Donna muore, in riva al Trebbia, per un malore

Una donna di 62 anni, residente nel milanese, è morta nel pomeriggio di oggi, poco dopo le 17, probabilmente a causa di un infarto mentre si trovava in riva al Trebbia, vicino a Bobbio, in compagnia del marito. La coppia era in vacanza in zona.

Sul posto è arrivata un’ambulanza del 118 che ha tentato di rianimarla ed ha chiesto l’intervento dell’elisoccorso, giunto da Parma. Nel trasporto verso l’ospedale Maggiore la donna è purtroppo deceduta. Sul luogo sono intervenuti anche i carabinieri.

 




Lavori sul Trebbia: “non siano affidati al Consorzio di Bonifica”

I lavori per costruire il canale di collegamento fra il Trebbia ed il Rio Villano non siano affidati al Consorzio di Bonifica! E’ questa in estrema sintesi la richiesta che arriva da parte del Sindacato Provinciale della Proprietà Fondiaria, preoccupato del fatto che, se i lavori fossero eseguiti dal Consorzio, non tarderebbe ad arrivare l’ennesimo balzello da parte di questo ente già al centro di migliaia di ricorsi da parte di proprietari di immobili e terreni.

A spiegare la posizione dei proprietari fondiari è lo stesso presidente del sindacato, l’avvocato Renato Caminati, con un comunicato che pubblichiamo di seguito:

«Da mesi si discute sulla possibilità di realizzare una traversa, da posizionare sulle rive di Sant’Agata a Rivergaro, con la finalità di convogliare le acque del Trebbia nel Rio Villano. Comprensibili sono certamente le esigenze degli agricoltori che attingono acqua da tale Rio. Ma al di là del fatto che il convogliamento voluto dagli agricoltori lo si ottenga effettivamente con la realizzazione della summenzionata traversa o con altre soluzioni da alcuni giudicate meno invasive, il problema vero è costituito dal fatto che ad occuparsi dell’opera sembrerebbe dover essere il Consorzio di Bonifica (al quale si è permesso di intitolarsi la pratica) il quale poi si arrogherebbe – c’è da pensare – anche i diritti conseguenti.

Vi è quindi il rischio “reale”, che è praticamente una certezza, che alla fine saranno i proprietari fondiari a dover sopportare i costi e gli oneri contributivi che deriveranno dalla realizzazione dell’opera e dalla futura gestione del Consorzio. Senza considerare i contenziosi che certamente nasceranno tra i proprietari ed il Consorzio, con conseguenti ulteriori costi da sostenere.

Quindi se è necessario convogliare l’acqua del Trebbia nel Rio Villano, in qualunque modo poi si deciderà di farlo, non è detto che i lavori debbano essere affidati per forza al Consorzio di Bonifica. I lavori, come già accade per numerosi altri interventi fatti nei territori dei vari Comuni della nostra provincia, possono essere anche affidati ad altri.

Tutte le volte che i Comuni hanno chiesto al Consorzio di bonifica di effettuare opere nel proprio territorio hanno infatti finito poi per “legittimare” le pretese di quest’ultimo in termini di tassazione pregressa e futura.

Chiediamo quindi anche alle altre associazioni di categoria di occuparsi una volta per tutte di questo annoso e gravoso problema che è rappresentato dal Consorzio di Bonifica. E’ arrivato il momento per tutti – Istituzioni comprese – di svegliarsi e di pensare seriamente agli interessi dei cittadini, propri e dei propri figli.

In conclusione, facendo anche solo una riflessione di carattere generale, è opportuno evidenziare che, anche a volerla cercare a tutti i costi, l’utilità del Consorzio risulta comunque difficile da individuare: infatti paghiamo tutti un copioso contributo a questo ente, con il risultato che – come la storia ci insegna – quando non piove ci troviamo in seria difficoltà per la siccità e quando invece piove ci troviamo sempre sommersi dall’acqua.

Appare pertanto evidente che esiste un enorme problema di gestione dell’acqua.
Dove sta quindi l’utilità del Consorzio? Perchè dobbiamo continuare a pagare?

Inoltre, coloro che si arrogano il diritto di occuparsi della gestione dell’acqua si giustificano affermando di non essere in grado di prevedere tali eventi perchè – sostengono – trattasi di fenomeni straordinari improvvisi e incontrollabili.

E se anche ciò fosse vero, la cosa rafforzerebbe solo la tesi sull’inutilità oggi di enti come il Consorzio. Se non per spendere direttamente i soldi dei contribuenti e (indirettamente) quelli dei contribuenti che gli dà la Regione».




Comitato No al Bitume: “Il Parco del Trebbia e il territorio meritano un altro futuro, scelte antistoriche”

Riceviamo e riportiamo il comunicato del Comitato No al Bitume – Si al Parco del Trebbia, in merito alla decisione del Tar sul ricorso presentato dal Comitato stesso.

E’ di alcuni giorni fa la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale avversa al ricorso da noi presentato contro l’autorizzazione alla installazione di un Mega Impianto di Produzione Conglomerati Bituminosi in località Ponte Nuovo in pieno Parco del Trebbia.

Uno scempio che andiamo a denunciare e contro il quale ci stiamo opponendo da oltre due anni.

Purtroppo non possiamo, almeno per il momento, che prendere atto con profonda amarezza di quanto espresso dalla sentenza che sembrerebbe far proprie le ragioni della controparte.

Ci confortano in questi giorni i tanti messaggi di solidarietà, alcuni dei quali inaspettati, che stiamo ricevendo e che ci incitano a proseguire la lotta per salvaguardare il territorio e per far valere il diritto di noi cittadini a vivere in un ambiente salubre, senza andare ad aggiungere ulteriori elementi di inquinamento in un’area, quella della pianura padana e di Piacenza e Provincia in particolare, già da tempo in situazione emergenziale.

Il Comitato conferma pertanto la propria determinazione a proseguire la lotta sia in ambito amministrativo, valutando la possibilità di impugnare davanti al Consiglio di Stato la sentenza emessa, sia continuando la propria azione di vigilanza e controllo sull’area del Parco del Basso Trebbia.

Attività di vigilanza e controllo che ricordiamo ha già consentito di segnalare diverse irregolarità nelle attività che vengono eseguite nell’area consentendo l’intervento degli Enti Preposti.

Oggi ci sentiamo più che mai orgogliosi di aver dato avvio, attraverso la lotta in corso, ad una presa di coscienza collettiva circa l’attacco indiscriminato che da decenni viene puntualmente attuato a danno del territorio e in particolare dell’area del Basso Trebbia.

Da quasi tre anni stiamo mettendo l’Amministrazione di Gossolengo e i suoi rappresentanti di fronte alle proprie responsabilità fatte di atti, autorizzazioni, delibere che vanno in direzione nettamente contraria alla salvaguardia del territorio. A nulla vale il tentativo maldestro di addossare la responsabilità a chi li ha preceduti.

Per prima cosa perché vari componenti dell’attuale amministrazione comunale ricoprivano ruoli di responsabilità anche nelle precedenti amministrazioni e risultano aver personalmente avvallato decisioni nefaste che oggi stanno consentendo ciò che si sta materializzando nel Parco del Trebbia.

In secondo luogo perché proprio in questi ultimi tre anni l’amministrazione invece di supportare i propri cittadini ha deciso di schierarsi con chi intende dare al Parco del Trebbia una connotazione industriale invece che naturalistica.

La cittadinanza di questo si ricorderà quando alle prossime occasioni costoro ricominceranno a promettere di far del Parco del Trebbia il “giardino” di Gossolengo.

Nelle prossime settimane verrà convocata una Assemblea Pubblica durante la quale oltre ad illustrare alla cittadinanza il contenuto della sentenza, daremo anche evidenza delle future azioni di lotta che si proporrà di intraprendere.

La lotta prosegue nella certezza che il nostro territorio e il Parco del Trebbia meritino ben altro futuro rispetto a quello che oggi gli si vuole riservare con scelte antistoriche e per niente rispettose del monito e auspicio che anche Papa Francesco ha più volte lanciato a difesa del Creato e a salvaguardia dell’ambiente.

Sarebbe bello e opportuno iniziare da casa nostra, da ciò che a noi è vicino e questo come Comitato ci stiamo impegnando a fare.

IL COMITATO “NO AL BITUME – SI AL PARCO DEL TREBBIA”