Due conferme dal Tribunale per i dipendenti assenteisti del Comune

In merito alla vicenda dei 50 dipendenti comunali accusati di assenteismo, dieci dei quali sono stati licenziati, in questi giorni la Sezione Lavoro del Tribunale cittadino ha emanato ulteriori due decisioni di conferma dei provvedimenti di licenziamento attuati dal Comune di Piacenza. Una delle due sentenze riguarda una dipendente che si recava abitualmente al mercato settimanale in orario di lavoro; l’altra è relativa a un tecnico comunale, addetto al controllo degli impianti sportivi di proprietà del Comune, che si dedicava ad attività personali mentre era in servizio.

Con decisioni di diversa natura, sinora le conferme dei licenziamenti da parte del Tribunale del Lavoro sono cinque, su nove ricorsi presentati. Un dipendente non ha proposto ricorso.
Tre le Magistrature che si stanno occupando dei dieci casi dei dipendenti licenziati: il Tribunale del Lavoro, il Giudice Penale e la Corte dei Conti. Anche la Magistratura contabile ha emanato le prime tre sentenze in materia, confermando il danno per l’Ente e condannando gli interessati a restituire le retribuzioni che erano state loro versate per il periodo in cui, anziché svolgere il proprio servizio, si dedicavano a faccende personali.
La decisione in merito al danno d’immagine subito dal Comune è stata rinviata alle successive sentenze del Giudice Penale, allorché giudicherà le responsabilità penali per truffa ai danni della Pubblica Amministrazione e altri reati.

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Foti (Fdi): tribunale esautorato da nuova legge fallimentare

Lasciare inalterati i vigenti criteri di attribuzione della competenza fallimentare ai tribunali esistenti per evitare l’effetto negativo di concentrazione solo su alcuni uffici giudiziari della materia concorsuale. Tommaso Foti (Fdi) in un’interrogazione alla giunta fa il punto sulla nuova delega per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza, che ha tra gli oggetti la riforma delle procedure concorsuali e la disciplina della composizione delle crisi da sovraindebitamento.

La legge, che dovrebbe entrare in vigore entro 12 mesi, prevederebbe, tra le altre novità, che i tribunali non aventi sezioni specializzate in materia d’impresa vengano privati della competenza in ambito fallimentare.

“In Italia non si può restare senza la presenza di istituzioni come i tribunali” secondo Foti che riporta l’esempio di Piacenza. Con questa legge, il tribunale della città “non avrebbe più procedimenti concorsuali, né giudici delegati e, dunque, perderebbe tutte le attività connesse”, oltre al fatto che gli operatori del settore dovrebbero recarsi in altri tribunali. Il problema, aggiunge Foti, investirebbe anche tutti gli ordini professionali, in particolare avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti, che verrebbero privati delle professionalità tecniche acquisite nel tempo, con conseguente impoverimento di tutto il territorio. Infine, fa notare il consigliere, il disagio colpirebbe anche tutti gli imprenditori (grandi e piccoli) che non troverebbero più nel contesto in cui operano i necessari punti di riferimento di specialisti in materia di “crisi d’impresa”.

Francesca Mezzadri




Il Ministero dell’Istruzione condannato dal Tribunale di Piacenza

Il Ministero dell’Istruzione dovrà risarcire 28 docenti piacentini assistiti dalla Gilda degli Insegnanti. Lo ha deciso il Tribunale di Piacenza al quale maestri e professori appartenenti all’associazione professionale si sono rivolti per avere giustizia.

Gli insegnanti hanno agito per vie legali perché stanchi delle continue assunzioni a tempo determinato senza riuscire ad ottenere un’assunzione definitiva. Ora dovranno ricevere tutti gli arretrati salariali relativi alle anzianità maturate come se fossero stati sempre di ruolo. Per ognuno di loro bisognerà compiere un conteggio specifico per determinare l’esatto ammontare della somma, che varia per singola posizione.

Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Piacenza e Parma, afferma: “E’  l’ennesima dimostrazione che la politica, in maniera trasversale, tende a maltrattare i docenti, altro che Buona Scuola queste sono situazioni da terzo mondo”