Iftar di Ramadan, alla Comunità Islamica. Tanti rappresentanti della società piacentina, assente la Giunta

L’Iftar è uno dei momenti più importanti del Ramadan, quando il sacrificio diurno viene a rompersi, ed è possibile cenare. La Comunità Islamica di Via Caorsana 43 ha deciso di condividere questo momento con la società civile piacentina, aprendosi alla città.

C’erano vari rappresentanti della comunità locale, del mondo del volontariato, esponenti politici come il consigliere comunale Stefano Cugini, l’ex sindaco Paolo Dosi, della scuola come Donata Horak, il presidente della sezione piacentina della Croce-Rossa Alessandro Guidotti, don Pierluigi Dallavallle in rappresentanza del Vescovo, rappresentanti di Anpi ed Arci. Spiccava invece l’assenza di un rappresentante dell’attuale giunta. Il sindaco aveva delegato l’assessore Filiberto Putzu ma il rappresentante di Forza Italia ha disdetto in mattinata per sopraggiunti impegni.  Nessuna polemica però da parte della comunità islamica che anzi ha espresso parole di apprezzamento nei confronti del sindaco di Patrizia Barbieri e della volontà di dialogo espressa dal primo cittadino in occasione di recenti incontri.

“Da quando ci siamo organizzati come Comunità – commenta il presidente Ylli Kaiku -, ci siamo ripromessi di collaborare con le realtà cittadine. Speriamo che gli incontri di condivisione possano essere sempre più frequenti”. Abbattere i muri è un concetto molto caro anche all’Imam Sheykh Yaseen Alyafi, che ha condatto anche un momento di preghiera prima della cena. “Oltre a condividere le pietanze dovremmo far emergere le somiglianze rispetto alle differenze”.

Don Pierluigi Dallavallle, della parrocchia di San Pietro Apostolo ha sottolineato che le occasioni di dialogo islamo – cristiano rappresentano “un patrimonio di educazione e di pace. Ci ricordano quanto sia importante estendere i frutti positivi di questo incontro”.

Durante la serata sono stati anche fatti anche alcuni doni a Donata Horak, Yassine Lafrau, Alessandro Fornasari di Arci ed Enrico Vattini di ANPI. Yassine Baradai, direttore esecutivo della Comunità ha sottolineato quest’ultimo dono all’ANPI, “perchè ci ha permesso di condividere una parte importante di nostra italianità, per insegnarla ai nostri figli”.

In merito all’assenza di un rappresentante dell’amministrazione, Baradai minimizza evidenziando come comunque “il dialogo col sindaco sia positivo, è una persona aperta. Registriamo questa assenza, peccato, era la prima occasione di un dialogo, sicuramente ci saranno altre occasioni”.




Sindacalisti USB denunciati per “Arbitraria invasione di azienda, sabotaggio”

Alcuni rappresentanti e dirigenti sindacali dell’Unione Sindacale di Base, tra i quali Issa Abed e Lengane Adive – delegati della logistica nella zona di Piacenza – sono stati denunciati dopo essere stati convocati, ad inizio mattinata,  in Questura. Il reato ipotizzato è quello previsto dall’articolo articolo 508 del Codice Penale “Arbitraria invasione e occupazione di aziende agricole o industriali. Sabotaggio”. Si tratta di un reato introdotto con il Codice Rocco del 1930 e che dopo la caduta de fascismo e la nascita della Repubblica Italiana ha avuto rarissime applicazioni ed è “caduto nell’oblio” (senza però essere mai stato abrogato).

Dopo la consegna dell’atto giudiziario i sindacalisti sono stati accompagnati presso le abitazioni che sono state sottoposte a perquisizione,

A renderlo noto è stato lo stesso sindacato USB – in un comunicato.

«Non era mai accaduto – sostiene il sindacato USB – che a una azione di lotta, praticata da sempre nei casi più eclatanti di violazione dei diritti dei lavoratori, si rispondesse con l’attribuzione di un reato spropositato e inappropriato come quello di “, tipico del ventennio fascista e proprio per affrontare il dilagare delle lotte operaie e l’occupazione delle terre.

L’attivazione delle perquisizioni domiciliari, alla ricerca di non si sa bene cosa, durante la quale sono stati sequestrati tutti gli apparecchi elettronici (computer, telefoni ecc.) e fotografati i muri delle abitazioni su cui erano appesi quadri e manifesti in lingua araba, aggiunge un tono se possibile ancora più minaccioso alla pesante provocazione messa in opera nei confronti di delegati USB combattivi della logistica.

L’Unione Sindacale di Base ritiene che l’accanimento in corso nei confronti dei propri delegati nell’esplosivo settore della logistica sia da mettere in stretta relazione con l’opera di continuo contrasto e denuncia messa in atto da USB Logistica nel territorio di Piacenza rispetto alle continue violazioni dei diritti dei lavoratori e al livello di sfruttamento a cui vengono sottoposti lavoratori che, essendo in maggioranza migranti, sono ricattabili sia sul piano dell’occupazione che sul permesso di soggiorno.

Evidentemente – conclude il comunicato –  il più volte e da più parti invocato nuovo orientamento del diritto del lavoro affinché questo non sia “ostile alle aziende”, come recentemente affermato anche dal Libro Bianco di Assolombarda ha già fatto breccia nella magistratura di Piacenza».




Personale di Marco Solzi al castello di Montanaro

Il 9 Giugno al Castello di Montanaro, inaugura la personale di Marco Solzi. In mostra cinquanta opere dell’artista cremonese: grandi tele di iuta in un percorso espositivo che parte dai primi anni duemila, con protagonisti i possenti “chandelier”, sino agli ultimi lavori su lettering e writing di matrice concettuale. La mostra è allestita nelle suggestive stanze del Castello a San Giorgio Piacentino e sarà visitabile anche domenica 10 giugno e, su prenotazione, sino a venerdì 15 giugno. L’ingresso è libero.

Il Castello di Montanaro

Il castello medievale è citato nel 1395 fra le proprietà del monastero di San Savino di Piacenza. In seguito appartenne a diverse famiglie nobili: Cossadoca, Da Rizzolo, Dal Pozzo, Portapuglia. Fu parzialmente ricostruito nel 1692 dai conti Marazzani, e in seguito fu trasformato in villa residenziale. Nel 1799 fu utilizzato dalle truppe austro russe del generale Suvarov. Nel Novecento ospitò prima i ragazzi della Gioventù Italiana del Littorio, e poi quelli del brefotrofio provinciale. Attualmente, grazie alla famiglia Spaggiari, che ha acquistato la proprietà, ospita eventi e mostre d’arte contemporanea.

MARCO SOLZI

Autodidatta, Marco Solzi è nato a Cremona nel 1959. Alla fine degli anni Ottanta risalgono i primi approcci alla pittura che proseguono fino ad oggi. Da sempre attento alle avanguardie artistiche conosce e apprezza l’arte americana degli anni ’50 e ’60 che influenza la sua pittura degli esordi, astratta e informale. Gli esperimenti sull’armonia dei colori, sul solco di Pollock e Rothko, si affinano con il passare degli anni. Gli anni Duemila segnano un’importante svolta nella pittura di Solzi: osservatore della luce in tutte le sue forme, l’artista approda a dipingere antichi lampadari su grandi tele di iuta. Gli chandeliers finiscono per diventare una cifra stilistica, contribuendo ad affermare la sua opera tra le più intriganti del panorama emergente italiano. Sempre alla ricerca di percorsi artistici da sperimentare e approfondire, gli ultimi lavori lo vedono impegnato su lettering di matrice concettuale.




Panorama d’Italia ha fatto tappa a Piacenza per discutere di sviluppo economico

Piacenza non ha dati economici confortanti, ma può vantare eccellenze che possono farla crescere a patto che lo sviluppo sia governato da una classe dirigente capace. Questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui è giunto il dibattito con le associazioni di categoria (“Lo sviluppo economico delle attività produttive”) che si è tenuto a Palazzo Galli nell’ambito della terza tappa 2018 del tour Panorama d’Italia (di scena a Piacenza e a Reggio Emilia), l’iniziativa del settimanale alla scoperta delle eccellenze turistiche ed economiche del territorio italiano.

Dopo il saluto introduttivo del direttore di Panorama Raffaele Leone («Siamo contenti di essere qui perché da queste parti ci sono tante bellezze, anche economiche e imprenditoriali») e del presidente di Assopopolari e del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani («Piacenza è un crocevia di strade consolari, pellegrini, mercanti e banchieri, crocevia nel quale confluisce Panorama, con la Banca felice di accogliere un tour prestigioso. Il credito ha una funzione molto importante per lo sviluppo. Per le organizzazioni di categoria è un errore pensare che le norme europee che ostacolano la funzione delle banche sia solo un loro problema, perché in realtà è un problema di tutti, anche delle imprese»), sono intervenuti – stimolati dalle domande di Nicola Porro, vicedirettore de il Giornale e conduttore televisivo – Giuseppe Nenna, presidente del CdA della Banca di Piacenza, Cesare Betti, direttore Confindustria Piacenza, Cristian Camisa, presidente Confapi Piacenza, Giancarlo Morandi, presidente del Cobat, Luca Altieri, direttore Marketing Ibm Italia, Marco Casagrande, direttore Confagricoltura Piacenza, Marco Crotti, presidente Coldiretti Piacenza, Giuseppe Cavalli, presidente di Piacenza Expo.

Al termine dell’interessante dibattito, il vicesindaco Elena Baio ha portato i saluti dell’Amministrazione comunale annunciando gli “Stati generali della ricerca” che si terranno a Piacenza il 15 e 16 giugno, sottolineando che «la ricerca è fondamentale per lo sviluppo» e invitando all’iniziativa Panorama d’Italia.

Ma torniamo agli interventi.

Giuseppe Nenna, sottolineato che la Banca di Piacenza è l’unica banca locale, si è dichiarato ottimista: «La Banca ottiene risultati positivi nonostante la crisi economica degli anni passati e anche se fare banca, con tassi negativi, diventa difficile, l’efficienza sviluppata in passato sommata ai segnali di timida ripresa, ci consente di guardare con fiducia al futuro. Mentre gli altri lo hanno diminuito, noi abbiamo aumentato il finanziamento alle imprese del 2,5%». Rispondendo alle domande di Nicola Porro, il presidente Nenna ha criticato l’eccessiva produzione di norme europee sulle banche («l’eccesso di burocrazia ci costa un milione di euro l’anno») e fatto presente come la Banca di Piacenza non si occupi solo di economia e finanza, ma anche di cultura («con la Salita al Pordenone stiamo portando a Piacenza tanti turisti, anche stranieri»).

Cesare Betti ha fatto una panoramica sull’andamento dell’industria piacentina, ponendo l’accento – nonostante la crisi economica abbia lasciato segni evidenti – sul dato occupazionale: «A Piacenza siamo al 69,4%, contro il 58% del dato nazionale; il tasso di disoccupazione si attesta al 6,1%, in Italia siamo all’11,2». Il direttore della locale Confindustria ha quindi citato come settori trainanti la logistica e la meccatronica (ancora in sofferenza, invece, l’edilizia) e, rispondendo a un quesito sul credito, ha spiegato che passata la tempesta della crisi non è più un grosso problema (anche se lo è stato): «A una guerra quale è stata la crisi economica, sono sopravvissute solo le aziende più forti, le più sane».

«Il problema del credito nasce dal fatto che si continua a dire che piccolo non è bello in un Paese dove il 90% del tessuto industriale è rappresentato da piccole e medie imprese – ha evidenziato Cristian Camisa -. Piccolo invece è un valore aggiunto, anche per le aziende di credito. Qui la banca locale è attenta alle aziende, le grandi banche spesso fanno credito a chi non ne ha bisogno». A giudizio del presidente Confapi, Piacenza è un territorio di confine con eccellenze che non è riuscita a sfruttare pienamente, dove si è sviluppata una logistica “povera” e con settori in salute da valorizzare, come il packaging che, indotto compreso, offre lavoro a 2500 persone.

Giancarlo Morandi, del Consorzio nazionale raccolta e riciclo, ha spiegato i benefici dell’economia circolare (un sistema economico, cioè, pensato per potersi rigenerare da solo): «Il suo sviluppo è necessario per evitare di avere un futuro alla Blade Runner. Un bene viene prodotto e venduto e, in base alle norme europee, deve essere recuperato e riciclato se non è possibile il suo riuso. Così facendo avremo un Paese pulito e con risorse immense ricavate dai rifiuti. Faccio un esempio: con la raccolta delle batterie esauste, fin dal 2008 si è evitato al pianeta la costruzione di una miniera lunga 20 chilometri per estrarre piombo».

Luca Altieri (Ibm) ha affermato che «la tecnologia digitale è la condicio sine qua non per lo sviluppo delle imprese, che devono saper coglierne i benefici. Occorre investire in intelligenza artificiale, così come sta facendo Macron in Francia, però è necessario che le maestranze siano all’altezza dell’industria 4.0».

Stefano Cavalli di Piacenza Expo ha illustrato la strategia per incentivare il settore fieristico, puntando su settori particolareggiati che rappresentino quella novità che possa attrarre anche dall’estero. «Dobbiamo sfruttare la posizione strategica della nostra fiera, far conoscere la struttura, perché più fiera significa più sviluppo economico». Cavalli, accennando al settore edile, di cui si occupa nello svolgimento della propria attività imprenditoriale, ha lamentato la mancanza di manodopera qualificata. Un problema evidenziato anche da tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria.

E’ poi stato il turno  Marco Casagrande, da poco direttore di Confagricoltura Piacenza.

“La nostra – ha sottolineato Casagrande – è un’agricoltura più che avanzata che dosa con estrema razionalità tutti i fattori produttivi per produrre delle eccellenze. Le esportazioni agroalimentari italiane hanno raggiunto 38,4 miliardi di euro nel 2016, contro poco più di 20 miliardi del 2005, crescendo a un tasso medio annuo del 5,8%, ben più elevato del +3,0% fatto registrare dall’export complessivo nazionale. Eppure le importazioni hanno comunque sfiorato 43 miliardi di euro nel 2016, contro quasi 30 miliardi di euro nel 2005. Una sensibile riduzione del disavanzo in valore, ma la bilancia commerciale dei prodotti agroalimentari dell’Italia resta strutturalmente deficitaria: mancano le materie prime. L’agricoltura, pur riuscendoci, fatica a svilupparsi perché è criminalizzata. Nel pensare comune ”intensivo” è uguale a “negativo” e “non sostenibile”.

Le imprese, poi – ha proseguito Casagrande – lottano contro una burocrazia che gli stessi sistemi informatici preposti a governarla non sono in grado di gestire e si bloccano generando ulteriori appesantimenti.  Sono inefficienze che si pagano. Lo sviluppo impone un’agricoltura che possa lavorare in cordata con l’industria ed esser competitiva. Confagricoltura non è contro le tipicità e le nicchie, che però non possono essere gli unici elementi di sostegno del settore, l’innovazione è lo sviluppo della tradizione e quello che oggi è tradizione una volta era innovazione. Le opportunità sono enormi, e sono segnalate anche dai 60 miliardi di fatturato a livello globale che genera l’Italian Sounding, un mercato che dobbiamo andare a riprenderci insieme all’industria agroalimentare. Il tema di oggi – ha concluso il direttore di Confagricoltura Piacenza –  è cercare di impostare nuove politiche con le quali favorire ed accompagnare la crescita delle imprese, invece di ostacolarla, per consentire all’agricoltura moderna di dare un contributo al Paese per far crescere il Pil e l’occupazione.

Chi è Marco Casagrande

Marco Casagrande diretore ConfagricolturaSessant’anni, piacentino (padre di Piacenza, mamma di Cortemaggiore), sposato con due figli, è laureato in Agraria alla Cattolica. Marco Casagrande vanta una lunga esperienza ad alti livelli nel mondo della produzione industriale, soprattutto nel settore dei trasformati del lattiero-caseario. Ha lavorato, tra gli altri, per Galbani, Yomo (9 anni), Sammontana (8 anni), Esselunga (curando la produzione interna nella stabilimento di Parma) ed Emmi, il più grande produttore caseario svizzero.

Ora una nuova sfida nella sua città, alla guida di un’organizzazione che aggrega oltre tremila aziende. «Il mondo agricolo – ci ha dichiarato il direttore di Confagricoltura – ha tanto bisogno di cambiare mentalità. Ho accettato questa sfida perché il primario è uno dei pochi settori in cui l’associazionismo di categoria ha ancora un senso: c’è infatti molta frammentazione e solo uniti di può ottenere un buon potere contrattuale. A volte siamo troppo individualisti».

«Il nostro settore – prosegue Casagrande – ha bisogno di non essere continuamente criminalizzato. Poi scontiamo un deficit di materie prime per l’industria che ci penalizza, costringendoci all’import. E’ necessario allargare le produzioni, senza rifugiarci troppo nei prodotti di nicchia. Il protezionismo del made in Italy può anche andare bene, ma solo se non penalizza i quantitativi della produzione. I mercati all’estero si conquistano creando le piattaforme di vendita. Non dobbiamo limitare la produzione; il prezzo lo fa il mercato. E noi abbiamo bisogno di Pil e di occupazione».




Sbarco in Lombardia di Carlo Mistraletti. E quella lettera a Berlusconi..

74 anni, tanti sono passati dallo Sbarco in Normandia, il famoso D-Day su cui tanta letteratura e tanto cinema è stato scritto e sceneggiato. Anche Piacenza a suo modo ricorda questo avvenimento, grazie a Carlo Mistraletti che da 10 anni il 6 giugno alle 18 attraversa il Po per uno Sbarco in Lombardia che unisce la innegabile sfida sportiva, il ricordo di un evento che ha cambiato la Storia con la S maiuscola e il messaggio ecologico, affinché il fiume possa tornare ad essere “balneabile e godibile”.

https://www.youtube.com/watch?v=PKY7Xrr-WNY&feature=youtu.be

“Sbarchiamo in Lombardia – continua Mistraletti -, per far capire che il Po deve essere preservato, sarebbe una perfetta oasi naturale. Abbiamo sempre paragonato i fiumi alle arterie, invece è proprio un corpo vero e proprio, che scorre da tanto tempo ma rimane sempre se stesso, ha un suo metabolismo. Nel 2010 scrivemmo una lettera ai giudici di Berlusconi affinché potesse fare i lavori socialmente utili che gli erano stati commissionati al Po, per pulirlo, mentre quando Bertolaso promise di rendere balneabile il Tevere, proposi un gemellaggio Po – Tevere”. Attualmente i sicuri partenti oltre a Mistraletti sono Francesco Molina e Marco Zampini. La manifestazione è dedicata quest’anno al pensiero di Pietro Bassi, Camilian Demetrescu e Sandro Pasquali in quanto “memorabili conservatori delle acque”.

“In passato l’assessore Polledri mi dissuase dal tentativo di attraversamento – scherza il medico piacentino -, ma non è vero, ci sono cose molto più pericolose. L’iniziativa nacque nel 2009 quando partimmo dalla Vittorino da Feltre: i primi due anni l’attraversamento è stato fatto in barca, poi d’istinto io e Eugenio Fava che mi accompagnò, decidemmo di buttarci dalla barca e dal terzo anno la manifestazione si svolge a nuoto”. Il percorso è molto semplice, dal ponte stradale dove si trova la riva destra si raggiunge la riva sinistra all’altezza della capanna “Meraviglia”, “che prende il nome da Giorgio Donelli soprannominato Meraviglia”, con la complicità di numerosi mezzi da sbarco a remi. 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




“La festa del vicino” di Acer in via Martiri della Resistenza

Sabato 26 maggio a partire dalle 19, nel cortile della chiesa di San Giuseppe, in via Martiri della Resistenza, Acer organizza per gli inquilini delle case popolari ma non solo, la Festa del Vicino 2018, in collaborazione con la parrocchia e la Misericordia.

La serata, completamente gratuita, prevede una cena a base di torte salate, pizza e focaccia offerta da Pizza Più e con crostate preparate dalle fedeli parrocchiane di don Stefano Segalini. Ad allietare la serata, la musica di Viviana Gallo.

Per l’occasione, la Misericordia offre il servizio di trasporto per quegli inquilini che non sono in grado di raggiungere da soli la festa.

Dalla Festa del Vicino 2018 ci si possono aspettare “Solo cose belle”, così come dice il titolo della manifestazione, nato proprio dalle parole di don Stefano Segalini durante gli incontri di organizzazione della serata. E come è scritto sulle duecento magliette che saranno donate ai partecipanti da Acer. In primo piano, lo slogan della campagna pubblicitaria realizzata per la mediazione sociale, contro i comportamenti incivili che causano il degrado dei beni comuni: «Non esACERiamo».




Si avvicina l’European Youth Cup

E’ stato presentato nei giorni scorsi, ai presidenti e dirigenti sportivi delle società calcistiche che contano, sul territorio, formazioni giovanili, il programma del Torneo della Solidarietà “European Youth Cup”, che si svolgerà nel primo weekend di giugno sul campo dello stadio Garilli.

Si celebrerà quindi a Piacenza l’edizione 2018 di una manifestazione internazionale che, ogni anno, accoglie le più importanti società giovanili facenti capo alle grandi squadre italiane ed europee, destinando nel contempo contributi a sostegno di progetti umanitari e iniziative benefiche.

A illustrare le finalità dell’iniziativa alle società calcistiche locali, sottolineando il valore formativo che questa opportunità può avere per i ragazzi, sono intervenuti l’assessore allo Sport Massimo Polledri, il presidente provinciale della Figc – Lega nazionale Dilettanti Luigi Pelò, il presidente provinciale Aia Domenico Gresia e Giovanni Rossi, presidente dell’associazione “Uniti per la solidarietà” che organizza l’evento.

 




Parte “Storie di Barriera”, vetrina per scrittori e illustratori piacentini

“Gli abitanti di Piacenza sono asserragliati all’interno dell’angusta cerchia delle mura medievali. Il vicino fiume Po è diventato un confine invalicabile. I ponti che univano la parte settentrionale della città alla Lombardia sono stati demoliti, e dove un tempo sorgevano le società di canottaggio ora sorgono torrette per gli avvistamenti, con l’obiettivo di respingere l’eventuale arrivo degli Altri”. Da questo breve incipit parte la sfida di Storie di Barriera, concorso per scrittori e illustratori under35 organizzato da Officine Gutenberg in collaborazione col Consorzio Sol.co e Cooperativa sociale L’Arco. Classificatosi al primo posto a livello nazionale all’interno del programma “S’illumina” nel settore Libro e Lettura, nato dalla direttiva del MiBACT.

Le fasi del concorso sono 3: nella prima gli scrittori propongono il proprio testo di fantasia partendo dal breve incipit sopra riportato, poi i 6 migliori racconti, selezionati da una giuria di esperti, verranno illustrati da altrettanti illustratori, che saranno gli stessi autori a scegliere, all’interno del concorso per Illustratori. Nel successivo laboratorio autori e illustratori lavoreranno assieme per portare avanti il proprio progetto basato sul tema dell’abbattimento di barriere e di inclusione sociale. Questa parte sarà gestita da Lorenzo Calza, sceneggiatore della Sergio Bonelli Editore nato a Piacenza

Nell’evento finale verranno presentati i racconti raccolti nel volume “Storie di Barriera”, nello speciale contesto di Quartiere Roma a Piacenza, dove il confronto con l’Altro è talvolta difficile e presenta alcuni problemi. In questa fase la giuria premierà le 3 migliori coppie. Alcune realtà piacentine under35 saranno coinvolte per la realizzazione delle colonne sonore e dei montaggi dei filmati. Sarà possibile inviare il proprio materiale entro il 31 luglio a info@storiedibarriera.it scrivendo “Concorso Storie di Barriera 2018 – Sez. Scrittori/Illustratori”. Iscrizione gratuita.

PREMI

Al primo classificato nella sezione Scrittori andranno 1000 euro e la possibilitàdi venire pubblicato con una propria opera da Officine Gutenberg, al secondo 700 euro, mentre al terzo 300 euro. 200 euro invece andranno a ciascuno dei 6 illustratori selezionati. 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online

 




Storico accordo tra Amazon e sindacati dei lavoratori

Sicuramente i lavoratori del centro logistico di Amazon a Castel San Giovanni nel carrello potranno mettere qualche garanzia in più sul proprio futuro e benessere lavorativo. Una battaglia storica tra Davide contro Golia che per una volta premia i lavoratori, i quali già in passato avevano scioperato durante uno dei periodi più profittevoli dell’anno, il Black Friday di Natale.

Nella conferenza stampa di questa mattina erano presenti Francesca Benedetti, di FISASCAT Cisl, Pino de Rosa di Ugl Terziario, Fiorenzo Molinari di Filcams CGIL e Vincenzo Guerriero di UIL. “Questo accordo crea una prima breccia in un muro che sembrava invalicabile – sottolinea Benedetti -, senza sacrificare il business. Questo dimostra che con senso di responsabilità si può arrivare ad un accordo profittevole per tutti“. I pilastri su cui è stata basata la rivendicazione sono fondamentalmente 3. “Da una parte un principio di responsabilità, il lavoratore può esprimersi sulla vita aziendale, un principio di equità, che supera la disparità iniziale di trattamento, e infine il rispetto della vita familiare del lavoratore, che la domenica può godersi un meritato riposo”.

L’intesa è stata trovata in particolare su quest’ultimo punto: con un referendum interno di circa 500 votanti, un terzo dei lavoratori, il 68% di essi ha approvato l’accordo raggiunto tra le parti, per una più equa redistribuzione dei turni notturni e nel weekend. L’accordo sarà in vigore per un anno in via sperimentale dal 17 giugno prossimo e prevederà inoltre una maggiorazione della paga del 25% nel turno compreso tra le 22 e le 4 di notte (richiesta di Amazon era del 15%), per un incremento economico mensile stimabile tra i 70 e i 97 euro a seconda del periodo lavorato.

De Rosa sottolinea che questo è il migliore accordo possibile che si potesse trovare in questo frangente. “Abbiamo convinto l’azienda a cambiare le cose con l’aiuto dei lavoratori, che hanno potuto validare l’accordo. Siamo soddisfatti anche per il metodo con cui si è arrivati a questa conclusione. Alcuni aspetti ancora impattano sulla vita dei lavoratori, ma ci aspettiamo che anche l’azienda prosegua nell’opera di avvicinamento alla sensibilità dei dipendenti. Il sindacato ha un ruolo importante anche a livello sociale”.

Guerriero evidenzia che la lotta non si è basata solo sull’aspetto economico. “Volevamo migliorare la qualità della vita delle persone, facendo crescere un’azienda senza andare a discapito della dignità dei lavoratori“. Molinari ha voluto invece mettere in luce il coraggio dei lavoratori che hanno deciso di “mettersi a confronto con LA multinazionale per eccellenza. I lavoratori sono passati da posizione subordinata ad egemone, nonostante questo sia ancora un primo passo verso ulteriori diritti“.

Infatti la rivendicazione è solo cominciata: lo stesso Stefano Carlati, RSA CISL, ha voluto evidenziare che il prossimo step riguarderà, oltre alla verifica che il patto tenga nei prossimi 4 mesi, la possibilità di avere un “contratto integrativo di secondo livello”. UGL rivendica inoltre un premio di risultato, “visto che l’azienda continua a crescere”. Tra le altre richieste accettate vi è quella di un presidio medico presente in azienda, prima assente.

Tra gli incentivi all’approvazione dell’accordo vi è sicuramente, secondo Molinari di CGIL, “la compattezza dei circa 800 dipendenti che tra i vari turni si presentavano alle assemblee, inoltre l’opinione pubblica si è sempre schierata dalla nostra parte. Non abbiamo mai voluto fare battaglie ideologiche, ma voler lavorare serenamente”.

Rimane sempre un 30% circa di dipendenti che ha risposto NO alla proposta fatta all’azienda. “Abbiamo voluto applicare un sistema democratico di voto – continua Molinari -, terremo comunque conto di tutte le istanze provenienti da chi non è convinto dell’accordo”. “Va detto – aggiunge Benedetti – , che molti di coloro che hanno votato contro non si sono mai presentati alle assemblee, pertanto si è votato anche per partito preso. Noi continuiamo a lavorare per dare una speranza per il futuro”.

http://www.youtube.com/watch?v=akmMiZw_sW4&feature=youtu.be

https://www.youtube.com/watch?v=YUHxIRDuA_4&feature=youtu.be

 

http://www.youtube.com/watch?v=5QBzpVCtHRg&feature=youtu.be

https://www.youtube.com/watch?v=AiRmEfgLdvs&feature=youtu.be

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




Tour dei 5 Stelle per dire no a nuove aree commerciali a Piacenza

Si terrà sabato 26 maggio un tour cittadino organizzato dai 5 Stelle “per portare alla luce tutte le tante  insensate speculazioni edilizie” che secondo i pentastellati sono all’orizzonte o sono già state compiute a Piacenza. Quesrto percorso partirà dal pazzo dell’Agricoltura in Via Colombo alle 9.30. Vi saranno i  portavoce locali Andrea Pugni e Sergio Dagnino, la consigliera regionale Giulia Gibertoni ed i parlamentari Giulia Sarti e Alessandra Carbonaro. Gli esponenti 5 Stelle cercheranno di spiegare alla cittadinanza come disinnescare – prima che sia troppo tardi – nuovi centri commerciali che vengono definiti “bombe ad orologeria sociali”. Qui di seguito pubblichiamo il comunicato diffuso dall’Ufficio Stampa 4 Valli a 5 Stelle.

«Nuove aree commerciali in arrivo per tutto il 2018 che piovono come una grandinata estiva sulla nostra città e così come la grandine, in genere, fanno solo danni.

Non essendo stata fatta alcuna pianificazione accurata che possa realmente andare incontro alle esigenze della cittadinanza piacentina, tipica delle smart city, questi discount riempiono aree considerate degradate e spuntano come funghi con l’intento fagocitare i piccoli commercianti, congestionare la viabilità, creare nuovi posti di “lavoro” (precario e sottopagato) e perché no, rimpinguare le casse del comune che languono quando si tratta di erogare servizi alla cittadinanza, ma sembrano stranamente traboccanti ad esempio quando devono finanziare rotonde dal costo faraonico, come quella di Cà del Ponte da 550.000 €, solo per fare un esempio.

L’amministrazione comunale in larga parte scarica sui predecessori le colpe di queste scelte irrazionali, ma quando si tratta di “metterci il carico” non si fa certo scrupoli, come possiamo vedere dalla decisione dell’area di Via Calciati.

Ci siamo resi conto subito che questa decisione porterà delle ripercussioni nei confronti dei residenti e dei piccoli commercianti della zona limitrofa, i quali nonostante i proclami fatti in campagna elettorale proprio dal Sindaco, sono stati liquidati dall’assessore con un laconico “E’ normale concorrenza…” … sleale, aggiungeremmo noi.

Facendo una passeggiata per la città ormai ci stiamo assuefacendo alle serrande abbassate e ai cartelli “Affittasi-Vendesi-Cedesi Attività”, senza renderci conto che la chiusura di un piccolo commerciante comporta la perdita di presidio sul territorio.

Nei comuni extra-cittadini l’ecatombe di negozi offerti sull’altare della grande distribuzione è in atto già da tempo, ma la società che cosa ha guadagnato, se non spreco, cemento, prodotti di qualità più scadente e un lavoro precario, spolpato dei diritti così cari all’Articolo 1 della Costituzione? 

Di fronte a questa moda dilagante d’una cementificazione priva di qualsiasi raziocinio ci siamo attivati e abbiamo iniziato una raccolta firme, andando a tastare con mano l’umore delle persone. Ebbene per motivi sempre diversi, ma con un’unica risposta condivisa i cittadini si fermavano sui nostri banchetti per dire NO a questa politica sconsiderata che si fa forte coi deboli, ma debole coi forti.

In poco più di due giorni abbiamo raccolto quasi 500 firme sia cartacee che on-line, è stato un segnale molto forte di una chiara volontà popolare.

Piacenza oggi più che mai ha bisogno per iniziare, anzi per ri-iniziare, di mettere i cittadini al centro dell’attenzione. Le valutazioni sulle aree di destinazione devono essere fatte sulla base di reali esigenze senza saturare ogni quartiere con pachidermici centri commerciali per simulare una lotta al degrado, siamo tornati al camouflage dell’EXPO?

Confidiamo che anche la nostra amministrazione si renda conto che servono al più presto nuove aree verdi per combattere il dilagante inquinamento atmosferico e di una revisione della viabilità sostenibile, la cittadinanza si chiede a che punto sia il famoso PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile) promesso più volte dall’amministrazione, ma tutt’ora fermo con le quattro frecce probabilmente in qualche cassetto dell’assessore.

A meno che davvero non si voglia far diventare tristemente famosa la primogenita come la capitale dei supermercati è necessaria un’inversione di rotta poiché sul “piatto” presto finiranno altri 20000 mq di aree che non devono andare sprecati in questo modo. Abbiamo in programma un laboratorio di idee che, coinvolgendo cittadini, comitati e associazioni saranno in grado di sottoporre un’alternativa meno rivolta al lucro e più al benessere collettivo.

Per questo, il 26 Maggio partendo dal pazzo dell’Agricoltura in Via Colombo alle 9.30, faremo un tour cittadino per portare alla luce tutte queste insensate speculazioni edilizie insieme ai nostri portavoce locali Andrea Pugni e Sergio Dagnino, la regionale Giulia Gibertoni e i parlamentari Giulia Sarti e Alessandra Carbonaro, che saranno a disposizione della cittadinanza per spiegare come possiamo disinnescare queste “bombe ad orologeria sociali” prima che sia troppo tardi».