Apre un link ricevuto via sms sul cellulare e ci rimette 2.600 euro

Ennesima truffa informatica, questa volta ai danni di una donna di 64 anni residente a Rottofreno. Lo scorso 12 marzo la signora ha ricevuto un messaggio ricevuto sul suo cellulare che la informava di un’anomalia di servizio sulla sua carta Postepay e la invitava a compilare un modulo. Bastava cliccare un link ed inserire alcuni dati per bloccare la carta.

Un’informativa tanto apparentemente seria quanto in realtà truffaldina. La donna convinta dell’autenticità del testo ha  aperto il link allegato, compilato il modulo e confermato l’operazione. Nel frattempo è stata anche contattata da un uomo che le chiedeva se sul suo conto corrente postale vi era liquidità. Ricevuta una risposta affermativa il sedicente addetto l’aveva invitata a completare il modulo inserendo una password con altri caratteri.

Alla fine della procedura la 64enne si è però insospettita e, trovandosi vicino ad uno sportello ATM di Poste Italiane, ha deciso di controllare lo stato del suo conto corrente. Si è così accorta di un  prelevamento da lei non autorizzato di circa 2600 euro. Ha finalmente capito di essere stata vittima di una truffa e si è rivolta ai carabinieri di San Nicolò a Trebbia per denunciare l’accaduto.

I militari di hanno avviato le indagini.  Dopo opportune verifiche, sono riusciti ad individuare i responsbili della truffa, due giovani di 18 e 24 anni, disoccupati, residenti in provincia di Napoli, con precedenti penali che sono stati denunciati per truffa in concorso.




Rottofreno aiuta Borgonovo, una dipendente comunale si dividerà tra i due Comuni

Qualche giorno fa aveva lanciato il carnevale streaming, o “carnevale non virale”, oggi il sindaco di Rottofreno Raffaele Veneziani si rende protagonista di un’altra iniziativa altrettanto lodevole. Per venire in soccorso del Comune di Borgonovo, privato di sindaco e vicesindaco a causa del Coronavirus (gli altri dipendenti sono in isolamento), Rottofreno presta una propria dipendente per sopperire alla mancanza.

Ecco il post del sindaco con cui presenta la sua iniziativa:

In un periodo così complesso dobbiamo riconoscere che in questi casi gli italiani sanno tirare fuori il meglio ed il peggio di sè.
Il peggio lo dobbiamo limitare, e sicuramente non mi va di parlarne, ma il meglio invece va raccontato.

Da oggi una dipendente del Comune di Rottofreno, Rosa Novelli (proprio lei, “la Rosa” dell’anagrafe), prenderà servizio nel Comune di Borgonovo Val Tidone per compiere gli atti urgenti di stato civile e connessi agli adempimenti elettorali. Gli sportelli rimangono chiusi al pubblico, ma l’attività va avanti. Chapeau a lei, ma non subissatela di chiamate o messaggi, perchè ha parecchio lavoro da fare divedendosi tra qui e lì.
Tra qualche giorno, passata la buriana, fatele sentire la gratitudine che merita.

Non è il primo caso di aiuto tra Comuni.
L’idea nacque durante l’alluvione del 2015 e da allora in ogni emergenza i Comuni si aiutano tra loro scambiandosi dipendenti volontari. E’ stato così in passato anche per il nostro Gianluca Marenghi, spedito per una settimana, nell’inverno 2016/17, tra le nevi marchigiane a rilevare fabbricati danneggiati dal sisma che colpì il Centro Italia. A Rottofreno siamo fatti così… che volete farci?

I cittadini borgonovesi che avessero necessità di avere documenti o certificati anagrafici urgenti (documentando l’urgenza) potranno rivolgersi anche allo sportello attivo presso il Municipio di Rottofreno, grazie al collegamento di entrambi i nostri Comuni al servizio ANPR – Anagrafe Nazionale Popolazione Residente.
L’adesione ad ANPR è la causa di tutti quei tagliandini arrivati a casa con i cambi di indirizzo, che qualche confusione e disagio hanno creato nel recente passato. Ecco a cosa serviva. La tecnologia aiuta, e dobbiamo riventare sempre più tecnologici nella Pubblica Amministrazione per affrontare le sfide del futuro.

Dobbiamo tenere molto alta la guardia, lo ripeto, ma lasciatemi anche dire che – oltre alla volontà ed alla solidarietà – anche l’ingegno italico si dimostra sempre vincente.
Serve dare informazioni necessarie senza spargere terrore: qualche giorno fa ho provato a dare qualche consiglio in video, con parrucca e fascia tricolore, ma se non volete ascoltare un sindaco “strano”, c’è chi ha fatto molto meglio di me.

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Mercatone Uno, stamattina presidio davanti al punto vendita di Rottofreno coi sindacati

Nuova puntata del caso Mercatone Uno. Dopo gli attestati di solidarietà del sindaco Raffaele Veneziani, stamattina i dipendenti del punto vendita di Rottofreno hanno tenuto un presidio con le sigle sindacali davanti al negozio chiuso dell’azienda, che nei giorni scorsi ha comunicato il proprio fallimento e il relativo licenziamento di circa 1800 persone tramite social. 

“Con sentenza del 23 maggio, il Tribunale di Milano ha decretato il fallimento della Shernon, azienda che aveva acquisito lo scorso anno dalla ditta Mercatone Uno in Amministrazione Straordinaria ben 55 punti vendita, – si legge in un comunicato congiunto FILCAMS CGIL – FISASCAT CISL – UILTUCS -,  con l’obbligo assuntivo di oltre 2000 lavoratori. In realtà, sino a questo momento, la stessa era subentrata solo in 47 punti vendita con l’impiego di oltre 1800 risorse umane.

Si ricorda che, la vendita dei 55 punti vendita fu proposta dall’AS, dopo una lunga trattativa con i soci di Shernon, ritenuta degna di un positivo riscontro da parte del Comitato di Vigilanza del Mise. Successivamente, e dopo una lunga e difficile trattativa, Filcams, Fisascat e Uiltucs, presso il Mise stipularono un Accordo Sindacale regolante il passaggio dei lavoratori, ben consci che, senza l’accordo, la vendita non si sarebbe perfezionata e sarebbe intervenuto il fallimento già a luglio 2018 con la conseguente perdita dei posti di lavoro e delle relative professionalità.

Col passare del tempo, la mancanza di finanziamenti e di liquidità ha fatto sì che, già negli ultimi mesi del 2018, la merce nei magazzini, e di conseguenza nei negozi, cominciasse a scarseggiare. A marzo 2019, come denunciato dalle tre federazioni confederate, i punti vendita risultavano sprovvisti di merce e la stessa non veniva più consegnata sebbene già venduta e pagata dagli acquirenti. Nell’incontro tenutosi a marzo fra Filcams, Fisascat, Uiltucs e l’AD di Shernon, quest’ultimo preannunciava un imminente capitalizzazione della Shernon e informava le rappresentanze sindacali in merito ad una non meglio precisata trattativa con potenziali investitori.

La ricapitalizzazione annunciata doveva esser effettuata entro la fine di marzo e presupponeva un investimento pari a circa 20 milioni di €, cifra che, da subito le organizzazioni di categoria hanno ritenuto assolutamente insufficiente a garantire la ripresa dell’azienda. A metà aprile, senza darne informazione alcuna, nemmeno al Mise, l’azienda ha presentato istanza di Concordato Preventivo presso il Tribunale di Milano.
La decisione assunta il 23 maggio dal Tribunale di Milano, dimostra che le preoccupazioni delle tre sigle sindacali erano del tutto fondate e che, la situazione è molto più grave di quanto l’AD di Shernon abbia raccontato al Mise il 18 di aprile ed ai lavoratori nei vari comunicati ad essi diretti”. 

Domani si terrà un incontro al Mise per avere risposte su questa delicatissima situazione e sul futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. Serve un intervento tempestivo e garante, dichiarano le tre organizzazioni.

“Ci troviamo in una condizione molto difficile e che ha risvolti sociali drammatici, – dichiara Francesca Benedetti della Fisascat Cisl – nonostante questo abbiamo speranza che si possa trovare una soluzione per i lavoratori coinvolti anche attraverso cessioni di assetti societari che non coinvolgono l’intero perimetro aziendale. Nella malaugurata ipotesi che questo non fosse possibile, ci attiveremo a livello locale chiedendo aiuto a tutte le forze istituzionali per costruire un progetto di ricollocazione del personale in esubero, contenendo per quanto più possibile il costo che le famiglie sono costrette a sopportare causa una gestione scellerata della crisi da parte degli organi preposti alla vigilanza” . 

Elisa Barbieri della Filcams Cgil aggiunge: “Non è accettabile che nel nostro paese un lavoratore possa venire a conoscenza del fatto che la sua azienda è fallita tramite un messaggio o vedendo la serranda del proprio punto vendita abbassata. Non se lo meritano i lavoratori di Mercatone che in questi anni hanno patito già troppo tra mille incertezze e riduzioni salariali , dando sempre il loro contributo anche in termini di riduzione di orario di lavoro nel passaggio a Shernon affinché l’azienda potesse avere un futuro”.

Vincenzo Guerriero della Uiltucs dichiara: “La situazione che stanno vivendo i dipendenti è drammatica. Ritrovarsi di colpo, senza alcun preavviso, senza il proprio posto di lavoro è surreale. Il MISE, di concerto con le rappresentanze sindacali e le istituzioni locali ove hanno sede i 55 punti vendita, deve dare priorità, nella risoluzione della vicenda, ai 1860 dipendenti del gruppo, senza dimenticare i ben 10.000 addetti dell’indotto. I numeri sono importanti: 500 aziende fornitrici che hanno un credito, verso la Holding, di ben 250 milioni. Migliaia di clienti che hanno versato acconti, anche importanti, per l’acquisto di merci che, ad oggi, non saranno mai consegnate. E 1860 famiglie che non hanno più lo stipendio, a maggioranza unica fonte di sostentamento. Vogliamo risposte. Adesso. Subito.”

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La LPR, in Cina, punta sul fotovoltaico e viene premiata

Un progetto commissionato dalla piacentina LPR si è aggiudicato l’ambita onorificenza del Panda D’Oro Innovation Award.

La premiazione è avvenuta al Grand Gala lo scorso 9 giugno, nello splendido scenario del Ritz-Carlton di Shanghai. L’evento, giunto alla sua nona edizione, viene organizzato ogni anno dalla Camera di Commercio Italiana in Cina in collaborazione con il Consolato allo scopo di premiare le imprese italiane di maggior successo.  Otto in tutto le categorie di premiati, ognuno delle quali rappresenta un diverso modo di fare business in Cina.

La categoria Innovation Panda è andata alla Ilum-China, la filiale cinese dell’azienda lombarda, che ha realizzato, per LPR, il più grande impianto fotovoltaico a tetto a Zhuhai, nella provincia del Guangdong.

Il progetto è stato commissionato dalla LPR AUTOPARTS LTD, fabbrica in terra cinese dell’azienda piacentina che realizza autoricambi. La LPR, dopo la conversione Green, è la prima azienda Italiana ad utilizzare risorse rinnovabili per la produzione in Cina.  L’installazione copre una superficie di tetto pari a 14.000 mq e vanta una capacità di 1.2 MWp di pura energia rinnovabile. LPR è riuscita a ridurre del 30% i costi della bolletta elettrica ed ha usufruito, inoltre, degli incentivi per la realizzazione di impianti fotovoltaici introdotti dal governo cinese a partire dal 2015.

Ilum-China insieme ad Ilum-Italy vantano anni di consolidata esperienza nella costruzione di impianti fotovoltaici su tetti industriali in Europa e in Cina.

La cooperazione fra Ilum-China e LPR Zhuhai ha fatto da apripista per numerose altre aziende produttrici presenti in Cina. La trasformazione tecnologica da produzione tradizionale a green factory è infatti un tema in forte espansione e consente alle aziende di aumentare il valore dei loro asset industriali ed al contempo ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi.

Nella foto di copertina (da sinistra a destra) Salvatore Trimarchi, general manager della LPR Zhuhai, Giuseppe Auguadro, CEO della Ilum-China e il Prof. Roberto Pagani che ha consegnato il premio




La rassegna della Confraternita dei Grass approda a La Colonna di San Nicolò.

E’ in programma per venerdì 8 giugno il secondo evento della tradizionale rassegna primaverile Piacenza in Tavola che, organizzata dalla Confraternita dei Grass, ogni anno è dedicata a un tema legato alle tradizioni gastronomiche del territorio piacentino.

Giunto quest’anno alla 10^ edizione, il ciclo di appuntamenti culinari è intitolato ‘Lungo il Corso del Fiume Po’: a differenza dello scorso anno che ha visto protagoniste le trattorie di montagna, la rassegna si concentra questa primavera sulla cucina tipica della Bassa.

Tre i pranzi/cena in programma in alcuni luoghi simbolo per il tema del 2018: ad aprire la rassegna, venerdì 18 maggio, è stata la cena de ‘La Bassa e il Tidone’ presso la Trattoria Braghieri di Rottofreno; il prossimo raduno sarà l’8 giugno alle 20:30 con titolo ‘La Bassa e il Trebbia’ al ristorante La Colonna (San Nicolò di Rottofreno) e in conclusione il pranzo ‘Il Cuore del Po’ che si terrà il 24 giugno alle 13:00 nella bellissima cornice del Ristorante Cattivelli a Isola Serafini (Monticelli). Nell’ultima giornata, per i più audaci, è prevista, a partire dalle 10:00, una degustazione dei prodotti locali alla Rocca di Monticelli.

Il secondo appuntamento con la 10^ edizione dell’imperdibile rassegna gastronomica è quindi previsto per venerdì 8 giugno alle 20:30 presso il Ristorante La Colonna di San Nicolò (Rottofreno) dove tutti i partecipanti passeranno una serata a gustare alcuni piatti della cucina tipica piacentina a tema pesce di fiume. Ad accogliere gli avventori sarà un antipasto a base di insalata di trota affumicata, maionese al rafano, pesche e vinaigratte all’aceto di lampone. A seguire il risotto al pescegatto e come secondo fricassea di pesci di fiume: luccio, carpa, storione al timo su mantecato di polenta bianca. Per concludere zuppa di melone, gelato fiordilatte, riduzione al porto crumble al cacao. Il tutto sarà accompagnato da vino e acqua e, infine, caffè. Per informazioni e per prenotare: igrass@igrass.it www.igrass.it

La Confraternita dei GRASS è un’associazione di promozione sociale nata nel 1999 ad opera di quattro amici amanti del cibo e delle tradizioni culinarie. La prima iniziativa fu la creazione della Guida ai Ristoranti tipici della Provincia di Piacenza su internet. Grazie al successo riscontrato le iniziative si sono moltiplicate concentrandosi sempre sul fronte del mangiar bene. Oggi l’associazione, riconosciuta dal Comune e dalla Provincia di Piacenza, si adopera per la promozione dell’enogastronomia e della convivialità nella nostra città e non solo.




Banda ultra larga nella zona industriale della Cattagnina

Una collaborazione iniziata a marzo 2017, quella tra la Regione Emilia Romagna (attraverso LepidaSpA), il Comune di Rottofreno e l’Internet Service Provider piacentino Naquadria s.r.l., ha dato vita ad un progetto pilota regionale che ha permesso di portare la fibra ottica nella zona industriale della Cattagnina.

Il tutto è stato possibile grazie alla sottoscrizione del progetto da parte di 7 aziende (LPR S.r.l.; STEELTRADE S.r.l.; FOSSATI PVC S.r.l.; CORO MARKETING S.r.l.; GAMMA CARRELLI ELEVATORI S.r.l.; STAF S.r.l.; RIAZ S.r.l.), ed al parziale finanziamento della Regione Emilia-Romagna attraverso la società in house LepidaSpA, che ne gestisce le infrastrutture di telecomunicazione.

Per la prima volta in Emilia Romagna le aziende aderenti godono di un accesso anticipato al collegamento alla rete dorsale realizzata da LepidaSpA, altrimenti prevista per l’anno 2020, oltre ad avere un esclusivo collegamento verso il datacenter di Naquadria, unico presente nella zona. Da non dimenticare, inoltre, il sostegno del Comune di Rottofreno, che ha permesso il passaggio della fibra ottica nell’infrastruttura di illuminazione pubblica.

Oggi, dopo il compimento delle ultime configurazioni, tutte le aziende dispongono di un collegamento fiber to the home in banda ultra larga con caratteristiche simmetriche e garantite. Infine, il collegamento diretto con il datacenter di Naquadria S.r.l. permetterà di ampliare in qualsiasi momento l’offerta di spazio virtuale e di servizi internet, per accompagnare la crescita delle aziende in ogni fase e necessità, oltre a consentire un servizio di backup e disaster recovery.