Respinto il ricorso di un “furbetto del cartellino” del Comune di Piacenza

Il Giudice del lavoro di Piacenza, con sentenza n. 169/2018 emanata nella giornata di ieri martedì 4 settembre, ha rigettato il ricorso di un ex dipendente comunale, un operaio addetto alla manutenzione, licenziato con provvedimento dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari (Upd) del Comune nell’ottobre 2017. Si tratta della prima sentenza su nove ricorsi pendenti per altrettanti licenziamenti operati a seguito dell’inchiesta della magistratura per assenteismo che portò ad indagare 50 dipendenti comunali l’estate scorsa.
Il licenziamento recita la sentenza, risulta “legittimo in quanto idoneo a ledere il vincolo fiduciario intercorrente tra le parti del rapporto di lavoro e proporzionato. La legittimità e la proporzionalità della misura espulsiva adottata – prosegue il testo – sono desumibili dalla pluralità dei fatti contestati e dalla completa istruttoria svolta dall’ente resistente prima di procedere all’irrogazione della massima sanzione espulsiva”, con ciò, in particolare, rilevando lo scrupolo posto nell’istruttoria dall’Upd del Comune, prima di procedere alla massima sanzione espulsiva.
Il Tribunale infine, nel respingere il ricorso e condannando il dipendente a rifondere le spese legali sostenute dal Comune, ha stabilito anche il danno all’immagine subito dall’ente, sul quale ha aperto un fascicolo la Corte dei Conti. Il caso del dipendente, che rappresenta uno dei primi esempi di applicazione della riforma Madia del 2016 sull’assenteismo nel pubblico impiego in tema di falsa attestazione della presenza in servizio, è tuttora in attesa sul fronte della giustizia penale. 

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Il comitato “No al Bitume, Si al Parco del Trebbia” ricorrerà in appello contro la sentenza del Tar

Il comitato “No al Bitume – Si al Parco del Trebbia” ricorrerà in appello al Consiglio di Stato per l’annullamento o la riforma della sentenza emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale per l’Emilia Romagna lo scorso 11 gennaio. La decisione è emersa durante la riunione fra i cittadini che aderiscono al comitato.

«La presentazione del ricorso in appello – si legge in un comunicato – rappresenta l’ennesimo tassello di questa spontanea e civile iniziativa di semplici cittadini nel tentativo di rivendicare per il Parco del Trebbia e il suo delicato ecosistema un futuro sostenibile, oltre a salvaguardare il diritto delle persone di vivere in un ambiente sano e finalmente restituito alla natura dopo decenni di sfruttamento e sviluppo di tipo industriale. Un passo sicuramente importante e meditato che testimonia ancora una volta, se mai fosse ancora necessario, la determinazione dei cittadini di far valere i propri diritti. Un’attenzione verso il territorio e una spinta che dal basso cerca di stimolare e portare all’attenzione della opinione pubblica l’interesse verso un bene pubblico patrimonio della collettività, un ambiente delicato da preservare dall’azione di chi, invece, ne intravede solo aspetti di interesse economico privato seppur legittimi.

Uno sviluppo che immaginiamo debba essere improntato a favorire il turismo e la fruizione delle famiglie che se gestito e opportunamente organizzato può portare anche opportunità di lavoro e relativo indotto economico per l’intera provincia.

Il Ricorso al Consiglio di Stato rappresenta, ovviamente, una decisione molto sofferta sia per l’impegno personale richiesto che per quello economico che questa scelta fa ricadere in primis sulle spalle di chi  ha messo non solo la faccia ma soprattutto la propria firma sul ricorso.

Non possiamo nascondere che oltre alla determinazione e convincimento personale dei componenti il Comitato, la decisione di ricorrere al Consiglio di Stato è il risultato di una grande manifestazione di sostegno, anche economico, che la cittadinanza di Gossolengo e non solo continua ad offrire a questa lotta.

Sostegno che se vogliamo si è andato ulteriormente a rafforzare all’indomani della sentenza del T.A.R. di gennaio e che ha portato ulteriori cittadini ad offrire il proprio tempo e le proprie idee per sostenere anche operativamente le presenti e future iniziative del Comitato.

Un sostegno che non ci ha sorpreso ma che ci ha dato e continuerà a dare motivi di incoraggiamento nel proseguo della lotta. Lotta che, è importante sottolineare, ha già prodotto enormi risultati e raggiunto obiettivi inimmaginabili tre anni fa.

Una presa di coscienza collettiva che nessuna sentenza amministrativa potrà ormai cancellare!!

Si è infatti rotto irreparabilmente quel meccanismo per il quale si pensa che chi amministra possa farlo nell’assoluta indipendenza senza doverne rispondere puntualmente alla cittadinanza, così come ha reso palese alle ditte operanti nel territorio che il tempo delle regole di governo dello stesso definite e decise nell’ambito ristretto della interlocuzione con i rappresentanti delle Pubbliche Amministrazioni è finito. Non ci si potrà più adagiare nella convinzione di controlli sempre meno efficienti, frequenti e tempestivi e questo obbligherà le ditte e tutti gli operatori del settore ad intraprendere, di necessità, indipendentemente dall’esito di questo ed altri ricorsi, percorsi maggiormente virtuosi sotto la spinta di questo cambio culturale in atto dal basso.

Nulla sarà più come prima!!

Ovviamente il ricorso al Consiglio di Stato non si basa solo su questioni di principio ma riteniamo sussistano forti motivazioni tecnico-legali che possano portare all’annullamento o quantomeno alla revisione della sentenza di primo grado.

Per ultimo, come Comitato, cogliamo l’occasione per associarsi a Legambiente e alle altre associazioni ambientaliste presenti nel Piacentino nella richiesta di un Piano Territoriale del Trebbia che possa finalmente, in ottemperanza alle prescrizioni di legge contenute nella Legge Regionale istitutiva del Parco Fluviale del Trebbia, definire le strategie e gli indirizzi di sviluppo dell’area in senso di sua salvaguardia e riqualificazione ambientale. Piano Territoriale che ricordiamo promesso da anni e tuttora giacente nella indifferenza dell’Ente Parco e delle Amministrazioni Comunali che su quell’area insistono».

«Per quanto riguarda la raccolta fondi, che prosegue, a copertura delle spese legali ricordiamo che chi volesse sostenere questa lotta, può farlo versando il proprio contributo sul c/c  302847/06 c/o Cariparma a Gossolengo intestato a Comitato no al bitume si al parco del Trebbia” Codice IBAN IT25K0623065320000030284706».