Domenica derby tra sponsor tra Pordenone e Gas Sales per la famiglia Curti

Quella che si terrà il prossimo 16 marzo al Pala Prata di Pordenone tra la Tinet Gori Wines e la Gas Sales Piacenza Volley è una sfida che ha tutto il sapore di un derby. Infatti la Gas Sales Piacenza Volley è di proprietà della famiglia Curti, famiglia che è anche proprietaria della Bluenergy, multiutility friulana e ben radicata nel nostro territorio.
Nella Gas Sales Piacenza quindi batte un po’ di cuore friulano, e in special modo nel libero che è sponsorizzato Bluenergy per le partite fuoricasa, ed essendo questa la prima partita che la squadra gioca in Friuli in questo campionato, è un po’ come se il giocatore “tornasse finalmente a casa”.

Bluenergy e Gas Sales fanno parte del gruppo CGI srl, holding della famiglia Curti, la cui storia imprenditoriale comincia oltre 40 anni fa proprio in Friuli Venezia Giulia.
Gianfranco Curti, metaniere di lunga data, agli inizi degli anni ’70 è stato tra i primi imprenditori impegnati nella realizzazione delle reti di metano nella regione Friuli Venezia Giulia.
Sono gli anni precedenti il terremoto e l’opera di metanizzazione permetterà a tutta la regione di beneficiare di questa strategica fonte energetica per la sua rinascita nel periodo post terremoto del 1976.

Oggi Bluenergy – la cui presidenza è affidata alla figlia Susanna Curti – è una multiutility di riferimento per tutto il nord Italia e porta con sé una grande vocazione sportiva. Ed è proprio per questo che lo scorso maggio ha scelto di essere parte attiva nella sfida che Gas Sales Energia ha accolto per salvare la squadra del Volley Piacenza, sponsorizzando la maglia del libero in tutte le partite di trasferta. Una scelta che conferma il grande spirito di coesione al gruppo e che ha permesso di non interrompere la storia sportiva di una squadra che ha scritto numerose pagine importanti del Volley Piacentino (uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa, una Challenge Cup e una Top Teams Cup sono i trofei conquistati negli ultimi 17 anni).

In attesa della fine del campionato che vede la Gas Sales Piacenza Volley in corsa per i play off scudetto, l’appuntamento è per sabato 16 marzo ore 20:30 al Pala Prata di Pordenone.

BLUENERGY GROUP
Bluenergy è la multiutility nata in Friuli Venezia Giulia che dal 2003 opera nel mercato della fornitura di energia elettrica, gas metano e servizi dedicati ai privati, PMI e grandi imprese di tutto il Nord Italia. Presente sul territorio con 22 punti vendita, è in grado di fornire soluzioni per ogni tipologia di clientela, promuovendo il consumo consapevole delle risorse, nel totale rispetto dell’ambiente.

GAS SALES ENERGIA
Gas Sales S.r.l. è attiva dal 2003 nella vendita di gas metano ed energia elettrica ai clienti finali, costituiti prevalentemente da famiglie e piccole aziende. La società è parte del gruppo CGI, presente da oltre 40 anni nel settore dell’energia, dapprima nella progettazione, realizzazione e gestione delle reti di distribuzione di gas metano e, con l’avvento della liberalizzazione del mercato, nella vendita e nel trading di gas ed energia elettrica.

GAS SALES PIACENZA VOLLEY
Gas Sales Piacenza Volley è la nuova società maschile di pallavolo di Piacenza nata nell’estate del 2018 e impegnata nel campionato di Serie A2 dopo l’acquisizione del titolo sportivo da Volley Aversa. Alla prima stagione la società guidata da Elisabetta Curti è stata capace di conquistare un importante trofeo come la Coppa Italia di A2. 

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Venerdì presentazione per il Sant’Agostino del Pordenone, restaurato

Venerdì 26 ottobre, alle 12, in Santa Maria di Campagna, sarà presentata alle autorità e al pubblico l’immagine restaurata del Sant’Agostino, l’opera più celebre affrescata dal Pordenone nella basilica mariana. Sono previsti interventi del sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri (il Comune è proprietario della Basilica), di Anna Còccioli Mastroviti della Sovrintendenza di Parma e Piacenza (che ha diretto l’intervento dal punto di vista scientifico), di Secondo Ballati, padre guardiano del Convento dei Frati minori e di Luca Panciera, restauratore dell’opera. Presenti anche gli studenti del Liceo artistico Cassinari che hanno svolto l’attività di scuola-lavoro, come guide, alla Salita al Pordenone.

La presentazione sarà allietata dall’accompagnamento musicale dell’arpista Raffaella Bianchini.

L’intervento di restauro è stato seguito e finanziato dalla Banca di Piacenza, nell’ambito dell’opera di valorizzazione di Santa Maria di Campagna messa in campo dall’Istituto di credito di via Mazzini e che proseguirà con la manutenzione e pulitura della lapide – posta sulla facciata della chiesa nel 1910 – dedicata al progettista della Basilica, Alessio Tramello, dopo l’importante recupero del “camminamento degli artisti” che ha permesso a migliaia di persone di ammirare alla loro stessa altezza gli affreschi della Cupola eseguiti dal Pordenone




Domani sera Salita gratis al Pordenone e reading teatrale in Santa Maria di Campagna

Nuovo evento nell’ambito dei venerdì piacentini e della Salita al Pordenone.

La banca di Piacenza propone, venerdì 13 luglio alle 21.30, una rilettura teatrale della storia rinascimentale della basilica di S. Maria di Campagna e delle opere realizzate al suo interno dal Pordenone. interpreti saranno gli attori Mino Manni e Marta Ossoli (voci recitanti), con l’accompagnamento musicale di Paola Tezzon (violino) e di Francesca Ruffilli (violoncello).

Il reading teatrale si intitolerà “Viaggio poetico nell’arte sacra del Pordenone” e sarà basato su testi tratti dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, da Storia dei Papi di Ludwig Von Pastor, da Storia dItalia di Francesco Guicciardini, da Le vite de più eccellenti pittori, scultori e architetti di Giorgio Vasari, dalla Divina commedia di Dante, da Le Trachinie di Sofocle, da Lauda per la natività del Signore di Jacopone da Todi, da Le confessioni di S. Agostino, ma anche dal volume del 1908 di padre Andrea Corna su S. Maria di Campagna.

La serata si concluderà con una bicchierata offerta dalla Banca di Piacenza.

Ricordiamo che anche venerdì 13 luglio sarà possibile effettuare gratuitamente la Salita al Pordenone dalle 21.30 alle 24 (ultima salita alle 23), prenotandola sul sito internet www.midaticket.it, unico modo per usufruire della gratuità offerta dal popolare Istituto di credito di via Mazzini.




Intitolato a padre Andrea Corna il percorso che porta alla cupola del Pordenone

La “Salita al Pordenone” allestita nella basilica di S. Maria di Campagna dalla Banca di Piacenza permetterà, d’ora in poi, di ricordare anche padre Andrea Corna.

L’assito posto lungo il “camminamento degli artisti” – il percorso recentemente recuperato e restaurato grazie all’istituto di credito di via Mazzini è stato infatti intitolato al frate francescano originario di Mottaziana di Borgonovo, che nei primi anni del Novecento svolse la sua missione spirituale proprio nel Convento di Campagna; il percorso  consente di salire fino ai piedi della cupola affrescata tra il 1530 ed il 1532 da Giovanni Antonio de’ Sacchis, attraverso cento gradini.

La cerimonia d’intitolazione si è svolta alla presenza del Guardiano dei Frati minori, padre Secondo Ballati, del Vicesindaco di Piacenza, Elena Baio, del Presidente del Comitato Esecutivo della Banca di Piacenza, Corrado Sforza Fogliani – intervenuto insieme al Direttore generale Mario Crosta, al Condirettore Pietro Coppelli e al Vicedirettore generale Pietro Boselli – e di padre Grigore Catan, parroco della comunità piacentina della Chiesa cristiano-ortodossa del Patriarcato di Mosca.

Alla toccante lettura – da parte dell’attore Mino Manni – di un madrigale tratto dal libro su S. Maria di Campagna scritto nel 1908 da padre Corna (e recentemente ripubblicato dalla Banca in edizione anastatica), hanno fatto seguito le parole di padre Ballati.

 “Padre Corna – ha detto il Superiore di Campagna prima della benedizione – è un benemerito della nostra comunità francescana. Grazie ai suoi studi e al libro scritto esattamente un secolo fa, ha amplificato la conoscenza del nostro convento e della basilica. Purtroppo, tendiamo a dimenticare non solo chi ci ha preceduto, ma anche i loro gesti importanti; ecco perché oggi sono lieto che venga scoperta questa targa, che permetterà di ricordare in eterno la figura e l’impegno di padre Andrea”.

Il Vicesindaco di Piacenza ha invece parlato di “un bel gesto di riconoscenza nei confronti di chi si è speso, con encomiabile passione, per la basilica più amata dalla comunità piacentina”, aggiungendo: “Una chiesa che, grazie alla “Salita al Pordenone” ideata e organizzata balla Banca di Piacenza, sta contribuendo a far conoscere il nostro territorio anche oltre i confini nazionali”.

L’avv. Sforza Fogliani ha invece posto l’accento sull’importanza di ricordare i benemeriti del passato: “ascoltando la riflessione fatta da padre Secondo – ha detto Sforza – mi torna in mente un elzeviro scritto da Vittorio Sgarbi secondo cui, purtroppo, “gli uomini passano, ma le pietre restano”. Con questa iniziativa, che rappresenta il 71° evento collaterale alla “Salita al Pordenone”, vogliamo dimostrare che anche gli uomini restano, che il loro ricordo, il loro impegno e le loro opere resistono allo scorrere del tempo. D’ora in poi, chi compirà la “Salita”, oltre ad ammirare la basilica dall’alto e gli affreschi del Pordenone da vicino, potrà leggere il nome di padre Andrea Corna e magari anche scoprire e conoscere il suo impegno per la comunità di Campagna”.




Il nuovo patriarca della Chiesa greco-melchita è salito in Cupola ad ammirare il Pordenone

Il nuovo patriarca di Antiochia, tutto l’oriente, Alessandria e Gerusalemme Youssef Absi (a capo della Chiesa greco melchita cattolica di rito bizantino) ha compiuto nei giorni scorsi la Salita al Pordenone.

Ad accompagnarlo il vicario patriarcale e arcivescovo di Gerusalemme monsignor Yaser Al Ayyash con alcuni rappresentanti dell’ordine patriarcale della Santa Croce di Gerusalemme. Accolti da padre Contardo Montemaggi dei frati minori di Santa Maria di Campagna, gli ospiti sono stati guidati nella visita alla basilica dalla professoressa Mimma Berzolla.

 




Pordenone: domande, dubbi e misteri

La “Salita al Pordenone”  con le numerose manifestazioni collaterali che le fanno da corollario ed il catalogo “Pordenone e la maniera padana”, hanno contribuito ad alzare il livello di conoscenza storico-artistico di Giovanni Antonio de’ Sacchis. Un patrimonio di informazioni in cui hanno trovato posto anche quelle notizie, forse meno ufficiali ma non per questo meno importanti, emerse nel corso dell’incontro intitolato “Pordenone: domande, dubbi e misteri”, svoltosi nei giorni scorsi nel chiostro del Convento di S. Maria di Campagna.

Basandosi su scritti e ricerche di Argan, del Vasari, di Ferdinando Arisi, di padre Corna, del Campi, del Ridolfi, del Fiocco e sui Testi patristici degli Oracoli sibillini, Nando Rabaglia e Carolina Migli – con l’accompagnamento musicale alla chitarra classica di Antonio Amodeo, che ha eseguito brani del periodo rinascimentale – hanno offerto al numeroso pubblico presente notizie e curiosità sulla vita privata e sul carattere del Pordenone, ma anche sulla storia del tempio sacro di piazzale delle Crociate. Dall’olio miracoloso che sgorgava, già nell’anno Mille, nel luogo in cui oggi sorge la basilica, alle indulgenze plenarie concesse ai fedeli di S. Maria di Campagna dai pontefici Urbano II, Pasquale III, Innocenzo III e Gregorio X. Dagli esordi pittorici del grande artista friulano, agli affreschi ritrovati nell’abitazione della famiglia de’ Sacchis ed eseguiti, verosimilmente, durante gli anni della sua giovinezza, prima ancora di studiare le opere del Giorgione.

Le prime affermazioni artistiche con gli affreschi realizzati nel Duomo di Cremona, il dualismo con Tiziano negli ambienti veneziani, la chiamata di Girolamo Pallavicino per la chiesa di Cortemaggiore, l’amicizia con il giureconsulto Barnaba Dal Pozzo e la convenzione con i Fabbriceri di S. Maria di Campagna, datata 15 febbraio 1530, per eseguire gli affreschi della cupola. I tre matrimoni, il “carattere ruvido e rissoso” (sono parole del Vasari), la decisione di girare armato di spada dopo un violento litigio, il vezzo di dare le proprie sembianze ai santi e ai profeti dei suoi affreschi e l’ultima, in ordine di tempo, importante commissione ricevuta dal Consiglio dei Dieci di Venezia per affrescare il soffitto della biblioteca di Palazzo Ducale.

Il tutto, con un apprezzato taglio teatrale enfatizzato dalle capacità attoriali di Nando Rabaglia, dalla vellutata voce di Carolina Migli e dalle note uscite dalla chitarra di Antonio Amodeo.

Domani mercoledì 30 maggio alle 18  presentazione della  ristampa del volume “Storia ed arte in S. Maria di Campagna”

Poco più di un secolo fa – esattamente nel 1908 – veniva pubblicata la prima grande monografia dedicata alla basilica tramelliana di piazzale delle Crociate. Frutto dell’accurato lavoro di ricerca di padre Andrea Corna (Borgonovo Val Tidone, 1867 – Imola, 1942), il volume, intitolato “Storia ed arte in S. Maria di Campagna”, andò ben presto esaurito così come le successive edizioni realizzate nello spazio di un breve arco temporale.

Proprio per questo la Banca di Piacenza – da sempre in prima linea nell’opera di salvaguardia e di valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale – ha deciso di pubblicare la ristampa anastatica dell’apprezzato libro firmato da padre Andrea Corna a cui, tra l’altro, si deve il merito di aver attribuito la paternità del progetto di S. Maria di Campagna al nostro concittadino Alessio Tramello (fino all’inizio del Novecento si pensava, infatti, che la fabbrica della chiesa fosse stata disegnata dal Bramante).

La ristampa anastatica di “Storia ed arte in S. Maria di Campagna” verrà presentata mercoledì 30 maggio alle 18 nel chiostro del Convento dei Frati minori (in piazzale delle Crociate 5), nell’ambito delle manifestazioni collaterali alla “Salita al Pordenone”. L’opera verrà illustrata dal Presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza, avv. Corrado Sforza Fogliani, dal Guardiano del Convento, padre Secondo Ballati, e dal dott. Leonardo Bragalini della Tip.Le.Co, che ha provveduto alla stampa del volume.

Ingresso libero, con precedenza per i prenotati (relaz.esterne@bancadipiacenza.it, tel.
0523.542137). Ai primi prenotati sarà fatta consegna di copia della pubblicazione.




Le tante curiosità “nascoste” fra le mura di Santa Maria di Campagna

Curiosità su Santa Maria di Campagna, atto secondo. Dopo il successo del primo incontro a marzo, il refettorio del Convento dei frati minori ha ospitato una nuova conferenza sul medesimo tema. A raccontare nuovi aspetti curiosi che riguardano la basilica mariana, Corrado Sforza Fogliani, Laura Bonfanti, Franco Fernandi, Cristian Pastorelli, Roberto Tagliaferri.

Il presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza ha aperto gli interventi parlando della sepoltura di Pier Luigi Farnese in Santa Maria di Campagna. «Non so quanti piacentini sappiano – ha osservato Sforza – che dopo la sua uccisione i congiurati gettarono il cadavere nel fossato per dimostrare al popolo, che protestava perché il duca era riuscito ad accattivarsi le simpatie delle classi minori, che era morto. Poi il corpo fu portato per due giorni in San Fermo. Da lì fu prelevato dai frati francescani che lo seppellirono in Santa Maria di Campagna, nella tomba presente in sacrestia».

Il presidente Sforza ha proseguito spiegando che dopo qualche po’ di tempo, il corpo di Pier Luigi fu portato all’isola Bisentina sul lago di Bolsena (diventata alla fine del 1300 di proprietà dei Farnese, che avevano fatto fortuna perché un componente della famiglia era il capo della milizia pontificia). «Ricordo che andai sull’isola, nella chiesa dedicata a San Francesco, dove ci sono due tombe – di altri Farnese – e tre scheletri. Sono convinto che il terzo scheletro sia di Pier Luigi Farnese. Il comandante dei Ris di Parma mi propose di effettuare l’esame del Dna, ma non lo ritenni necessario».

Laura Bonfanti ha citato tre curiosità riferite al Pordenone. Secondo la tradizione, ci sarebbero due autoritratti dell’artista friulano: uno nel Duomo di Pordenone (su una colonna d’affresco del 1523) e uno in Santa Maria di Campagna, nella pala d’altare della cappella di Santa Caterina (San Paolo). Il Pordenone, poi, aveva sempre con sé la spada (ne parla anche il Corna) perché temeva i seguaci di Tiziano (c’è tra l’altro un velo di mistero sulla sua morte avvenuta il 14 gennaio del 1539 in una locanda di Ferrara) e pare che anche durante la sua permanenza a Piacenza non se ne separasse mai.

Altra curiosità: anche la nostra città rese omaggio al pittore dedicandogli la strada (lo ha scritto Fausto Fiorentini ne “Le vie di Piacenza”) che collega via Dante a via Guglielmo da Saliceto.

Laura Bonfanti ha concluso ricordando tre fatti ai più sconosciuti che riguardano la basilica: si apprende, sempre dal libro del Corna (che, ha annunciato Sforza, verrà ristampato a cura della Banca), che nell’aera del Coro, alle spalle della statua della Madonna, troviamo il cuore di Francesco Farnese (sepolto a Parma per ragioni istituzionali e dinastiche); fu una sua volontà: voleva che il suo cuore restasse vicino all’adorata sorella Isabella. Due lapidi in sacrestia testimoniano la circostanza; Emilio Ottolenghi in “Storia di Piacenza” ci racconta che il 3 agosto 1638 un fulmine cadde sulla cupola di Santa Maria di Campagna senza recare danni, perché lo stesso fuoriuscì dalla porta della basilica rimasta fortunatamente aperta; Carmen Artocchini in “Tradizioni popolari piacentine” riporta di un esorcismo compiuto in Santa Maria di Campagna nel 1920 da padre Pier Paolo Veronese.

Il diacono don Franco Fernandi ha invece ricostruito la vita di un frate, sconosciuto ai più, che è sepolto in Santa Maria di Campagna, sotto l’affresco dell’Adorazione dei Magi (nella cappella Rollieri, dove si trova l’altare più prezioso della basilica, costruito a Roma con pietre come lapislazzuli e agate): stiamo parlando del Beato Marco da Bologna, lì nato nel 1405. «Fu un gigante del francescanesimo e dell’osservanza, il movimento di riforma sorto in seno al francescanesimo per il ripristino dell’ideale francescano originale. Grande predicatore, fu uno dei fondatori dei Monti di pietà». Dichiarato beato nel 1868 da Papa Pio IX, padre Marco è collocato in un’urna di cristallo con all’interno un meccanismo che consente di sollevare il corpo per renderlo visibile ai visitatori.

Il pittore Cristian Pastorelli ha poi fatto un excursus delle sue opere principali dipinte e affrescate nel corso della carriera. “Ritrattista ufficiale” dei frati minori, Pastorelli ha fatto il ritratto a tanti personaggi noti: da Ferdinando Arisi (suo estimatore) a Vittorio Sgarbi, ai vescovi Monari e Mazza fino ad arrivare a Papa Francesco. Principale caratteristica dei suoi lavori, l’inserimento di personaggi di oggi in contesti del passato. Come si può vedere nei murales che il pittore sta realizzando nel chiostro del convento dei frati minori.

Roberto Tagliaferri della Banca di Piacenza , tra gli artefici dell’organizzazione della Salita al Pordenone insieme a Cristina Bonelli, ha ripreso il tema del camminamento degli artisti con particolare riferimento ai nomi incisi da cultori d’arte ed artisti saliti in cupola per studiare gli affreschi del Pordenone. Ne parlò per primo Attilio Rapetti in un articolo del Bollettino storico piacentino nel 1939, elencando circa 40 incisioni; poi Robert Gionelli e Carlo Omini ne hanno scoperte altre, arrivando a un totale di 80. Ora si sta cercando – per ognuno di questi nomi – di predisporre una scheda con le informazioni che si stanno raccogliendo. Tagliaferri ha citato qualche esempio: Domenico Antonini, Bartolomeo Baderna (pittore barocco), Emilio Perinetti (allievo del Toncini che lasciò pure lui testimonianza del suo passaggio in cupola).




A Palazzo Galli conferenza sui restauri degli affreschi di S. Maria di Campagna

Gli stupendi affreschi realizzati da Giovanni Antonio de’ Sacchis intorno al 1530 sulle volte della cupola della basilica di S. Maria di Campagna – che oggi possono essere ammirati da vicino grazie alla “Salita al Pordenone”, riaperta dalla Banca di Piacenza – non sarebbero arrivati intatti fino ai giorni nostri senza interventi di restauro. L’ultimo, in ordine di tempo, realizzato circa trenta anni fa ad opera del Comune di Piacenza – proprietario del tempio -, è stato eseguito dal prof. Bruno Zanardi, Associato di Teoria e tecnica del restauro nell’Università di Urbino Carlo Bo.

E proprio il prof. Zanardi – apprezzato storico dell’arte oltre che stimato scrittore di valore ed esperto restauratore di beni culturali – terrà una conferenza dal titolo “Problemi di restauro” venerdì 20 aprile alle ore 18 nella Sala Panini della Banca di Piacenza (Palazzo Galli).

L’incontro, che sarà coordinato dal dott. Carlo Emanuele Manfredi, è organizzato nell’ambito delle iniziative collaterali alla “Salita al Pordenone” dal popolare Istituto di Credito piacentino in collaborazione con la Sezione di Piacenza di Italia Nostra e con il Soroptimist International Club di Piacenza.

Ingresso libero, con invito a prenotarsi: e-mail relaz.esterne@bancadipiacenza.it, tel. 0523.542137.




Sgarbi: “Non c’è nulla di più vicino a Dio di una Cupola”

Dimenticate lo showman della tv, Vittorio Sgarbi nella Basilica di Santa Maria di Campagna questa mattina ha tenuto una vera e propria lezione sul significato dell’arte toccando molti temi trasversalmente collegati, ma avendo come filo conduttore sempre il Pordenone, l’artista protagonista della Salita resa possibile da Banca di Piacenza (presente con il sempreverde Corrado Sforza Fogliani).

“Il nome del Pordenone sta diventando consueto – considera Sgarbi -, nonostante la sua opera sia pregevole, gli viene riconosciuto un merito tardivo a causa di una alfabetizzazione artistica molto fragile, se ne parla poco a scuola, a causa anche di una visione dell’arte un po’ idealistica”. Nel suo discorso poi entra in scena la Cupola, che considera come la “presenza stessa di Dio nella vita dell’uomo, in quanto è ciò che più gli si avvicina. In molte chiese non è presente questa vita celeste sopra di noi, colpa dell’architettura e segno del relativismo imperante. La cultura in passato era legata al Cristianesimo, non c’era alternativa, anche oggi quelli che non credono sentono comunque l’imperio di Dio, nulla è più vicino a Dio dell’arte, essa rende più bello il mondo, espressione dello spirito dell’uomo”.

Sgarbi ripercorre le tappe che hanno portato Pordenone a Piacenza, passando dalle influenze di Giorgione e Mantegna passando da Roma, dove entra in contatto con Raffaello e Michelangelo. “Pordenone si può considerare il primo manierista padano. Egli segna come capitale della propria attività Piacenza, pur vedendo Venezia come miraggio e Roma come palestra per i propri studi pittorici”.

Uno sguardo poi viene posto sulla lingua italiana. “Sin da piccoli siamo abituati a leggere le poesie di Petrarca, di Boccaccio e altri perchè a scuola ci vengono insegnati. Ma in realtà nella vita di tutti i giorni a cosa servono? La poesia è la prova dello spirito che è dentro di noi. L’uomo tuttavia corrompe quella bellezza con le guerre, ma una parte di se è in grado di rendere più bello il mondo, di essere più vicini a Dio attraverso l’arte. Nessuno insegna Pordenone a scuola, eppure passano gli anni e quando si intravede la possibilità di creare turismo, conoscenza e ricerca, soprattutto nel dopoguerra, si recuperano questi artisti”.

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Pordenone sfida Tiziano a colpi di pennello

“Pordenone Vs. Tiziano: un duello a colpi di pennello” è il titolo dell’interessante conferenza tenuta nei giorni scorsi all’Associazione Amici dell’Arte davanti ad un numeroso pubblico dal prof. Alessandro Malinverni, storico dell’arte, Conservatore del Museo Gazzola e della Pinacoteca Stuard di Parma.

Programmata nell’ambito degli eventi collaterali alla “Salita al Pordenone” – il grande evento culturale donato al territorio dalla Banca di Piacenza attraverso la riapertura ed il restauro del “Camminamento degli artisti” nella basilica di S. Maria di Campagna – la conferenza è stata introdotta dal Presidente degli Amici dell’Arte, avv. Franca Franchi, e dal Condirettore generale del popolare Istituto di credito piacentino, dott. Pietro Coppelli.

Partendo dalla monumentale opera scritta nel XVI secolo da Giorgio Vasari, intitolata “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architetti”, in cui sono contenute anche le biografie del Pordenone e di Tiziano, il prof. Malinverni ha analizzato la rivalità tra questi due grandi artisti rinascimentali, che ebbe formalmente inizio nel 1528 quando entrambi vennero chiamati per ideare una pala d’altare per la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia. La realizzazione di quell’opera fu affidata a Tiziano e il Pordenone, che sentiva forse più del suo rivale quel forte dualismo artistico, verso il 1530 decise di lasciare la laguna per trasferirsi proprio nel piacentino. Nel nostro territorio, come noto e come recentemente riportato sotto i riflettori dalla Banca di Piacenza grazie alle 54 iniziative collaterali legate alla “Salita al Pordenone”, il grande artista friulano operò nel piacentino, prima a Cortemaggiore e successivamente a Piacenza, nella basilica di S. Maria di Campagna dove realizzò gli straordinari affreschi della cupola, in seguito completati dal Sojaro. La rivalità tra il Pordenone e Tiziano è continuata anche negli anni successivi, nonostante i due artisti abbiano intrapreso percorsi culturali decisamente diversi. Giovanni Antonio de’ Sacchis, che in gioventù aveva tratto ispirazione dalle opere di Raffaello e Michelangelo ammirate (forse) a Roma, si dedicò principalmente all’arte sacra nella scia del manierismo, mentre Tiziano, che si distinse anche nella ritrattistica, si segnalò per una pittura più sfarzosa e magniloquente ottenendo, non a caso, anche commissioni papali.

Il prof. Malinverni ha concluso la sua apprezzata e interessante conferenza ricordando come il vero oggetto del contendere tra il Pordenone e Tiziano, “cioè la grande pala d’altare per la chiesa veneziana dei Santi Giovanni e Paolo, sia purtroppo andata distrutta in un incendio. Di quest’opera, oggi, rimane soltanto una copia realizzata nel Seicento”.