La lotta alla violenza di genere arriva in montagna, grazie a Telefono Rosa

La violenza di genere è un tema molto sentito nei grandi centri urbani, dove emergono tantissime istanze da posizioni diverse. Ma a livello montano è più difficile arrivare con determinati messaggi, per questo Telefono Rosa ha deciso, grazie al progetto Altri Passi, di “puntare in alto”, coinvolgendo AUSL, l’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Piacenza, Federfarma e il CONI provinciale.

Il rispetto per una cultura plurale fa parte di qualsiasi democrazia che si rispetti, per questo il progetto ha previsto la formazione, sino ad ora di circa 15/20 persone tra medici generici, pediatri, assistenti sociali e farmacisti, per informare, accogliere persone con determinati tipi di disagio. 

Sono stati scelti alcune località specifiche cui far riferimento per la formazione: Bobbio, Lugagnano, Bettola, Podenzano, Morfasso, Rivergaro, Piozzano, Pianello. Pertanto si prevede che i professionisti coinvolti sino ad ora siano destinati ad aumentare.   

Il termine previsto del progetto è fine anno (31 dicembre), ed è iniziato il 20 marzo scorso. “Passi importanti sul nostro territorio provinciale – ha sottolineato Federica Sgorbati – per fungere da raccordo e intercettare il disagio riguardante la violenza di genere. Sappiamo quanto sia difficile far emergere casi di violenza in città, spesso nei territori montani è ancora più complicato. Importante inoltre è affrontare determinate situazioni nel momento giusto”.

Donatella Scardi, sottolinea l’importanza dell’intervento della Regione, del Comune e della Provincia. “Tutti gli attori hanno aderito con entusiasmo per una problematica importante. Alla radice della violenza domestica c’è sempre una solitudine da parte della donna, un isolamento. Il fatto di intercettare problematiche ancora più complesse, per ragioni anche  geografiche rappresenta un grande passo avanti”.

Anche Anna Maria Andena ha voluto porre nuovamente l’accento sulla solitudine in cui molte donne di città e di montagna versano, e che quindi sia necessario l’apporto di tutti. “Non solo, si tratta di sensibilizzare operatori che sono a contatto diretto coi problemi della donna in ambiti poco protetti. Nella formazione abbiamo visto come alcuni preconcetti vizini l’agire a tutte le età”.  

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Stalker pentito fa una donazione al Telefono Rosa, la vittima decide di ritirare la denuncia

L’ 8 marzo regala anche una storia a lieto fine. Uno stalker di 55 anni aveva cominciato a seguire una donna 33enne, movente la vendetta nei confronti del marito di questa, con cui l’uomo aveva dei conti in sospeso. Oltre a seguirla, l’uomo mandava messaggi minatori, appostamenti davanti al negozio della vittima, era arrivato ad infilare un biglietto sotto la porta della coppia con alcuni messaggi rivolti al marito. Inevitabile da parte della donna la chiamata ai Carabinieri.

In sede processuale la donna aveva deciso che eventuali risarcimenti fossero destianti all’Associazione Telefono Rosa. Così l’uomo spontaneamente ha effetuato una donazione all’associazione, comprendendo gli errori fatti. La 33enne ha deciso dunque di ritirare la denuncia nei confronti dello stalker pentito. 

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Federfarma e TelefonoRosa contro la violenza sulle donne nella campagna “Metti pressione alla violenza”

Il costo di un caffè. E’ quello che Federfarma Piacenza chiede ai cittadini piacentini di devolvere a Telefono Rosa in occasione della campagna “Metti pressione alla violenza”, lanciata in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre scorso. Meccanismo molto semplice: per ogni misurazione della pressione in una delle farmacie convenzionate con l’iniziativa (al momento una sessantina) si chiede al paziente di donare almeno un euro per la causa. L’idea viene da Isabella Restori, dott.ssa di Federfarma, e del dott. Francesco Peroni della Farmacia Genesi di Caorso.

“La nostra attività a favore del territorio – sottolinea Restori – è iniziata con la raccolta fondi per finanziare la riqualificazione di un’area del Centro Salute Donna. Dopodichè abbiamo proseguito con la campagna di sensibilizzazione sul tumore al seno e oggi vogliamo continuare con il supporto alle donne vittime di violenza per mantenere viva l’attenzione nei confronti della loro salute fisica e psicologica. Siamo capillarmente sul territorio e vicini alle realtà personali del quotidiano, instaurando così un rapporto di fiducia che ci consente di indirizzare le donne vittime di violenza”.

Nel 2016 sono state contate 120 donne uccise. Anche nel 2017 la media è di una vittima ogni tre giorni. Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia. Ai femminicidi si aggiungono violenze quotidiane che sfuggono ai dati ma che, se non fermate in tempo, rischiano di fare altre vittime: sono infatti migliaia le donne molestate, perseguitate, aggredite, picchiate, sfregiate. Quasi 7 milioni, secondo i dati Istat, quelle che nel corso della propria vita hanno subito una forma di abuso.

“La conclusione di questo progetto – aggiunge Peroni – ci è sembrato naturale fosse l’8 marzo, la festa della donna. Vi sarà un contributo che verrà dato anche dalle stesse farmacie aderenti all’iniziativa”.

Donatella Scardi sottolinea che la prima grande problematica è riconoscere la violenza, prendere coscienza. “Soprattutto noi donne tendiamo a giustificarla molto. Tutto ciò che può intercettare un momento di disagio, come può essere il farmacista o il medico, possono essere una risorsa importantissima, perchè può intercettare un bisogno e indirizzare la persona a noi di Telefono Rosa, dove ci sono donne che non vogliono giudicare, dove la vittima si può sentire libera di parlare”. 

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Rinnovata la convenzione tra Comune di Piacenza e il Telefono Rosa. Barbieri: “Lavoro insostituibile”

Telefono Rosa sin dal 1994 a Piacenza è al fianco delle donne nei momenti in uno almeno dei momenti più complessi della propria esistenza: quando si subisce un abuso. Oggi in Aula Consiliare è stato rinnovata la convenzione che unisce ulteriormente questa amministrazione al Centro Antiviolenza Associazione “La Città delle Donne” – Telefono Rosa, per contrastare questo fenomeno che in Italia conta 114 donne vittime di omicidio volontario nei primi 10 mesi 2017 (dati Eures), ma che purtroppo vede molti fascicoli archiviati per ragioni disparate. “Questa convenzione – ha riconosciuto la sindaca Barbieri – è un segno di riconoscenza per il lavoro fatto da Telefono Rosa. Nessuno potrebbe fare ciò che fate voi con la stessa preparazione e lo stesso amore. Mettete tutte voi stesse nel lavoro di recupero e prevenzione”. “Come istituzione – ha proseguito – abbiamo il dovere di esservi vicini. Il vostro è un lavoro insostituibile“.

La presidente Scardi ha riconosciuto con un velo di commozione l’importanza del riconoscimento da parte dell’amministrazione, ringraziando oltre alla sindaca anche l’assessore Sgorbati, “sempre presente, anche nei momenti di vacanza, condividendo con noi i problemi che mano a mano si presentavano, confermando nei fatti la volontà politica espressa in tal senso, così come il presidente della Commissione per i Servizi Sociali Carlo Segalini e tutti i consiglieri che ne fanno parte, perché l’audizione che abbiamo tenuto qui nel dicembre 2017 ha gettato le basi per questo straordinario risultato”. Per quanto concerne il supporto finanziario a Telefono Rosa, la convenzione assicura la copertura di una cifra annuale pari a 112 mila euro, con una ripartizione – tra i tre Comuni coinvolti – proporzionale alla popolazione residente dei rispettivi Distretti sanitari. I fondi regionali e nazionali che si renderanno disponibili, nell’ambito delle politiche di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, saranno destinati in primis a compensare – riducendone l’importo – le quote di risorse comunali. Qualora vi fossero delle eccedenze, saranno in ogni caso destinate all’attività della Casa Rifugio e del Centro Antiviolenza, in accordo con Telefono Rosa. L’intesa sancisce inoltre il coinvolgimento, per tutti i Comuni della provincia, nel condividere con l’associazione la progettazione e la gestione di percorsi individuali per le donne ospiti del Centro antiviolenza, comprensivi di eventuali interventi economici. Ogni Amministrazione sarà chiamata a questo impegno, con riferimento alle persone residenti nel proprio territorio.
La convenzione riepiloga anche i servizi che Telefono Rosa garantisce, gratuitamente, alle donne vittime di abusi, inclusa la reperibilità telefonica e il contatto diretto con le Forze dell’Ordine in situazioni di emergenza, nonché l’accoglienza protetta presso le proprie case rifugio, per le quali l’Amministrazione comunale ha dato mandato ad Asp Città di Piacenza di mettere a disposizione sedi adeguate. Al Centro di prima accoglienza situato sullo Stradone Farnese si aggiungono, infatti, due strutture residenziali a indirizzo secretato, per un totale di 17 posti.

“Abbiamo costruito qualcosa che prima non esisteva – ha sottolineato l’assessore Federica Sgorbati -, parlando del problema delle donne vittime di violenza, questo non si risolve con il solo ascolto, sono donne che vanno accompagnate per mano con supporto psicologico. Io preferisco rispondere con fatti concreti, e questo è un segno importante, un’attenzione concreta alle donne”.

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Riparte stasera la Festa Multietnica di Fiorenzuola, per dire basta alle discriminazioni

Molte le associazioni che prenderanno parte alla Festa Multietnica che parte stasera per concludersi il 16 settembre a Fiorenzuola d’Arda. Sostenuta da FOIC – Fiorenzuola Oltre i Confini, associazione di volontariato e solidarietà che si occupa di migranti (e  co organizzatrice dell’evento), la Festa Multietnica è – si legge – “simbolo di convivenza, accoglienza e difesa dei diritti umani, ha l’obiettivo di valorizzare, nel rispetto delle regole, quella che è la diversità umana. Questo significa accettare e aprirsi a nuove culture, ai diversi tipi di famiglie, ai diversi orientamenti sessuali e infine combattere perchè gli estremismi non abbiano spazio nella nostra società”.

“Siamo consapevoli – continua la nota –  dei problemi che affliggono le nostre città: difficoltà all’integrazione, criminalità e percezione di insicurezza, mancanza di lavoro, colpevolizzazione di alcune categorie sociali deboli, discriminazioni e violenze. Siamo convinti che questi problemi siano reali, ma che si debba trovare il modo di affrontarli e risolverli in modo razionale e umano. Siamo insieme perchè le lotte che ciascuna delle associazioni aderenti porta avanti sono in realtà trasversali. E’ finita l’era della lotta per i diritti a compartimenti stagni. Insieme promuoviamo una visione della società tollerante e attenta ai bisogni della persona, ovunque dove i diritti umani siano messi ancora oggi in pericolo”. 

Aderiscono: L’Atomo ArciGay Piacenza, Famiglie Arcobaleno Piacenza, Agedo Milano, Amnesty International Piacenza, FOIC, Gruppo Umana Solidarietà, Libera, Telefono Rosa Piacenza, Non Una di Meno Piacenza, Associazione Arcangelo di Maggio, ANPI Fiorenzuola. 

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Violenza contro le donne, a Piacenza “solida rete anti abusi” secondo l’assessore Sgorbati

“Non può e non deve mai esserci assuefazione alla violenza. I gravissimi fatti registratisi nelle ultime settimane a Piacenza, dalla tragica morte di Elca Tereziu per mano del marito, alla lite familiare dell’altra sera in via Vignola culminata con un accoltellamento, ci impongono di rivolgere un appello forte a tutte le donne: denunciate ogni abuso, non sarete sole in questo percorso”. Sono le parole dell’assessore alle Pari Opportunità Federica Sgorbati, che sottolinea come “il nostro territorio, in primis grazie a Telefono Rosa, possa contare su una solida rete di sostegno rivolta alle vittime di soprusi fisici e psicologici che, nella maggior parte dei casi, avvengono proprio in ambito domestico”.

Insieme alla presidente Donatella Scardi, l’assessore ricorda i servizi che Telefono Rosa garantisce a protezione delle donne coinvolte e dei loro figli, attraverso le due strutture di accoglienza: una con indirizzo segreto, per chi si trova in condizioni di pericolo e l’altra con indirizzo riservato, per ricostruire il proprio percorso di vita in autonomia e indipendenza. “In entrambi i casi – sottolineano Federica Sgorbati e Donatella Scardi – c’è il supporto di operatrici e volontarie con una formazione specifica, che alla sensibilità umana uniscono competenze mirate. Lo stesso vale per il servizio di assistenza telefonica, cui ci si può rivolgere per fissare un colloquio, per avere informazioni o, semplicemente, per parlare senza filtri dei propri problemi: il numero è lo 0523-334833 e si affianca a quello nazionale, 1522, con le stesse garanzie di tutela dell’anonimato e totale disponibilità all’ascolto”.

“Quello che mi sento di dire a tutte le nostre concittadine – conclude l’assessore Sgorbati – è che possono avere fiducia in Telefono Rosa e nelle istituzioni. Spero che ribadirlo possa servire, per chi vive questa difficile situazione, a superare la paura di ritorsioni e ulteriori violenze dopo l’uscita dal sommerso, ma anche a fare il passo più importante: amare sé stesse e chiedere aiuto”. 

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