Sindacati soddisfatti per lo sciopero Amazon, lo Strike Friday

Quello di oggi è stato probabilmente il primo grande sciopero dell’e-commerce, del commercio 3.0. Uno sciopero non solo piacentino perché lo Strike Friday si è tenuto anche in Germania dove il Ver.di, il sindacato del settore dei servizi, ha proclamato lo stop in sei filiali Amazon, proprio in occasione del giorno più importante dell’anno per le vendite.

Su Castel San Giovanni resta l’incertezza sui numeri definitivi dell’adesione che ha visto incrociare le braccia soprattutto i  dipendenti stabili, con il badge blu ” il 60% mentre i dipendenti a chiamata, con i badge verdi hanno ovviamente preferito lavorare.  La protesta è incominciata davanti ai cancelli verso le 6. Qualche fischio ai colleghi che entravano ma nessun blocco di camion. Una protesta pacifica insomma.

Fiorenzo Molinari, segretario Filcams Cgil Piacenza si dichiara “molto soddisfatto” per la riuscita della prima protesta dei lavoratori Amazon in Italia.

“Abbiamo avuto adesioni che hanno superato il 50, arrivando vicine al 60%” dei dipendenti blue badge di Amazon (queli a tempo indeterminato). Per quanto riguarda i lavoratori green badge, ossia i “somministrati” dalle agenzie interinali nel capannone di Castel San Giovanni, il segretario Filcams Cgil Piacenza, precisa: “Sono lavoratori troppo ricattabili: oggi è troppo rischioso per loro fare questa iniziativa di protesta. Ma noi siamo qui fuori anche per loro, e per quelli che hanno deciso di lavorare”.

“Lo sciopero è un successo perché stiamo organizzando lavoratori in gran parte giovanissimi, che si avvicinano a questa modalità di lotta con molta prudenza – prosegue Molinari – Ci siamo arrivati dopo più di un anno di dialogo infruttuoso con l’azienda: dialogo sì, purché non si arrivi a nulla. Oggi, vedere le persone con il badge verde dimostrare la condivisione delle ragioni dello sciopero pur sapendo l’impossibilità di aderirvi in quanto, appunto, interinali, per noi è stata una grande soddisfazione. Questa è una mobilitazione paradigmatica dei rapporti di forza nel mondo del lavoro”.

Confermato l’incontro con l’azienda lunedì

Lunedì, è confermato l’incontro tra sindacati e Amazon a Piacenza. “Credo che i sindacati confederali arriveranno più forti all’appuntamento di lunedì – spiega Molinari – Oggi c’è molta energia, i lavoratori hanno capito che unendo le forze possono ottenere risultati concreti, che in ultima analisi vadano a migliorare l’organizzazione del lavoro e la qualità di vita dentro e fuori il magazzino di Amazon. Scardinare l’impostazione di Amazon che punta ad una totale dis-intermediazione tra azienda e singolo lavoratore, in Italia e nel mondo, è una filosofia che contrastiamo. I sindacati stanno facendo un lavoro serio, la proposta è sul tavolo, e lunedì ne discuteremo forti di questo sciopero”.

Sullo sciopero è intervenuta anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.

“Siamo con i lavoratori di Amazon senza se e senza ma. La lotta per un lavoro  dignitoso e rispettoso dei diritti è giusta. È una lotta che non solo condividiamo ma che vogliamo sostenere in tutti i modi possibili. È una battaglia di civiltà, di solidarietà, di straordinaria importanza per il futuro di tutti i lavoratori, non solo italiani.” ha affermato Susanna Camusso che ha continuato dicendo  “Aver messo al centro delle loro richieste l’organizzazione del lavoro, la contrattazione dei parametri operativi, in definitiva gli algoritmi, è più che opportuno, è un atto di straordinaria intelligenza. Non è un caso se allo sciopero hanno aderito anche tanti altri stabilimenti in europa”.

“Amazon, come tante altre aziende – ha concluso i segretario generale della Cgil – deve capirlo, non saranno mai grandi se i lavoratori saranno sfruttati, non avranno un lavoro decente, non saranno trattati con dignità”.

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del sindacato FELSA CISL a firma della segreteria Nazionale e Regionale relativo allo sciopero Amazon di quest’oggi.

Da una azienda leader del mercato, che ambisce a essere monopolista del commercio online del futuro, ci aspettavamo più “eleganza” nel chiedere ai lavoratori somministrati se il giorno del black friday avrebbero partecipato allo sciopero.

Come organizzazione sindacale di rappresentanza dei lavoratori in somministrazione siamo convinti di aver aperto una breccia nelle coscienze e nella consapevolezza dei lavoratori temporanei.

Lo testimoniano i somministrati che si sono fermati al nostro presidio, facendoci domande, esprimendo le loro preoccupazioni e sostenendo la nostra azione, anche se costretti a entrare in azienda perché altrimenti “avrebbero perso il lavoro”.

Nonostante tutto, il riscontro e la partecipazione dei somministrati  allo sciopero vi e’ stata , e qui non si tratta di capire se pochi o tanti soprattutto viste le “premesse aziendali”  è il dato politico -sindacale che ha fatto e  fara’ la differenza dei giorni futuri all’interno dell’Hub piacentino.

Oggi e’ iniziato il cambiamento  di vedute anche per i lavoratori somministrati, saremo al loro fianco rivendicando contratti piu’ adeguati cercando di aprire il dialogo sulla durata dei contratti, sui premi di produzione, e sulla qualità del lavoro che deve esser ben diversa da quella attuale.

C’è urgente bisogno di sindacato in questa fase della storia dell’Umanità.

Come FeLSA CISL Emilia Romagna e FeLSA CISL Nazionale lanciamo un messaggio forte e chiaro, questo periodo sarà l’Avvento del sindacato in Amazon anche per i somministrati, infatti durante il periodo natalizio ci prepariamo a organizzare un recapito sindacale per i lavoratori temporanei proprio a Castel San Giovanni, dove poter dare informazione, assistenza, tutela e accesso alle prestazioni realizzate dalla contrattazione di settore in quanto il diritto e la tutela stessa dei lavoratori somministrati, che oggi piu’ che mai deve essere salvaguardato e questo lo si puo’ fare solo con la contrattazione del Sindacato

 




Sciopero Amazon: guerra di cifre

Come spesso accade in queste occasioni è guerra di cifre sul numero di lavoratori che hanno aderito allo sciopero del Black Friday organizzato dai sindacati allo stabilimento Amazon di Castel san Giovanni.

Secondo Cgil, Cisl, Uil e Ugl avrebbe incrociato le braccia oltre il 50% dei dipendenti che lavorano nel polo logistico a tempo indeterminato..

Come era prevedibile quasi nessuno dei dipendenti a somministrazione è invece sceso in sciopero.

Enormemente distanti le cifre comunicate dall’azienda di Jeff Bezos secondo cui l’adesione allo sciopero sarebbe stata del 10% sul totale dei lavoratori.

Insomma per la multinazionale, almeno a parole,  non sembrerebbe essere stato un giorno nero anche se la protesta ha avuto vasta eco e se non altro qualche danno di immagine potrebbe averlo provocato.




Tutto pronto per lo sciopero di domani. Volantinaggio davanti allo stabilimento Amazon

Domani, in occasione del Black Friday, mentre i colossi dell’e-commerce invaderanno la rete con un mare di promozioni i lavoratori di Amazon ed i sindacati piacentini scenderanno in sciopero davanti al mega polo logistico di Castel San Giovanni. Effettueranno anche un volantinaggio davanti alla sede dell’azienda di Jeff Bezos nella speranza di convincere il maggior numero possibile dei duemila dipendenti a tempo indeterminato ad aderire alla mobilitazione.
«Dal punto di vista sindacale – ha dichiarato Fiorenzo Molinari della Filcams Cgil – qui siamo all’anno zero, visto che fino a poco tempo fa questa azienda non esisteva nemmeno. Speriamo di convincere almeno il 50% dei dipendenti a scioperare. Noi faremo una cosa assolutamente pacifica: non fermeremo i camion e non impediremo a nessuno di entrare. Cercheremo solo di convincerli».
«In questo stabilimento – ha continuato Molinari – ci sono al momento anche duemila lavoratori somministrati».
Lavoratori che, vista la precarietà della loro posizione avranno forse qualche remora in più a scioperare. In realtà anche i sindacati di riferimento dei “lavoratori temporanei” Nidil-Cgil, Felsea-Cisl e Uiltemp si sono associati allo sciopero indetto dai sindacati del commercio.
I lavoratori somministrati chiedono ad Amazon «di aprire un percorso per dare continuità all’occupazione, condizioni di lavoro decenti in Amazon, riduzione del turn over, allungamento della durata dei contratti in somministrazione e la condivisione di percorsi di stabilizzazione».
Fra gli argomenti di discussione e le richieste sindacali anche «un utilizzo corretto del monte ore garantito e ritmi di lavoro che non mettano a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori».
E’ stato calcolato che in un turno di lavoro un dipendente percorre dai 17 ai 20 chilometri attraverso lo stabilimento per movimentare merci e pacchi.
Non vi sarebbero insomma situazioni eclatanti.
Vari dipendenti hanno difeso l’azienda dichiarandosi pienamente soddisfatti del proprio lavoro.
D’altro canto, secondo i sindacati, si tratta di «un lavoro molto usurante dal punto di vista psicofisico».
A fronte dei grandi guadagni di Amazon i rappresentanti dei lavoratori chiedono un trattamento migliore per i dipendenti.
E’ già stato fissato un incontro fra Amazon e sindacati per discutere proprio degli argomenti al centro della protesta di domani.

Intanto si moltiplicano le prese di posizione dal mondo politico.
Duro il Twitter del vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri che si è detto «Vicino ai lavoratori #Amazon di Piacenza in sciopero per #Blackfriday. Giganti web eludono il fisco e massacrano i dipendenti. Serve una vera #webtax al 15% per costringerli a pagare le tasse in Italia dove fanno stratosferici guadagni».




Lo sciopero Amazon secondo Francesco Boccia (PD) era inevitabile

Lo sciopero dei dipendenti di Amazon indetto proprio nel giorno del Black Friday era inevitabile. Lo sostiene Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera dei Deputati, che ha rilasciato la seguente dichiarazione in serata, uscendo da Montecitorio:

«Era inevitabile che prima o poi sarebbe accaduto. Lo sciopero al centro di Piacenza nel giorno del Black Friday è solo la punta di un iceberg che non vede solo chi non vuole deliberatamente vedere. Produttività spinta ogni qualsiasi logica, richieste altissime, il cottimo come principio di attività d’impresa e regole calpestate. Accade nella logistica di supporto alla distribuzione dei pacchi e accade nella violazione stessa delle regole del commercio e del fisco. Un mix di violazioni che richiedono regole chiare e trasparenti. Sul trasporto e sulla consegna dei pacchi penso sia arrivato il momento di portare il dibattito in Parlamento, già nel corso di questa legge di Bilancio, in particolare sull’ipotesi di ripensare al servizio postale universale anche per i pacchi fino a 5/6 kg. Allo stesso tempo non è più pensabile consentire ad Amazon di vendere senza pagare le imposte e di fare saldi quando vuole , mentre si costringono i commercianti a rispettare  regole che Amazon non rispetta. Ormai è un atteggiamento intollerabile e lo sciopero nel giorno del Black Friday a Piacenza è solo la punta dell’iceberg».