Patrizia Barbieri: “Perchè il lavoro possa riprendere, la sicurezza dovrà essere garantita”

Nel suo messaggio serale la sindaca Patrizia Barbieri torna a parlare di sicurezza sull’ambiente lavorativo, un tema centrale della cosidetta Fase 2, che auspicabilmente inizerà a maggio.

Nel progettare la ripartenza non verrà mai messa in secondo piano la tutela della salute. Se n’è discusso a fondo anche ieri pomeriggio, nell’incontro in videoconferenza che si è tenuto con la Regione Emilia-Romagna insieme alle parti datoriali e sindacali, proprio per condividere insieme una strategia per rimettere in moto il sistema economico.

Dopo avere sventato il rischio di un collasso sanitario, ora ci attende un periodo di convivenza con questo virus che richiederà uno sforzo congiunto e coordinato di tutti. Diventerà normale – nella cosiddetta “fase 2” – sanificare con regolarità gli ambienti, dotare le persone di mascherine e guanti, individuare protocolli perché siano fatte rispettare la distanza di sicurezza e l’igiene. Perché il lavoro possa riprendere, la sicurezza dovrà essere garantita.

Serve perciò un’uniformità di regole, che dovranno essere chiare e uguali per tutti, anche per evitare ogni forma di concorrenza sleale. Stiamo lavorando per avere risposte certe e tempestive e entro una settimana la Regione presenterà il piano condiviso al Governo. Il territorio come Piacenza, dove la crisi sanitaria è esplosa prima che in altre regioni italiane, rischia di pagare un prezzo più alto se non agiamo con risolutezza, su tutti i fronti, cercando di farci trovare già pronti appena finirà il lockdown.




25 aprile a Piacenza, le immagini del corteo e della cerimonia ufficiale per celebrare la Liberazione

74 anni sono passati dalla Liberazione dal nazifascismo, un evento che verrà ricordato ancora per tanto tempo e che ha segnato una delle pagine della storia italiana. Anche Piacenza si è unita alle celebrazioni. Questa mattina un nutrito corteo ha animato le vie principali del centro storico, arrivando in Piazza Cavalli, dove si è svolta la cerimonia ufficiale. Prima il passaggio al Dolmen, come da tradizione, e poi in Piazza il minuto di silenzio in onore dei caduti da parte del sindaco Barbieri e del Prefetto Falco.

Nel suo discorso, Patrizia Barbieri ha voluto porre l’accento sul “conservare i valori fondanti della convivenza civile. Un impegno che dobbiamo a noi e soprattutto ai nostri giovani, che imparino ogni giorno il valore della libertà”. Il sindaco ha inoltre voluto sottolineare alcune derive di “totalitarismo ideologico”, che distolgono lo sguardo dalle radici su cui si fonda il 25 aprile (leggi – sotto le foto – il discorso integrale).

Discorso ufficiale del sindaco Patrizia Barbieri per il 25 Aprile

Care piacentine e cari piacentini,

il 25 aprile di 74 anni fa, un popolo si riversava in piazza per celebrare la Liberazione. Erano donne e uomini, giovani e meno giovani uniti dall’amore per la vita, dal profondo bisogno di pace e democrazia, accomunati – al di là di ogni differenza di classe sociale, cultura o storia personale – da una comune speranza di libertà.

Oggi è per me motivo di particolare orgoglio poter ricordare e celebrare in quella stessa piazza, insieme a questo popolo, insieme a voi, quella storica giornata e, soprattutto ricordare il cammino, segnato da ferite anche mortali e dal sacrificio estremo di donne e uomini, che ha condotto a vivere quella giornata di 74 anni fa, ma soprattutto a riaffermare i valori di pace, democrazia e libertà. E’ lo stesso sacrificio che ha unito altre generazioni di italiani; i tanti eroi del Risorgimento, che sotto la bandiera forte del concetto di Nazione Unita imbracciarono le armi per difendere la nostra Patria. O le schiere dei militari italiani che per garantire a questo Tricolore di poter sventolare libero sui pennoni, persero la vita nelle trincee sui nostri confini nazionali o in lande straniere sperdute e lontane.

Generazioni unite nei valori che dovrebbero essere l’essenza di una società civile e di una civile convivenza, ma che troppo spesso vengono messi a dura prova dalla prevaricazione, dalla sopraffazione, dalla violenza non solo fisica degli uni verso gli altri. Per questo motivo, il nostro impegno, oggi, come in ogni giorno del nostro cammino di vita, è quello di rinnovare dentro di noi quei valori, che possono rimanere eterni solo nel momento in cui riusciamo a comprenderne appieno la forza dirompente e a trasmetterla agli altri e alle giovani generazioni.

Per questo è giusto e doveroso serbare la memoria di quegli esempi di alto e nobile sacrificio; una memoria che è tanto più condivisa quanto più quegli esempi sono conosciuti e approfonditi, senza concessioni alle derive dell’opportunismo ideologico o al totalitarismo di pensiero. Dobbiamo tenere la nostra storia libera dai carichi dell’ideologia, per poterne comprendere appieno l’esemplare valore e l’insegnamento che dalla stessa ci viene tramandato. Solo tutelando l’integrità storica e i suoi esempi potremo riconoscere in essi i valori su cui si costruisce l’identità di un popolo.

E l’identità di un popolo è, per sua stessa definizione, condivisa.

La memoria dei giorni della lotta di Liberazione rivive ogni anno in questa solenne celebrazione, ma ancora di più nelle testimonianze e nei simboli che si tramandano giorno dopo giorno, anno dopo anno, fino a oggi.

Quello che dobbiamo chiederci, oggi, è se anche noi sappiamo condividere e tramandare agli altri quegli ideali di libertà assoluta che animavano esempi quali Renato Gatti e Carlo Alberici, giovani piacentini che trovarono la morte solo alcuni giorni prima di quei giorni di festa. Giovani animati, insieme a tanti altri coetanei, dalla passione per la libertà e il cui sacrificio il Comune di Piacenza, con voto unanime, ha voluto mantenere vivo nel luogo in cui persero la vita, in Piazzale Velleja, attraverso quella lapide di marmo che non è solo riconoscimento al loro sacrificio ma è monito perché lo stesso sacrificio non sia stato vano.

Come da monito e insegnamento risuona l’esempio di 18 avvocati partigiani piacentini delle più varie estrazioni culturali e sociali, a testimonianza di un’unione di azione e di intenzione nata all’insegna di valori più alti, quali quelli della libertà e della pace: dal liberale Gaetano Grandi al Comandante Selva (Wladimiro Bersani), dall’ex sindaco Felice Trabacchi all’ex Prefetto Vittorio Minoja, a tutti gli altri “eroi in toga”, come vennero ricordati il giorno dell’inaugurazione della targa presso il Tribunale di Piacenza due anni fa. Diciotto piacentini, diciotto nomi di piacentini scolpiti nel marmo che, da avvocato, da sindaco, da piacentina, rappresentano il sacrificio, la risolutezza e il coraggio di chi ci ha permesso di essere qui, oggi, donne e uomini, italiani e piacentini liberi.

O, ancora, l’esempio di Don Giuseppe Borea, cappellano dei partigiani, ma capace di abbracciare indistintamente il prossimo in nome degli ideali di pace e giustizia.

Nel periodo storico nel quale ci troviamo a vivere, contraddistinto dagli strascichi di una profonda crisi economica, dalle difficoltà occupazionali e dall’incertezza sull’avvenire dei nostri giovani, a Piacenza, come nel resto d’Italia, i valori della Liberazione, la tenacia, l’orgoglio e la determinazione, la volontà di chi ha combattuto in nome di quei valori, devono essere il più grande incentivo, la forza e la spinta più concreta per costruire le basi del nostro futuro e di quello dei nostri figli.

Oggi come allora abbiamo bisogno del coraggio. Oggi come allora dobbiamo guardare avanti con fiducia, per non dimenticare il passato, per difendere l’Italia e la Repubblica italiana che della Resistenza è figlia, i suoi simboli, la Bandiera, la Costituzione e la nostra Libertà. Nelle poche e chiare parole del primo articolo della Carta Costituzionale si sono unite culture diverse, marxista, liberale, cattolica. Ciò è stato possibile in nome di ideali più elevati, che sono quelli della Libertà e della Pace, che sono quelli dell’amore per la nostra Patria e per la Democrazia.

Occorre resistere alle spinte contingenti dei fatti e conservare i valori fondanti della nostra convivenza civile. E’ un impegno che dobbiamo a noi, ma soprattutto ai nostri giovani perché celebrino ogni giorno il valore della libertà.

Buon 25 aprile, Piacenza! Buona festa degli italiani.

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Carabinieri feriti, “Solidarietà e riconoscenza” dal sindaco Patrizia Barbieri

“L’incidente occorso nella notte alla pattuglia dei Carabinieri di San Giorgio (leggi qui), che fortunatamente non ha avuto conseguenze più gravi, dimostra ancora una volta come le nostre Forze dell’ordine antepongano sempre, alla propria incolumità, lo spirito di servizio e il senso di responsabilità nei confronti della collettività”. Con queste parole il sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri commenta lo speronamento dell’auto dell’Arma avvenuto in via Farnesiana al culmine di un inseguimento, esprimendo “a nome di tutta la cittadinanza, piena solidarietà e riconoscenza ai militari feriti”.

“Episodi come questo – aggiunge – richiamano doverosamente la nostra attenzione all’impegno e alla dedizione con cui le donne e gli uomini delle Forze dell’ordine tutelano la nostra sicurezza e il territorio, esponendosi in prima persona a situazioni di pericolo che rendono ulteriore merito al loro prezioso lavoro”.




Il sindaco Barbieri: “presto una delibera sui rivi urbani”

La delibera per la ricognizione della proprietà comunale dei rivi urbani è prossima. Lo ha annunciato il Sindaco personalmente, questa mattina, in apertura del Convegno nazionale Confedilizia in corso nel salone della Banca di Piacenza alla Veggioletta.

La decisione annunciata dal Sindaco chiude una querelle apertasi nel periodo dell’Amministrazione precedente. I rivi urbani (cittadini, cioè) sono infatti sempre stati ritenuti di proprietà comunale, essendo serviti anche come fognature oltre che per ragioni di bonifica delle zone della città, e vennero proprio dal Comune dedotti molti secoli fa. Improvvisamente qualche anno fa (assessore dott. Bisotti) il Comune – che nel 1995 sciolse il Consorzio dei rivi, assumendo per delibera direttamente o attraverso società municipalizzate la gestione e la manutenzione degli stessi – sostenne la tesi della proprietà privata dei rivi e in particolare dei proprietari delle case che sopra gli stessi sono state costruite, il Comune stesso nulla opponendo.

Dopo il Sindaco sono intervenuti il presidente della Provincia dott. Rolleri ed il prefetto dott. Falco, presenti all’importante Convegno anche il questore dott. Ostuni, il comandante del Reparto operativo dei Carabinieri ten. col. Iannucci e numerosi sindaci.

Più tardi è prevista una parentesi sui lavori parlamentari alla presenza dei rappresentanti del Governo e dei vari Gruppi parlamentari.




Il sindaco ai tifosi del volley: “Se la Wixo chiude non è colpa dell’amministrazione”

Riceviamo e pubbllichiamo la riposta del sindaco al post pubblicato oggi dai Lupi Biancorossi ed intitolato “Sindaco Barbieri se ci sei batti un colpo” (leggi qui).

«Ho letto con sorpresa la veemente nota dei Lupi Biancorossi e tengo ad affermare che l’Amministrazione comunale non si è mai sottratta al proprio ruolo di tutela e promozione delle proprie eccellenze. E, come già più volte detto, ritiene il Volley Piacenza una di queste. La situazione di crisi che si è palesata negli ultimi mesi risiede però nella difficoltà finanziaria della società, ambito nel quale l’Amministrazione non può intervenire direttamente. Tutte le azioni volte a stimolare le realtà piacentine in tale direzione finora sono state intraprese, purtroppo senza risultati sufficienti ad assicurare un futuro solido alla LPR Wixo.

Sono state intrecciate trattative con soggetti economici “forestieri”, anche internazionali ma il poco tempo a disposizione ha fatto, più o meno pretestuosamente, raffreddare interessi inizialmente mostrati. Come sindaco ho a cuore tutti i problemi dei cittadini, ma il primo cittadino non può (non sarebbe giusto) svolgere il ruolo di procacciatore di sponsor per una società sportiva professionistica in difficoltà; non si deve confondere il ruolo istituzionale con il ruolo imprenditoriale.

Se malauguratamente (e speriamo di no…) dovesse finire l’avventura biancorossa del volley professionistico non sarebbe certamente responsabilità di amministratori che sono insediati dal luglio scorso e che hanno manifestato la loro sensibilità verso il volley, ma di situazioni spesso derivate dai rischi della crisi e dalle difficoltà di fare sport ad alto livello, soprattutto oggi. Non è un caso a questo proposito che siano scomparse dalla geografia del volley realtà come la Sisley Treviso, la Maxicono Parma, l’Alpitour Cuneo, la Conad Bologna e la stessa Messaggero Ravenna, società che vinsero scudetti e Coppe dei Campioni.

Voglio aggiungere che il silenzio dell’Amministrazione agli appelli dei tifosi non è stato di indifferenza ma di discrezione, posto che si è cercato di lavorare senza clamori mediatici. Tutto ciò sempre nell’ambito delle proprie competenze e funzioni: quelle di provare a creare sinergie, contatti, collaborazioni che possano portare a manifestazioni di interessi concreti a sostegno del Volley Piacenza.

Spiace quindi che a fronte di un concreto e fattivo impegno, il ringraziamento sia quello di essere considerati poco educati.                                                                 

Patrizia Barbieri – Sindaco di Piacenza»