Avis e sport, un binomio che funziona. Riparte il torneo di calcetto presso la parrocchia di San Lazzaro

“Preparate gli scarpini!”, riparte il Torneo Calcio a cinque che si terrà presso il centro sportivo della parrocchia di San Lazzaro Alberoni in Via Emilia Parmense 81, a Piacenza a partire dal 6 Maggio; la finale si disputerà il 29 giugno 2019.

AVIS Comunale di Piacenza è ancora una volta sostenitrice della bella iniziativa proposta dalla parrocchia di San Lazzaro e San Vincenzo de’ Paoli. Quello tra Avis e sport è un binomio che funziona, lo dimostrano i buoni risultati di una collaborazione di tanti anni. A San Lazzaro è tutto pronto; gli organizzatori Marco Piccoli, Emanuele Moia e Giuseppe Battaglino, con i ragazzi del Clan “Le Pleiadi” del gruppo scout Pc4, hanno preparato tantissime novità per festeggiare la dodicesima edizione nel migliore dei modi (la prima risale al 2008). L’obiettivo è ripetere i successi degli ultimi anni: più di 200 calciatori ed un folto pubblico che assisterà alla competizione, coinvolti nel gioco e nelle serate di festa che AVIS metterà in campo.

La presenza di AVIS è particolarmente significativa in quanto realtà molto ben radicata sul territorio. Con i suoi volontari, Avis, allestirà per tutta la durata del torneo, un info point con materiale pubblicitario, volantini esplicativi, e gadgets per far conoscere la propria realtà e per sensibilizzare alla donazione del sangue.
Il Presidente Giovanni Villa ed i suoi consiglieri, sono molto attivi nella promozione dell’associazione sul territorio, organizzano diverse iniziative per avvicinare potenziali donatori di tutte le età. Le persone in buona salute dovrebbero avvicinarsi alla donazione, sostiene Villa, è un obbligo morale. Se tutti donano sangue, il sangue c’è per tutti.

Le iscrizioni sono aperte: per informazioni chiamare il numero 3331358854 o visitare il sito internet www.torneosanlazzaro.it. Si parte lunedì 6 maggio, nella speranza di vedere tanti iscritti e tanto pubblico.

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Emanuele Soressi: “Cerchiamo di tirare fuori dai ragazzi le loro emozioni”

“La scrittura creativa è uno strumento che viene utilizzato con lo scopo di aiutare le persone a tirar fuori ciò che vivono, e soprattutto di condividerlo”. Emanuele Soressi è educatore di strada alla Parrocchia di San Lazzaro e San Vincenzo de Paoli, occupandosi di vari settori. Il 31 gennaio ha tenuto nella sede di Via Emilia Parmense un interessante laboratorio di scrittura creativa rivolto a studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado con epicentro narrativo la Giornata della Memoria. “Esistono varie modalità di utilizzo del prodotto finito. Con questo corso vogliamo capire cosa conoscono i ragazzi sul tema, cosa possono imparare gli uni dagli altri e cosa possiamo imparare noi”. Un evento che ha segnato sicuramente la nostra storia, volente o nolente. “Nessuno vuole replicarlo, ma vediamo nel contesto sociale sempre più situazioni in cui il conflitto è dietro l’angolo. I ragazzi a scuola, nel loro contesto sono stati continuamente bombardati da tutto ciò che aveva a che fare con la Giornata della Memoria, Shoah, campi di concentramento. Quello che proporremo loro è di vedere cosa si è sedimentato dentro di loro”.

Una ventina i ragazzini che hanno partecipato all’attività. Soressi tiene a precisare che non esistono voti. “Anzi, la modalità di gestione è la meno giudicante possibile, quindi tutto quello che viene detto, disegnato, scritto è accettato per quello che è”. Anche questa è una scelta specifica inerente alle modalità: non esiste una forma creativa predefinita attraverso la quale i ragazzi possono esprimersi, sono liberi di scegliere. “Può essere anche solo una bozza di un’idea, che può dare origine a qualcosa di diverso, può essere un soggetto, una drammatizzazione, di tutto”.

Le modalità con cui svolgere questa riflessione sono molteplici. “Si può partire da una fantasia guidata: attraverso il rilassamento si invitano le persone a stare con gli occhi chiusi e seguire le parole di un moderatore che guida l’incontro e aiuta a tirare fuori determinate emozioni, il tutto con musica di sottofondo. Da li poi si inizia a scrivere. Oppure un metodo più classico e più semplice è quello del brainstorming: si sceglie una parola chiave e da quella si cerca di tirarne fuori altre”. Ai ragazzi è stata proposta questa seconda modalità: successivamente si sono “isolati” per sviluppare la loro idea che poi, per chi ha voluto, è stata condivisa col resto del gruppo. Nell’ultimo passaggio sono stati messi a coppie per vedere cosa potessero creare da un’intreccio di stili creativi. “Il laboratorio di scrittura confluirà in quello teatrale, in modo che i testi o le canzoni potranno dare vita addirittura ad una rappresentazione”. 

Gli educatori di strada si propongono come interlocutore significativo, sia per la realtà giovanile, a cui è offerta l’opportunità di vivere esperienze importanti e sperimentare forme costruttive di protagonismo verso la comunità adulta supportandola nell’individuare e affrontare problematiche specifiche, costruire momenti di confronto e condivisione, riflettere su nodi e tematiche tipiche del disagio giovanile. 

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“Guerra di parcheggi” al cimitero di San Lazzaro. Fiazza(PD): “creare un’area di rispetto”

I cimiteri dovrebbero essere luoghi di quiete ed invece sembra non esserci pace al cimitero di San Lazzaro dove i parenti in visita ai cari estinti troverebbero i posti auto occupati dagli studenti della vicina Università Cattolica. L0o sostiene il consigliere comunale PD Christian Fiazza che interviene sull’argomento con un comunicato:

Pochi giorni fa il consigliere comunale Christian Fiazza (Pd) ha effettuato un sopralluogo nel parcheggio del Cimitero di San Lazzaro. «Ho ricevuto diverse segnalazioni. I posti auto, durante i giorni della settimana, sono stracolmi. Anch’io ho notato che il posteggio è gremito disordinatamente dalle macchine degli studenti dell’Università Cattolica», analizza Fiazza.

«Si tratta di una situazione di ordinaria follia, un disagio che necessita assolutamente una risposta rapida. Chi va a trovare i propri cari al camposanto ha quantomeno il diritto di vivere in serenità questo momento, senza subire lo stress di andare alla disperata ricerca del parcheggio o di lasciare l’automezzo in viottoli disparati. L’Amministrazione comunale, come segno risolutivo di civiltà, dovrebbe creare una sorta di “area di rispetto” riservata a chi accede al cimitero. Inoltre», conclude Fiazza, «l’area andrebbe ripulita, eliminando i rifiuti sparsi sul perimetro e potando le erbacce secche».