Esce di strada fra Fossadello e Caorso. Interviene l’elisoccorso

Brutto incidente stradale questa sera intorno alle 20,30 sulla via Caorsana Strada Provinciale Padana Inferiore  10R in Strada Scovalasino (Caorso). Una donna di 68 anni era alla guida della sua Focus quando, superato Fossadello, in direzione Zerbio, è uscita di strada finendo in un canale. E’ rimasta incastrata fra le lamiere e sono dovuti intervenire i vigili del Fuoco per liberarla. A prestarle i soccorsi sono stati i sanitari della Crocerossa che, vista la gravità delle sue condizioni, hanno chiesto l’intervento dell’elisoccorso. E’ stata trasportata in rianimazione al Maggiore di Parma, dove si trova ricoverata in gravi condizioni. I rilievi di legge sono stati effettuati dai carabinieri.




Tagliaferri(FdI): “disservizi e disagi in rianimazione a Piacenza”

Disservizi, lamentele da parte del personale, turni di lavoro non concordati e ritorsioni verso i medici che avrebbero denunciato la situazione di disagio. Sono queste le presunte criticità organizzative che vi sarebbero all’interno dell’Unità operativa di anestesia e rianimazione dell’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza secondo l’interrogazione, presentata in Regione, da Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia.

Il consigliere Fdi chiede alla Giunta di verificare le segnalazioni arrivate dal personale della struttura piacentina e di porre rimedio alle problematiche denunciate. La vicenda si trascinerebbe da diversi anni e già l’anno scorso due terzi dei medici del reparto in questione avevano inviato una lettera alla Giunta regionale per richiamare l’attenzione sui disservizi e sui disagi all’interno dell’ospedale.

A questa missiva l’assessore alla Sanità Venturi aveva risposto che si erano tenute due riunione nelle quali, in un clima sereno e collaborativo, erano state presentate le innovazioni di carattere organizzativo che l’Azienda avrebbe predisposto per superare le problematiche evidenziate dal personale. “E’ passato più di un anno- sottolinea però Tagliaferri- e l’unica innovazione organizzativa che pare sia stata introdotta sembra essere stata quella di colpire i dirigenti medici sottoscrittori della lettera. Alcuni si sono trovati a perdere gli ambiti di azione nei quali operavano, altri si sono visti relegare a svolgere i loro turni negli ospedali periferici o sono stati perfino rimossi dal loro incarico professionale”.

Il personale lamenterebbe ancora gli stessi disagi: turni soggetti a cambiamenti settimanali, non concordati, e l’assenza di un piano ferie; iniquità nella distribuzione dei carichi di lavoro e delle trasferte; utilizzo di sistemi informatici scelti dal direttore che non comunicano con gli altri sistemi dell’ospedale e assenza di linee guida, soprattutto in sala operatoria, con tutti i rischi connessi per i pazienti; ma anche carenza di organico e il “progressivo e costante impoverimento” delle risorse destinate alla sede di Castel San Giovanni (PC).

Alla luce di questo, il consigliere Fdi interroga la Giunta per sapere “quali ulteriori controlli siano stati posti in essere per verificare quanto allora denunciato dai dirigenti medici”, se le segnalazioni allora avanzate abbiano trovato riscontro e “quali eventuali iniziative siano state assunte per porre rimedio alla situazione che si era andata a determinare”. Chiede inoltre se vi sia stato riscontro di comportamenti punitivi adottati nei confronti dei firmatari del documento e di avere informazioni sulla turnazione dei medici nelle sedi decentrate di Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni.

Tagliaferri invita inoltre la Giunta a riflettere sul fatto che “dopo numerosi progetti e anni di ingenti spese per uniformare i sistemi informatici delle Aziende sanitarie” sia possibile riscontrare la presenza di sistemi non ancora completamente interfacciabili scelti autonomamente dai direttori dell’unità operativa. Chiede “se quanto esposto in merito all’ospedale di Castel San Giovanni non preluda al progressivo depotenziamento dello stesso” e cosa intenda fare la Giunta riguardo all’operato del direttore del reparto e per evitare “l’innalzamento del rischio clinico per i pazienti”.




Interrogazioni di Foti e Rancan sulla Casa della Salute di Podenzano e su Rianimazione a Piacenza

Due consiglieri piacentini hanno presentato altrettanteinterrogazioni sulla situazione della sanità nella nostra provincia.

Matto Rancan della Lega parte dalla constatazione che “diversi medici di famiglia e pediatri lasciano l’incarico alla Casa della Salute di Podenzano e al pronto soccorso di Piacenza. Un problema da risolvere”. L’esponente del Carroccio sottolinea come “un cospicuo numero di medici di famiglia e pediatri della Casa della Salute hanno deciso di interrompere la loro attività in questa struttura per spostare il ricevimento dei pazienti nei rispettivi ambulatori privati”, così come anche il “pronto soccorso ospedaliero di Piacenza vedrà l’abbandono da parte di una decina di medici, che si sposteranno in altre aziende sanitarie locali”.

Da qui, dunque, parte l’interrogazione del consigliere, che chiede alla giunta “quali azioni intenda intraprendere per ripristinare il funzionamento della Casa della Salute di Podenzano, se sia a conoscenza dell’intenzione di abbandono da parte di una decina di medici del pronto soccorso dell’ospedale di Piacenza e -infine- quali azioni intenda intraprendere per modificare e migliorare il rapporto tra la direzione dell’azienda sanitaria e i medici”.

Simile nei contenuti l’interrogazione di Foti.

Cercare soluzioni per la sanità piacentina, che ha avuto “un inizio dell’anno traumatico con evidenti responsabilità gestionali da parte dei vertici dell’Ausl locale”. Un problema arrivato sul tavolo della giunta regionale con un’interrogazione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Tommaso Foti. Secondo l’esponente di Fdi, sono diversi i problemi che riguardano l’Ausl piacentina, dalle “gravissime problematiche riguardanti l’organizzazione dell’Unità operativa Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza”, alla vicenda che coinvolge la Casa della Salute di Podenzano, dove “i medici hanno cessato ogni attività, con ricevimento dei pazienti, a partire dal 31 dicembre scorso, nei loro studi privati” fino al “black out informatico che ha interessato molti servizi ospedalieri, determinando veri e propri blocchi delle attività, con il conseguente formarsi di lunghe code davanti agli sportelli riservati al pubblico”.

In più, “si registra anche una vera e propria fuga del personale medico in servizio all’Ausl di Piacenza”, spiega il consigliere: dopo “le recenti e inaspettate dimissioni del primario di Radiologia dell’ospedale di Castel San Giovanni Paola Scagnelli e di una sua collaboratrice, un gruppo di sindaci della provincia ipotizza che 6-8 medici in servizio al pronto soccorso dell’ospedale Guglielmo da Saliceto sarebbero pronti a lasciare la struttura, risultando vincitori di concorso in altre Ausl”. Dunque, il consigliere interroga per sapere se “la giunta regionale intenda assumere le dovute ed improcrastinabili iniziative nei confronti della direzione dell’Ausl di Piacenza o se preferisca far finta di non vedere, lasciando quindi che la precaria situazione si aggravi ulteriormente”.