Rancan (Ln): “Ripristinare subito presidio H24 del 118 a Farini”

“Perché non ripristinare nel comune di Farini il presidio medico H 24, garantendo anche nelle ore notturne la presenza di almeno un medico del 118 in possesso di regolare abilitazione (MET – Medici Emergenza Territoriale) conseguita in Emilia-Romagna al fine di assicurare alla Val Nure un pronto intervento medico al pari di quello presente in Val Trebbia? Vien da chiederselo, visto e considerato che i medici, nella provincia di Piacenza, non mancano e che, anche sotto il profilo dei costi, si otterrebbe una gestione più efficiente del denaro del sistema sanitario”.

A chiederlo in un’interrogazione a risposta scritta alla Giunta via Viale Aldo Moro è il consigliere regionale della Lega Nord, Matteo Rancan.

“Se è vero che il Servizio sanitario regionale dovrebbe garantire a tutte le persone servizi appropriati e necessari per la tutela, la cura e il recupero della salute, assicurando uniformità nell’accesso e nella erogazione delle prestazioni – spiega il consigliere del Carroccio -, è anche vero che i comuni montani risultano sfavoriti rispetto alle altre realtà relativamente alla facilità di accesso ai presidi sanitari e di soccorso, risultando dunque fondamentale la presenza di servizi di pronto intervento con medico in modo da prestare soccorso immediato, evitando in molti casi l’ospedalizzazione del paziente”.

Tant’è che nel comune di Farini era presente un servizio di assistenza medica convenzionato con la Croce Rossa Italiana, che garantiva la presenza H 24 di un medico 118 con a disposizione i mezzi di proprietà della CRI. Tale servizio aveva garantito nel 2017 il trattamento di circa 150 pazienti della Val Nure, evitando l’ospedalizzazione nel più vicino centro ospedaliero, che per alcune frazioni dista oltre 70 km (con tempi di percorrenza notevolmente amplificati dalla conformazione e dalle condizioni della rete stradale) e dunque anche i costi relativi al trasporto e al servizio, quantificabili in circa 110-120 euro/trasporto (al quale ne vanno sommati altrettanti a carico del paziente stesso in caso di successiva dimissione con ambulanza).

Eppure, dal primo febbraio 2018, e per una durata di quattro mesi, l’Azienda Sanitaria Locale ha sospeso il suddetto servizio, sostituendolo, nelle ore notturne, con la presenza di un infermiere e un autista, per i cui spostamenti viene adoperato un mezzo di proprietà dell’ASL. Tale cambiamento, stando alle argomentazioni dell’Azienda Sanitaria, è dovuto alla scarsità di medici, per cui è divenuta necessaria una razionalizzazione dei turni e una ricollocazione degli stessi presso l’ospedale di Piacenza.

“Nonostante il 28 marzo scorso, in seguito ad un incontro tra i sindaci e la direzione ASL, quest’ultima avesse garantito con comunicato stampa sul quotidiano “Libertà” la presenza di un medico nelle ore notturne a partire dal 1 giugno 2018, ad oggi – scaduti i termini – la situazione risulta invariata” attacca Rancan. Sia chiaro, l’aver sostituito la presenza H 24 di un medico del 118, con un infermiere ed un autista non garantisce la medesima qualità del servizio. Inoltre, non potendo evitare l’ospedalizzazione dei pazienti questa soluzione comporta un aumento dei costi rispetto al mantenimento del presidio H24 del 118. Il costo del servizio risulta anche aumentato dal fatto che, oggi, l’Asl deve sostenere la spesa di ben due dipendenti (infermiere e autista 118) e i costi dell’automezzo aggiuntivo adoperato (auto infermieristica), che viene abbinata all’attuale mezzo di soccorso CRI nel corso degli interventi. In caso di emergenza, poi, la presenza del solo infermiere non può garantire un efficace e pronto trattamento del paziente, determinando quindi un potenziale rischio per la vita e lo stato di salute della persona trattata” sottolinea il consigliere del Carroccio.

La presenza di un servizio di pronto intervento con medico 118 svolge una funzione fondamentale e una garanzia di sicurezza sanitaria per la stragrande maggioranza della popolazione (prevalentemente anziana) che ancora resiste in Alta Val Nure, territorio già colpito da un inesorabile fenomeno di spopolamento che verrebbe ulteriormente accelerato dall’ennesima rimozione di un servizio fondamentale di pubblico interesse, con inevitabili impatti anche sul turismo locale.

“A sostegno del ripristino a Farini del presidio H24 del 118 c’è un altro fatto: l’Asl di Piacenza dispone di un numero più che sufficiente di MET tale da consentire la copertura di tutte le postazioni 118 del territorio provinciale; nonostante ciò, tali MET vengono attualmente impiegati per sopperire alla carenza di medici specialisti presso l’ospedale di Piacenza. Quel che più lascia perplessi, nonostante la dichiarazione di intenti dell’Asl, è il fatto che la medesima Azienda sanitaria abbia già predisposto piani di formazione degli infermieri del 118, da cui si deduce la volontà di protrarre a Farini la situazione attuale, non ripristinando la presenza del medico 118 nelle ore notturne. Quel che è più singolare, poi, – attacca Rancan – è che l’Asl di Piacenza medesima, garantendo la presenza di un medico 118 nel comune di Bobbio (che si aggiunge ad una guardia medica e ad un medico di medicina generale), sta dimostrando nei fatti di credere nell’efficacia di tale modello per la copertura di un territorio – l’Alta Val Trebbia – del tutto simile a quello dell’Alta Val Nure”.

“Quindi? La Giunta regionale intende o non intende ripristinare nel comune di Farini il presidio medico H 24, garantendo anche nelle ore notturne la presenza di almeno un medico del 118? Quanto meno dovrebbe farlo per assicurare alla Val Nure quel medesimo pronto intervento medico di cui continua a beneficiare la Val Trebbia” chiosa il consigliere leghista.




Matteo Salvini in Sant’Ilario: “Gli stranieri che non si integrano se ne tornano a casa loro”

Ieri il candidato premier Matteo Salvini ha incontrato i piacentini in Sant’Ilario stracolmo di gente. “Sono sicuro di vincere – ha spiegato il leader del Carroccio – perchè se tanta gente è qua sottraendo tempo alla famiglia e al lavoro, significa che la prossima volta che vengo qui ci verrò da Premier”. La giornata di Salvini è stata accompagnata da pesanti scontri durante la sua visita a Pisa: gruppi e associazioni cittadine, gruppi antagonisti hanno manifestato in città, circa 200 persone che hanno manifestato il proprio dissenso. Sul fatto Salvini ha replicato che non vuole “occuparsi di questi figli di papà”, e che “quando ci sarà il Governo Salvini i poliziotti e carabinieri, oggi mal pagati non dovranno occuparsi di loro ma degli imprenditori e dei semplici cittadini”.

“Purtroppo – ha considerato Salvini in Sant’Ilario – in quest’Italia ci si rassegna, si scappa, dobbiamo essere noi protagonisti del cambiamento senza dare gli 80 euro a Renzi. La sinistra sono sicuro beccherà una batosta, non vi chiedo il voto ma fiducia. Prometto normalità, onesta, lotta alla corruzione e alla mafia. Sono riforme che costano zero. Voglio semplificare, anche nei tribunali è inconcepibile che si debbano aspettare anni per prendere una decisione definitiva. 6 mesi bastano”. Su i giovani aggiunge: “Sono mossi da un’idea di giustizia,non è vero che non sono interessati alla politica: mi chiedono di farli rimanere sul territorio a studiare, a lavorare, a curarsi”. Sugli stranieri: “E’ stato bello incontrare stranieri che vogliono darmi il voto perchè ritengono che l’immigrazione vada controllata. Siamo diversi, le diversità vanno tutelate, però se gli stranieri vengono qui in Italia a lamentarsi del crocifisso o altro che riguarda le nostre tradizioni, se ne tornano a casa loro. I nostri figli parlano molte lingue, ma le radici devono rimanere piantate qua”. Sulla scuola: “Una scuola davvero buona ha lo stesso insegnante per tutto il ciclo di studi. I concorsi devono essere regionali, questa è l’autonomia. Il federalismo che creeremo poterà l’Italia ad essere un Paese moderno”. 

Sull’episodio del 10 febbraio scorso, Salvini ha detto che “c’è una grande voglia da parte della sinistra di cercare nemici: prima Putin, poi Trump, poi i fascisti, poi i razzisti. Poi sfila per Piacenza con le bandiere della Pace e pesta a sangue un carabiniere in mezzo alla strada, una sinistra un po’ particolare. In quel caso vediamo molti padri e molte madri che hanno fallito il loro progetto educativo“. Nessuna menzione da parte del candidato premier del corteo del mattino. 

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Le carte di Verdi andranno a Parma. Rancan(Lega): “Piacenza ancora una volta subalterna”

Tutto come da previsione. Lo avevamo scritto e lo avevamo riscritto all’indomani dell’acquisto del carteggio fra il maestro ed il suo librettista e così è stato. Le lettere di Verdi andranno a Parma.

Stiamo parlando del lotto costituito da 26 lettere scritte da Giuseppe Verdi al suo librettista Salvatore Cammarano, acquistato (per poco meno di 400 mila euro) dal Ministero per i Beni Culturali, con trattativa privata, evitando l’asta di Sotheby’s a Londra.

Il ministro Franceschini ha confermato oggi che le lettere andranno alla Biblioteca Palatina della Pilotta. Svaniscono così le speranze di Piacenza e …purtroppo c’è chi legge questo segnale come un antipasto di quanto succederà per l’assegnazione del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020. Anche perchè il feeling fra Franceschini (ed il PD in generale) ed il sindaco Pizzarotti … sembra crescere di giorno in giorno.

Intanto proprio contro il PD si scaglia il consigliere regionale piacentino Matteo Rancan che sembra proprio non aver gradito una scelta che vede Piacenza di nuovo perdente.

«Un’altra volta Piacenza subalterna a Parma e un’altra volta la responsabilità è del centrosinstra. I piacentini sappiano chi ringraziare per la decisione di consegnare il carteggio del maestro Giuseppe Verdi alla biblioteca del palazzo della Pilotta».

È l’accusa del consigliere regionale della Lega Matteo Rancan alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che alla stampa ha confermato l’assegnazione delle lettere del compositore piacentino a Parma.

«Il Partito Democratico – attacca – non può svendere a Parma anche la cultura, dimostrandosi sempre lontano dalle politiche, culturali e non, del nostro territorio. Un altro fatto sconcertante riguarda il baule di manoscritti appartenenti a Verdi, assegnato per la digitalizzazione all’Archivio di Stato di Parma invece che a quello di Piacenza, della cui restituzione ai legittimi eredi non si ha notizia».




Interrogazioni di Foti e Rancan sulla Casa della Salute di Podenzano e su Rianimazione a Piacenza

Due consiglieri piacentini hanno presentato altrettanteinterrogazioni sulla situazione della sanità nella nostra provincia.

Matto Rancan della Lega parte dalla constatazione che “diversi medici di famiglia e pediatri lasciano l’incarico alla Casa della Salute di Podenzano e al pronto soccorso di Piacenza. Un problema da risolvere”. L’esponente del Carroccio sottolinea come “un cospicuo numero di medici di famiglia e pediatri della Casa della Salute hanno deciso di interrompere la loro attività in questa struttura per spostare il ricevimento dei pazienti nei rispettivi ambulatori privati”, così come anche il “pronto soccorso ospedaliero di Piacenza vedrà l’abbandono da parte di una decina di medici, che si sposteranno in altre aziende sanitarie locali”.

Da qui, dunque, parte l’interrogazione del consigliere, che chiede alla giunta “quali azioni intenda intraprendere per ripristinare il funzionamento della Casa della Salute di Podenzano, se sia a conoscenza dell’intenzione di abbandono da parte di una decina di medici del pronto soccorso dell’ospedale di Piacenza e -infine- quali azioni intenda intraprendere per modificare e migliorare il rapporto tra la direzione dell’azienda sanitaria e i medici”.

Simile nei contenuti l’interrogazione di Foti.

Cercare soluzioni per la sanità piacentina, che ha avuto “un inizio dell’anno traumatico con evidenti responsabilità gestionali da parte dei vertici dell’Ausl locale”. Un problema arrivato sul tavolo della giunta regionale con un’interrogazione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Tommaso Foti. Secondo l’esponente di Fdi, sono diversi i problemi che riguardano l’Ausl piacentina, dalle “gravissime problematiche riguardanti l’organizzazione dell’Unità operativa Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza”, alla vicenda che coinvolge la Casa della Salute di Podenzano, dove “i medici hanno cessato ogni attività, con ricevimento dei pazienti, a partire dal 31 dicembre scorso, nei loro studi privati” fino al “black out informatico che ha interessato molti servizi ospedalieri, determinando veri e propri blocchi delle attività, con il conseguente formarsi di lunghe code davanti agli sportelli riservati al pubblico”.

In più, “si registra anche una vera e propria fuga del personale medico in servizio all’Ausl di Piacenza”, spiega il consigliere: dopo “le recenti e inaspettate dimissioni del primario di Radiologia dell’ospedale di Castel San Giovanni Paola Scagnelli e di una sua collaboratrice, un gruppo di sindaci della provincia ipotizza che 6-8 medici in servizio al pronto soccorso dell’ospedale Guglielmo da Saliceto sarebbero pronti a lasciare la struttura, risultando vincitori di concorso in altre Ausl”. Dunque, il consigliere interroga per sapere se “la giunta regionale intenda assumere le dovute ed improcrastinabili iniziative nei confronti della direzione dell’Ausl di Piacenza o se preferisca far finta di non vedere, lasciando quindi che la precaria situazione si aggravi ulteriormente”.