Mauro Coppola: “Il mio negozio in crisi per colpa di Amazon”

La storia di Mauro Coppola è un segno dei tempi che stanno cambiando, sia a livello globale che a livello locale a Piacenza. Mauro ha un negozio di giocattoli sullo Stradone Farnese, ma l’arrivo di Amazon lo ha messo in crisi. Una storia che ha avuto richiamo nazionale, raccontata da lui stesso.

Ecco il suo sfogo, che è finito sul sito internet del Corriere della Sera

Nel 2016 il mio negozio è cresciuto di quasi il 20% grazie a un’attenta gestione del rapporto con la clientela. Già nel dicembre di quell’anno avevo notato una lieve flessione, addebitandola al pessimismo per il fallimento del referendum. Mi sbagliavo: era l’arrivo di Amazon. In Europa la corsa agli acquisti online è cominciata da poco, ma già ce ne siamo accorti. A differenza di quel che si pensa. non colpisce solo i centri commerciali: nelle piccole e medie città è ormai difficile trovare negozi aperti! Ho chiuso il 2017 con un bel meno 9%. E il nuovo anno è cominciato anche peggio. Ho licenziato la mia dipendente, ragazza in gamba molto amata dai clienti. Ma non posso farci niente. A Piacenza persino i bar hanno registrato il peggior anno della storia: se la gente acquista online non va in giro. Sembrerebbe assurdo visto che l’ultimo anno ha visto crescere, secondo l’Istat, gli acquisti ben oltre l’1%! Non comprendo come mai in Europa (il problema non è solo italiano) in così pochi si stiano rendendo conto di quanto accade. Quando aprii il negozio sapevo benissimo cos’è il rischio d’impresa e solo se fossi stato bravo, sarei andato avanti. Ho resistito alla crisi dei consumi successiva al 2011; ma essere sconfitto da una realtà virtuale le cui conseguenze sono invece drammaticamente reali no, non lo avrei mai immaginato. 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online

 




Rancan (Lega): “atteggiamento inaccettabile da parte di Amazon”

«Disertare un incontro ufficiale convocato in Prefettura rappresenta un grave dispetto nei confronti dipendenti. Questo, senza tanti giri di parole, è quello che ha fatto Amazon».

Così il consigliere regionale Matteo Rancan sull’assenza dei rappresentanti dell’azienda statunitense all’incontro organizzato ieri a Piacenza al palazzo del Governo per trovare una mediazione tra il colosso dell’e-commerce ed i lavoratori impiegati negli stabilimenti di Castel San Giovanni.

«Un simile atteggiamento – attacca l’esponente del Carroccio – fondato sulla mancanza di dialogo, lo spregio e la scorrettezza è del tutto inaccettabile, così come è da considerare gravissimo il non sedersi ad un tavolo istituzionale per trovare una soluzione ai disagi avvertiti dai lavoratori. Purtroppo, questo episodio, invece di rispondere rapidamente alle loro necessità, non farà altro che aggravare le tensioni ed allontanare un eventuale punto d’incontro. Allo stesso tempo – accusa Racncan – suonano banali e superficiali le condanne mosse dal Partito Democratico, che ha sempre garantito concessioni ad Amazon e agli altri giganti del web nei Governi ai quali ha preso parte negli ultimi anni».

 




Iniziativa sindacati: Lettera a Jeff Bezos e Poletti per l’affaire Amazon

Una lettera consegnata al Prefetto di Piacenza per ribadire nuovamente il proprio dissenso nei confronti delle condizioni di lavoro ad Amazon è stata consegnata dai sindacati CGIL Filcms, FISASCAT CISL, UGL TERZIARIO E Uil Tucs.

 




I lavoratori di Amazon: “Riprenderemo lo stato di agitazione”

Maretta tra i sindacati e Amazon. Nel pomeriggio di oggi si è svolto l’atteso confronto che doveva quantomeno rispondere a qualche domanda che i lavoratori avevano sul piatto da tempo. Invece nulla di fatto: verrà ripreso lo stato di agitazione, dopo la sospensione richiesta dall’azienda per parlare coi dipendenti. Presenti all’incontro di oggi Vincenzo Guerriero, Segretario generale UIL Tucs, Pino De Rosa, Segretario provinciale Terziario UGL, Francesca Benedetti di FISASCAT CISL e Fiorenzo Molinari di FILCAM CGIL. Per Amazon l’ing. Schembri Volpe e il dott. Iorio, referente per le Risorse Umane di Amazon Italia.

Il coro dei rappresentanti dei lavoratori è unanime, la situazione rispetto al recente passato è peggiorata. “Fino al Black Friday avevamo ancora la possibilità di parlare con i nuovi vertici aziendali – ha riflettuto De Rosa -, oggi abbiamo capito che il dialogo è impossibile. Chiedevamo un corretto equilibrio tra vita privata e lavoro. Non basta ascoltare la proposta di una integrativa aziendale per poter dire di aver dialogato coi lavoratori, soprattutto considerando che non è stata pianificata una data possibile in cui discutere nuovamente la questione”. Durante l’incontro i rappresentanti di Amazon hanno sostenuto di avere margini di profitto bassi, circa 800 milioni di euro, che hanno reinvestito in altre attività, “però chi ha contribuito a produrre quei soldi, non ha ricevuto in cambio nulla”. 

“Alle nostre richieste – ha proseguito Benedetti -, loro hanno risposto che hanno già tavoli aperti con le rappresentanze sindacali, ma questi sono improduttivi, ne più ne meno come l’incontro di oggi e quelli passati. Il sindacato non vuole ottenere visibilità, per un anno e mezzo siamo rimasti in silenzio, quando i lavoratori chiedevano che facessimo sciopero, perchè erano stanchi. Erano in questa situazione dal 2011, subendo questo atteggiamento di Amazon. Non siamo in una situazione in cui il lavoratore è in un rapporto paritario rispetto all’azienda”. Come esempio è stato portato quello di Ikea, che offre una serie di agevolazioni e di premi ai dipendenti, come metro di misura.

Fiorenzo Molinari ha tenuto a precisare che le rivendicazioni nascono da semplici necessità. “Teniamo conto che ci sono persone di 20/25 anni che dopo 2 anni all’interno di Amazon rassegnano le dimissioni, percependo la buonauscita che viene loro offerta (The Offer). Pertanto in una situazione così complicata, senza un altro posto di lavoro, significa che è impossibile lavorare con serenità”. “Assegnano ai sindacati un ruolo quasi marginale – sottolinea Guerriero -, i lavoratori sono ricattabili”.

 




Amazon: “Felici di collaborare con gli ispettori del lavoro”

Blitz dell’ispettorato del lavoro per verificare l’osservanza delle norme di tutela dei rapporti di lavoro e di legislazione sociale ad Amazon (sede di Castel San Giovanni) oggi, 7 dicembre. “La sicurezza e il benessere dei nostri dipendenti sono la nostra priorità – ha fatto sapere l’azienda -, siamo felici di collaborare con autorità locali fornendo informazioni necessarie relativamente alle condizioni di lavoro e agli standard di sicurezza nel nostro centro di distribuzione”. 11 gli ispettori coinvolti. Atteso un confronto coi sindacati per lunedì 11 dicembre alle 16.30 nella sede di Confcommercio, nel corso del quale si valuteranno nuovamente le richieste dei lavoratori: uno stipendio più alto e condizioni migliori.

Scongiurate quindi azioni drastiche, per ora, e sospeso lo stato di agitazione che perversava nei corridoi di Castel San Giovanni.




Incontro Amazon-sindacati: non pervenuto

Quest’oggi i sindacati avrebbero dovuto incontrarsi con i vertici di Amazon per discutere i temi  alla basce dello sciopero del Black Friday. A sopresa invece il colosso dell’e-commerce, stando a quanto la stessa Cgil pubblica sulla propria pagina Facebook, ha deciso di cancellare l’incontro rinviandolo a dopo le feste. Questo quanto scribve Cgil:

«Oggi era la giornata del dialogo. Amazon sbatte la porta in faccia ai lavoratori.
L’incontro programmato per oggi, lunedì 27 novembre, alle ore 16,00 tra sindacati e Amazon è saltato.
L’azienda lo ha cancellato con una mail questa mattina: rinvio al 2018 dell’incontro già previsto.
Dopo la sostituzione massiva degli scioperanti con gli interinali, un’altra scelta miope dell’azienda. Amazon ascolti i lavoratori: ignorarli come sta facendo è controproducente.
Si riapra il tavolo Amazon
».

Questo il comunicato ufficiale diffuso dalla Cigl

“Facciamo notare ai vertici della società di Jeff Bezos che in Italia abbiamo risolto la questione sulla democrazia rappresentativa a metà del secolo scorso. Quindi invitiamo caldamente Amazon a riaprire il tavolo di trattativa perché chiudere ogni canale di dialogo tra azienda e lavoratori è un atteggiamento totalmente controproducente in questa fase”.

Fiorenzo Molinari, segretario Filcams Cgil di Piacenza, risponde rivolgendo una sorta di “appello” ad Amazon per tornare sui propri passi, dopo la disdetta dell’incontro già previsto per oggi, lunedì 27 novembre, a Piacenza, con i sindacati confederali.

L’Azienda – prosegue Molinari – ha perso un’occasione di dimostrare la bontà delle sue ragioni. Forse perché quello che sosteniamo è corretto: la legittima attenzione verso il cliente non può trasformarsi in così poca attenzione verso chi permette loro do fare utili stratosferici. Dopo il sacrificio dei lavoratori, che non amano di certo fare sciopero, la nota inviata in mattinata in cui Amazon Italia srl cassava l’incontro previsto è una inutile doccia fredda che rischia solamente di alzare tensione. Oggi – conclude Molinari – ci incontreremo per valutare il proseguo della vertenza”.

.




Sindacati: legittimità del decreto Poletti ennesima beffa per i pensionati

“Dopo la decisione della Consulta di ritenere legittimo il Dl Poletti riguardante la rivalutazione delle pensioni, ci tocca prendere atto della scarsa considerazione che questo nostro Paese ha per i pensionati, penalizzati ancora una volta da una sentenza che non riconosce quanto loro indegnamente e impropriamente tolto sul piano delle risorse”.
E’ un commento amaro ma nello stesso tempo risoluto quello delle segreterie confederali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil sulla sentenza della Corte Costituzionale che si è espressa sulla mancata perequazione dei trattamenti pensionistici, oggetto già di un ricorso che nel 2015 ha portato a un rimborso, il cosiddetto “bonus Poletti”. Un mini rimborso, una misura considerata troppo parziale dai ricorrenti, che lamentano penalizzazioni per sei milioni di pensionati.
Quindi la situazione attuale è di fatto penalizzante.“Si tratta di una patrimoniale sui pensionati. Ne prendiamo atto, ma siamo molto curiosi di leggere il dispositivo della sentenza della Suprema Corte, che nella nota che informa della sentenza parla di “disciplina temporanea” per la mancata perequazione delle pensioni oltre tre volte il minimo. Ecco, ci chiediamo quando finirà, e se finirà, questa situazione straordinaria che porta ancora una volta i pensionati, come i lavoratori dipendenti, ad essere i “bancomat” del Governo. Soldi andati per coprire il debito pubblico invece che per i giovani. Il giudizio negativo su questa “patrimoniale” resta”.
E’ quanto dichiarato dei Segretari Confederali dei Pensionati, Cgil-Cisl-Uil di Piacenza, dopo la deliberazione della Corte Costituzionale sul Dl Poletti. “Nella sentenza della Consulta si parla di ‘bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica’. A noi pare, invece, – continuano Spi-Fnp-Uilp – che si siano difese solo queste ultime, a scapito di quelle dei nostri pensionati che sono stati privati di un loro diritto. Per quanto ci riguarda – concludono il segretari Baldini-Ferrari-Cella – proseguiremo nella nostra battaglia per chiedere, come abbiamo fatto finora, di introdurre un nuovo meccanismo di rivalutazione delle pensioni che permetta ai pensionati di recuperare il potere d’acquisto perso in questi anni e nel bloccare ogni automatismo di innalzamento dell’età pensionabile uguale per tutti i lavori”.
Il problema del reddito dei pensionati, che in questi ultimi anni ha perso sensibilmente di valore e non è stato degnamente rivalutato, è del tutto irrisolto, spiegano i sindacati dei pensionati piacentini. Un nuovo meccanismo di rivalutazione che sostenga il potere d’acquisto dei pensionati è necessario, a partire dall’abbattimento del carico fiscale pesantissimo.