Al Milestone i 5 migliori solisti jazz per il “Bettinardi” 2019

Sedici anni sono una bella età per qualsiasi manifestazione. Il Concorso Nazionale “Chicco Bettinardi” i suoi li porta splendidamente. Fin dalla nascita abbinato alla manifestazione Piacenza Jazz Fest, organizzato dal Piacenza Jazz Club, questo concorso mantiene alta la bandiera del jazz italiano e mette a disposizione risorse per scovare i giovani musicisti più talentuosi grazie al sostegno che non è mai venuto meno di Yamaha Music Europe GmbH – Branch Italy, ma soprattutto della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che dà corpo all’iniziativa. Le sezioni in cui è suddiviso il concorso sono tre, si parte come da tradizione dalla categoria dei solisti che si presenteranno durante la finale loro dedicata sabato 19 gennaio alle 21.30 al Milestone, la sede del Jazz Club, di via Emilia Parmense a Piacenza. Per accedere alle serate è necessaria come sempre la tessera Piacenza Jazz Club o Anspi, che si può comunque richiedere all’ingresso.
I finalisti sono stati accuratamente selezionati da una prestigiosa giuria di musicisti ed esperti del settore sulla base del materiale inviato dai partecipanti. Si tratta di cinque giovanissimi molto talentuosi di cui solo uno si aggiudicherà il premio più ambito, del valore di 1.300 euro e soprattutto l’ingaggio nel cartellone principale del Piacenza Jazz Fest del 2020, insieme ad artisti di caratura internazionale. Al secondo premio spetteranno 750 euro. A fine serata saranno resi noti i due solisti primi classificati, ma la graduatoria dei vincitori (primo e secondo posto) rimarrà top secret anche per i diretti interessati e sarà rivelata solo nel corso del Galà di premiazione, che si svolgerà presso lo Spazio Rotative domenica 7 aprile alle ore 18.00 a chiusura del Piacenza Jazz Fest 2019.

Tra i cinque finalisti sono stati selezionati ben quattro saxofonisti (due che suonano il contralto, uno il baritono e uno il tenore) e un vibrafonista. Il sax contralto è lo strumento di Vittorio Cuculo, venticinquenne proveniente da Roma che proporrà gli standard “Oleo” di Sonny Rollins, “’Round Midnight” di Thelonius Monk e “You’d be so nice to come to”, un brano scritto da Cole Porter che ha avuto innumerevoli interpretazioni, tra cui quella indimenticabile di Diane Keaton nel film Radio Days di Woody Allen.
Col suo sax baritono invece Andrea Iurianello, di 27 anni da Augusta, in provincia di Siracusa, presenterà “I’ll remember April” di G. De Paul, “What’s new” di Bob Haggart e uno dei classici di Richard Rodgers, l’aggraziata, dolce e romantica “Have you met Miss Jones”.
Il più giovane, un saxtenorista di 22 anni di nome Riccardo Sala di Biella suonerà un brano inciso da Pat Metheny all’inizio degli anni Ottanta dal titolo “Song for Bilbao”, scritta dal chitarrista per il pubblico della città spagnola, per passare agli anni Sessanta con “Central Park West” di John Coltrane e un brano della fine degli anni Venti, “Softly as in a morning sunrise” di Romberg-Hammerstein.
Il vibrafono è suonato dal sardo Jordan Corda, 24enne di Serrenti nella provincia del Medio Campidano, che si esibirà nei due standard “Herzog”, di un grande vibrafonista come Bobby Hutcherson, e nel delicato “Everything I love” di Cole Porter, oltre ad un brano originale da lui composto dal titolo “Morning Air”.
Sarà infine la volta dell’altro saxofono contralto, Giulio Ottanelli, 23enne proveniente da Firenze, che suonerà un brano ormai celeberrimo come “Willow Weep For Me”, che però fece fatica a imporsi quando fu scritto nei primissimi anni Trenta, forse perché composto da una donna, Ann Ronell, il passionale “The star-crossed lovers” di Billy Strayhorn e quel gioiello che richiede tecnica e solida preparazione che è “Lennie’s Pennies” di Lennie Tristano.
I finalisti vivranno l’emozione e l’onore di essere accompagnati dalle punte di diamante della giuria, tre big della scena jazz internazionale, quali Roberto Cipelli al pianoforte, Attilio Zanchi al contrabbasso e Massimo Manzi alla batteria.
La Giuria chiamata a valutare l’esecuzione dei musicisti, è presieduta dal maestro Giuseppe Parmigiani, saxofonista, compositore e arrangiatore, e composta inoltre da Fabio Bianchi del quotidiano “Libertà”, il critico musicale Aldo Gianolio e un esperto in musica afroamericana come il pianista Giuseppe “Jody” Borea.
Anche il pubblico del Milestone sarà chiamato ad esprimere a sua volta una preferenza, che al termine della serata determinerà l’assegnazione del “Premio del pubblico”, rappresentato da una targa offerta dagli organizzatori a simbolico riconoscimento del favore popolare.

Le finali del concorso proseguiranno al Milestone di Piacenza anche la prossima settimana: sabato 26 sempre alle ore 21.30 sarà la volta della Sezione B dedicata ai Gruppi mentre l’ultima dedicata ai Cantanti si terrà la sera di sabato 2 febbraio.  

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12 anni e non sentirli, il 12 gennaio è il compleanno del Milestone e il club festeggia

Dodici bellissimi anni sono passati da quel 12 e 13 gennaio del 2007 in cui si sono accese le luci sul palco di uno dei più longevi club piacentini. Sabato 12 gennaio 2019 alle ore 22:00, il Milestone di via Emilia Parmense 27 festeggia il suo dodicesimo compleanno. Sul palco il Renato Podestà Trio in “Foolish Little Dreams” con Renato Podestà alla chitarra, Gianluca Di Ienno all’organo Hammond e Roberto Lupo alla batteria. Il live club piacentino aprirà alle ore 21:00 e si potrà accedere con la tessera del Piacenza Jazz Club o Anspi, che può anche essere rilasciata all’ingresso del locale; il costo è di € 20/anno (€ 6 per gli under 30). Com’è consuetudine, prima del concerto si può cenare a prezzo fisso, esibendo la tessera, presso l’Osteria Antica Romea, a pochi passi dal Milestone, ma nella pausa del concerto verrà tagliata e offerta una grande torta di compleanno, mentre alla fine è prevista una festosa Jam Session.

Il primo lavoro discografico da leader di Renato Podestà arriva dopo dieci anni di frequentazione con questo trio, dieci anni in cui ha anche girato l’Europa e registrato sei album con la band “Sugarpie and the Candymen”. L’ispirazione vera per questo progetto discografico viene da un lungo viaggio negli Stati Uniti, una profonda immersione nella tradizione musicale di New Orleans e nella scena contemporary di New York. Questo dualismo si riflette nella scelta del repertorio e negli arrangiamenti, avventurosi, ma fortemente radicati nella storia del Jazz e in cui giocosità e complessità convivono felicemente.
Il formato dell’organ trio, oltre a essere un richiamo ad alcuni dei suoi ispiratori, come John Scofield e Peter Bernstein, rende possibile una grande libertà espressiva e comunicazione istantanea con i suoi compagni di gruppo, mantenendo sempre un suono pieno e groovy.
Gianluca Di Ienno è il perfetto partner per le sortite solistiche di Renato, col suo senso armonico e ritmico impeccabile, mentre il batterismo dinamico di Roberto Lupo (e la telepatia costruita in quasi mille concerti assieme) sospingono la musica in avanti senza sforzo.
Sul disco che ispira questo concerto si può ascoltare anche una traccia registrata in duo con Sandro Gibellini, “Exactly Like You”, nel cui testo ci sono le parole “foolish little dreams” (piccoli folli sogni); il “piccolo folle sogno” di Podestà è di trovare bellezza e significato in fonti musicali disparate come canzonette “syncopated” degli anni ’20, melodie bebop, arrangiamenti per big band e composizioni originali, infondendo loro una buona dose di groove di New Orleans e uno spericolato interplay. 

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Il dado è tratto, nasce il Comitato delle Associazioni Culturali a Piacenza

Prima riunione ieri sera al Milestone di via Musso per il Comitato delle Associazioni Culturali a Piacenza, un’occasione per uscire dal proprio “guscio”, per conoscere le realtà piacentine operanti in un settore che molti ritengono abbia bisogno di una defibrillata. Ecco quindi l’idea di essere un’ entità unica, anche per portare istanze all’amministrazione maggiormente impattanti.

Tutto partì dal basso, da una proposta di Gianni Azzali su Facebook (che noi di PiacenzaOnline abbiamo ripreso) che lanciò l’idea, e 25 associazioni di varia natura, dal fumetto alla musica passando per le arti figurative hanno raccolto con entusiasmo.

All’ordine del giorno molti punti hanno coinvolto i presenti: primo tra tutti quello delle Consulte, e della Consulta Cultura e Turismo nello specifico, uno strumento che ha funzionato solo a tratti, e che forse sarebbe più efficace se slegato dal collegamento col Turismo, divenendo Consulta delle Arti e Cultura. Altro obiettivo a lungo termine potrebbe essere quello della organizzazione degli Stati Generali della Cultura, idea che pesca nel passato di Piacenza, circa 30 anni fa. Si è discusso dei costi delle location per i vari eventi, spesso esorbitanti per alcune piccole realtà che hanno grandi capacità creative ma poca disponibilità economica, e che non sempre può essere sostenuta da fondi di privati. Ma si è parlato anche di comunicazione, del rapporto con i quotidiani locali, soprattutto con Libertà, e di come diffondere le iniziative del Comitato.

Come emerso durante la riunione, questa è un’occasione per fare una cosa che a Piacenza è stata messa in cantiere più volte a parole ma mai realizzata nei fatti: una collaborazione tra le persone, comunicando efficacemente col Comune. La condizione per partire è la condivisione e il supporto l’un l’altro. Il dado è stato tratto, ora è il momento di proseguire su questa strada.

Ecco l’elenco delle associazioni presenti alla serata:

Comitato 2 Piazze, Fai, Arte Musica, Cinemaniaci, Collettivo 21, Veg&Joy, BandaLarga, Progetto Musica, Microcosmos, Associazione Artù, Kabukista, Propaganda 1984, Cantiere Simon Weil, Concorto, Manicomics Teatro, Teatro Trieste 34, Epikurea, Famiglia Piasinteina, Laboratorio di Alberto Esse, Coro Polifonico Farnesiano, Le Stagnotte, Piacenza Music Pride, Officine della Musica, Ora Pro Comics, Crows Eventi, Piacenza Comics School, Museo della Poesia, Piacenza Jazz Club.

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Due stelle del firmamento jazzistico in concerto a Piacenza

Un’occasione da cogliere al volo per la prima data in coproduzione con Jazz Network – Crossroads, che offrirà la possibilità di assistere a un concerto di due grandi stelle del firmamento jazz internazionale. Il concerto, in stretta collaborazione con il Conservatorio “Nicolini” di Piacenza, si preannuncia già come un evento imperdibile per la bravura dei due protagonisti e l’alchimia che riescono a ricreare quando duettano. Da New York i due fuoriclasse Dave Douglas alla tromba e Uri Caine al pianoforte si esibiranno sabato 3 marzo alle 21.15 nel salone del Conservatorio “G. Nicolini” di via S. Siro a Piacenza nei brani del loro progetto “Present Joys”. Il festival piacentino, organizzato dall’associazione culturale Piacenza Jazz Club, che può vantare il patrocinio del MiBACT, vede il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Camera di Commercio di Piacenza, della Regione Emilia-Romagna, dei Comuni di Fiorenzuola e Salsomaggiore Terme e di alcune realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio. I biglietti per questo concerto sono acquistabili nei pomeriggi feriali dalle 15.30 alle 19.30 e al sabato mattina dalle 10.30 alle 12.30 presso la sede del Piacenza Jazz Club. E’ inoltre possibile prenotare il biglietto scrivendo una mail a biglietti@piacenzajazzclub.it.

Due musicisti di altissimo livello, entrambi acclamati come raffinati interpreti, entrambi forti di una felice carriera trentennale, si erano già incontrati numerose volte in diverse occasioni e in varie formazioni, ma è stato solo con “Present Joys”, che è anche il titolo di un album che raccoglie quest’esperienza, uscito nel 2014, che i due hanno deciso di dare vita a un lavoro comune che potesse valorizzare una collaborazione importante come la loro, fatta di amicizia, stima e complicità musicale. Insieme, i due fanno davvero scintille. Entrambi dotati di una padronanza tecnica sopraffina, di grande raffinatezza esecutiva e di un’intelligenza musicale portata all’innovazione e alla libera improvvisazione, riescono a spaziare tra i generi con molta fluidità, ma al contempo mantenendosi sempre in equilibrio con le melodie di riferimento. In questo caso si tratta di vecchi inni protestanti, scelti come loro voce guida.

I brani contenuti nell’album che verranno presentati anche nel corso di questo eccezionale concerto al Conservatorio Nicolini, sono infatti tutti ispirati alla “Sacred Harp”, la musica sacra corale della tradizione americana che a partire dalle comunità del New England già tra la fine del XVIII e la prima metà del XIX secolo si sviluppò poi via via anche nel resto degli Stati Uniti. Ad affiancare alcuni di questi inni che vengono cantati di solito “a cappella” durante le celebrazioni protestanti, vi sono altre composizioni dello stesso Douglas che ne riprendono le sonorità e ne mantengono l’ispirazione, pur se di gusto più contemporaneo.

Se pur è evidente il forte richiamo alla tradizione, è nella reinterpretazione in chiave jazz e attraverso l’improvvisazione e la sperimentazione che i due musicisti newyorkesi eccellono, offrendo il meglio di sé.

Dave Douglas, trombettista, compositore e docente, è stato ospite del Jazz Fest piacentino con una diversa formazione neglianni scorsi e si è meritato nell’arco della carriera numerosi e prestigiosi riconoscimenti: una Guggenheim Fellowship, un premio Aaron Copland e due nomination ai Grammy. Douglas ha sviluppato il suo lavoro in varie formazioni di cui è leader: il suo sestetto elettrico e il quintetto Sound Prints, di cui è contitolare con Joe Lovano. Negli ultimi anni ha ampliato la sua già notevole attività come compositore, aggiungendovi anche quella di organizzatore culturale.

Uri Caine, anch’egli “amico” del Piacenza Jazz Fest, inizia giovanissimo con Philly Joe Jones, Grover Washinton, Hank Mobley e più tardi, negli anni dell’università, con Freddie Hubbard, Joe Henderson, Lester Bowie. La svolta è il trasferimento dalla natale Philadelphia a New York. Con il terzo cd, dedicato a Mahler, inaugura la felice stagione di lettura in chiave jazz di alcuni compositori classici. La commistione jazz/classica ha in Caine un approccio particolarmente originale: suo scopo non è la reinterpretazione ma una vera e propria riscrittura di grandi compositori del passato quali Bach, Wagner, Beethoven o Schumann. Con le Variazioni Goldberg di Bach il pianista americano firma il suo indiscusso e più popolare capolavoro. La continua ricerca di Caine è l’occasione per il jazz di trovare nuovi sbocchi comunicativi, in sintonia con la musica contemporanea.

Masterclass con Uri Caine

Uri Caine, prima del suo concerto, alle ore 16.00 di sabato 3 marzo terrà una masterclass dedicata ai pianisti e musicisti tutti, ma gratuita e aperta a tutti, dove parlerà del suo stile e della sua tecnica esecutiva e compositiva, più in generale del rapporto con lo strumento che l’ha reso celebre in tutto il mondo: il pianoforte. Un’occasione rara per venire a stretto contatto con uno dei più brillanti musicisti del nostro tempo.
Per maggiori informazioni si consiglia di visitare il sito www.piacenzajazzfest.it o visitare la pagina Facebook del festival www.facebook.it/piacenzajazzfest. Per contatti si può scrivere alla mail a biglietti@piacenzajazzclub.it oppure telefonare allo 0523.579034 – 366.5373201




Piacenza Jazz Club: “apriamo un tavolo di lavoro con Comune e associazioni per valorizzare la cultura”

Prove tecniche di pace. Si potrebbe leggere così il comunicato che arriva oggi dal direttivo del Piacenza Jazz Club dopo le polemiche e gli scambi di comunicati dei giorni scorsi fra l’assessore Polledri e gli organizzatori del Piacenza Jazz Fest. A dare una mano per ricucire lo “strappo” potrebbe essere la Fondazione di Piacenza e Vigevano che ha ottimi rapporti sia con Palazzo Mercanti sia con il club jazzistico che ora propone (come si può leggere qui sotto) l’istituzione di un tavolo fra associazioni e Comune per valorizzare assieme quanto di buono c’è in città sul fronte della cultura .

“A fronte delle cifre emerse in questi giorni circa i finanziamenti che abbiamo ricevuto nel corso di tanti anni di storia in primo luogo dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e da altri enti, come la Regione Emilia-Romagna, teniamo a precisare che questo sostegno è il nostro motivo di vanto e di orgoglio.” Così si esprime il Consiglio direttivo del Piacenza Jazz Club a precisazione di quanto pubblicato in questi giorni. “Siamo profondamente grati alla Fondazione di Piacenza e Vigevano perché ha creduto fin da subito nel nostro progetto culturale e ci ha permesso di crescere nel tempo, diventando una vera eccellenza a livello nazionale.

Le nostre osservazioni dei giorni scorsi sono partite dalle dichiarazioni sulla “comprimibilità” degli eventi culturali e sulla loro valenza accessoria all’interno del Bilancio del Comune. Non potevamo accettare passivamente una valutazione del genere che, per noi che crediamo nella cultura è profondamente miope, dal momento che mostra di non comprendere la portata e i benefici di immagine e non solo, che i grandi eventi culturali e le associazioni tutte, possono dare al territorio, ma soprattutto l’arricchimento personale che riservano ai cittadini che lo vivono.

Auspichiamo che possa nascere un tavolo di lavoro che riunisca in Comune tutte le associazioni e gli enti no-profit che operano nel campo della cultura, per lavorare su delle strategie comuni volte alla valorizzazione dei nostri talenti e delle nostre ricchezze.




Spettacolo musico-teatrale a cura di Le Stagnotte e Piacenza Jazz Club per AISM

Dalla collaborazione tra il gruppo teatrale delle Stagnotte e l’associazione Piacenza Jazz Club nasce la voglia di raccontare cosa c’è dietro “Storyville”, tra gli appuntamenti più frizzanti e divertenti in cartellone per questa quindicesima edizione del Piacenza Jazz Fest.

Se c’è un quartiere dove il Jazz ha potuto muovere i primi passi e crescere è quello di Storyville a New Orleans. Nel 1896 il consigliere municipale Sidney Story promulgò un’ordinanza che circoscriveva l’esercizio della prostituzione in un quartiere di trentotto edifici vicino a Canal Street. Questo quartiere, battezzato dagli abitanti di New Orleans “Storyville” appunto, rappresentò la capitale del vizio di tutti gli Stati Uniti e le sue strade, prima fra tutte la leggendaria Basin Street (immortalata nel famoso “Basin Street Blues”), divennero presto un autentico paradiso per prostitute e malviventi. A Storyville si suonava ovunque, dai bar ai bordelli, nelle strade e nei negozi, oltre ovviamente alle sale da ballo e ai cabaret, come d’altronde succede ancora oggi in quella città unica al mondo che è  New Orleans!

Nasce da questa curiosità lo spettacolo “Storyville Club”, un susseguirsi di monologhi e musica, di cori e di coup-de-théâtre, che svelano agli spettatori un volto inedito dell’universo femminile. Ambientato negli anni ‘30 (il teatro permette di “strapazzare” la Storia cambiando date e tempi) in un classico bordello del quartiere, Storyville Club dipana storie e vicende delle sue ragazze, o, come venivano chiamate un tempo “le donne dell’amore”. Le parole scivolano sulle note jazz, si interrompono e lasciano spazio alla musica per creare un ensemble davvero unico. Uno spettacolo di donne ma non solo per le donne, anzi. Gli uomini, sempre presenti nella loro assenza, sono i veri protagonisti.

Chi è AISM Piacenza

L’AISM è l’acronimo di Associazione Italiana Sclerosi Multipla, malattia purtroppo molto diffusa. La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa demielinizzante, cioè con lesioni a carico del sistema nervoso centrale.

La malattia può esordire a ogni età della vita, ma è diagnosticata per lo più tra i 20 e i 40 anni e nelle donne, che risultano colpite in numero doppio rispetto agli uomini. Per frequenza è la seconda malattia neurologica nel giovane adulto e la prima di tipo infiammatorio cronico.

In questi ultimi anni la ricerca ha fatto grandi passi nel chiarire il modo con cui la malattia agisce, permettendo così di arrivare a una diagnosi e a un trattamento precoce che consentono alle persone che la contraggono, di mantenere una buona qualità di vita per molti anni. La Sclerosi Multipla è complessa e imprevedibile, ma non riduce l’aspettativa di vita; infatti, la vita media delle persone ammalate è paragonabile a quella della popolazione generale.

Anche a Piacenza esiste un’associazione AISM dove chi è colpito da questa malattia (e i propri famigliari) possono trovare risposte e sostegno. L’Associazione a Piacenza nasce nel 1995 e ad oggi conta circa 80 soci; l’attuale presidente è Daniela Reggiori, e il consiglio è formato da 7 membri, tra cui Daniela Reggiori stessa e Marina Ferrari, Francesca Salotti, Alessandro Lo Conte, Rosanna Bonamico, Laura Ferretti e Donata Rimonti.

L’AISM Piacenza è formata da volontari e si occupa per lo più del trasporto di persone affette dalla malattia, attività di benessere come Yoga e massaggi Shiatsu, fornendo un importante supporto e centro di informazioni per chiunque ne avesse bisogno.

La sede si trova in via Tramello 15, con ingresso carrabile in via Campagna 157, ma attualmente l’Associazione sta cercando una nuova struttura più grande.

Chi desiderasse fare donazioni per sostenere le attività e i costi di sede, può effettuare un bonifico bancario presso Banca di Piacenza  – Iban: IT44L0515612600CC0000023975

La compagnia teatrale “Le Stagnotte”

Si tratta di un gruppo teatrale di sole attrici fondato più di dieci anni fa. Si sono sempre cimentate in testi con una valenza sociale, anche se talvolta questi vengono affrontati con il sorriso. Non ci sono uomini nella nostra compagnia, ma son sempre loro, gli uomini, gli indiscussi protagonisti.

Maggiori informazioni sul sito: www.lestagnotte.it

La band

Le atmosfere jazz della più vecchia New Orleans, che poi si riassumono in quel modo particolare di suonare istintivo, capace di ricreare le piacevoli, calde e sensuali atmosfere del primo Jazz dei neri d’America, saranno ricreate dalla band che alla solida sezione ritmica tipica (piano-basso-batteria) affianca tromba e saxofono, i due strumenti da sempre “icona” della musica jazz.

Dalla collaborazione tra il gruppo teatrale delle Stagnotte e l’associazione Piacenza Jazz Club nasce la voglia di raccontare cosa c’è dietro “Storyville”, tra gli appuntamenti più frizzanti e divertenti in cartellone per questa quindicesima edizione del Piacenza Jazz Fest.

Se c’è un quartiere dove il Jazz ha potuto muovere i primi passi e crescere è quello di Storyville a New Orleans. Nel 1896 il consigliere municipale Sidney Story promulgò un’ordinanza che circoscriveva l’esercizio della prostituzione in un quartiere di trentotto edifici vicino a Canal Street. Questo quartiere, battezzato dagli abitanti di New Orleans “Storyville” appunto, rappresentò la capitale del vizio di tutti gli Stati Uniti e le sue strade, prima fra tutte la leggendaria Basin Street (immortalata nel famoso “Basin Street Blues”), divennero presto un autentico paradiso per prostitute e malviventi. A Storyville si suonava ovunque, dai bar ai bordelli, nelle strade e nei negozi, oltre ovviamente alle sale da ballo e ai cabaret, come d’altronde succede ancora oggi in quella città unica al mondo che è  New Orleans!

Lo spettacolo “Storyville Club”     

Nasce da questa curiosità lo spettacolo “Storyville Club”, un susseguirsi di monologhi e musica, di cori e di coup-de-théâtre, che svelano agli spettatori un volto inedito dell’universo femminile. Ambientato negli anni ‘30 (il teatro permette di “strapazzare” la Storia cambiando date e tempi) in un classico bordello del quartiere, Storyville Club dipana storie e vicende delle sue ragazze, o, come venivano chiamate un tempo “le donne dell’amore”. Le parole scivolano sulle note jazz, si interrompono e lasciano spazio alla musica per creare un ensemble davvero unico. Uno spettacolo di donne ma non solo per le donne, anzi. Gli uomini, sempre presenti nella loro assenza, sono i veri protagonisti.

Le attrici:

Giorgia Demaldè, Elisa Fantinati, Luisa Guida, Sara Iardino, Sara Marenghi, Tania Minichelli,  Giovanna Proia, Manuela Schiavi, Marisa Sogni, Miriam Stefanoni.

I musicisti:

Gianni Azzali (sax), Gianni Satta (tromba), Stefano Caniato (pianoforte), Mauro Sereno (contrabbasso) e Luca Mezzadri (batteria)

Regia: Cristina Spelta

Trucco e parrucco: On-Stage Piacenza – DTJ Rivergaro (PC)

Per informazioni:Le Stagnotte -info@lestagnotte.it – www.lestagnotte.it  – fb: Le stagnotte gruppo teatrale

Piacenza Jazz Club .www.piacenzajazzfest.it  www.facebook.it/piacenzajazzfest




Sold out per Traattori e Jazzisti al Milestone

Domenica 26 novembre al Milestone si è tenuta la prima del nuovo progetto teatrale di improvvisazione Free – Improv Theatre & Jazz che vede la simbiosi di Piacenza Jazz Club e dell’associazione culturale Traattori.

Una formula innovativa, che si compiace della commistione tra l’improvvisazione musicale tipica del jazz, grazie alle musiche di Luca Mezzadri, Alessandro Bertozzi, Gianni Azzali e Gianni Satta, e il suo corrispettivo teatrale, sostenuto dagli attori Tiziano Storti, Marcello Savi e Leonardo Cagnolati.

La chiave di questo spettacolo è stata l’assenza di drammaturgia: sia il versante musicale sia quello teatrale hanno attinto la propria verve creativa da reciproci scambi di battute, innescate l’una dall’altra, senza copioni o spartiti preimpostati. La musica ha seguito naturalmente lo scambio, perlopiù in veste rafforzativa della direzione comica presa dalla scena, e il pubblico si è affermato come quarto attore, chiamato a intervenire e a dare il proprio contributo attivo all’interno della mise en scene.

L’associazione culturale Traattori è una compagnia di improvvisazione teatrale parmense che vede la luce nel 2008; oltre all’organizzazione di spettacoli insegna l’arte dell’improvvisazione attraverso lezioni, aventi sede al Teatro Trieste 34, e contribuendo alla formazione di due altre compagnie teatrali.

L’affluenza è stata copiosa: la prima ha registrato un sold out, con una partecipazione attiva e divertita del pubblico, che è riuscito a gustarsi la bellezza del jazz, per una volta privata della sua componente blue, unita alla spontaneità dell’improvvisazione.