Moitiéville: quando il risparmio (non) è Belle

Tardo pomeriggio. La fame bussa alle porte del vostro stomaco.

Pensate ad un bel piatto di pisarei, magari accompagnati da un sorso di gutturnio in una trattoria della provincia. Di quelle care ma non carissime dove sai che “starai bene” ed uscirai con la pancia piena.

Pensate poi che è meglio tirare la cinghia. Del resto in mente avete grandi progetti ancora dispersi nella nebbia. Dai contorni non meglio precisati ma che sapete essere concreti. Del resto l’avete promesso a voi stessi e a chi ha scelto di condividere le vostre stesse idee.

Virate allora verso il kebabbaro del centro. Lo prendete “senza scipolla” giusto per mettere da parte anche quei cinquanta centesimi. Mangiate e pretendete che in quel foglio di carta stagnola ci sia lo stesso fascino di un piatto fumante di tortelli con la coda.

Anche l’assessore Federica Sgorbati ha rinunciato alla trattoria. Una trattoria che si chiamava e si chiama Belleville dove nei piatti finivano iniziative votate alla multiculturalità e all’integrazione. «Manterremo una tendenza al risparmio sulle risorse destinate al centro, pur tutelando l’attività»: dei circa sessantamila Euro devoluti alla Cooperativa L’Arco ne resterà una quota parte ancora non meglio precisata.

C’era e c’è Belleville, ci sarà Moitiéville: una “ville” a metà (o magari a tre quarti) che dovrà imparare ad arrangiarsi e pretendere che si potranno mantenere le stesse attività con i fondi tagliati.

Chissà, magari, su quel kebab, ci sarà spazio anche per la cipolla.




Risparmio: libretti al portatore prossimi al pensionamento. Come estinguerli

Con il decreto legislativo n. 90/2017, entrato in vigore lo scorso 4 luglio, i libretti di risparmio al portatore sono andati in pensione.
Lo ricorda l’Adiconsum Emilia Centrale (associazione consumatori della Cisl) specificando che il decreto, recependo la IV direttiva europea sul risparmio in tema di prevenzione del riciclaggio internazionale e del finanziamento al terrorismo, cancella la possibilità per gli istituti di credito di emettere nuovi libretti al portatore. Banche e poste potranno ora emettere solo ed esclusivamente libretti nominativi, sui quali sarà d’obbligo la cosiddetta “adeguata verifica della clientela”.

Cosa deve fare, dunque, chi è ancora in possesso dei libretti privi di indicazione chiara del beneficiario e liquidabili direttamente con presentazione allo sportello?

«Entro e non oltre il 31 dicembre 2018 dovrà recarsi in banca o all’ufficio postale e chiederne l’estinzione, prelevando le somme depositate in contanti, trasferendole su conto corrente, libretto nominativo o altro strumento finanziario – spiega Massimo Rancati, operatore Adiconsum Emilia Centrale – Vale peraltro la pena di non attendere l’ultimo momento: presentarsi tardivamente all’appuntamento comporta una sanzione amministrativa. Ricordiamo, inoltre, che la normativa sui libretti al portatore era già stata rimaneggiata in passato; per cui, anche prima dell’entrata in vigore del nuovo decreto era comunque vietato detenere o trasferire libretti al portatore per importi superiori ai mille euro».
Il decreto legislativo n. 90/2017 introduce, peraltro, anche una sorta di “divieto di trasferimento”: non sarà, infatti, più possibile per un soggetto diverso dalla persona che ha acceso il libretto di risparmio al portatore presentarsi allo sportello per versare o prelevare dallo stesso, nemmeno in presenza di certificazione di avvenuta consegna.
«In realtà banche e poste non potranno opporsi alla richiesta di prelievo o versamento da parte del soggetto diverso dal titolare, ma avranno l’obbligo di comunicare gli estremi di tale soggetto e dell’operazione effettuata al Ministero dell’Economia e delle Finanze, come stabilito dall’art. 51 del nuovo decreto. Anche in questo caso, però, – conclude l’Adiconsum Emilia Centrale – seguirà una procedura sanzionatoria a carico dell’esibitore e del titolare del libretto».




Banche Popolari, a fine 2017 ripresa diffusa degli impieghi nelle regioni italiane

Nell’anno appena concluso il credito all’economia delle Banche Popolari ha raggiunto la cifra di 200 miliardi di euro, con una crescita di quasi il 2% in un solo mese, interessando gran parte del territorio nazionale. Dall’esame dei dati a livello geografico emerge che a trainare la ripresa sono le regioni del Nord Ovest che concentrano il 48% dei finanziamenti, seguite da quelle del Nord Est con il 18%; il 22% del credito si concentra nelle regioni centrali e il 12% nel Sud e Isole del Paese. Circa il 25% dei prestiti è affluito alle famiglie consumatrici, mentre il 60% è stato assorbito dalle imprese, delle quali il 40% aziende di dimensioni medio piccole che rappresentano la maggior quota della clientela di riferimento del Credito popolare.

Per il Segretario Generale di Assopopolari Giuseppe De Lucia Lumeno: “Le informazioni elaborate per ripartizione territoriale indicano come le Banche Popolari stiano svolgendo un ruolo attivo e capillare per favorire quella ripresa economica di cui si riscontrano segni evidenti nelle statistiche ufficiali. Sebbene ancora molta strada dovrà essere fatta per considerare superata la crisi economica e finanziaria, risulta evidente come il legame tra banca del territorio e realtà economica sia essenziale per migliorare la competitività e modernizzare la nostra struttura produttiva”.