TorreSindaco diventa anche un rap (video)

La variegata galassia digitale di TorreSindaco,  dopo i videoclip con Putin e Trump si arricchisce ora anche di un brano RAP dedicato all’ex candidato sindaco di Piacenza e alla sua avventura elettorale (che gli permise di raccogliere circa il 4% dei voti). E’ stato infatti pubblicato oggi sul web il brano del cantautore piacentino Diwi Dog.

Il pezzo racconta il personaggio di TorreSindaco, la critica alla classe politica corrotta, amorale e distante dai problemi dei cittadini che dovrebbe rappresentare e trovare per loro soluzioni.

Al contempo esprime la rabbia, lo sdegno, il senso di oppressione dei giovani incerti sul loro futuro buio e soffocati dal loro presente.

E infine, la speranza malgrado tutto, ultima fragile fiamma alimentata dal desiderio di futuro e, nel contempo, dal rancore verso “questo mondo” che “fa schifo”: «Credo nel mio futuro quindi mi do da fare, pensa bene anche tu al tuo quando andrai a votare».

Uno spezzone del testo è molto significativo: «Ho molto da dimostrare, e questo mondo fa schifo, le ali mi vuoi tappare, invece il volo io spicco».

L’autore ed interprete del brano, Diwi Dog, è un noto Rapper piacentino attivo da qualche anno ed autore di brani apprezzati come NIKE e SAKE’.

«Per me Torre rappresenta una specie di super eroe», racconta DIWI, «un uomo che ha saputo ribellarsi alla crudeltà della vita ed ergersi per buttare letteralmente la verità in faccia ai politici. In un mondo nel quale la menzogna è un’abitudine della politica, Torre è riuscito a rivelare la verità, a  fare proposte più credibili di quelle degli altri, proprio perché erano incredibili. Ha in qualche modo generato un corto circuito con effetti bellissimi da vedere quasi che fossero fuochi d’artificio».

«L’idea di dedicargli un pezzo mi è venuta subito, la prima volta che ho visto un video di un suo comizio, poi mi è capitato di incontrarlo e scoprire che l’uomo Torre addirittura supera per grandezza il personaggio Torre Sindaco. Ma è una grandezza effimera e non monetizzabile, voglio dire che Torre, alla fine, morirà povero».

«Non solo è un punto di riferimento come persona ma anche come uomo politico perché ho ambizioni grandi e voglio diventare senatore con il movimento di Torre Presidente, ci credo e ci tengo».

Il video che accompagna il brano e che coinvolge Torre è stato girato a Bettola con la regia di Alex Koci.

«Lo abbiamo girato in un giorno nel quale pioveva», spiega il videomaker, «non è stato facilissimo riprodurre le emozioni che si volevano trasmettere. Abbiamo ambientato le scene in una sorta di Telegiornale o talk show, con Torre sprofondato su una poltrona old style di pelle e abbiamo giocato soprattutto di green screen per raccontare le incredibili proposte di Torre, dalla Tour Eiffel al vulcano».

Dal canto suo Torre afferma di non aver interferito nel testo della canzone: «Ci mancherebbe solo che avessi la pretesa di mettere la mia mano in una cosa che non capisco a fondo perché appartiene ad una generazione diversa dalla mia. E’ giusto che la canzone sia stata scritta senza il mio contributo, in modo da rappresentare davvero il sentimento di una generazione oppressa e privata di speranza».

«L’essermi ritrovato parte di una canzone rap e l’essere stato coinvolto sia in studio di registrazione, cosa che non mi era mai capitata, sia nelle riprese del video, è stata una esperienza fantastica, che ho vissuto come un vero e proprio regalo che mi ha fatto la vita».

 




Il Bionico Torre racconta il suo lato “umano” durante la presentazione del libro #TorreSindaco

Ci ha fatto ridere (tanto) durante i suoi comizi, ci ha fatto riflettere con le sue proposte bizzarre per la città che nascondevano evidenze forse non così palesi da vedere. C’era bisogno della satira per tirarle fuori. Dopo le amministrative Stefano Torre ha deciso di raccontarsi, di essere “serio”, cosa che avrebbe fatto anche in Consiglio Comunale, qualora fosse stato eletto (ma c’è andato vicino).

“Non mi sarei mai permesso di prendere in giro un’istituzione”, dice. L’ha fatto nella sede di Papero Editore, casa editrice che ha pubblicato un libro a lui dedicato, scritto da Marcello Pollastri, con appendice di Thomas Trenchi ed Enzo Latronico. Alla presentazione di ieri c’erano l’autore, Giorgio Lambri, capocronista di Libertà, Paolo Rizzi, candidato sindaco di Piacenza ed amico di lunga data di Torre, e ovviamente il protagonista del libro. <<Il mio tentativo - sottolinea - non era certo quello di diventare sindaco, ma di mettere le persone a governare la città. E' comico guardare i video dei comizi, in cui alcuni candidati erano più comici di me. La mia azione non credo sia stata di antipolitica, è servita a restituire alla gente il senso della propria sovranità. Un signore incontrato al mercato mi ha ringraziato dicendomi: “Lei ci ha insegnato che farsi prendere in giro è una cosa seria”. La politica ha preso sistematicamente in giro l’elettorato considerandolo incapace di riconoscere il vero dal falso, portandolo ad uno stato di disagio così ampio da averlo fatto smettere di andare a votare, equivale ad aver scippato lo scettro a chi detiene il potere decisionale>>.

Lambri, che è anche corrispondente da Piacenza per l’Agenzia ANSA, racconta la genesi del fenomeno. “Ho considerato interessante il fenomeno sin dalla genesi, quando Torre faceva i comizi a Bettola, città natale di Pierluigi Bersani. Ho visto i video su Youtube e Facebook, notando che la gente lo osservava incuriosita. Sono stato molto contento di constatare che si candidava a Piacenza. Il suo ruolo si era esaurito nel momento in cui aveva portato il paradosso vero durante le elezioni, la politica dovrebbe tornare a contenuti seri”.

Pollastri ha sottolineato il legame di amicizia che si è instaurato con Stefano. “Mi colpiva sempre la freddezza con cui diceva certe cose. Poi ho scoperto la sua storia personale, molto difficile, legata alla distonia, che lo ha portato a 15 anni di vera sofferenza“.

Rizzi ha voluto condividere i ricordi del passato, quando entrambi vestivano i panni di consiglieri comunali nel periodo 1994 – 1998, durante l’amministrazione Vaciago. “Allora non c’era il limite di tempo massimo per gli interventi, come accade ora, perciò gli interventi di Stefano duravano anche mezz’ora. La Lega aveva persone di spessore. L’operazione che ha intrapreso è molto pericolosa, gliel’ho detto, perchè estremizzare la critica rischia verso la politica rischia di delegittimarla. Mi piaceva la sua proposta perchè oltre a far ridere faceva pensare”. Ma cosa sarebbe successo se Stefano Torre fosse entrato in Consiglio? “Il gettone di Consigliere mi avrebbe sicuramente permesso di comprare 5 squadre di Subbuteo”. Ah, ecco. Torre è tornato. 

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Nelle librerie #TorreSindaco. Storia dell’umo che promise un vulcano a Piacenza

Dietro ogni provocazione c’era una critica alla politica “vera”, quella delle promesse non mantenute. Così Torre diventava un mito, invitato alla “Zanzara” da Giuseppe Cruciani e a Rai 3, raccontato con passione da Andrea Scanzi sul “Fatto Quotidiano” e tanto altro ancora.

Ma chi è veramente Stefano Torre? Cosa vuol dire “bionico”? In questo libro si racconta, dall’inizio, una storia incredibile. Di cui la candidatura a sindaco è solo una tappa.

Una storia di coraggio e di amore per la vita.

Segue una preziosa appendice documentaria, che Thomas Trenchi ed Enzo Latronico hanno compilato raccogliendo sbobinature, articoli, comunicati stampa e immagini.

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volume: pp. 172, ill.

prezzo: euro 14.50

prima edizione: dicembre 2017

marchio: Papero Editore 

Comunicato dal Papero 

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