Primo appuntamento per #aperiOpera il nuovo ciclo a cura dei ragazzi del Liceo Respighi

Prende il via #aperiOpera, il nuovo progetto nato dalla collaborazione tra Fondazione Teatri di Piacenza e Liceo Respighi, che vedrà i giovanissimi studenti protagonisti della presentazione delle opere, durante tutto l’arco della Stagione Lirica 2019/2020, al Ridotto del Teatro Municipale.

Venerdì 13 dicembre alle ore 19 saranno i ragazzi della classe 1 U, che hanno avviato quest’anno il nuovo percorso di studi a curvatura musicale del Respighi in convenzione con il Conservatorio Nicolini di Piacenza, a presentare La Bohème di Giacomo Puccini al pubblico, insieme agli allievi del Laboratorio di Canto Corale e ai docenti coordinatori del progetto.

Attraverso una preparazione di natura pluridisciplinare, i ragazzi racconteranno l’opera proponendo un approfondimento sulla trama, il contesto storico e i personaggi, con l’esecuzione di alcuni passaggi musicali. Al termine dell’incontro, il pubblico sarà invitato a scendere nel foyer del Teatro, dove anche un gruppo di bambini dell’Orchestra delle Scuole del IV Circolo didattico di Piacenza eseguirà un brano musicale.

A coordinare il progetto Patrizia Bernelich, responsabile del Laboratorio di Musica d’Insieme della classe 1U del Liceo Respighi, e Patrizia Datilini, coordinatore della classe 1U e referente del Laboratorio di Canto corale del Liceo Respighi; a preparare insieme a loro i ragazzi, il team di insegnanti composto da Tiziana Albasi, Arianna Groppi, Elena Metti, Federica Morandi, Roberta Pasetti. Del team fa parte anche Giancarlo Catelli (tutor del Conservatorio per la Convenzione Liceo Respighi – Conservatorio Nicolini).

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Come sarà la didattica tra 30 anni? “Scuola e virtuale” del Liceo Gioia prova a dare una risposta

La scuola del futuro, pone alla fine un grosso punto interrogativo. Perchè oggi quello che possiamo fare è immaginare, attraverso studi, film, serie tv, come sarà la scuola di domani e la quotidianità stessa di molti studenti.

Una due giorni organizzata dal Liceo Gioia in collaborazione con ImparaDigitale e INDIRE prova a dare indicazioni, a tracciare una possibile rotta, indicando pericoli e pregi della tecnologia, e in questo caso non c’entra Black Mirror, si parla della realtà.

A introdurre i lavori questa mattina Dianora Bardi di ImparaDigitale e Andrea Benassi di INDIRE, i quali hanno parlato alla folta platea del Teatro Municipale del Mondo immateriale e nuovi modi di comunicare”.

Benassi, ricercatore e tecnologo, ha introdotto in modo soft il tema delle nuove tecnologie in ambito scolastico, prima con qualche citazione, poi prendendo come spunto il film di Steven Spielberg Ready, Player, One, in cui vengono raccontate le vicende di un ragazzo di Columbus, in Ohio, nel 2045, in una realtà distopica in cui tutti gli abitanti della terra sono connessi con visori per la realtà aumentata e vivono in un mondo virtuale chiamato OASIS. Tuttavia virtuale e reale si intrecceranno spesso.

“Le nostre azioni nel virtuale hanno delle conseguenze – sottolinea Benassi –, come nei videogiochi, fanno sentire altrove. Molto spesso i ruoli in un videogioco permettono di intrecciare il giocatore e il personaggio.Difficile è capire oggi che tipo di immersione vivremo domani, qui c’è il rischio di sottovalutare la portata di quello che accadrà, grazie a delle scelte, per lo più etiche […].  C’è già tutto, manca solo la potenza che ci sarà in futuro. 

Ma il punto è: vogliamo davvero una scuola così diversa e tecnologizzata? Ci sono reazioni contrastanti, da un lato fare un gita su Marte con gli studenti è affascinante, dall’altro abbiamo un modello di scuola che si replica, si riproduce. In questa scuola non si entra fisicamente, bensì ci si collega da casa, quindi sarà possibile scegliere una scuola molto lontana geograficamente, che però viene incontro alle esigenze. Alla scuola conviene pensarlo prima questo futuro, perchè il rischio è di rincorrerlo il progresso tecnologico”. 

Dianora Bardi, docente nei licei fino al 2016, poi divulgatrice di progetti multimediali nelle scuole tra cui Tablet School e le Olimpiadi Nazionali del Videogioco nella didattica. Suo è il metodo della Classe scomposta. Nel 2014 diviene membro del Tavolo permanente dell’Innovazione dell’Agenzia digitale italiana (Consiglio dei Ministri).

“La tecnologia ci deve essere – sottolinea Bardi -, la scuola italiana rimane sempre un po’ indietro nella crescita di nuove tecnologie applicate alla scuola, ma attenzione a non elogiare troppo la tecnologia. Questa deve diventare più trasparente, per gli adulti oggi non la è, così come la è per i ragazzi. Qual è il confine tra intrattenimento ed educazione? Ci troviamo di fronte a ragazzi che usano tecnolgie, ma sanno esattamente per cosa le usano?”. 

I lavori proseguiranno anche nella giornata di domani, è possibile vedere tutto il convegno in streaming sul sito http://www.scuolaevirtuale.it/

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Il Maestro Riccardo Muti dirigerà la prova generale dell’Orchestra Cherubini al Municipale

Anche quest’anno si rinnova l’opportunità imperdibile di ammirare il Maestro Riccardo Muti durante le prove con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini a Piacenza.

Martedì 21 e mercoledì 22 maggio, alla Sala dei Teatini, saranno aperte al pubblico a ingresso libero le prove di lettura con orchestra. Martedì 21 la prima prova sarà dalle ore 11 alle ore 14 e la seconda prova dalle 16 alle 19; mercoledì 22 la prima prova è prevista dalle 10 alle 12.30 e la seconda prova dalle 16 alle 19. L’ingresso per il pubblico avverrà sempre trenta minuti prima dell’inizio di ogni prova (poi chiusura ingressi).

Giovedì 23 maggio alle ore 20.30 al Teatro Municipale di Piacenza è in programma la prova generale pubblica, in vista dei prossimi concerti dell’orchestra. Il Maestro Muti dirigerà la Missa defunctorum. Requiem per soli, doppio coro e orchestra (1789-1799) di Giovanni Paisiello, voci soliste di Benedetta Torre, Daniela Barcellona, Giovanni Sala e Gianluca Buratto. Ad affiancare l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, il Chor des Bayerischen Rundfunks preparato dal maestro Stellario Fagone. I biglietti per la prova generale pubblica sono acquistabili presso la Biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza: www.teatripiacenza.it – biglietteria@teatripiacenza.it.

Fondata da Riccardo Muti nel 2004, l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini ha assunto il nome di uno dei massimi compositori italiani di tutti i tempi attivo in ambito europeo per sottolineare, insieme ad una forte identità nazionale, la propria inclinazione ad una visione europea della musica e della cultura. L’Orchestra, che si pone come strumento privilegiato di congiunzione tra il mondo accademico e l’attività professionale, divide la propria sede tra le città di Piacenza e Ravenna. La Cherubini è formata da giovani strumentisti, tutti sotto i trent’anni e provenienti da ogni regione italiana, selezionati attraverso centinaia di audizioni da una commissione costituita dalle prime parti di prestigiose orchestre europee e presieduta dallo stesso Muti. Secondo uno spirito che imprime all’orchestra la dinamicità di un continuo rinnovamento, i musicisti restano in orchestra per un solo triennio, terminato il quale molti di loro hanno l’opportunità di trovare una propria collocazione nelle migliori orchestre.
In questi anni l’Orchestra, sotto la direzione di Riccardo Muti, si è cimentata con un repertorio che spazia dal Barocco al Novecento alternando ai concerti in moltissime città italiane importanti tournée in Europa e nel mondo nel corso delle quali è stata protagonista, tra gli altri, nei teatri di Vienna, Parigi, Mosca, Salisburgo, Colonia, San Pietroburgo, Madrid, Barcellona, Lugano, Muscat, Manama, Abu Dhabi, Buenos Aires e Tokyo.




Serse di Händel per la prima volta in scena al Teatro Municipale di Piacenza il 12 e 14 aprile

Per la prima volta nella storia del Teatro Municipale di Piacenza, sarà rappresentata l’opera Serse di Georg Friedrich Händel, preziosa rarità del repertorio barocco composta nel 1738. Nell’ambito della Stagione d’Opera 2018/2019 della Fondazione Teatri di Piacenza, venerdì 12 aprile alle 20.30 e domenica 14 aprile alle 15.30 si alza il sipario su questo nuovo allestimento, che ha debuttato nei giorni scorsi al Teatro Valli di Reggio Emilia in coproduzione con i teatri di Piacenza, Modena e Ravenna.

La direzione musicale è affidata a Ottavio Dantone, alla guida della sua Accademia Bizantina, complesso ormai storico e fra i più noti a livello internazionale per l’esecuzione di musica antica con prassi originale. La regia dell’opera è firmata da Gabriele Vacis, fondatore nel 1982 del Teatro Settimo di Torino, fra i creatori del teatro di narrazione in Italia (indimenticabile il Racconto del Vajont, con Marco Paolini), le cui esperienze hanno spaziato dalla televisione all’opera lirica.

Arianna Vendittelli, nel ruolo en travesti del titolo, è un’interprete specializzata nel repertorio barocco, vincitrice nel 2017 del secondo premio al concorso Händel di Londra e in cartellone all’Internationale Händel-Festspiele di Göttingen (maggio 2018), al Festival International d’Opéra Baroque de Beaune (luglio 2018) e già ospite dell’Opéra Royal de Versailles in Giasone di Francesco Cavalli. Nel cast anche Marina De Liso (Arsamene), Delphine Galou (Amastre), Monica Piccinini (Romilda), Francesca Aspromonte (Atalanta), Luigi De Donato (Ariodate) e Biagio Pizzuti (Elviro). Scene, luci e costumi sono firmati da Roberto Tarasco.

Il soggetto dell’opera è liberamente tratto da alcuni aneddoti delle Storie di Erodoto. La vicenda si svolge presso lo stretto dei Dardanelli, durante la guerra dei Persiani contro gli Ateniesi, e ruota attorno a un doppio intreccio amoroso con al centro la bella Romilda. Di lei sono innamorati Serse e suo fratello Arsamene. “Un gioco circolare di amori adolescenziali, che mette in secondo piano le questioni politiche, sociali, militari, di cui l’imperatore Serse dovrebbe farsi carico. Invece trionfa la natura dei sentimenti e dei corpi”, spiega il regista Gabriele Vacis. La messinscena, di impianto contemporaneo, si articola su tre piani occupati dall’orchestra, sollevata dalla platea e quindi maggiormente visibile, dai cantanti in proscenio e da uno schermo in palcoscenico per le video proiezioni. Una trentina di ragazzi e ragazze creano una “scenografia vivente” creata nell’ambito di un laboratorio di preparazione e improvvisazione teatrale tenuto dallo stesso Vacis.

“Il Serse è un’opera assai innovativa nella produzione Handeliana – racconta Ottavio Dantone -. I due principali aspetti che la caratterizzano rispetto ai precedenti lavori sono l’introduzione di elementi buffi all’interno di un’opera seria e una certa snellezza nella struttura drammaturgica, che si evidenzia nell’abbondanza di arie senza da capo. L’azione si dipana attraverso numeri musicali di stupefacente bellezza e recitativi di notevole teatralità con situazioni al limite del grottesco. Queste caratteristiche rendono il Serse uno spettacolo particolarmente vicino e adatto al pubblico moderno, che viene sedotto e conquistato da un ritmo intrigante e da una musica coinvolgente, dalla prima all’ultima scena”. 

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“Aperitivo all’Opera” nel foyer del Teatro Municipale, grazie a Tampa Lirica e Ass. Amici della Lirica

Entra nel vivo il nuovo ciclo di incontri Aperitivo all’Opera, dedicato alla presentazione dei titoli in cartellone nella Stagione Lirica 2018/2019 della Fondazione Teatri di Piacenza, realizzato in collaborazione alternata con le associazioni Amici della Lirica e Tampa Lirica di Piacenza.

Prima della “prima” de La Forza del Destino, è il momento dell’Aperitivo all’Opera, in programma domenica 13 gennaio alle ore 18 nel foyer del teatro, organizzato da Amici della Lirica. L’ingresso è libero. L’approfondimento della nuova produzione del Teatro Municipale di Piacenza, al debutto il 18 e 20 gennaio, titolo cruciale nella produzione del Verdi maturo, che egli stesso definì “dramma potente, singolare e vastissimo”, sarà a cura del maestro Massimo Mazza. Interverranno all’incontro Francesco Ivan Ciampa, maestro concertatore e direttore de La Forza del Destino, già applaudito a Piacenza nel 2017 in occasione de La Wally di Catalani, e Italo Nunziata, regista del nuovo allestimento, in arrivo direttamente dal palcoscenico dove sono in corso le prove dell’opera.

In occasione dell’incontro, il Caffé del Teatro allestirà nel foyer i tavoli per il pubblico, con possibilità di consumazione. 

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“Cinquant’anni di opera al Teatro Municipale di Piacenza”, presentazione del libro il 16 dicembre nel foyer

Prima della “prima”, è il momento dell’Aperitivo all’Opera. Il nuovo ciclo di incontri, dedicato alla presentazione dei titoli in cartellone nella Stagione Lirica 2018/2019 della Fondazione Teatri di Piacenza, debutta domenica 16 dicembre alle ore 17 nel foyer del Teatro Municipale.

Sarà l’occasione per approfondire La traviata di Giuseppe Verdi, opera inaugurale della Stagione, in scena venerdì 21 e domenica 23 dicembre. L’eterno fascino della storia di Violetta e Alfredo sarà al centro della presentazione a cura del critico Giancarlo Landini, vice direttore della rivista L’Opera.

Ampio spazio sarà dedicato al libro Cinquant’anni di opera al Teatro Municipale di Piacenza, pubblicato da Azzali Editori, realizzato grazie al sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Sarà presente l’autore, il musicologo piacentino Francesco Bussi, che dialogherà con Landini.

Il volume ripercorre mezzo secolo di storia operistica grazie alle recensioni dei titoli in scena al Teatro Municipale apparse sul quotidiano Libertà dal 1963 al 2013, a firma dello stesso Bussi. Tra grandi nomi della direzione d’orchestra e del bel canto, aneddoti e curiosità, la pubblicazione offre un fondamentale contributo alla storia recente del nostro Teatro cittadino e all’evoluzione del gusto del pubblico.

Agli intervenuti sarà donata una copia del volume, offerta dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. L’ingresso all’incontro è libero. 

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La Bella Addormentata in scena col Balletto di San Pietroburgo il 25 marzo

La fiaba protagonista nuovamente nel nuovo appuntamento della Stagione Danza 2018 della Fondazione Teatri di Piacenza. Domenica 25 marzo alle ore 16, arriva al Municipale il Balletto Yacobson di San Pietroburgo con La Bella addormentata. Il balletto sulle musiche di Čajkovskij è al centro dello spettacolo, che segue il filone delle atmosfere favoleggianti dopo Lo schiaccianoci e La Bella e la Bestia.

La Bella addormentata, classico imperiale di Marius Petipa su musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij, è presentato dal Balletto di San Pietroburgo in una nuova produzione, creata in collaborazione con Jean-Guillaume Bart, coreografo francese di fama, già étoile dell’Opéra di Parigi. Si rinsaldano dunque i legami con la Francia poiché il balletto, che debuttò al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo nel 1890, era tratto dalla fiaba di Charles Perrault e per scene e costumi evocava l’epoca d’oro del re Luigi XIV e lo splendore della corte di Versailles. Come noto, nel corso di oltre un secolo il balletto è stato rivisto molte volte. La versione in tre atti presentata dal Balletto Yacobson di San Pietroburgo ha l’intento di far rivivere la spettacolare produzione del passato grazie alle scene e ai costumi di Ol’ga Šaišmelašvili. Dal canto suo Jean-Guillaume Bart ha pensato un balletto in cui l’unione di coreografia e musica fa emergere la felicità narrativa e dinamiche espressive nuove, con alcune novità, quali un pre-prologo su Carabosse e il recupero di altri episodi originariamente narrati dal favolista.

Il ritorno nel nostro Paese del Balletto Yacobson di San Pietroburgo è anche occasione per approfondire l’opera di Leonid Yacobson, oggi considerato un maestro della coreografia del Novecento. Nelle alterne fortune di una vicenda artistica e umana ricca e tormentata, Yacobson non smise mai di sperimentare, a partire dai fervidi anni Venti dell”epoca d’argento”, attraverso la metà del Novecento dei grandi balletti Shurale e Spartacus, fino al 1969 in cui ebbe finalmente una propria troupe, che volle chiamare Miniature Coreografiche. Alla sua scomparsa, nel 1976, fu il caro amico e stimato artista Askold Makarov a prendere le redini della compagnia, che con il nuovo nome di Balletto Yacobson di San Pietroburgo è dal 2011 diretta da Andrian Fadeev, già Primo ballerino del Balletto Mariinskij, artista di notorietà internazionale, insignito di innumerevoli premi. Con la sua direzione la troupe perpetua la propria fama di eccellenza, con i suoi oltre 50 elementi diplomati nelle migliori Accademie della Federazione Russa, gli ottimi Primi ballerini, i brillanti Solisti.

Per informazioni e biglietti: Biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza

tel. 0523.492251 biglietteria@teatripiacenza.it. – www.teatripiacenza.it 

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Toquinho in concerto venerdì al Municipale

Il musicista brasiliano Toquinho festeggia i 51 anni di successi intramontabili e torna in Italia con una serie di concerti che toccheranno l’anima poetica della Bossa Nova e la magia inconfondibile degli “Afro Sambas”, ripercorrendo i brani che hanno fatto innamorare il pubblico di tutto il mondo. Ci sarà anche una tappa piacentina per questo bellissimo tour al Teatro Municipale venerdì 23 marzo alle 21.15. Un grande evento firmato Fondazione Teatri di Piacenza e Piacenza Jazz Club, una delle date nel cartellone principale del Piacenza Jazz Fest.

La storia del cantautore si è incrociata spesso con quella del nostro Paese, che è diventata di fatto la sua seconda patria. Qui si venne a rifugiare fin dagli anni Settanta ai tempi della sua fuga dalla dittatura militare in Brasile insieme al suo maestro Chico Buarque de Hollanda. L’incontro che segnò la sua carriera avvenne nel 1969 quando strinse amicizia con il poeta Vinicius de Moraes e si legò a lui in un sodalizio artistico di lunga durata all’interno dell’ambiente artistico e intellettuale che si era radunato a Rio de Janeiro. Da qui in avanti si registrano tutta una serie infinita di successi che segnarono l’inizio della Bossa Nova assieme ad altri artisti del calibro di Joao Gilberto, Tom Jobim, Ronaldo Bôscoli Roberto Menescal, Carlos Lyra, Baden Powell, Chico Buarque e tanti altri ancora.

A metà degli anni Settanta, Toquinho scrive “Lua Cheia”, la canzone che gli apre le porte dell’ambiente artistico e intellettuale del suo paese. Una volta in Italia collabora in particolare con Sergio Endrigo, Sergio Bardotti e Ornella Vanoni. Ha pubblicato decine di dischi, molti con Vinícius de Moraes e Ornella Vanoni, che egli considera come una delle migliori cantanti del mondo. La fama in Italia gli arriva nel 1969 con il disco “La vita, amico, è l’arte”. L’anno seguente lavora con Ennio Morricone alla realizzazione di un disco con Chico Buarque de Hollanda, “Per un pugno di samba”. Nel 1983 lavora con Maurizio Fabrizio e Guido Morra all’album “Acquarello”. Nel 1990 si esibisce al Festival di Sanremo cantando in portoghese la canzone di Paola Turci “Ringrazio Dio”. Toquinho si dedica costantemente alla valorizzazione della Bossa Nova, tenendo concerti in tutto il mondo.

Per questo concerto, che sarà tutto un omaggio alla musica brasiliana e un tributo ai suoi amici e maestri, Toquinho sarà affiancato dalla splendida voce di Greta Panettieri, con la quale riproporrà tutti quei duetti che lo hanno reso così celebre in Italia e nel mondo. Sul palco con loro inoltre suoneranno Itaiguara Brandão al basso e chitarra e Zè Mauricio a batteria e percussioni.

I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza oppure online sul sito www.teatripiacenza.it.

Per informazioni: www.piacenzajazzfest.it

 




Il Trittico – Il Tabarro/Suor Angelica/Gianni Schicchi al Municipale venerdì 2 e domenica 4 febbraio

La Stagione d’Opera 2017/2018 del Teatro Municipale di Piacenza prosegue venerdì 2 febbraio alle 20.30 e domenica 4 febbraio alle 15.30 con Il Trittico di Giacomo Puccini, capolavoro costituito dai tre atti unici Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi, in occasione del centenario dalla prima rappresentazione, avvenuta il 14 dicembre 1918 al Metropolitan di New York. La Fondazione Teatri di Piacenza dedica Il Trittico alla memoria di Simonetta Puccini, scomparsa lo scorso dicembre. La nipote del grande compositore, custode devota del ricordo del nonno e dei luoghi da lui amati, seguiva con interesse la programmazione del Teatro Municipale (l’ultima volta era stata a Piacenza in occasione di Madama Butterfly nell’aprile 2016) e non avrebbe perso l’occasione di assistere anche alla prima del Trittico.

L’opera sarà diretta da Aldo Sisillo, alla guida dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna e del Coro del Teatro Comunale di Modena preparato da Stefano Colò. Lo spettacolo riprende l’allestimento di grande successo del 2007 firmato dalla regista Cristina Pezzoli, pubblicato e messo in commercio in DVD da TDK/Rai Trade. Il nutrito cast comprende nomi di assoluto prestigio internazionale: nel ruolo di Michele (Il Tabarro) e di Gianni Schicchi farà il suo atteso ritorno al Municipale Ambrogio Maestri, uno dei più acclamati baritoni della scena internazionale, particolarmente amato dal pubblico di Piacenza, ospite regolare del Teatro alla Scala, de l’Opéra National de Paris, dell’Opernhaus di Zurigo, del Festival di Salisburgo e del Metropolitan di New York. Il ruolo principale di Suor Angelica e quello di Giorgetta nel Tabarro sarà interpretato dal soprano Anna Pirozzi, di casa sui più prestigiosi palcoscenici, recente ospite al Teatro alla Scala di Milano, al Covent Garden di Londra e al Teatro Real di Madrid. Il tenore di grande temperamento Rubens Pelizzari sarà Luigi e la piacentina d’adozione Anna Maria Chiuri, mezzosoprano tra i più apprezzati, sarà impegnata nei tre ruoli de La Frugola, Zia Principessa e Zita; il tenore Marco Ciaponi, uno dei giovani talenti cresciuti nell’ambito dell’Opera Laboratorio del Teatro Municipale di Piacenza, vestirà i panni del Tinca e di Rinuccio. La produzione unisce le forze di quattro Teatri: Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.

L’idea di un’opera costituita da tre atti unici fu di Puccini e, sebbene non avesse precedenti, assecondava un costume che aveva già dato vita ad alcuni capolavori della scuola verista italiana, come Cavalleria Rusticana e I pagliacci, ed era diffuso nell’avanguardia europea. Il Trittico debuttò in America a guerra appena finita anche se Puccini non poté assistervi per il pericolo di mine inesplose che impedivano di attraversare l’Atlantico. La prima italiana si tenne a Roma nel gennaio del 1919, poi il titolo conobbe diversi allestimenti di prestigio negli anni successivi, a Londra, Buenos Aires, Vienna, Torino e Bologna. L’ultima ripresa importante ebbe luogo alla Scala nel gennaio del ’22, dopo di che l’opera assecondò la tendenza a smembrarsi nei tre singoli episodi che incontrarono diversi gradi di popolarità, con Gianni Schicchi in testa. I tre episodi dell’opera sono profondamente diversi l’uno dall’altro: un fosco delitto passionale sulle rive della Senna (Il tabarro), la colpa e la disperazione di una suora in un convento di clausura (Suor Angelica), la comicità irresistibile di una truffa nella Firenze medioevale (Gianni Schicchi). L’intera scena del Tabarro si svolge sulla chiatta di Michele, un barcone da carico dove gli scaricatori hanno terminato il loro lavoro. Giorgetta, sua giovane moglie, ama segretamente Luigi, uno degli operai, e lo attende come ogni sera. Michele sorprende Luigi sul ponte della barca mentre cerca di incontrare la moglie, lo uccide e lo nasconde sotto il tabarro prima di mostrarlo crudelmente alla moglie. Figlia di una famiglia aristocratica, Suor Angelica sconta in un convento di clausura il peccato di aver messo al mondo un figlio illegittimo. Dopo sette anni di sofferenze e di speranze, Angelica apprende la notizia della morte del figlio, e distilla un veleno con cui trova la morte. Nell’ultimo episodio invece, tratto dalla Divina Commedia, la famiglia di Buoso Donati interrompe bruscamente la veglia funebre quando scopre che il parente appena deceduto ha lasciato tutti i suoi beni in eredità ai frati. Chiamato in soccorso, lo scaltro Gianni Schicchi si finge Buoso ancora in fin di vita per dettare un nuovo testamento all’ignaro notaio.

Per informazioni: Biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza, via Verdi 41

tel. 0523.492251 biglietteria@teatripiacenza.it. – www.teatripiacenza.it




Serenata, Trovatori e Menestrelli al Municipale per le scuole

Nell’ambito del progetto Educazione alla musica – La Scuola a Teatro della Fondazione Teatri di Piacenza, venerdì 24 novembre alle ore 10,30 e in replica alle ore 14.45 andrà in scena al Teatro Municipale lo spettacolo Serenata – Trovatori, Menestrelli e Wanderer, con la direzione e la regia di Maddalena Scagnelli, alla guida dell’Ensemble strumentale Le Rose e Le Viole e del Gruppo Vocale Enerbia.

Il meraviglioso corpus poetico  della  poesia cortese attraverso le più celebri composizioni dei trovatori provenzali sarà la partenza simbolica di un viaggio musicale nella canzone d’amore e di viaggio, rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado di Piacenza e provincia.

Il musicista errante medievale rivivrà in nuove figure emblematiche – dai clerici vagantes dei Carmina Burana al Trovatore di Giuseppe Verdi, dal Wanderer di Franz Schubert per arrivare al moderno menestrello Bob Dylan – con un legame indissolubile tra poesia e musica, legato anche ad alcuni luoghi del territorio piacentino. Particolare attenzione sarà infatti rivolta ai repertori legati all’Abbazia di Bobbio, alle corti della famiglia Malaspina nelle valli piacentine e pavesi, e alla Via Francigena.

La prima parte dello spettacolo sarà dedicata ai testi – poetici e musicali – di straordinari poeti erranti , tra i quali Raimbaut de Vaqueiras, che dalla Provenza vennero accolti a Bobbio e nel Castello di Oramala in Oltrepò Pavese, alle corti dei Malaspina che rappresentavano all’epoca un crocevia vivissimo, situate nel cuore del reticolo di strade che collegava la Pianura padana e il mare, attraversato da mercanti e pellegrini.

Ai componimenti dei Trovatori si accosteranno quelli dei clerici vagantes, i giovani studiosi che si muovevano in Europa alla ricerca dei maggiori maestri del tempo con l’esecuzione di brani scelti dai Carmina Burana. Rivive nello spettacolo un Medioevo di luce e di gioia, con brani che celebrano la fine dell’inverno (Tempus transit gelidum), le feste e gli amori del mese di Maggio (Kalenda Maya), la danza e il buon vino (Wenn ich trinke guten Wein).

Il viaggio dei trovatori, definito un “pellegrinaggio laico”, è un viaggio simbolico e insieme reale. Attraverso la poesia dei trovatori nasce la letteratura europea, allo stesso modo in cui la cultura europea viene plasmata dalle vie di pellegrinaggio, come il Cammino di Santiago e le Vie Francigene, sui cui stessi sentieri passavano i trovatori.

Dopo l’epoca medievale la figura del musicista errante subisce trasformazioni e metamorfosi ma si conserva e ricompare periodicamente. La seconda parte dello spettacolo farà rivivere alcune delle successive incarnazioni di questo mito poetico musicale, passando dal Romanticismo con la proposta di brani da Das Winterreise di Franz Schubert, dal Trovatore di Giuseppe Verdi per arrivare sino al moderno menestrello Bob Dylan , recentemente premiato con il Nobel.

Maddalena Scagnelli, piacentina, fa ritorno al Teatro Municipale dopo lo spettacolo della scorsa stagione Se la musica fosse il cibo dell’amore, sempre inserito nel progetto Educazione alla Musica. Si dedica da anni con i gruppi Enerbia e Eudaimonia alla valorizzazione degli antichi repertori musicali italiani ed europei con particolare riferimento a quelli medievali e rinascimentali. Con lei in scena ci saranno Adriano Sangineto (arpa gotica), Lino Mognaschi (ghironda), Carlo Gandolfi (cornamusa e piffero), Lucia Dal Corso (voce e flauto diritto), Anna Perotti (voce e percussioni), Stefano Capasso (pianoforte), Sara Pavesi (arpa), Nicola Rulli (mandola e chitarra), Aronne Rivoli, Elisa Dal Corso, Agostino Subacchi (voci soliste), Andrea Groppi ed Eugenia Del Bue (voci recitanti), Silvia Trebbi e Martina Cattadori (azioni sceniche).

La recita delle ore 14.45 è aperta anche al pubblico non scolastico.

Per informazioni e biglietti: Biglietteria Teatro Municipale

tel. 0523 492251 – biglietteria@teatripiacenza.it