Divieto di dimora a Piacenza per dodici lavoratori della logistica

Dodici divieti di dimora nel comune di Piacenza a carico di altrettanti lavoratori della logistica. Le misure cautelari sono state emesse dal Gip del tribunale di Piacenza sulla scorta delle indagini condotte dalla Questura di Piacenza e coordinate dalla Procura della Repubblica. Questa mattina è dunque scattato un vero e proprio blitz con personale della Squadra Mobile supportato dal Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia. Secondo la questura a carico dei dodici sarebbero emersi «gravi indizi di colpevolezza». Le indagini hanno riguardato episodi avvenuti nel 2018 «riconducibili al clima di forte contrasto tra gli appartenenti a due sigle sindacali contrapposte, nel contesto lavorativo dello stabilimento della Tnt di Piacenza».

A fronteggiarsi, talvolta anche con maniere forti sfociate in vere e proprie risse ed in episodi di violenza sono stati appartenenti alle due sigle sindacali di base USB  e SI Cobas, con ricoveri in ospedale di lavoratori, denunce e controdenunce.

Secondo la Questura in particolare questi 12 lavoratori «in concorso materiale e morale fra loro, hanno ripetutamente minacciato i responsabili sicurezza della cooperativa che fornisce la forza lavoro presso la Tnt, affinché omettessero di effettuare segnalazioni ai superiori relative ai comportamenti disciplinarmente rilevanti posti in essere durante l’attività lavorativa».

Per il sindacato USB le accuse sarebbero “non provate e sommarie”

Su quanto successo c’è da registrare la presa di posizione del Sindacato USB che ha inviato un comunicato stampa e preannunciato una conferenza:

«Sono 12 i lavoratori dell’hub piacentino di TNT prelevati dalle loro abitazioni nel primo mattino raggiunti da un provvedimento di DIVIETO DI DIMORA NEL COMUNE DI PIACENZA come conseguenza delle lotte di questi mesi contro l’artificioso licenziamento del lavoratore Saad Mansour e gli atti repressivi esercitati con centinaia di lettere di contestazione disciplinari.

Questa sorprendente ordinanza si basa su accuse risibili avanzate da parte di responsabili della coop che fornisce forza lavoro alla FEDEX/TNT i quali lamentano minacce e insulti dei lavoratori colpiti da questi provvedimenti.

Sulla base di accuse non provate e sommarie domani 12 famiglie saranno divise poiché i padri dovranno andarsene da casa, dormire fuori dal comune di Piacenza e senza nemmeno poter andare al lavoro.

Questo è frutto del clima avvelenato introdotto dal Decreto Salvini e dalla volontà dei signori della logistica di chiudere un ciclo di lotte che ha fatto emergere le infiltrazioni della malavita organizzata in questo segmento dell’economia e cominciato a garantire diritti, dignità e legalità per i facchini.

La colpa dei lavoratori e dei sindacati conflittuali è quella di aver denunciato il sistema malato degli appalti e subappalti utilizzati dalle multinazionali del settore per fare profitti sulla precarietà delle condizioni di lavoro.

Un sistema che secondo i rapporti degli organi deputati: Guardia di Finanza, Ispettorati del lavoro, Polizia Stradale, produce una enorme evasione fiscale e contributiva a danno di tutta la società e dei diritti dei lavoratori (non applicazione dei contratti e delle normative sul lavoro). Stamani però una denuncia non provata dei preposti di un consorzio commissariato (per problemi fiscali), è stata sufficiente a limitare la libertà di 12 persone».




I SiCobas incontrano il Prefetto

Nella mattinata odierna il Prefetto ha ricevuto i rappresentanti sindacali dei SICOBAS, che ne avevano fatto richiesto, e della filiera aziendale LEROY MERLIN – UCSA per fare il punto della situazione su un rinnovato clima aziendale nel sito di Castel San Giovanni.

La parte datoriale ha chiarito che dopo l’accordo delle scorse settimane riguardante 120 lavoratori a tempo determinato, la situazione appare più distesa ed i volumi, come stabilito, stanno rientrando gradualmente.

I Sicobas, pur riconoscendo alcuni errori nel passato, rappresentano che l’obiettivo, da condividere anche con tutte le altre OO.SS., è perseguire la legalità con la lotta ad ogni forma di violenza e di provocazione. La loro posizione peraltro è chiara: i propri iscritti vogliono lavorare in serenità e anche tra i Sicobas chi dovesse essere violento si pone al di fuori del sindacato. Con riferimento, infine, al tema del rientro dei volumi ribadiscono che è un punto essenziale e chiedono che la filiera aziendale condivida, in incontri appositi, i piani di lavoro futuri.

Il Prefetto prende atto, con soddisfazione, delle dichiarazioni di cambiare passo e auspica che le rivendicazioni sindacali si svolgano in un clima sereno aperto a tutti. A tal fine comunica l’intenzione di incontrare e coinvolgere in questo percorso di rasserenamento tutte le sigle sindacali presenti nel sito.




350 al Corteo pacifico di ControTendenza e SiCobas nel centro di Piacenza (FOTOGALLERY)

Corteo pacifico per le strade di Piacenza di SiCobas e ControTendenza, che dai Giardini Margherita è passato di fianco al Borgo Faxhall per arrivare alla Lupa. Da li si è passati per via 21 aprile e poi per lo Stradone Farnese, dove il Corteo è arrivato al capolinea. Da li ritorno al punto di partenza per la conclusione finale. Molti gli slogan di protesta, molti rivolti nei confronti del neo Ministro dell’Interno Matteo Salvini e della Lega, ma non solo. Qui mettiamo una fotogallery che racconta il pomeriggio.

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