Da Jus e(s)t Ars a Custos, arte e diritto assieme in una mostra in Cattolica

In due mondi apparentemente distanti come possono esserlo arte e giurisprudenza possono convergere analogie, come è il caso delle miniature, che raffiguravano in modo semplice le norme che avevano valenza giuridica. La mostra “Da Jus E(s)t Ars a Custos” è questo e molto altro, come hanno spiegato ieri in Cattolica il prof. Chizzoniti, docente di diritto ecclesiastico presso la stessa Università, il vescovo Gianni Ambrosio, Cecilia de Carli, docente di Scienze della Formazione all’Università Cattolica di Milano, don Roberto Maier, docente di Teologia presso l’Università di via Emilia Parmense e il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri.

Il vescovo Gianni Ambrosio ha evidenziato come “il diritto ha la missione di rendere la vita disponibile per tutti, perché la vita diventi godibile per tutti. Una certa forma è necessaria per essere apprezzata. L’arte aiuta il diritto, che da solo è inadeguato a descrivere il mistero della vita, in cui convergono sentimenti che non possono essere accolti in uno spazio giuridico”. “C’è un forte bisogno di tramandare – ha proseguito -, perché non venga meno ciò che è stato. Ho avuto il piacere di comprendere questo fatto nel pellegrinaggio fatto recentemente in Armenia, dove la lingua è tramandata e custodita con cura”.

“Possiamo declinare il senso dell’arte dall’analogico al digitale – ha sottolineato Chizzoniti -, ponendo come base dell’analisi 3 parole fondamentali: parole, contesto, senso. C’è qualcosa di più della tensione a contenuti etici. Piacenza è un luogo pieno di ricchezze non solo a livello locale o nazionale, ma internazionale”. Soffermandosi poi sull’opera “Poetario Blu” di Giorgio Milani e poi sul “Concerto muto” di Laura Pitscheider ha sottolineato come sia possibile “creare un percorso identitario per chi si avvia all’arte dl diritto attraverso espressioni artistiche che mettono in comunicazione piani disallineati, che possa mostrare anche un’analisi spaziale. Un itinerario di 9 tappe dedicato a chi, come gli studenti dell’Università, si accosta alla Giurisprudenza”.

Un legame, quello tra gli studenti, l’Università e il territorio rimarcato anche nelle parole del sindaco Barbieri. “Chi frequenta i locali dell’Università come studente può trarre grandi spunti. Noi abbiamo la fortuna di avere un vescovo che ha concesso grandi doni alla città di Piacenza (come il Guercino e la mostra sui Misteri della Cattedrale), e l’Università Cattolica organizzando questi eventi lega ancora di più il proprio nome accademico al territorio. È una realtà, quella universitaria che prometto di sostenere sempre più in futuro”.

La mostra “Ius e(s)t Ars. Un itinerario tra arte e diritto” allestita in Università Cattolica raccoglie numerose opere di artisti contemporanei, tra maestri affermati (Giovanni Campus, Osvaldo e Valdi Spagnulo, i citati Giorgio Milani e Laura Pitscheider, Elena Pugliese) e giovani emergenti (Benito Ligotti, Elena Canavese).

Cecilia de Carli ha sottolineato l’importanza di collocare la mostra in un luogo “vissuto”. “Questo tipo di consapevolezza credo possa essere una pista importante da seguire. La contemporaneità ci porta ad essere in difficoltà, senza riferimenti precisi. Le norme ci aiutano, regolano il passato, il presente ed il futuro”.

Maier ha improntato la sua analisi sulle opere: “Che cosa rimane per giudicare un’opera? La nobiltà del gesto, la sua semplicità e la precisione. Nobiltà che può essere declinata in tecnica e capacità narrativa. Nella costruzione di questo percorso è stato creato un tessuto artistico tra varie realtà che è stato molto bello, ci siamo appassionati molto”.

In conclusione di convegno, i presnti si sono recati alla visita di “Custos” all’interno della Cattedrale di Piacenza. Manuel Ferrari ha illustrato i codici presenti assiem a Carlo Francou. 

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Da Castello voci contrarie alla costruzione di un nuovo ospedale a Piacenza

Dopo le tante voci che, in questi giorni, si sono espresse a favore della costruzione di un nuovo ospedale a Piacenza (anche se non alla ex-Pertite, soluzione invisa ai più) arriva anche un’opinione che va in senso assolutamente contrario. E’ quella di Angelo Boledi, segretario del MOVIMENTO POLITICO SECESSIO PLEBIS e già esponente di spicco della Lega di Castel San Giovanni, poi entrato in collisione con il partito di Salvini.

Bolledi da tempo va denunciando il depotenziamento dell’ospedale di Castello e vede quindi l’idea di un nuovo, costoso ospedale a Piacenza come fumo negli occhi e lo ribadisce nel comunicato che pubblichiamo di seguito.

«Da una parte la Regione col suo governatore Bonaccini, che trasmette alla periferia del feudo elettorale l’editto per la costruzione del nuovo ospedale a Piacenza.

Mai contrastato se non, anzi, spalleggiato dai locai politici piacentini che gli elettori nelle ultime due tornate di elezioni, amministrative e di camera e senato, avevano eletto con una maggioranza contraria a quella della giunta regionale. Probabilmente spinti anche dal bisogno di essere tutelati su un tema primario come la sanità pubblica. Tutti quanti oggi spalleggiati dal Gotha imprenditoriale che evidentemente ed in modo legittimo è interessato al business ed ai bei soldoni che certamente smuoverà la costruzione del nuovo ospedale. A prescindere però, dalle ricadute che si potranno generare o meno sulla salute pubblica piacentina.

Ecco quindi costituirsi per l’occorrenza anche un nuovo comitato sedicente provinciale di “saggi” altolocati. Ma chisseneimporta! tanto lorsignori politici ed imprenditori ed amici altolocati, in caso di bisogno, godono di tutte le risorse economiche necessarie per andarsi a curare ovunque si trovi la miglior cura. A tutti loro, politici, imprenditori e compagnia cantante, interessano soprattutto i cento milioni di euro promessi dalla regione ed i rimanenti cento, della ASL piacentina (da prendere a prestito dalle banche?) sempre a carico dei contribuenti!. Noi, invece, temiamo che non saranno sufficienti a coprire il costo totale del nuovo ospedale che, stimiamo, potrà superare i trecentocinquanta milioni, se non si vorrà ridurre la capienza rispetto all’attuale. O, peggio, se non si vorrà portarlo all’ inaugurazione incompleto, finito solo parzialmente, come il nuovo padiglione a Castel San Giovanni costato più di un milione di euro e lasciato per metà al rustico (per esaurimento dei fondi?).

 Dall’altra parte la gente, noi, normali cittadini, senza livree, senza troppi titoli accademici od incarichi ridondanti, dotata soltanto di buonsenso…. e di bisogni! Noi, la Plebe, che necessita, per le proprie cure, di presidi di sanità pubblica efficiente, di qualità e il più vicino possibile al proprio ambiente di vita. Se un benestante per un esame, una visita, un controllo deve recarsi dalla provincia a Piacenza, prende l’auto e va. Ma un anziano di minima pensione e che vive da solo, deve prendere il bus che, se arriva con 15 minuti di ritardo, gli fa trovare chiuso l’ambulatorio e deve ritornare un’altra volta…e magari non torna.

Secondo voi tra quindici o vent’anni con la disoccupazione galoppante, il lavoro precario, saltuario e gli stipendi sottopagati, la popolazione sarà costituita più da benestanti o da persone sole ed indigenti?

I nostri predecessori (Giuseppe Verdi tra i più illustri) ebbero il buon senso di dotare ciascuno dei vari comprensori piacentini del proprio ospedale, che furono sette. Noi, oggi, pur rifiutando fermamente ogni accusa di passatismo, perché sappiamo che la scienza avanza, ecc., ecc. e bla, bla, bla, e quindi ne siamo pienamente convinti!, noi sosteniamo che invece di creare una cattedrale nel deserto ad uso e consumo degli amici del mattone e col patto del tortellino, bisognerebbe dotare le strutture esistenti di quelle modernità che possano garantire alla sanità pubblica piacentina un concreto ed attuabile futuro, (come in parte di recente già realizzate, avendo impegnato somme molto cospicue di denaro pubblico).

Siamo convinti altresì che la nostra diversa impostazione porterebbe a risparmi rilevanti di denaro pubblico che si potrebbero dedicare all’assunzione di personale specialistico che oggi risulta in fuga dalla ASL piacentina, in netta contrapposizione con la pletora di medici che non perdono occasione di sostenerne pedissequamente ed in modo acritico i progetti in corso (in cambio di qualche favore?).

Intanto si dibatte sul luogo dove farlo sorgere, mentre quasi nessuno ragiona sulla necessità o no di un nuovo ospedale a Piacenza. Nel frattempo, vediamo gli ospedali esistenti chiudere, trasformati in ospedale di comunità, in presidi di altra specializzazione e depotenziati. Nonostante la loro buona funzionalità garantita dalla professionalità dei propri medici, del personale tutto e dagli ingenti investimenti di denaro pubblico appena effettuati sulle strutture. Si vuol buttare il tutto alle ortiche per cambiare cosa?

A noi risulta incomprensibile il perché! dato altresì che nessuno, proprio nessuno è venuto a spiegarci quali servizi dovrà contenere il nuovo ospedale e per quali cure.

Dateci delle ragioni concrete e plausibili per convincerci. In caso contrario continueremo a pensare che, ieri come oggi …. è la solita lotta tra patrizi e plebei, SECESSIO PLEBIS! (492-3 A.C./ 2018).

Angelo Boledi, segretario MPSP»




Sgarbi, a Palazzo Galli, ricorda il professor Ferdinando Arisi

E’ arrivato direttamente dalla Spagna e per la precisione Madrid dove al Museo del Prado ha partecipato all’inaugurazione della mostra “Ritratti” di Lorenzo Lotto. Vittorio Sgarbi è approdato in auto davanti a Palazzo Galli.

Un attimo per rassettarsi, infilare la cravatta e poi ha raccolto il benvenuto degli amici piacentini ed in particolare dell’avvocato Corrado Sforza Fogliani. Insieme hanno visitato brevemente le mostre in corso nello spazio espositivo della Banca e poi si sono presentati davanti al pubblico numerosissimo accorso ad ascoltarlo (centinaia gli intervenuti, ospitati nella Sale Panini, Verdi e Corsi, queste ultime video collegate).

Il critico d’arte, a Piacenza per ricordare la figura di Ferdinando Arisi è partito subito con una esortazione: «Spero che l’Amministrazione comunale e la Banca di Piacenza vogliano chiudere il percorso di una vita operosa come quella di Arisi dedicandogli una bella monografia sul pittore Gaspare Landi».

Quella di oggi era  la quinta edizione della “Giornata Arisi” e si è svolta, questo pomeriggio, a Palazzo Galli. Tema dell’incontro il camminamento degli artisti (che il professor Ferdinando utilizzava per portare gli alunni dell’Istituto Gazzola a studiare la prospettiva degli affreschi di Antonio de’ Sacchis), Santa Maria di Campagna (basilica che amava particolarmente) e il Pordenone.

Sgarbi – salutato dal presidente del Comitato esecutivo della Banca Corrado Sforza Fogliani che ha sottolineato la grande amicizia del critico d’arte per Piacenza e per Arisi – ha spiegato il ruolo dei critici d’arte nel mettere in evidenza gli artisti della cosiddetta Padanìa, allo scopo di dimostrare che l’arte non era solo quella toscana, citando Roberto Longhi, Francesco Arcangeli («il mio maestro»), Arturo Carlo Quintavalle. «Quello che hanno fatto Longhi a Ferrara, Quintavalle a Parma, Arisi lo ha fatto qui», ha affermato Vittorio Sgarbi aggiungendo che a Piacenza «l’arte è Arisi». Nel senso che senza la sua opera non si sarebbero conosciuti artisti del calibro di Felice Boselli e del vedutista Gian Paolo Panini, di cui ha lasciato importanti monografie. «C’è un terzo pittore – ha proseguito Sgarbi – che Ferdinando Arisi ha scoperto e valorizzato: Gaspare Landi, forse più importante di Boselli e Panini, un autore di dimensioni universali che si ispirava al Canova. Nel 2004 grazie alla Banca di Piacenza si è organizzata una grande mostra poi replicata a Roma a palazzo Montecitorio, di cui restano due cataloghi importanti, ma manca una vera e propria monografia».

Il critico d’arte ha quindi mostrato alcune opere del Landi scoperte di recente: lo studio finito per l’episodio di Gesù fra i dottori del tempio dei Musei civici di Palazzo Farnese a Piacenza, un grande bozzetto per una “turcheria” proto-orientalista in relazione con il dipinto del Museo nazionale di Capodimonte (Harun al-Rashid nella sua tenda con i sapienti d’Oriente). «Due begli esempi di pittura neaclassica», ha commentato Sgarbi che ha citato anche altre importanti opere del Landi (una Venere del 1817-17 che si trova al museo di Budapest, due autoritratti del Canova che dimostrano l’amicizia e l’ammirazione che il pittore piacentino aveva per il massimo esponente del neoclassicismo e Pittura che piange sull’urna di Raffaello conservata alla Pinacoteca ambrosiana a Milano).

Nel corso della giornata di studi sono quindi intervenuti Laura Bonfanti (che si è soffermata su alcuni aspetti trattati da Ferdinando Arisi nel libro scritto a quattro mani con la figlia Raffaella, nel 1983, sulla storia di Santa Maria di Campagna), Robert Gionelli (che ha trattato delle firme di artisti e studenti sulle colonne della cupola di Santa Maria di Campagna, dallo stesso individuate insieme a Carlo Omini dopo il primo nucleo scoperto da Attilio Rapetti tra il 1939 e il 1840: in totale ora sono 80 le firme censite) e Roberto Tagliaferri (che ha illustrato la ricerca compiuta su alcuni artisti piacentini che hanno lasciato la loro testimonianza in Cupola e la mappa da lui stesso realizzata per indicare esattamente dove si trovano le firme scoperte).

La giornata piacentina di Vittorio Sgarbi – dopo un passaggio in Santa Maria di Campagna – si è conclusa ad Albarola, dove il Rotary Piacenza Farnese gli ha consegnato la tessera di socio onorario e la “Paul Harris Fellow”, la massima onorificenza rotariana.




Manifestazione giornalisti a Parma e Bologna, il sindaco Barbieri: “Auspico una soluzione per i precari”

Anche il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri, a seguito delle manifestazioni che si sono tenute in giornata a Bologna e a Parma dalle associazioni di categoria dei giornalisti, si augura che possa essere trovata una soluzione per i tanti operatori dell’informazione precari che svolgono un importante ruolo nei vari settori giornalistici, di fatto lavorando a tempo pieno pur percependo indennità minime: “Mi auguro – commenta il primo cittadino – che anche i giornalisti precari, la cui importanza è rilevante nell’informazione, abbiano diritti e garanzie. La difficile condizione lavorativa di giornalisti parasubordinati, rischia infatti di riflettersi sulla qualità dell’informazione”. Patrizia Barbieri auspica che si possa pervenire a una soluzione per i precari dell’informazione, “con un trattamento economico in linea con la quantità e qualità del lavoro svolto”. 

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Sopralluogo della vice presidente della Provincia Calza per la fine dei lavori sulla Tangenziale SP1

Si è svolto, oggi, un sopralluogo in corrispondenza del bivio tra la Tangenziale S.P. 1 e la Strada Comunale Rio Chiappone, nel territorio dei Comune di Piacenza poco prima di SanNicolò, da parte della Vice-Presidente della Provincia Patrizia Calza e dell’ing. Stefano Pozzoli, dirigente del servizio “Viabilità, Edilizia e Servizi tecnologici”, per verificare la conclusione dei lavori di riqualificazione dell’intersezione tra le suddette strade.

L’intervento, finalizzato al miglioramento della sicurezza della circolazione, ha comportato un investimento di €170.000,00 interamente messi a disposizione dalla Provincia. L’intersezione, già esistente, è stata riqualificata con la realizzazione di isole spartitraffico in rilievo, ampliamento delle sezioni delle corsie di immisione e di uscita, realizzazione di un impianto di illuminazione e di segnaletica luminosa lampeggiante di colore giallo per evidenziare meglio l’intersezione stessa anche in condizioni di scarsa visibilità.

Soddisfazione è stata espressa dalla Vice Presidente Patrizia Calza, che ha sottolineato che sebbene l’interseazinone fosse già esistente e segnalata, la sua non ottimale percepibilità comportava potenziali problemi di sicurezza per l’utenza.

Ora l’intersezione è decisamente più visibile e la presenza delle isole spartitraffico in rilievo impedisce manovre di sorpasso azzardate e pericolose da parte di conducenti indisciplinati, consentendo l’immissione in condizioni di sicurezza dei veicoli diretti verso il Ponte Palladini e verso la città.




Wild Meg and the Mellow Cats per la rassegna “Bala cui Ratt”

Grazie alla rinnovata collaborazione artistica tra il festival Dal Mississippi al Po e l’attivo Muntà di Ratt di Via Mazzini a Piacenza, la rassegna Bala cui Ratt prosegue nel suo terzo appuntamento consecutivo ospitando gli energici Wild Meg and the Mellow Cats.

Giovedì 21 giugno, a partire dalle ore 21.30, la Muntà di Ratt sarà teatro dell’elettrizzante concerto dei Wild Meg and the Mellow Cats, dalle sonorità tipiche del jump blues. A metà tra Rhythm & Blues e Rock & Roll, Il gruppo propone uno show dinamico, ironico e coinvolgente con un repertorio ricercato e accattivante ispirato ai grandi nomi del vecchio blues marchiato anni 1940’s & 1950’s.
Il progetto nasce dall’incontro del contrabbassita Matteo Ghost Cominetti, noto musicista all’ interno del panorama Rockabilly, appassionato di musica  Honky Tonk (fondatore dei Dragon Rock’n’Roll con cui nel 2008 apre il concerto degli Stray Cats, nel 2010 suona per Radio Virgin e per Dj Fontana – primo batterista di Elvis Presley), del sassofonista Marco Diana e dell’eclettico chitarrista blues Alberto Bregoli, già membro di diverse formazioni del circuito blues milanese.
I tre coinvolgono alla voce Meg, cantante blues con la quale Alberto collabora dal 2010 nella MegBlueZband.

Guidati da Meg, voce e anima della band, la quale vanta una significativa collaborazione con l’apprezzato bluesman italiano Angelo Leadbelly Rossi e la partecipazione a numerosi festival blues con la sua MegBlueZband, i Wild Meg and the Mellow Cats  si ispirano ai i vecchi stili e al sound delle Big Band jazz degli anni quaranta, combinando ritmi boogie-woogie e beat incalzanti su testi umoristici e giocosi, pensati appositamente per far ballare il pubblico. Ruth Brown, LaVern Baker, Big Maybelle sono solo alcuni dei nomi che divennero popolari nelle sale da ballo nere dell’epoca e che, ancora oggi, costituiscono modelli di riferimento per i Wild Meg and the Mellow Cats.

Scorched! è il titolo del loro primo album, autoprodotto con la supervisione dell’Associazione Blues Made in Italy, ed è un “tributo appassionato ad un mondo lontano ed affascinante nel quale la good-time music regnava padrona”, secondo quanto recitano le note di copertina. La musica jump blues, particolarmente apprezzata per il ritmo il susseguirsi di domande e risposte tra voce e fiati, costituisce il filo rosso del disco che, a sua volta, vuole risultare una ventata di freschezza e leggerezza all’orecchio dell’ascoltatore.

Si ricordano i futuri appuntamenti delle rassegne Bala cui Ratt e Notte blues sul Po che vedranno protagonisti rispettivamente Lou Tapage, giovedì 5 luglio al Muntà di Ratt di Piacenza e la Mauro Sbuttoni band, il 29 giugno, al circolo A.R.C.I Amici del Po presso Monticelli D’Ongina.




Mercoledì chiusa l’anagrafe di Piacenza per collegamento allla banca dati nazionale

Si ricorda che mercoledì 20 giugno, per consentire il passaggio dell’Anagrafe comunale al sistema Anpr (Anagrafe nazionale della popolazione residente), dalle 10 alle 13.30, orario di chiusura degli sportelli polifunzionali di viale Beverora 57, non sarà possibile usufruire dei servizi quali rilascio di certificati, carte d’identità e cambio di residenza.

Il punto Quic resterà comunque operativo per tutte le pratiche non anagrafiche e già dal giorno successivo, limitando al massimo i disagi per l’utenza, l’attività tornerà a pieno regime, salvo eventuali problemi tecnici dovuti all’erogazione del servizio a livello nazionale.

Piacenza sarà quindi uno dei primi Comuni capoluogo a entrare nel sistema della banca dati nazionale unica in cui confluiranno, progressivamente, le anagrafi di tutte le municipalità italiane, incrementando l’efficienza sia per gli uffici competenti, che avranno un punto di riferimento univoco, sia per i gestori di pubblici servizi. Per i cittadini, ciò comporterà la possibilità di richiedere certificati anagrafici in tutti i Comuni, procedure più semplici e rapide per il cambio di residenza e, a breve, l’ottenimento di certificati accedendo a un portale unico.




Si cerca sessantenne disperso sulle montagne di Ottone da quattro giorni

Da ieri pomeriggio (domenica 17 Giugno) i tecnici del Soccorso Alpino sono alla ricerca di un uomo sessantenne residente a Piacenza che si pensa essere disperso nel comune di Ottone, nella porzione di Appennino Piacentino confinante con la provincia di Pavia. Ad allertare i soccorsi è stata la Prefettura dopo che i parenti, non avendo più sue notizie, hanno segnalato la sua scomparsa. L’uomo è infatti era partito da Piacenza con mezzi pubblici lo scorso 14 Giugno, arrivando fino ad  Ottone, forse con l’intenzione di raggiungere a piedi il vicino Passo del Brallo. Oltre al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico si sono mobilitati anche i Vigili del Fuoco,  i Carabinieri e la Protezione Civile. Nella giornata di ieri le ricerche hanno avuto esito negativo, e questa mattina – con campo base a Ottone – sono riprese. Nella scorsa notte inoltre, i tecnici del Soccorso Alpino piacentino sono stati allertati per un altro intervento in loc. Bosco (Travo), per una persona infortunata; fortunatamente i mezzi sanitari sono riusciti a rintracciare e trasportare il ferito senza particolari problemi e le squadre del SAER sono rientrate. Per il Soccorso Alpino di Piacenza, si registrano quattro interventi negli ultimi quattro giorni.

 

 




Gloria Zanardi dice si al nuovo ospedale, ma non alla Pertite

Nuova pressa di posizione da parte di un esponente politico con riguardo al possibile nuovo ospedale di Piacenza e all’area dove potrebbe essere costruito. Anche il consigliere Gloria Zanardi, con un comunicato si dice contraria alla collocazione nell’area ex-Pertite.

«Le criticità dell’attuale ospedale – scrive la Zanardi – sono evidenti e incidono negativamente sulla gestione, la cura dei pazienti e l’organizzazione da parte dei professionisti, come confermato da tutti gli operatori sanitari che quotidianamente riscontrano i problemi concreti. Per realizzare il nuovo ci vorranno almeno 10 anni e le condizioni non miglioreranno.

Il nuovo ospedale è un’opportunità e un’esigenza per la nostra comunità.

La Regione ha confermato l’impegno del finanziamento a prescindere dalla scelta dell’area.

A questo punto occorre individuare l’area. Nonostante le dichiarazioni dell’assessore regionale Venturi facessero percepire una sottile forzatura, credo che sia diritto e dovere della città, dunque dei propri rappresentanti, decidere dove realizzare il nuovo nosocomio.

Mi sto ancora chiedendo perché l’area ex Pertite sia ancora ancora sul piatto.

Il 12 e 13 giugno 2011 è stato un indetto a Piacenza un referendum consultivo della popolazione per comprendere quale fosse la destinazione che i Piacentini volevano per quell’area. Il risultato del referendum è stato inequivocabile. Vero è che non è stato raggiunto il quorum, ma non si può sottovalutare il fatto che 30.237 piacentini, un cittadino su tre, abbiano votato e quasi tutti a favore della destinazione a parco pubblico della ex Pertite.

In data 10 aprile 2017 il Consiglio Comunale, a maggioranza e trasversalmente, votava la delibera con la quale si determinava la destinazione a verde pubblico (non attrezzato) dell’area.

Il sindaco Barbieri, durante la campagna elettorale, è stata chiara nell’affermare che l’ex Pertite non sarebbe rientrata nel novero delle aree su cui costruire il nuovo ospedale. Coerentemente con quanto dichiarato allora, il sindaco ha ribadito e riaffermato tale impegno anche nell’ultimo consiglio comunale.

Le aree pubbliche non sono gli unici siti possibili per la realizzazione del nuovo ospedale. Il Tavolo di confronto comunale e Ausl hanno già preso in considerazione due aree private e promuovendo una eventuale procedura di evidenza pubblica per la raccolta di altre possibili candidature sul mercato immobiliare le possibilità potrebbero ampliarsi. Per coerenza, nell’interesse pubblico e perché ci credo, ribadisco la necessità di realizzare il nuovo ospedale ed il fermo NO, senza se e senza ma, all’utilizzo dell’area Pertite per la sua costruzione. La Pertite deve diventare parco pubblico (con una bonifica, come promesso dal Demanio, a prescindere dalla destinazione)».




Murelli e Pisani: “Ospedale, no all’ex Pertite. Lasciamo l’area verde”

«Siamo favorevoli al nuovo ospedale, se è veramente necessario, ma si individui presto un’area. Nonostante il presidente Bonaccini dica che la scelta spetti al Comune di Piacenza, noi ribadiamo che l’area della ex Pertite non è quella adatta, come ha sottolineato la segreteria provinciale della Lega. Per quanto riguarda i 200 milioni necessari, suggeriamo al governatore di mettersi d’accordo con il suo assessore alla Salute, Sergio Venturi e anche con il direttore dell’Asl, Baldino».

Lo affermano i parlamentari della Lega, la deputata Elena Murelli e il senatore Pietro Pisani.

«Riteniamo sia corretto – continuano i due esponenti del Carroccio – lasciare una grande area verde nella zona sud ovest della città, anche per il futuro sviluppo dell’ospedale stesso. Vogliamo evitare di ricominciare tutto da capo, con tutti i problemi che causa un ospedale costruito in centro città. Murelli e Pisani, infine, avvertono di «non depotenziare gli altri distretti sanitari della provincia, a partire da Castel San Giovanni. Se Bonaccini afferma che sono necessari i nosocomi di Piacenza e Cesena, ci auguriamo che il risultato non sia quello visto per l’ospedale di Fiorenzuola che prima è stato abbattutto, poi sono cominciati i nuovi lavori, oggi arenati, senza sapere più se si arriverà alla fine o meno».

Sulla vicenda e sulla dichiarazione rilasciata quest’oggi dal presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ospite a Piacenza, è intervenuto anche il consigliere regionale Matteo Rancan, sempre della Lega.

«Bonaccini faccia chiarezza sulle risorse che la Regione intende destinare per la realizzazione del nuovo ospedale di Piacenza e, nel caso in cui non fossero 200 o 230 i milioni da stanziare, sappia che una decurtazione delle risorse suonerebbe come l’ennesima presa in giro per il territorio piacentino».

«Bonaccini – attacca l’esponente del Carroccio – ha provato a smorzare in modo maldestro una preoccupazione sentita da tutti i cittadini e gli amministratori del Piacentino, chiarendo che la decisione sull’area da individuare spetta all’amministrazione del capoluogo provinciale e inoltre che nessun rappresentante regionale ha mai parlato di un investimento così come riportato dalla stampa locale. Eppure, al presidente sfugge che il suo direttore dell’Azienda Usldi Piacenza, Luca Baldino, ha enunciato in più occasioni finanziamenti regionali pari a 200 e 230 milioni di euro. I casi sono due: o Bonaccini non sa quello che dice uno dei propri dirigenti Ausl, ed è grave, oppure le affermazioni di Baldino erano concordate con i vertici regionali, che poi hanno ritrattato ribassando l’entità dell’investimento».

Chiarimenti, quelli invocati da Rancan, per evitare «ulteriori raggiri a danno dei piacentini» come quelli avvenuti negli ultimi anni. «L’azienda Usl, Baldino stesso e l’amministrazione regionale – insiste il consigliere – hanno creato molta confusione riguardo alla sanità e operato scelte svantaggiose per i piacentini, strenuamente combattute della Lega: si pensi soprattutto ai depotenziamenti delle strutture sanitarie, presentati come valorizzazioni dei nosocomi. Un’altra volta non si venda al nostro territorio qualcosa di diverso, ma piuttosto si rivelino onestamente le intenzioni della Regione sulla questione ospedale».