Anche Filt Cgil Roma e Lazio sostengono i lavoratori Amazon

Anche da Roma arriva un sostegno alla battaglia dei lavoratori Amazon di Castel San Giovanni. In un comunicato si legge infatti che la Filt romana congiuntamente “ai lavoratori di Passo Corese ed ai Driver Amazon di Fiano Romano e Pomezia esprimono solidarietà ai lavoratori Amazon in lotta nel sito di Piacenza”.

Riteniamo non più tollerabile la modalità della multinazionale Amazon di ignorare qualsivoglia forma di confronto con i lavoratori e le OO.SS., consideriamo grave nonché privo di logica e buon senso la condotta dei manager Amazon che trascurano le più elementari basi delle corrette relazioni industriali.

Auspichiamo l’avvio di un immediato tavolo di confronto utile a risolvere la vertenza aperta nel sito di Piacenza. Nell’esprimere solidarietà ai colleghi piacentini ci dichiariamo sin da ora pronti a dare sostegno alla loro iniziativa di lotta, così come con forza richiesto dai lavoratori da noi rappresentati. Il comunicato è a firma Alessandro Antonelli, Segretario regionale Filt. 

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Eusebio Di Francesco a Piacenza “Per un calcio amico”

Un recentissimo episodio di cronaca ha visto protagonisti due ragazzini, calciatori in erba. Durante la partita i due si sono ripetutamente “beccati” per poi proseguire la poco amichevole disfida nel parcheggio del campo. Il tutto si sarebbe concluso con una testata e con il successivo  intervento dei Carabinieri … alla faccia dello sport e con buona pace di “Pierre de Coubertin”.

Atteggiamenti a cui vuole porre un freno il progetto “Per un calcio amico”, presentato oggi in Cattolica alla presenza di un ex d’eccezione del Piacenza Calcio, nonché allenatore della Roma Eusebio Di Francesco. Con lui anche il presidente dell’associazione La Ricerca Gian Luigi Rubini ed uno dei promotori dell’iniziativa Gianluca Bariola, arbitro.Eusebio Di Francesco alla presentazione del progetto Per un calcio amico

Molto sentito l’intervento dell’allenatore della Roma, che ha coinvolto la platea composta da giovani calciatori delle squadre aderenti al progetto, ma anche genitori e adulti appassionati di questo meraviglioso sport che talvolta viene rovinato da atteggiamenti sbagliati.

«E’ importante essere competitivi – ha affermato Di Francesco – ma senza escamotage o scorciatoie. Bisogna dare il meglio di sè. Ai genitori dico di essere coerenti, spesso li vedo sui campi di calcio di fianco ai figli mentre insultano l’arbitro, cosa ci si può aspettare dal futuro calciatore? Inutile dire tanto è così, nel calcio come in altri ambiti della vita. Spero che questo progetto possa cambiare in parte la mentalità».

Soprattutto il tecnico giallorosso ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra. «Quando facciamo qualcosa, facciamola assieme, senza puntare il dito verso qualcuno se va male. Le persone fanno sempre la differenza, vedo che il bene dei ragazzi comincia a essere messo al primo posto, in questo anche la scuola è una grande educatrice».

Ma nel caso di Di Francesco chi è stato il suo più grande insegnante?

«Mio padre.

Ma voi siete un esempio per i ragazzi?

«Vengo da un mondo dorato sotto tanti punti di vista – ha detto l’ex del Piacenza –  a volte i ragazzi ci guardano come se non fossimo fatti di ossa e carne, in realtà è il contrario: siamo persone, ci sono intorno a me ragazzi con fragilità uniche o che vengono da realtà differenti. Penso che portare avanti progetti come quello che presentiamo oggi porti anche i più grandi a crescere insieme ai giovani».

Il progetto “Per un calcio amico”

Nel progetto saranno in campo psicologi, psicopedagogisti, che completeranno il lavoro delle società sportive, e di tutti coloro che sono parte dell’organigramma societario. Per questo è stata predisposta un’alleanza educativa con Coni, Associazione Italiana Allenatori di Piacenza, Associazione italiana arbitri, Associazione italiana calciatori, Lega Nazionale dilettanti di Piacenza. Il tutto grazie anche al sostegno della cooperativa consortile Concopar.

In un primo momento saranno promosse da allenatori e dirigenti occasioni di ascolto, riflessione e condivisione delle idee e delle esperienze rispetto a come “stare accanto” ai ragazzi nel calcio. In particolare le aspettative che (chi più chi meno), i genitori riversano sul pargolo e che se non soddisfatte, possono portare a problematiche. In un successivo momento il progetto sarà focalizzato sulla prevenzione di situazioni di violenza e discriminazione all’interno delle squadre.

«Vogliamo dare una risposta – ha assicurato Bariola – alla disgregazione giovanile della nostra realtà. Tutte le operazioni che promuoveremo da adesso in avanti saranno pensate per loro, Sappiano che sono nei cuori e nelle menti di chi ha pensato questo progetto».




5×1000, quanto sono generosi gli italiani e i piacentini? La mappa nel Belpaese

Gli italiani sono conosciuti nel mondo per molti motivi, per il cibo, per le bellezze artistiche (talvolta trascurate), per la moda. Siamo allo stesso tempo generosi in fatto di sociale? Una recente inchiesta de Il Sole 24 Ore è andata a verificare quali sono i Comuni italiani più virtuosi in questo campo. Sono 547 mila gli italiani che nella propria dichiarazione dei redditi hanno deciso di donare il 5×1000 dell’imposta Irpef ad attività legate al sociale del proprio Comune di residenza. Roma, Milano e Torino si trovano sul podio di questa speciale classifica nel 2017, rispettivamente con 372 mila euro donati, 354 mila euro e e 178 mila euro. Il valore medio nazionale donato è di 35 euro, nonostante il caso di Gressoney che con una sola firma ha incassato 955 euro.

Il Comune di Piacenza ha raccolto nel 2017 22 mila euro, per un totale di 580 donazioni, risultando tuttavia uno dei Comuni meno generosi della Provincia. Pecorara con “soli” 1285 euro raccolti da 61 firmatari è la migliore, con una percentuale di scelta del 4,27%. Su InfoData i dati completi di tutti i Comuni italiani del 5×1000. 

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Romantada di Dzeko & Co, e James Pallotta si fa il bagno in Piazza del Popolo

E poi continuiamo a stupirci se il calcio (quello giocato) sia lo sport più bello del mondo. Ieri sera ne ha dato una dimostrazione la Roma, guidata da un ex calciatore del Piacenza “tutto italiano”, Eusebio Di Francesco e con l’ariete Dzeko in campo. Una partita perfetta, giocata da squadra matura per i grandi palcoscenici internazionali. Ha dovuto aspettare 34 anni (era la stagione 1983 – 84) per tornare tra le prime 4 d’Europa, chissà se ci sarà ancora Roma – Liverpool in finale come allora. Ma ora è il momento della festa, anche il presidente Pallotta nella bolgia imperiale di Roma si tuffa nella fontana di Piazza del Popolo, trasformata per l’occasione in piscina.

Sembrava impossibile alla vigilia, anche la stampa spagnola pensava fosse solo una formalità, eppure già al sesto minuto Dzeko regala speranza su assist di De Rossi dal cerchio di centrocampo: palla lunga, Edin controlla e supera Ter Stegen. 1 – 0, e l’Olimpico esplode. Ma la strada è ancora lunga. Dzeko e Schick continuano a pungere come zanzare nella difesa traballante del Barca, fino al 56esimo quando Piquè decide di portare a terra Dzeko in area e l’arbitro assegna il rigore trasformato da De Rossi. 2- 0 e la partita si accende, la Roma se possibile si fa ancora più incisiva, anche Re Messi si fa ammonire, c’è nervosismo. Prima Nainggolan in mezzo all’area poi De Rossi di testa fanno balzare l’Olimpico in piedi, El Shaarawy fa credere di avercela fatta su cross pennellato perfettamente da Florenzi. Ma Ter Stegen chiude ancora la porta. 82esimo, calcio d’angolo di Under da poco entrato, trova la testa di Manolas che spizza quel tanto che basta per andare nell’angolo più lontano, dove il portiere del Barcellona può solo immaginare di arrivare, 3 – 0 ed esplode la festa. Gli ultimi minuti sono in trincea, gli unici in cui viene concesso seriamente qualcosa al Barcellona, che tuttavia è impreciso. Sugli spalti romanisti tutti piangono dalla gioia, anche i bambini, che molto probabilmente una notte così la ricorderanno per altri 30 anni, forse più.

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Piacenza “benda” la commissione per convincerla ad assegnarle il titolo di Capitale della cultura

Si è svolto oggi il passaggio finale, il più importante, nel cammino verso l’assegnazione del titolo di Capitale della Cultura Italiana 2020, l’audizione svoltasi stamani a Roma, di fronte alla Commissione del Mibact commentando la quale il sindaco Patrizia Barbieri ha detto «Abbiamo proposto un progetto credibile, frutto del lavoro concreto che in questi mesi ha visto impegnarsi all’unisono tutte le istituzioni coinvolte». Il sindaco ha voluto evidenziare la compattezza e l’efficacia del gioco di squadra «E’ stata una presentazione corale – ha detto il primo cittadino – in cui ciascun componente della delegazione ha avuto voce. Non c’era modo migliore di esprimere la coesione, la partecipazione attiva e il senso della comunità che ha caratterizzato questo percorso, culminato in questa due giorni romana di intenso confronto e coinvolgimento».

L’assessore alla Cultura Massimo Polledri ha invece sottolineato l’importanza del “gioco di squadra” con i territori limitrofi che sta emergendo con sempre più forza in questi giorni: «Siamo riusciti a far emergere la nostra identità di terra di mezzo, tipicamente italiana nell’integrazione tra contesto urbano e rurale, in grado di valorizzare il patrimonio fluviale del Po. Un altro punto di forza è il sostegno di un ampio bacino geografico: dalla reciproca collaborazione con Parma e Reggio Emilia, con cui anche stamani c’è stata un’ulteriore stretta di mano, al supporto ufficiale della Regione Lombardia, delle vicine Genova e Alessandria».

Tra i dettagli dell’audizione, durata circa un’ora e un quarto tra la presentazione e le successive richieste di approfondimento, la suggestione dell’inizio: ai commissari, bendati, sono stati fatti toccare gli altorilievi in digitale della Madonna Sistina di Raffaello (riprodotti grazie all’ingegner Roberto Zermani del Lions Club Piacenza Gotico) mentre Antonella Gigli, direttrice dei Musei Civici di Palazzo Farnese, ha letto – “non senza commuovermi”, racconta – un testo sul tema, scritto per l’occasione. Paolo Verri, coordinatore della candidatura piacentina, ha spiegato che “mettendo simbolicamente la Commissione in condizione di cecità, abbiamo voluto puntare sui concetti chiave di innovazione e di massima accessibilità della cultura. La squadra di Piacenza si è presentata al meglio e, per quanto le probabilità di farcela non si scostino da quel dieci per cento che avevamo prima di oggi, posso dire che il nostro dossier ha riscosso molto interesse, suscitando numerose domande cui tutti hanno avuto l’opportunità di rispondere».

Tra le peculiarità che hanno caratterizzato il team piacentino, il coinvolgimento della Curia: «Non è abituale – ha rimarcato Manuel Ferrari, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi – che gli enti religiosi aprano al pubblico con altrettanto entusiasmo le porte dei propri edifici storici e artistici. La Commissione lo ha notato e ciò ha messo ancor più in evidenza il fatto che ci sia una città che cammina insieme, condividendo lo stesso, importante obiettivo”.

A ribadire l’impegno forte per questa candidatura è, per la Fondazione di Piacenza e Vigevano, il consigliere Alberto Dosi, che si è detto «orgoglioso di aver ricevuto, al termine della nostra sessione, i complimenti di alcuni Commissari per la coralità e la coesione con cui abbiamo presentato il nostro territorio».

Accanto a lui Andrea D’Amico, project manager dell’Urban Hub, «onorato di aver fatto parte di questa delegazione, perché Piacenza ha dimostrato di poter contare su una squadra strutturata, solida, in cui ciascuno di noi si è sentito in ogni momento parte di qualcosa di unico e più grande».

Considerazioni su cui concorda Paola Dalladonna, componente della Giunta camerale, cui è spettato il compito di illustrare i dati riguardanti il turismo in ambito locale: «Al di là dei contenuti che ciascuno di noi è stato chiamato ad approfondire, questa esperienza ci ha confermato che la città è pronta a fare questo passo, perché le istituzioni per prime ci credono con convinzione».

Anche Cristina Ferrari, direttore artistico della Fondazione Teatri, ha sottolineato che «non ci si è soffermati solo sulle iniziative in cantiere per il 2020, ma sul percorso che abbiamo intrapreso per arrivarci. Credo che la Commissione lo abbia percepito, apprezzando il lavoro di squadra in cui anche il nostro teatro, che vive con la città, porta il proprio contributo».

Fondamentale, a giudizio del sindaco e di tutti i membri della delegazione, «il prezioso lavoro di coordinamento di Paolo Verri, che ringraziamo con Roberto Arditti, Cecilia Bergamaschi e tutti i collaboratori».

Stessa impressione anche da parte dei dirigenti comunali Taziano Giannessi – che ha confessato di aver provato «la stessa emozione di tanti anni fa per gli esami universitari, ma questa volta con la sicurezza di poter contare su una squadra forte» – e Antonella Gigli, che senza nascondere l’emozione è ritornata a quel bendaggio iniziale dei commissari richiamando la suggestione della città velata, che finalmente si svela. Ed ha fatto suo l’auspicio, ribadito da Paolo Verri, che nel 2020, cinquecentenario della morte di Raffaello, la Madonna Sistina possa anche solo per pochi mesi ritornare a casa. A Piacenza.




Quartiere Roma, l’assessore Zandonella conferma: “Da domani intensificazione dei controlli. Fondi per le videocamere nel bilancio triennale 2018-20”.

Dall’ Ufficio Stampa del Comune di Piacenza:

Abbiamo ben presenti i gravi problemi di degrado del Quartiere Roma e, da quando la Giunta comunale si è insediata, ci stiamo impegnando al massimo per risolvere la situazione. Purtroppo, sulla zona pesano fortemente 15 anni in cui, all’ascolto dei residenti, non è corrisposta nessuna azione concreta di tutela”. Parte da queste considerazioni, l’assessore alla Sicurezza Luca Zandonella, nel rispondere a nome della Giunta comunale a quelle che definisce “legittime e comprensibili richieste da parte degli abitanti di via Pozzo e dintorni”, che “Libertà” riporta oggi nell’articolo “Telecamere, presidio e locali da chiudere”. 

Per quanto riguarda le videocamere di sorveglianza – spiega Zandonella – confermo che si tratta per l’Amministrazione di un intervento prioritario, che verrà messo nel bilancio triennale 2018-20, con particolare attenzione proprio alla collocazione nel Quartiere Roma. Al momento siamo infatti vincolati al bilancio di quest’anno, già definito dall’Amministrazione precedente. Tuttavia, stiamo valutando con gli uffici accordi di collaborazione tra pubblico e privato, come previsto dal Decreto Minniti”. 

Da domani – aggiunge l’assessore – sarà avviato un pattugliamento fisso: la Polizia Municipale sarà presente costantemente dalle 16 in avanti, poiché è da metà pomeriggio in poi che si registrano gli episodi più critici. Sono già stati intensificati, invece, i controlli sui pubblici esercizi e anche in quest’ambito faremo il possibile per aumentarli ulteriormente, proprio a tutela dei cittadini che vivono nei dintorni. Sottolineo inoltre che ho espressamente chiesto al Comandante che i 14 nuovi agenti assunti siano messi tutti nel controllo della città appena avranno terminato il corso di formazione. In merito alla chiusura di alcuni cancelli dei Giardini Margherita – conclude Zandonella – sottolineo che la decisione di lasciarne aperti solo due è stata assunta proprio a seguito di un sopralluogo effettuato con i residenti nei mesi scorsi. Capisco la loro esasperazione e l’urgenza di avere risposte: non posso che confermare che stiamo lavorando per andare incontro a tutte le loro richieste”. 




“Per superare la crisi hanno speso più le banche dello Stato”

Si è celebrata nei giorni scorsi a Roma, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, la 93ª Giornata Mondiale del Risparmio.

Quest’anno il tema della giornata era “Risparmio: quali prospettive?”. Oltre al Presidente di Acri, Giuseppe Guzzetti, sono intervenuti il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ed il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli. Fra gli invitati anche il piacentino avv. Corrado Sforza Fogliani, presidente di Assopopolari, che, con un breve intervento, ci spiega e commenta quanto è stato detto all’Angelicum di Roma.

La relazione che il presidente Guzzetti ha tenuto in apertura della Giornata del risparmio è stata puntuale ed essenziale nello stesso tempo. Tre i punti fondamentali.

1) Ripresa e inflazione. “La ripresa si sta gradualmente consolidando. Sarebbe però un errore cantare vittoria definitiva sulla crisi. Nell’euro l’inflazione è ancora lontana dal target del 2% indicato dalla Bce e si prevede che tale obiettivo sarà conseguito non prima del 2019”. Poi, una negazione che da molti è stata interpretata perlomeno come una mezza affermazione: “La ripresa italiana non è solo il frutto di favorevoli circostanze esterne”.

2) Abuso del credito e Addendum. Sul primo problema (i banchieri, in occasione di crisi aziendali, vanno incontro a Prefetti e sindacati, ma corrono spesso il rischio di essere penalmente incriminati per abuso del credito) Guzzetti è stato, più che chiaro, perentorio: “Occorre definitivamente chiarire il ruolo della banca nei casi di gravi condizioni dell’impresa affidata, per evitare che erogazioni di prestiti nel tentativo di una ripresa, con le garanzie che l’incertezza richiede, possano essere ricondotte a forme varie di concorso, da parte dell’istituto, nel reato di bancarotta, così come paradossalmente potrebbe accadere per il taglio di finanziamenti in conseguenza della situazione aziendale”.

Altrettanto chiare (e perentorie) le parole di Guzzetti sul famoso Addendum europeo: “I recenti indirizzi della Vigilanza unica contenuti nell’Addendum alle disposizioni sulla gestione dei crediti, che fondano la dismissione su un discutibile automatismo, sottovalutando le diversità delle giurisdizioni, la capacità di gestione degli stessi prestiti a livello aziendale e le conseguenze per il riversamento sul mercato di grandi quantità di tali finanziamenti favorendo nettamente i potenziali acquirenti, vanno nettamente riconsiderati”.

3) Debito pubblico e Cdp. La nostra spesa annua per interessi sul debito pubblico è pari a circa quattro punti di Pil ed il debito assomma oggi a 2279 miliardi. E’ necessario intervenire su questa palla al piede. “Da un lato – ha detto Guzzetti – bisogna fare leva sulla crescita che, però, dovrebbe essere maggiore di quella prevista perché dia un contributo efficace, magari insieme all’auspicabile risalita dell’inflazione verso il target del 2 per cento; dall’altro, sono necessarie misure specifiche di mercato riguardanti il debito, anche se destinate a operare in diversi anni, ma secondo una logica sequenziale e con scadenze certe. Nessun rischio, però, può dirsi fugato fino a che permane l’abnormità del livello del debito che, in definitiva, costituisce uno dei principali fra i mali più insidiosi e immanenti per il nostro Paese”. Sono poi necessari investimenti che si traducano in infrastrutture, funzionali alle logiche dello sviluppo, come è indispensabile “evitare qualsiasi tentazione di coinvolgere Cdp in operazioni apertamente in contrasto con il suo statuto, che vieta di investire in aziende in perdita; ciò al fine di non compromettere la capacità di sostegno all’economia, il patrimonio, gli equilibri di bilancio e di conto economico”.

Il discorso del presidente Patuelli è stato il discorso – per così dire – dell’orgoglio delle banche. Ha detto: “Per superare le conseguenze della crisi e favorire la ripresa, le banche in Italia sono impegnate con 152 miliardi di euro di accantonamenti negli ultimi sei anni, con circa 70 miliardi di aumenti di capitale negli ultimi dieci anni, con dieci miliardi, negli ultimi tre anni, per i vari fondi italiani ed europei per le banche in difficoltà. La Repubblica Italiana ha speso molto meno”.

Dopo aver fatto presente che “ci attendiamo che i tassi ufficiali rimangano sugli attuali livelli per un periodo esteso” e che l’introduzione di un approccio temporale alle svalutazioni dei futuri crediti deteriorati conseguirà il suo fine se sarà “grande e ben calibrata”, il Governatore ha dal canto suo fatto presente (e tutti hanno colto l’attualità di questo riferimento, oltre che l’opportunità) che gli accertamenti di vigilanza “richiedono analisi accurate e complesse, in loco e a distanza; non possono fare ricorso ai poteri che la legge riserva all’autorità giudiziaria e alle forze di polizia”. E ancora: “Le banche sono imprese; in condizioni normali, anche in presenza di difficoltà, la Vigilanza non può sostituirsi agli amministratori. Operazioni poste in essere rapidamente per eludere i controlli, per aggirare regole e limiti possono compromettere la stabilità dell’intermediario. I fenomeni più gravi sono stati individuati per tempo e tempestivamente segnalati all’autorità giudiziaria, anche se non sempre questo è sufficiente a evitare una crisi”. E Visco è stato fermo anche nei confronti degli intermediari: “Il principale criterio da seguire per la corretta gestione degli investimenti rimane quello della diversificazione. I risparmiatori devono pretendere il rispetto di questo principio anche quando si affidano alla consulenza di terzi”.

Il ministro Padoan ha poi sostenuto che in Italia “il clima è oggi positivo ed in continuo miglioramento e che “deficit e debito sono in diminuzione”,  aggiungendo: “I Pir sono uno strumento di successo, ma siamo solo all’inizio”. Difesa la legge di stabilità all’esame del Parlamento, ha invitato alla fiducia, che è stato il minimo comun denominatore di tutte le relazioni, suggellato da Patuelli con quanto scriveva Luigi Einaudi nella fatidica estate del 1943: “I capitali materiali non sono quel che più importa per la rinascita; ciò che soprattutto conta è la fiducia nell’avvenire”.

 Corrado Sforza Fogliani