aria di delusione. Credete però di poter mantenere fede a quella promessa che avevate fatto durante le audizioni fra città emiliane ossia di coinvolgervi reciprocamente in caso di vittoria di una delle tre?

Sicuramente. Non solo l’ha ribadito oggi il sindaco Federico Pizzarotti subito dopo la proclamazione, ma l’ho detto io privatamente, al termine della cerimonia al sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri ed all’assessore Polledri. Questo ovviamente vale anche per Reggio Emilia. L’idea è di fare in modo che, essendo arrivato in Emilia questo importante riconoscimento ed essendoci “Destinazione Turistica Emilia” gli effetti riescano a riverberarsi anche sulle città vicine. E’ peraltro anche l’intenzione della Regione Emilia Romagna come è specificato nella nota stampa diramata subito dopo la vittoria; oltre a complimentarsi con Parma per la vittoria hanno sottolineato questo importante legame fra le tre città.

Concretamente quali crede che possano essere le ricadute sui territori limitrofi a Parma?

Innanzitutto credo che il flusso di persone che la Capitale della Cultura attrae, visto che le nostre realtà sono tutto sommato piccole, possa spargersi molto bene anche sulle città vicine.

E’ chiaro che dovremo fare in modo che, sia dal punto di vista della comunicazione sia dal punto di vista della condivisione di alcune linee di intervento (magari intrecciando i dossier che non conosciamo reciprocamente ma che potremo conoscere in questi due anni che ci separano dalla data) si sappia che oltre alla capitale della cultura, che è Parma, c’è un giro culturale più amplio che riguarda le tre città, Destinazione Emilia appunto, un nome molto connotato, molto forte e che esiste già.

Sgarbi in una recente visita alla salita del Pordenone aveva lasciato intendere che si sapeva già chi avrebbe vinto e che sareste stati voi di Parma. Aveva consigliato a Piacenza di ritirarsi dalla competizione perché  a suo giudizio “le città importanti non si devono candidare per queste iniziative, devono essere chiamate e coinvolte senza partecipare a selezioni”.

Quando Sgarbi è venuto a Parma ha detto cose simili ossia che dovevamo ritirarci perché fra le città in lizza Parma era già troppo capitale rispetto alle altre per cui non poteva accettare una competizione con città che – a suo dire – non meritavano di competere per quel titolo.  Non ricordo le parole esatte ma la “boutade era più o meno quella. In realtà ha continuato a ripetere a me ed a Pizzarotti di ritirarsi che non potevamo partecipare ad una competizione di quel genere. Ha avuto torto!

Noi sapevamo che era importante esserci non perché ci credessimo migliori di altre città. Tutte e dieci sono realtà splendide, lo abbiamo visto in questi mesi. Abbiamo voluto metterci in gioco perché è servito a fare comunità, a fare gruppo di lavoro.

Abbiamo già scritto a Sgarbi: visto che ci aveva detto “se perdete mi dovrete dare due culatelli, se vincete ve li do io, gli abbiamo subito fatto sapere che stiamo aspettando i culatelli.