Annibale, dal 16 dicembre alla scoperta di un altro tesoro piacentino a Palazzo Farnese

Dopo la “Salita al Pordenone”, la Fondazione Piacenza e Vigevano questa volta fa scendere l’affezionato pubblico piacentino nei sotterranei di Palazzo Farnese, recentemente restaurati e pronti per accogliere grandi e piccini in una esperienza immersiva “Annibale, un mito mediterraneo”, mostra che approfondisce dettagli e curiosità del leggendario condottiero cartaginese attraverso modalità anche innovative di facile presa su una fetta di cittadinanza giovane: “Purtroppo la storia oggi è poco studiata, serve coinvolgere i ragazzi con un linguaggio adatto – così sottolinea Massimo Toscani l’idea di fondo della mostra -, Annibale è un personaggio che gira tutto il Mediterraneo, facendone a suo modo crocevia storico importantissimo”.

La mostra, visitabile dal 16 dicembre, è stata curata da Giovanni Brizzi, professore ordinario di Storia romana presso l’Università di Bologna dal 1986. “Annibale è quanto di più simile ad Alessandro Magno. In un suo sogno – racconta – supera le Alpi grazie all’incontro con un semidio. Dopo il 218 a.C, quando ci fu la Battaglia della Trebbia, nel 188 a.C ci fu la distruzione del Regno di Siria per mano dei Romani, e contemporaneamente nel 187 viene costruita la Via Emilia, Piacenza diviene non più punta di diamaneìte ma terminale di un limes. Annibale nella sua vita ha avuto molti fallimenti, ma è stato al contempo grande fattore di mutamento, di lui restano le sue straordinarie intuizioni”.

All’anteprima ha partecipato anche Marco Podini della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio delle Province di Parma e Piacenza. “Vorrei subito sottolineare la rilevanza scientifica – ha sottolineato -, non è una mostra legata alla cultura materiale, ma si serve di essa per raccontare una storia. Annibale rappresenta solo una premessa per l’aatività futura, che prevede nel 2020 la collezione romana dei Musei di Piacenza”. Un inizio dunque, anche a livello culturale per tutta la città, che ha visto recentemente un ricambio all’assessorato alla Cultura, passato a Jonathan Papamarenghi, il quale ha voluto rimarcare l’importanza e il contributo “dato dalla Diocesi”.

Ovviamente per un progetto importante come quello presentato quest’oggi servivano sponsor di peso, come lo è Maurizio Crepaldi, Direttore Territoriale Piacenza Pavia di Cariparma Crédit Agricole. “Importante far conoscere Piacenza, città che ha un elevato potenziale, soprattutto a livello culturale”. L’attesa è tanta per una mostra che dopo i numeri di Guercino, Pordenone e Misteri della Cattedrale (130 mila visitatori) è pronta a far scoprire un altro pezzetto del grande mosaico storico piacentino.




Fabiola Gianotti (CERN) al Municipale. Toscani: “Fondamentale il ruolo del giornalismo scientifico”

La bellezza di avere personalità di spicco come Fabiola Gianotti, direttrice del Cern, a Piacenza è la speranza che in un mondo imperversato da odio e disinformazione, ci sia chi mette delle regole  e possa darci una risposta ad alcune delle domande fondamentali dell’esistenza.

“La peculiarità di un personaggio come Fabiola Gianotti è quella di parlare con chiarezza- ha sentenziato la sindaca Barbieri -, con la ricerca scientifica si può cambiare la vita, è un’occasione per tutti noi di crescere”. Massimo Toscani, presidente della Fondazione Piacenza e Vigevano ha voluto ringraziare tutti i giornalisti scientifici (la Lectio di Fabiola Gianotti rientrava nella Formazione Permanente promossa dall’Ordine): “Il loro ruolo è importantissimo. La cosa che stupisce è la normalità e la sobrietà della scienza, che è al servizio di ciascuno di noi, a un livello pratico, non teorico”.

Nella mattinata presso l’Auditorium della Fondazione stessa è stata presentata una bozza di Carta deontologica riservata al giornalismo scientifico, con la presenza del presidente Ordine dei Giornalisti Emilia Romagna Giovanni Rossi. “L’impegno è quello di riportare al centro la mediazione giornalistica. Abbiamo visto come sempre più spesso sul piano medico si usa i web come ricetta per curare malattie. Approfondimento e verifica sono fondamentali”.

Dopo la Lectio, ha preso la parola Telmo Pievani, dell’Università di Padova, che ha analizzato i fenomeni scientifici sotto una veste più filosofica. “Quando studiamo – ha sottolineato -, non ragioniamo mai per razza, che è una sola, quella umana. Siamo giovani, e dal punto di vista del DNA uguali, siamo come un neonato ancora. La vita sulla Terra è molto resiliente, molto frettolosamente ci siamo definiti sapiens. Abbiamo estinto un terzo delle altre specie, facendo una cosa controproducente non solo per il pianeta e l’ecosistema, ma anche per noi”. Poi un riferimento al recente caso delle gemelline cinesi OGM. “Siamo in grado di riscrivere completamente il DNA, e se questo ha aspetti meravigliosi, ritengo sia venuto il momento di fermarci e riflettere prima di prendere decisioni troppo avventate”. 

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Annibale, al via le iniziative con “Memorie di un Elefante”. Toscani: “Una bella scommessa”

Annibale è famoso per molti motivi, perchè cerco di minare la strapotenza dell’Impero Romano combattendolo sul suo territorio, come condottiero cartaginese, e poi per gli elefanti, che usò per valicare le Alpi e giungere nella Pianura Padana. Da qui nasce l’idea dello spettacolo “Annibale: memorie di un elefante”, che sarà in prima nazionale al Teatro Filodrammatici venerdì sera (ingresso a inviti) e poi in tour in altri teatri d’Italia. Alla presentazione questa mattina a Palazzo Rota Pisaroni c’erano attori, regista, Massimo Toscani, presidente della Fondazione Piacenza e Vigevano che con Teatro Gioco Vita è anima di questo progetto “pensato per le scuole e per i ragazzi”, nonchè Diego Maj, direttore artistico che dal 1971 regala ai bambini spettacoli loro dedicati. “Abbiamo voluto raccontare la Storia in modo scherzoso – ha puntualizzato Toscani -, è un modo nuovo per insegnarla. Spesso si commette l’errore di pensare alla Storia solo come un susseguirsi di eventi, così non è“.

Cercare di fare cultura è importante, e questo traspare dalle parole dei protagonisti di questa produzione. “Investire nella cultura dimostra coraggio e lungimiranza – sottolinea Maj -, può fare da volano a una città che sta cambiando. Molto importanti sono stati i recenti incontri di formazione al Teatro Gioia, siamo contenti i anticipare una serie di manifestazioni su Annibale”.

Lo spettacolo è interpretato da Giorgio Branca, Michele Cafaggi e Nicola Cavallari che ne cura anche la regia, prendendo spunto da un accadimento storico per rivisitarlo in un’altra chiave. “Durante le prime riunioni abbiamo pensato subito a chi rivolgere la nostra attenzione. Gli spettacoli per bambini e ragazzi sono spesso visti come qualcosa di serie B, non è vero, anzi, rappresentano un valore in più. Abbiamo usato la leggerezza nella storia, che rappresenta la contaminazione di più arti, dalla clownerie alle arti visive. E’ uno spettacolo filologico“.

Le musiche sono curate da Francesco Brianzi, che fu allievo di Cavallari in uno dei suoi laboratori teatrali. “Ho riflettuto su cosa fosse per me il Trebbia – ha considerato -, ho una formazione classica, ma con contaminazioni di rock, pop e cantautorato, questo nello spettacolo si vede”. Dal 16 dicembre 2018 al 17 marzo 2019 ci sarà anche la mostra evento dedicata ad Annibale.

Insomma, se l’arma segreta di Annibale per vincere la sua battaglia furono gli elefanti, l’arma segreta per conquistare bambini e adulti (insegnando anche un po’ di storia) in questo caso è l’ironia.