Confedilizia: crollo compravendite immobili non abitativi, in un anno -27%

In un anno le compravendite di immobili ad uso artigianale, commerciale, industriale e ufficio sono diminuite del 27,1 per cento. Il dato è contenuto nel rapporto sul mercato immobiliare diffuso oggi dall’Istat e mette a confronto il terzo trimestre del 2018 con il corrispondente periodo del 2017. In particolare, nel Nord-Ovest il calo è stato del 26,6 per cento, nel Nord-est del 41,1 per cento, nel Centro del 22,1 per cento, nel Sud del 13,7 per cento e nelle Isole del 17,1 per cento.

“Si tratta di numeri – ha commentato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – che confermano come vi sia urgente necessità di attuare politiche in grado di restituire vitalità ad un comparto, quello degli immobili ad uso diverso dall’abitativo, che soffre particolarmente a causa di mille fattori, non ultimo quello della asfissiante tassazione. L’avvio della cedolare secca per le locazioni di negozi, che pure necessita di miglioramenti, è un primo passo in questa direzione. Ma occorre fare di più. È necessario – e il discorso vale anche per moltissimi immobili residenziali – incentivare il ritorno di interesse degli investitori su uno sterminato patrimonio edilizio che rischia di essere condannato all’estinzione. E lo si può fare, da un lato, rimuovendo i vincoli legislativi sui contratti di locazione commerciale, risalenti addirittura a quarant’anni fa, e, dall’altro, varando misure di forte sgravio fiscale condizionate all’effettuazione di interventi di ristrutturazione e riqualificazione di questi beni, tali da consentirne il riutilizzo in tempi ridotti. Gli effetti virtuosi così generati sarebbero estesi all’intera economia e a migliorare sarebbe anche l’aspetto delle nostre città e delle nostre zone rurali”.




Confedilizia: “Manovra inadeguata”

Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, interviene, attraverso una dichiarazione (che pubblichiamo di seguito) sulla manovra.

“La manovra si presenta inadeguata ad affrontare i gravi problemi economici del nostro Paese, sui quali avrebbero potuto incidere positivamente interventi significativi per il settore immobiliare, da sempre motore di sviluppo e di crescita. Non bastano, in questo senso, la limitata proroga della cedolare secca per gli affitti abitativi a canone calmierato (di soli due anni, a fronte di contratti che ne durano cinque), l’estensione dei Pir alle imprese immobiliari e la conferma degli incentivi per gli interventi sugli immobili. Al comparto immobiliare serve ben altro. In attesa di presentare alle forze politiche le nostre proposte per la nuova legislatura, avevamo suggerito una misura – la cedolare secca sugli affitti dei negozi – che avrebbe consentito di affrontare il disastro dei locali commerciali abbandonati che crescono continuamente nelle nostre città. L’avevano richiesta e sostenuta maggioranza e opposizione, e lo stesso Governo si era espresso in suo favore, ma non se n’è fatto nulla, a vantaggio di mille misure di spesa sulle quali è meglio sorvolare. Si è persa, ancora una volta, un’occasione per favorire la ripresa di un Paese ancora fermo”.

 




Confedilizia: “la legge di bilancio è un punto di partenza”

“Con riferimento al settore immobiliare, il testo ufficiale del disegno di legge di bilancio rappresenta un punto di partenza sul quale confidiamo che il Parlamento possa intervenire in modo proficuo – lo ha dichiarato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – per quanto riguarda gli affitti abitativi, viene prorogata fino al 2019 la speciale aliquota del 10% della cedolare secca per le locazioni a canone calmierato, che era stata prevista per un quadriennio con scadenza al 31 dicembre 2017, ma la limitazione di questo regime fiscale a due anni rischia di impedirne l’effetto incentivante, soprattutto considerata la durata quinquennale dei contratti interessati. All’esame parlamentare, poi, è affidata l’elaborazione di una norma che – come richiesto dalla maggioranza e da gran parte dell’opposizione in sede di esame della nota di aggiornamento al Def – introduca anche nel settore non abitativo una tassazione sostitutiva dei redditi da locazione. Per il resto, sono da considerarsi positivamente misure come la sterilizzazione degli aumenti delle aliquote Iva, che si sarebbero applicati a molti interventi sugli edifici; la proroga delle detrazioni per ristrutturazioni edilizie e acquisto di mobili, oltre al nuovo bonus verde; l’estensione dei piani individuali di risparmio (Pir) alle società immobiliari, che ne erano inspiegabilmente escluse; la previsione di una detrazione per i premi delle polizze catastrofali riguardanti le abitazioni”.