Ricerca sul rischio idrogeologico a Piacenza presentata dal Politecnico

Si è tenuta ieri, in Provincia, la presentazione della ricerca condotta dal Politecnico di Piacenza finanziata grazie ai fondi raccolti (3.808 euro) con la lotteria benefica organizzata dopo l’alluvione del 2015 dalla Commissione delle Elette della Provincia di Piacenza, in cui sono stati analizzati il grado di rischio idrogeologico e l’evoluzione del quadro normativo.

Il documento di analisi del Piano della Protezione Civile regionale in materia delle applicazioni delle procedure sul territorio di Piacenza e possibili aree di miglioramento, elaborato dall’Arch. Elena Marsiglia, vincitrice della selezione pubblica indetta dal Polo Territoriale di Piacenza del Politecnico di Milano, mette in evidenza come tutto il territorio provinciale venga considerato a rischio idrogeologico medio/elevato.

“L’obiettivo della Lotteria – commenta Simona Bellan, consigliere Provinciale con delega alle pari opportunità – era creare borse di studio per imparare a gestire l’emergenza climatica. Elaborare un documento semplice, pratico e utile per la conoscenza e la progettazione di una nuova politica per la rigenerazione del territorio, grazie alla quale si potrà pensare a un miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita dei cittadini. Tanto c’ ancora da fare in termini di Prevenzione e riduzione del rischio, ma è un impegno che tutti i soggetti amministrativi devono porsi.”

La ricerca, supportata dal Prof. Renzo Marchesi e dal Prof. Livio Pinto del Polo Territoriale di Piacenza del Politecnico di Milano, è un risultato importante per il territorio e per noi Amministratori, sottolinea il Presidente Francesco Rolleri. “Dobbiamo trarre un insegnamento da quell’evento drammatico, in cui tre persone hanno perso la vita, per restituire alle generazioni future un territorio più sicuro”.

Presenti anche Paola Gazzolo, assessore alla difesa del suolo e della costa, protezione civile e politiche ambientali e della montagna della Regione Emilia – Romagna e Alfio Rabeschi del servizio prevenzione e gestione emergenze regionale oltrechè Marika Ciarlesi, la cui tesi di laurea, dedicata alla gestione delle cucine in situazioni di emergenza ha attirato l’attenzione del Dipartimento nazionale di Protezione civile che l’ha convocata a Roma per presentare quanto emerso dalla ricerca.

“E doveroso ringraziare la Consulta delle Elette – commenta Paola Gazzolo – per l’impegno in questo progetto che mette in evidenza l’attenzione, prettamente femminile, verso chi gli vive accanto”

Così la curatrice dell’analisi, Arch. Elena Marsiglia: “Attraverso l’analisi dell’assetto idrogeologico piacentino è emerso che il territorio piacentino è strettamente legato ai fenomeni idrogeologici ed è classificato con un rischio medio/elevato. Un’area di miglioramento è rappresentata dal potenziamento del sistema di prevenzione e sensibilizzazione dei cittadini che, come sottolineato anche da Alfio Rabeschi, devono diventare attori del sistema, sviluppando la cultura della Protezione Civile”.

L’attività di ricerca è stata avviata attraverso la definizione di un quadro normativo in materia di difesa del suolo e gestione delle risorse idriche, con particolare attenzione alle direttive volte alla prevenzione del rischio idrogeologico, tema rilevante sul territorio piacentino, sia appenninico che padano. In seguito è stata censita e approfondita la normativa ambientale vigente della Regione Emilia-Romagna, suddivisa in cinque sezioni rispettivamente dedicate alla tutela delle risorse forestali, alle opere idrauliche, alla pianificazione territoriale, alle misure post eventi calamitosi ed alle attività di protezione civile. Quest’ultima pone le basi per un primo approfondimento del Piano Comunale di Protezione Civile di Piacenza, che mette in evidenza i soggetti e le relative azioni previste ex ante – in itinere – ex post evento calamitoso e consecutivo stato di emergenza.
La ricerca svolta consente di individuare i punti meno sviluppati o che al momento risultano più deboli del piano vigente della Protezione Civile al fine di definire alcune ipotesi di miglioramento e potenziamento finalizzate in particolar modo alla costituzione di un rapporto orizzontale tra enti pubblici e privati e la cittadinanza; fondamentale rilevanza viene quindi attribuita al dialogo e ad una comunicazione più diretta delle misure di emergenza previste dal piano comunale, che in primis costituisce un importante strumento di prevenzione e tutela. 

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Il PhD piacentino Fabio Ferrari lavorerà un anno alla NASA

Si fa un gran parlare del mondo del lavoro, dei giovani che faticano a trovare un impiego. Anche su Piacenza erano uscite alcune statistiche in merito. E poi ci sono persone come Fabio Ferrari che grazie a perseveranza e applicazione hanno seguito la propria stella polare facendo dello spazio la propria vita. Fabio, piacentino del quartiere Besurica, dopo il dottorato conseguito al Politecnico di Milano andrà a lavorare per un anno negli Stati Uniti alla NASA, grazie alla borsa “Marie Curie”. Abbiamo voluto intervistarlo per capire meglio cosa farà.

“Innanzitutto credo sia stato importante il mio percorso accademico, – precisa – perchè studiare al Politecnico mi ha dato molte possibilità. Mi sono specializzato nello studio degli asteroidi, grazie a un approccio definito oggi multidisciplinare, studiandone la composizione, la forma, la massa interna dell’asteroide, cercando di capire come si possa gravitare intorno e le implicazioni che lo studio degli asteroidi può avere per la società”.

Quali possono essere le applicazioni? 

Ci sono alcuni enti, sia privati che non, il cui obiettivo è estrarre risorse minerarie dagli asteroidi e portarle a terra. Di fatto gli asteroidi sono molto ricchi di metalli come il platino. Un secondo aspetto molto importante è quello della protezione del pianeta da eventuali impatti con asteroidi. Sicuramente un impatto che possa distruggere la razza umana è molto remoto, poco credibile, ma il pericolo di un impatto di asteroidi più piccoli è invece molto reale, succede tutti i giorni. E ogni 20/30 anni accade un impatto che provoca danni (l’ultima volta è successo in Russia nel 2013, la Meteora di Celjiabinsk, ndr)

 

Quindi questo tipo di studi sono molto interessanti per evitare questo pericolo. Degli oggetti più grandi può essere previsto l’impatto con un certo anticipo, prevedendo quindi una missione con un ordigno, per farlo esplodere. Se non sai come è strutturato un asteroide però è inutile un’esplosione.

In cosa consiste la borsa Marie Curie? 

E’ un premio dato dalla Commissione Europea. Fortunatamente esiste l’Unione Europea, altrimenti la ricerca in Italia sarebbe difficile. E’ lo strumento migliore per un ricercatore per raggiungere l’indipendenza, per portare avanti la propria ricerca. Purtroppo spesso si deve dipendere da un professore che dà fondi per fare ricerca,essendo di fatto vincolato all’indirizzo del professore, non accade in questo caso. I fondi che ti vengono consegnati, in questo caso 170 mila euro, sono suddivisi in stipendio, viaggi, conferenze, acquisto di materiali per laboratorio. Io ero inserito nella Global Fellowship, che mi consentirà di stare un anno negli Stati Uniti alla NASA e un anno in Italia, a riportare quanto imparato all’estero.

Qual è l’obiettivo finale del tuo progetto? 

Lo scopo finale è quello di studiare le proprietà interne di una stessa tipologia di asteroidi.

Credevi nella possibilità di essere selezionato? 

Ci credevo fino a un certo punto, perché comunque c’è molta competizione. Già chi partecipa vanta anni di esperienza, è un programma aperto a qualunque tipo di disciplina. Non era comunque un’opzione su cui contare, perché la percentuale di successo è molto bassa, circa il 10%, contando anche il fatto che è molto dispendioso in termini di tempo da dedicarci. Il Politecnico mi ha dato una mano facendo incontri con persone che mi aiutassero a scrivere nel modo giusto.

Quale sarà il tuo lavoro alla NASA?

Si comporrà di tante collaborazioni, interazioni col gruppo in cui andrò a lavorare. Logisticamente ci stiamo organizzando per predisporre ufficio, computer. Vorrei sfruttare appieno questa mia indipendenza per sfruttare tutte le tematiche, cercando di fare più possibile networking.

Cosa ti piacerebbe fare dopo questa esperienza?

Le mie scelte sono state dettate dai documentari di Piero Angela sull’Universo. Mi affascina molto il ruolo del divulgatore, ma non so ancora se sono in grado di farlo, perchè non è da tutti rendere semplici concetti molto complessi.

Da bambino sognavi di fare l’astronauta? 

Chi è che non lo sogna? 

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Borse di studio Pizzigati-Minoja, entro il 20 dicembre le candidature

E’ mercoledì 20 dicembre, il termine ultimo per presentare la propria candidatura al bando per l’assegnazione delle borse di studio “Pizzigati Minoja”, destinate a tre studenti del corso di laurea in Ingegneria Meccanica della sede cittadina del Politecnico di Milano, iscritti all’anno accademico 2017-2018.

Il testo integrale è disponibile sul sito www.comune.piacenza.it , così come il modulo di domanda – scaricabile anche dal sito dell’ateneo, www.polo-piacenza.polimi.it – che dovrà essere consegnato entro la scadenza agli Sportelli Polifunzionali Quic di viale Beverora 57, aperti il lunedì, martedì e giovedì dalle 8.15 alle 17, il mercoledì e venerdì dalle 8.15 alle 13.30, il sabato dalle 8.15 alle 12.15.

Le borse di studio, del valore di 6.305,94 euro ciascuna, saranno assegnate sulla base della condizione economica del nucleo familiare, del curriculum di studi, delle esperienze e dei risultati conseguiti in attività culturali o sociali extrascolastiche. Istituite nell’anno accademico 1999-2000, le borse – due delle quali destinate a studenti residenti a Piacenza e provincia – vengono assegnate in memoria dell’ingegnere Augusto Pizzigati, già docente presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna e della signora Camilla Minoja, nel rispetto delle volontà testamentarie delle signore Livia ed Enrichetta Pizzigati, come concordato con il dottor Alessandro Minoja e il Polo di Piacenza del Politecnico di Milano. 

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