Visitatori dal nord Europa per la Salita al Pordenone

Sarà forse perché l’inaugurazione della Salita è avvenuta con la neve e l’affluenza del pubblico in questo primo periodo non è mancata anche se il tempo è proseguito sempre pessimo fino a qualche giorno fa. Fattosta che la Salita al Pordenone – per quanto si riferisce ai visitatori stranieri – è per il momento decisamente “nordica”. La Salita piace, infatti, al Nord Europa: la maggior parte dei turisti che – soprattutto nel weekend di Pasqua – hanno visitato Santa Maria di Campagna era targato Germania, ma si sono registrate presenze di finlandesi, norvegesi e svedesi, nazionalità che magari non ti aspetti. Segnalate anche presenze di svizzeri, olandesi, inglesi e altredì di giapponesi e cinesi.

La Salita sta catturando l’attenzione delle scuole. Numerose le scolaresche che hanno prenotato la visita (nella foto, una classe mentre guarda il video nella sala) . Oggi 7 aprile, a Cortemaggiore, visita guidata a cura di Mimma Berzolla alla chiesa dell’Annunziata avente come tema “La Cappella Pallavicino e la chiesa dei frati in Cortemaggiore” (ore 17). Lunedì alle ore 18 alla Sala Panini della Banca di Piacenza la presentazione del volume Trent’anni di Bancaflash: interventono Corrado Sforza Fogliani, Luisella Peirano e Robert Gionelli (ingresso libero con invito a prenotarsi: relaz.esterne@bancadipiacenza.it – tel. 0523-542137). 

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Alla scoperta del Pordenone a Cortemaggiore: domenica visita guidata gratuita

Domenica 25 febbraio 2018 alle ore 15.00 presso la Chiesa dell’Annunciata a Cortemaggiore, in occasione dell’Edizione 2018 della Giornata Internazionale della Guida Turistica, le Guide del Coordinamento “Scopri Piacenza” terranno una visita guidata gratuita intitolata “Pordenone a Cortemaggiore. Terribilità e furore”.

Il titolo dell’evento è ispirato dalle parole con cui Giorgio Vasari nelle sue celebri Vite degli artisti descrisse il grande pittore Giovanni Antonio de’ Sacchis (1483-1539), che in territorio piacentino lasciò tra la fine degli anni Venti e gli anni Trenta del Cinquecento alcuni dei suoi sommi capolavori: “Et ancora che la terribilità et un certo furore molto da pittor nuovo e stravagante fosse nelle azzioni del Pordenone, non si toglie però ch’egli non fosse in grado d’eccellenza nella pittura egregio e spedito maestro”.

Durante la visita si potranno ammirare gli affreschi pordenoniani della Cappella Pallavicino, che con ardite soluzioni prospettiche e un tripudio di colore sviluppano il tema dell’Immacolata Concezione, e la grande tempera su tela raffigurante la Deposizione, definita da Adolfo Venturi “l’opera più contenuta e profonda” del maestro friulano.

La Giornata Internazionale della Guida Turistica, promossa in Italia dall’Associazione Nazionale Guide Turistiche (ANGT), vede ogni anno Guide Turistiche abilitate mettere la propria professionalità a disposizione del pubblico, offrendo visite guidate gratuite in luoghi della cultura. L’obiettivo è quello di valorizzare e diffondere il senso e il ruolo di una figura che, grazie a una competenza multidisciplinare e nello stesso tempo una preparazione “sul campo”, ha la missione di avvicinare le persone a siti, musei e volti delle città.

“Riproponiamo anche quest’anno un ricco calendario di eventi gratuiti – afferma Adina Persano, presidente dell’ANGT  – per ribadire l’importanza della figura professionale della guida turistica proprio nel momento in cui la categoria, a seguito dell’assenza di una chiara normativa sul suo accesso e il suo ruolo, sta vivendo dei grossi cambiamenti e incertezze”.

In occasione della visita del 25 febbraio gli eventuali contributi raccolti a titolo di offerta libera verranno interamente devoluti alla Chiesa dell’Annunciata di Cortemaggiore.




Dal 4 marzo la Salita al Pordenone: oggi la presentazione

Davanti a numerose autorità cittadine e della provincia si è svolta questa mattina nella sede della Banca di Piacenza la presentazione della Salita al Pordenone, progetto di valorizzazione della Basilica di Santa Maria di Campagna (vedi alcuni cenni storici) che ospita gli straordinari affreschi del pittore al secolo Giovanni Antonio de Sacchis. L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla Banca di Piacenza in collaborazione coi Frati Minori Osservanti e il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del MiBact. Apertura il 4 marzo e chiusura il 10 giugno.

Dal 4 marzo al 10 giugno 2018 la Salita al Pordenone in Santa Maria di Campagna“Per la nostra città è una grande occasione – ha affermato la sindaca Barbieri -, la Chiesa è stata attenzionata dal Comune e da Corrado Sforza Fogliani per farci godere lo splendore degli affreschi del Pordenone. Tengo a precisare che questo evento non beneficia di contributi del Comune ma si tratta della volontà di un privato di far emergere un’eccellenza della propria città, un regalo di cui siamo grati. Padre Bollati (guardiano del Convento, ndr) con entusiasmo si è messo a disposizione, accettando questa sfida”.

Per la prima volta si potranno ammirare stando alla loro stessa altezza gli affreschi grazie ad un camminamento che porta a una galleria circolare aperta sull’esterno della città, con vista panoramica a 360°. “La possibilità di vedere il Pordenone dall’alto è una ricchezza – considera Padre Bollati -, anche se era stata concepita per essere vista dal basso. I pellegrini, quando giungevano nella Chiesa dopo un lungo viaggio, capivano che il loro cuore si era aperto a Dio. C’è sempre stato questo desiderio da parte nostra, dall’altra parte Dio si fa riconoscere, protraendo le braccia verso l’uomo si fa sentire presente. La pittura è sempre servita per mandare messaggi di fede, e questo evento non fa eccezioni”.Salita al Pordenone in Santa Maria di Campagna a Piacenza

Il vice direttore Boselli ha illustrato i vantaggi per i correntisti durante il periodo di apertura della Salita: “Prevediamo un conto Pordenonino, che inserisce una polizza dedicata alle opere d’arte, che prevede valutazione gratuite. In secondo luogo ci saranno abbonamenti a riviste d’arte e finanziamenti per l’acquisto di opere d’arte”.

L’architetto Ponzini ha illustrato la filosofia dietro la scelta del logo, che sarà previsto anche in tutte le iniziative correlate e in tanti negozi, per una comunicazione capillare. “Dio Padre al centro, lo spettatore nella Chiesa entra in una fase mistica”.

Corrado Sforza Fogliani ha voluto ringraziare Ferdinando Arisi, che ha concepito la manifestazione, per poi darne un quadro storico: “Piacenza nell’antichità è sempre stata un crocevia di strade, dalla via Emilia alla Via Romea, le Vie Francigene, e questa è la ragione per cui è divenuta col tempo crocevia di mercanti e poi di banchieri, ma anche di artisti”. Non resta che aspettare il 4 marzo per ammirare un’altra eccellenza piacentina.

Chi è il Pordenone

Giovanni Antonio de’ Sacchis (così si chiamava l’artista nato a Pordenone nel 1483 e morto a Ferrara nel 1539) affresca la cupola di Santa Maria di Campagna tra il 1530 e il 1535, dopo che nel 1522 aveva terminato il ciclo di affreschi dedicati alla Passione di Cristo nella cattedrale di Cremona e – siamo nel 1529 – affrescato la cappella Pallavicino a Cortemaggiore, in provincia di Piacenza. La cupola della Basilica piacentina è, a parere di Vittorio Sgarbi, “l’opera forse più importante del Pordenone, in puro stile michelangiolesco”. Il de’ Sacchis non porta però a termine il ciclo di affreschi della cupola; lesene, tamburo e pennacchi sono affidati a Bernardino Gatti, detto il Sojaro. Pordenone realizza altre importanti opere in Santa Maria di Campagna: la cappella di Santa Caterina (1530- 1532), la cappella della Natività o dei Magi (1532-1536), Sant’Agostino (1535).

La Salita si pone come obiettivo la valorizzazione di Santa Maria di Campagna come “crocevia di artisti”. Oltre ai lavori del Pordenone, infatti, sono presenti opere di Guercino, Ignazio Stern, Antonio Campi, capolavori che ispirarono Luigi Miradori, detto il Genovesino, vissuto a Piacenza tra il 1632 e il 1635. L’evento – così concepito – s’inquadra in un contesto scientifico unitario con Piacenza crocevia di pellegrini, mercanti e banchieri: un crocevia a più titoli che la Banca di Piacenza valorizzerà negli anni a venire.

Mostre collegate

Collegate all’evento Salita al Pordenone, l’Istituto di credito organizzerà a Palazzo Galli (via Mazzini, 14, Piacenza) le mostre Il Genovesino e Piacenza e I nuovi Ghittoni e i disegni della collezione Banca di Piacenza, visitabili (anche in giorni separati) acquistando il biglietto della Salita.

In contemporanea la salita al Guercino

La città di Piacenza, inoltre, offrirà in contemporanea – a piacentini e forestieri – la possibilità di salire (o risalire) all’altezza di affreschi di prim’ordine di diversi artisti (Guercino, Pordenone, Sojaro). Una contemporaneità che rappresenta un primato assoluto, finora ineguagliato nel nostro Paese e, forse, anche all’estero.

Il biglietto d’ingresso alla Salita, infatti, consentirà l’accesso a prezzo ridotto alla mostra I misteri della Cattedrale. Meraviglie nel labirinto del sapere, che comprende anche la Salita alla cupola del Guercino nel Duomo di Piacenza. Allo stesso modo, l’acquisto del biglietto per la mostra in Duomo darà diritto all’ingresso alla Salita al Pordenone a prezzo ridotto.

Al sabato navetta con Cremona

La manifestazione si estenderà – oltre che alla città di Pordenone e provincia – ai territori di Cortemaggiore, Monticelli e Cremona, custodi di tesori artistici direttamente o indirettamente collegati con il grande artista friulano. Nei rispettivi centri verranno organizzate iniziative legate al Pordenone e, da marzo a giugno, ogni sabato, la Banca di Piacenza organizzerà un servizio di bus navetta con visita guidata ai capolavori pordenoniani.

Il 19 maggio, in occasione della giornata europea Notte dei musei, la Salita al Pordenone e le altre mostre collaterali a Piacenza, le visite a Cortemaggiore, Monticelli e Cremona saranno in notturna, dalle 21 alle 24.

Salita al Pordenone – Basilica di Santa Maria di Campagna (Piazzale delle Crociate – Piacenza)

Orari – 4 marzo – 10 giugno 2018Salita al Pordenone in Santa Maria di Campagna

 

da martedì a venerdì 10 – 12.30 e 15 – 18
sabato e festivi: 10 – 18
chiuso i lunedì non festivi

Palazzo Galli (Via Mazzini 14 – Piacenza)
da martedì a sabato 15-19 – festivi 10-12.30 e 15-19 – chiuso i lunedì non festivi e il 24 e 25 marzo – Apertura speciale Notte dei Musei – 19 maggio ore 21-24

Biglietti

Il biglietto per la Salita al Pordenone della Basilica di Santa Maria di Campagna dà diritto ad ottenere un biglietto gratuito per l’ingresso alla mostra Genovesino a Piacenza e a quella I nuovi Ghittoni e i disegni della collezione Banca di Piacenza allestite a Palazzo Galli.

Per la Salita è obbligatoria la prenotazione della fascia oraria di visita, anche per i visitatori ad ingresso gratuito. I biglietti si possono acquistare online a partire dal 24 febbraio 2018, contemporaneamente alla prenotazione, sul sito www.midaticket.it, oppure tramite il siti www.bancadipiacenza.it e www.salitaalpordenone.it, oppure presso le biglietterie di Santa Maria di Campagna e di Palazzo Galli nei giorni e negli orari delle visite.

Per le mostre di Palazzo Galli non è prevista la prenotazione. L’accesso è consentito esclusivamente esibendo il biglietto gratuito ricevuto unitamente al biglietto valido per la Salita al Pordenone, anche in giorno diverso rispetto a quello scelto per la Salita al Pordenone.

Costo

Intero: € 12
Ridotto: € 10
Gruppi organizzati (minimo 12 persone): € 10
Scuole: € 5 per ogni componente il gruppo
Ridotto speciale: € 5

Regole e divieti

L’accesso dei prenotati per la Salita al Pordenone è predisposto per gruppi limitati di persone, con partenza ogni 20 minuti circa, accompagnati dall’apposito personale.
Le persone che si presentano a Santa Maria di Campagna per la salita alla cupola senza la prenotazione, o che – per qualsiasi motivo – abbiano mancato il proprio turno di visita, dovranno attendere il primo posto libero per poter salire.
Il percorso di salita in quota include camminamenti a suo tempo esistenti nella Basilica e originariamente utilizzati per sole attività manutentive, adattati alla visita con alcuni passaggi di difficile percorrenza: i visitatori, al proposito, dovranno attenersi al rispetto delle indicazioni contenute nelle presenti norme distribuite anche all’ingresso NORME DI SICUREZZA distribuite all’ingresso e riportate più sotto.
Per le persone con disabilità e per i bambini di età inferiore ai 6 anni sono esclusivamente possibili la visita alla Basilica e l’accesso alla sala multimediale, con esclusione quindi della salita alla cupola. Gli affreschi in cupola del Pordenone potranno essere visti tramite il touch screen posto all’interno della Basilica.
La Basilica è, prima di tutto, un luogo di culto: i visitatori sono invitati ad avere un comportamento e un abbigliamento consoni in particolare per rispetto al luogo sacro è vietato mangiare e bere e disturbare le persone con un alto tono di voce.
I visitatori sono tenuti ad attenersi scrupolosamente alle norme di comportamento riguardanti la sicurezza di seguito descritte:

La salita avviene per rampe di scale di complessivi 100 scalini.

Alcuni passaggi presentano difficoltà di percorrenza e un discreto impegno fisico;
i parapetti di sicurezza degli affacci all’interno della cupola presentano un’altezza di 110 cm; nel percorso di salita sono presenti passaggi di altezza massima di 1,5 m.;
per cause connesse a condizioni atmosferiche avverse o per cause di forza maggiore le visite potranno essere sospese, anche momentaneamente;

La salita è vietata a:
persone affette da malattie cardiache
persone affette da acrofobia (vertigini)
persone affette da claustrofobia
persone con limitata capacità motoria
persone in situazione psicologica alterata
I minorenni sono ammessi solo se accompagnati da un adulto responsabile

Ai visitatori è fatto divieto di:

sporgersi e tenere le braccia all’esterno delle balaustre di protezione
lanciare oggetti di qualsiasi genere
eseguire qualsiasi manovra sugli impianti che si trovano lungo il percorso
È obbligatorio:

indossare abbigliamento comodo, calzature basse e chiuse (no tacchi);
depositare al piano terra, negli appositi armadietti, tutti gli oggetti che possono creare impedimento o ingombro (zaini, borse, etc.);
seguire con attenzione le indicazioni del personale durante la visita;
rimanere vicini agli accompagnatori preposti, seguire tutte le loro indicazioni e rispettare le norme di sicurezza;
tenere un comportamento tale da non mettere in pericolo la propria e altrui incolumità
non fuoriuscire dal percorso assegnato.




Santa Maria di Campagna ed i capolavori del Pordenone

Denso di storia è il luogo in cui sorge la basilica di Santa Maria di Campagna, tempio cinquecentesco che affonda le sue fondamenta sin nelle origini del Cristianesimo in territorio piacentino (vedi articolo sulla salita al Pordenone aperta dal 4 marzo).

Secondo quanto tramandatoci da Pier Maria Campi, in quest’area un gruppo di cristiani venne martirizzato nel 303 d.C., e i poveri resti vennero occultati in un ipogeo. Qui sorse un primo santuario detto “di Campagnola” – per il suo trovarsi fuori dalle mura della città – oggetto di una devozione crescente e stazione di preghiera per i pellegrini, anche grazie alla leggenda delle proprietà taumaturgiche dell’olio scaturito dal “pozzo dei martiri”.

Nell’XI secolo si costruì nei pressi anche una cappella dedicata a Santa Vittoria, che ne custodiva alcune reliquie: con l’aumentare del fenomeno dei pellegrinaggi il piccolo santuario, posto proprio all’ingresso occidentale della città lungo l’itinerario “francigeno”, non era più bastevole a contenere i fedeli in preghiera. Fu questo il luogo prescelto da Papa Urbano II per riunire il Concilio del 1095, dal quale venne l’impulso alle Crociate; unitamente alla devozione per i martiri del IV secolo si andava qui affermando il culto per la Vergine, alla quale il Papa dedicò in questa occasione un prefazio stabilendo, prima di ripartire, indulgenze per chi avesse pregato in Santa Vittoria in occasione di particolari festività, tra cui quelle mariane. Si rinnovarono con i papi successivi la protezione della Santa Sede e la concessione di indulgenze in nome della Vergine, raffigurata nel secondo Trecento da una statua lignea policroma, la Madonna di Campagna solennemente traslata il 24 dicembre del 1531 in una cappella del nuovo edificio eretto su progetto dell’architetto piacentino Alessio Tramello (1470 c.-1529) che già aveva dotato la città delle splendide chiese di San Sisto e San Sepolcro. La costruzione del nuovo tempio, iniziata nel 1522 e portata a compimento entro il 1528, era stata fortemente voluta dalla comunità cittadina di concerto con le autorità ecclesiastiche per sostituire l’antichissima chiesuola di S. Maria di Campagnola.

La basilica tramelliana e la magnificenza della sua forma e del suo apparato decorativo vennero a esprimere non soltanto le istanze devozionali dei piacentini ma anche un senso civico di orgogliosa appartenenza, non venuto meno anche dopo il 1547, quando alla prima Congregazione di Fabbricieri istituita con gli Statuti del 1521 si erano sostituiti alla reggenza i Francescani Minori Osservanti, per volere del Duca Pier Luigi Farnese. Sulla croce greca della pianta centrale, consueta per la diffusissima tipologia dei santuari mariani in Italia tra XV e XVI secolo, il Tramello innestò quattro cappelle angolari, ciascuna coperta da una cupolina retta da un tiburio e sormontata da una lanterna, a replica della grande cupola d’ispirazione bramantesca posta al centro della croce. Lo spazio interno venne strutturato come una solenne articolazione di poderosi pilastri, arconi trionfali e lacunari dorati; una lapide sul pavimento presso l’altare individuò il luogo in cui si trovava l’ipogeo con i resti dei martiri del primo Cristianesimo.

L’“antichissima chiesuola” venne inglobata nella cappella a pianta quadrata sorta in area presbiteriale per accogliere la veneratissima Madonna di Campagna; anch’essa dotata di cupola e lanternino, venne poi inserita nella nuova abside durante l’ampliamento del coro (resosi necessario all’arrivo dei Francescani a metà Cinquecento), e infine distrutta nel 1791 assieme al coro stesso, per un ulteriore ampliamento su progetto dell’architetto Lotario Tomba. La decorazione interna venne concepita come un grandioso inno per immagini innalzato alla gloria della Vergine Maria, a cui presero parte tra il Cinquecento e l’Ottocento vari artisti andando a costituire una sorprendente antologia di pittura e scultura. Tra i primi pittori a prender parte all’impresa venne a dipinger la cupola maggiore il friulano Giovanni Antonio de’ Sacchis da Pordenone (1483-1539), secondo una convenzione stipulata con i Fabbricieri il 15 febbraio 1530.

Non è ancora chiaro come la scelta sia caduta proprio sul Pordenone, di cui il talento straordinario di frescante e l’arditezza di linguaggio figurativo erano comunque ben noti in ambito piacentino per il ciclo della Cappella della Concezione per i Pallavicino nella chiesa dell’Annunziata a Cortemaggiore, da poco terminato, e forse anche grazie alle spettacolari scene della Passione di Cristo dipinte nel Duomo della non lontana Cremona tra 1520 e 1521. Il tramite con il territorio cremonese potrebbe esser stato il piacentino Barnaba dal Pozzo, nel cui “bellissimo giardino”, secondo Giorgio Vasari il Pordenone avrebbe dipinto “alcuni quadri di poesia”. Il dal Pozzo si trovava infatti anch’egli a Cremona nel 1520, in qualità di luogotenente del Podestà. Anche la figura dell’umanista e nunzio apostolico Girolamo Rorario, presente in città come commissario pontificio, è stata associata alla commissione di Piacenza come un possibile tramite per il Pordenone, di cui era concittadino. Entro l’11 marzo del 1532 l’artista portò a termine gli affreschi della cupola maggiore sino al fregio e quelli della cappella di Santa Caterina, lasciando Piacenza – come attestato da un atto notarile stipulato con i Fabbricieri – per un periodo che avrebbe dovuto essere di pochi mesi.

I lavori in Santa Maria di Campagna si protrassero invece ben più a lungo, se consideriamo che nell’estate del 1535 da Venezia il Consiglio dei Dieci pregava i committenti della città padana di pazientare sino al marzo dell’anno successivo in merito ai “lavori di affrescatura” di “certa cappella de la Madonna di Campagna”, poiché il De’ Sacchis si trovava impegnato in una sala del Palazzo Ducale fino ad ottobre, e il clima poi si sarebbe fatto problematico per l’esecuzione degli affreschi. Il pittore friulano dovette in ogni caso far ritorno entro il 31 dicembre 1536, quando si ritenne di chiudere tutti i conti aperti con lui: il lavoro alla cupola non era stato completato, e i pennacchi con gli Apostoli e il tamburo con Storie della Vergine, datati al 1543, sarebbero stati assegnati a Bernardino Gatti detto il “Sojaro”. Entro il 1536 sono da ritenersi perciò eseguiti i dipinti nella Cappella Rollieri – detta anche “dei Magi” o “delle Natività”, e l’affresco sulla parete di sinistra dall’entrata, raffigurante Sant’Agostino.

Tratto da “PORDENONE in Santa Maria di Campagna”, libro strenna 2017 della BANCA DI PIACENZA a cura di Eleonora Barabaschi (stampa Tip.le.co)