Fridays for Future, De Rosa (UGL Giovani): “Meno centrali a carbone e scioperi autonomi”

Pubblichiamo la nota del referente UGL Giovani Libero de Rosa in merito alla manifestazione odierna “Fridays for Future”. Chiede meno centrali a carbone e una maggiore consapevolezza dei giovani, che vada oltre le giornate spot.

“Il 27 settembre in occasione del “FridaysForFuture” ci sono state le mobilitazioni degli studenti in tutta Italia per sensibilizzare la popolazione sul cambiamento climatico.

Lo sciopero è stato “autorizzato” dal neo ministro dell’istruzione e della ricerca, Lorenzo Fioramonti, attraverso una circolare ministeriale che condona l’assenza del ragazzo o della ragazza che si recherà alla manifestazione.

Come UGL Giovani rivendichiamo il diritto a partecipare ad uno sciopero libero e non “autorizzato” o peggio stimolato dallo stesso governo che dovrebbe farsi artefice di vere e strutturali azioni per migliorare la situazione climatica.

Quindi non andando a gravare ulteriormente i lavoratori con tasse green ma richiedendo che tutti gli Stati come la Cina, gli Usa o l’India smettano di costruire nuove centrali a carbone e rispettino i patti internazionali sull’emergenza climatica.

Come Ugl Giovani preferiremmo invitare tutti gli studenti e le studentesse che venerdì non sono andati a scuola a fare una bella scampagnata green e scioperare autonomamente in qualsiasi altro giorno, o sotto un ambasciata di qualche stato asiatico che non rispetta i protocolli sull’inquinamento dove sicuramente non vedremo mai la nostra “amata” Greta o magari sotto il colosso Amazon a Castel San Giovanni, colosso che insieme al resto dell’ ecommerce produce 300 milioni di tonnellate di plastica solo in packaging e.

Stesso discorso vale per la nostra logistica su cui non vi sono dati precisi riguardo ai rifiuti prodotti.

Il problema di Greta è molto semplice, una protesta non potrà mai essere efficace se supportata dai potenti.

Bisogna cambiare il modello di sviluppo. Finché vivremo in un sistema liberal capitalista non si cambierà niente e fin quando il profitto e il libero mercato saranno i modelli che segue l’economia l’inquinamento non diminuirà.

A fronte dell’infanzia di Greta che viene rubata dai “Grandi” ci sono milioni di bambini che fanno gli schiavi per sorreggere il sistema che Greta non ha alcuna intenzione di combattere.

A questi bambini e a chi li rappresenta non verrà sicuramente dato spazio all’Onu perché direbbero veramente come stanno le cose.

La scuola deve rappresentare il posto dove i ragazzi crescono, si confrontano e si formano come persone e come parte integrante e attiva del popolo e non può diventare il luogo dove il non rispetto delle regole viene istituzionalizzato dall’organo che invece dovrebbe controllarlo. Concedere o autorizzare una manifestazione o uno sciopero è diseducativo e controproducente perché non responsabilizzando la protesta si vanificano i sacrifici e si rendono inefficaci tutte le richieste”. 

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Carta straccia gli striscioni inneggianti la Marcia su Roma. Pino de Rosa: “Fu l’unica vera rivoluzione in Italia”

Gli striscioni comparsi nella nottata tra il 27 e il 28 ottobre con espliciti riferimenti alla Marcia su Roma avvenuta ormai 96 anni fa, sono già carta straccia. Infatti il maltempo e le segnalazioni di alcuni cittadini hanno fatto il loro corso, e già verso le 13 rimaneva ben poco. Le scritte erano comparse a Piacenza in zona Cheope, vicino ai Giardini Margherita, a Fiorenzuola e a Castel San Giovanni. “28 – 10 -1922 si marciava, 28 – 10 – 2018 si marcisce”recitava uno, “Marcia oppure crepa”, “La Marcia fascista continua” erano gli altri slogan.

Pino de Rosa, sindacalista Ugl, ha commentato l’evento “da storico”. “Io non ci vedo minacce.. A me sembra a cuor sereno che esista all’interno del tessuto sociale una attenzione nei confronti di quel fatto storico che rimane pur sempre l’unica rivoluzione che si sia fatta in Italia. Si trattò di un atto rivoluzionario, poi è chiaro che al Re evitò spargimenti di sangue, il Re diede l’incarico di formare il Governo a Mussolini. Poi c’è chi la vuol leggere come un pericolo nei confronti della democrazia, ma furono senza dubbio dei fatti che appartengono alla storia del popolo d’Italia”. Ribadisce De Rosa che preferisce “il confronto rispetto agli striscioni attaccati sui muri. Chissà che non sia stato qualche antifascista che ha riveduto le sue posizioni”. 

Ieri sera De Rosa era nella sede di Casapound in via X Giugno per parlare de “L’altro sindacato: il lavoro, priorità di uno Stato sovrano”. Un incontro si legge, “per conoscere regole e valori per essere protagonisti nel mondo del lavoro”. “Ho cercato di spiegare ai ragazzi presenti cos’è il sindacato, richiamando una serie di articoli della Costituzione. Questo tipo di incontri sono in programma all’interno di altri movimenti politici. Non ho pregiudizi nei confronti di nessuno per questo tipo di discussioni. Il sindacato non è legato politicamente a nessuno, in UGL ho diversi rappresentanti sindacali e dirigenti provinciali che non hanno le mie stesse idee politiche, anzi sono dichiaratamente antifascisti, lavoriamo fianco a fianco senza alcun problema”. 

 Sugli striscioni è intervenuta anche Rifondazione Comunista, con un comunicato.

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Ugl Terziario chiede incontro con Amazon dopo l’ispezione del Ministero del Lavoro

Anche UGL Terziario fa sentire la propria voce dopo l’ispezione del Ministero del Lavoro con riferimento alla situazione di stabilizzazione precari ad Amazon.

Le risultanze dell’ispezione cominciata a dicembre 2017 da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, dopo lo storico sciopero del 23 novembre, che si chiuderebbe con un verbale che aprirebbe la strada alla stabilizzazione di oltre 1300 contratti precari, rappresentano uno scenario che da un lato conferma la validità delle iniziative sindacali che hanno accesso i riflettori sulla multinazionale americana e dall’altro dimostrano che la scelta, per lungo tempo adottata, dall’azienda, di rifiutare il confronto con i sindacati e di centellinare le informazioni aveva, come suol dirsi, un suo “perché”.

Rammentiamo che, dopo il tormentato iter per arrivarci, si tenne lo scorso 19 febbraio l’incontro congiunto con l’azienda presso la Prefettura di Piacenza. Ebbene, 6 giorni prima, Ugl terziario avanzò una serie di richieste d’informazioni mai fornite da Amazon. La prima si riferiva ai contratti in somministrazione!

A questo punto riteniamo che sia necessario prendere visione del verbale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e chiedere a breve un incontro con l’azienda. Ovviamente la scrivente O.S., alla luce delle determinazione degli Ispettori del Ministero del Lavoro, offre tutta la propria assistenza ai lavoratori precari per l’esercizio dei loro diritti rivolgendosi velocemente alla nostra struttura di Piacenza.

Se tutto confermato, la questione assumerebbe i connotati di una rivincita dei “green badge” che, come tutti i lavoratori precari, fanno enorme fatica a vedere applicati i loro diritti e che in molti, con rammarico, nelle giornate di sciopero varcarono i tornelli con la coscienza di non poter sostenere i colleghi che, a quanto pare, restarono fuori anche per loro!

Riteniamo che, a questo punto, sia necessario ed urgente procedere con le opportune verifiche presso gli stabilimenti di Vercelli e Passo Corese dove l’azienda applica un ccnl diverso (quello trasporti e logistica) ma usa e, sembra, abusi del lavoro in somministrazione 

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Storico accordo tra Amazon e sindacati dei lavoratori

Sicuramente i lavoratori del centro logistico di Amazon a Castel San Giovanni nel carrello potranno mettere qualche garanzia in più sul proprio futuro e benessere lavorativo. Una battaglia storica tra Davide contro Golia che per una volta premia i lavoratori, i quali già in passato avevano scioperato durante uno dei periodi più profittevoli dell’anno, il Black Friday di Natale.

Nella conferenza stampa di questa mattina erano presenti Francesca Benedetti, di FISASCAT Cisl, Pino de Rosa di Ugl Terziario, Fiorenzo Molinari di Filcams CGIL e Vincenzo Guerriero di UIL. “Questo accordo crea una prima breccia in un muro che sembrava invalicabile – sottolinea Benedetti -, senza sacrificare il business. Questo dimostra che con senso di responsabilità si può arrivare ad un accordo profittevole per tutti“. I pilastri su cui è stata basata la rivendicazione sono fondamentalmente 3. “Da una parte un principio di responsabilità, il lavoratore può esprimersi sulla vita aziendale, un principio di equità, che supera la disparità iniziale di trattamento, e infine il rispetto della vita familiare del lavoratore, che la domenica può godersi un meritato riposo”.

L’intesa è stata trovata in particolare su quest’ultimo punto: con un referendum interno di circa 500 votanti, un terzo dei lavoratori, il 68% di essi ha approvato l’accordo raggiunto tra le parti, per una più equa redistribuzione dei turni notturni e nel weekend. L’accordo sarà in vigore per un anno in via sperimentale dal 17 giugno prossimo e prevederà inoltre una maggiorazione della paga del 25% nel turno compreso tra le 22 e le 4 di notte (richiesta di Amazon era del 15%), per un incremento economico mensile stimabile tra i 70 e i 97 euro a seconda del periodo lavorato.

De Rosa sottolinea che questo è il migliore accordo possibile che si potesse trovare in questo frangente. “Abbiamo convinto l’azienda a cambiare le cose con l’aiuto dei lavoratori, che hanno potuto validare l’accordo. Siamo soddisfatti anche per il metodo con cui si è arrivati a questa conclusione. Alcuni aspetti ancora impattano sulla vita dei lavoratori, ma ci aspettiamo che anche l’azienda prosegua nell’opera di avvicinamento alla sensibilità dei dipendenti. Il sindacato ha un ruolo importante anche a livello sociale”.

Guerriero evidenzia che la lotta non si è basata solo sull’aspetto economico. “Volevamo migliorare la qualità della vita delle persone, facendo crescere un’azienda senza andare a discapito della dignità dei lavoratori“. Molinari ha voluto invece mettere in luce il coraggio dei lavoratori che hanno deciso di “mettersi a confronto con LA multinazionale per eccellenza. I lavoratori sono passati da posizione subordinata ad egemone, nonostante questo sia ancora un primo passo verso ulteriori diritti“.

Infatti la rivendicazione è solo cominciata: lo stesso Stefano Carlati, RSA CISL, ha voluto evidenziare che il prossimo step riguarderà, oltre alla verifica che il patto tenga nei prossimi 4 mesi, la possibilità di avere un “contratto integrativo di secondo livello”. UGL rivendica inoltre un premio di risultato, “visto che l’azienda continua a crescere”. Tra le altre richieste accettate vi è quella di un presidio medico presente in azienda, prima assente.

Tra gli incentivi all’approvazione dell’accordo vi è sicuramente, secondo Molinari di CGIL, “la compattezza dei circa 800 dipendenti che tra i vari turni si presentavano alle assemblee, inoltre l’opinione pubblica si è sempre schierata dalla nostra parte. Non abbiamo mai voluto fare battaglie ideologiche, ma voler lavorare serenamente”.

Rimane sempre un 30% circa di dipendenti che ha risposto NO alla proposta fatta all’azienda. “Abbiamo voluto applicare un sistema democratico di voto – continua Molinari -, terremo comunque conto di tutte le istanze provenienti da chi non è convinto dell’accordo”. “Va detto – aggiunge Benedetti – , che molti di coloro che hanno votato contro non si sono mai presentati alle assemblee, pertanto si è votato anche per partito preso. Noi continuiamo a lavorare per dare una speranza per il futuro”.

http://www.youtube.com/watch?v=akmMiZw_sW4&feature=youtu.be

https://www.youtube.com/watch?v=YUHxIRDuA_4&feature=youtu.be

 

http://www.youtube.com/watch?v=5QBzpVCtHRg&feature=youtu.be

https://www.youtube.com/watch?v=AiRmEfgLdvs&feature=youtu.be

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Iniziativa sindacati: Lettera a Jeff Bezos e Poletti per l’affaire Amazon

Una lettera consegnata al Prefetto di Piacenza per ribadire nuovamente il proprio dissenso nei confronti delle condizioni di lavoro ad Amazon è stata consegnata dai sindacati CGIL Filcms, FISASCAT CISL, UGL TERZIARIO E Uil Tucs.

 




Il sindacato Ugl lancia una campagna social “contro” Amazon

E’ stata presentata oggi la nuova campagna social “Tu sfrutti, Io non compro” lanciata dl sindacato Ugl terziario per invitare Amazon ad una maggiore responsabilità sociale di impresa e rafforzare  l’asse di solidarietà tra lavoratori e consumatori. Si è partiti da una pagina Facebook https://www.facebook.com/Uglperilavoratori/ e dalla creazione di un logo. Come si legge su questo spazio social il sindacato sostiene come “Tu sfrutti, Io non compro” sia «un concetto semplice, efficace, immediato. Lo sfruttamento dei lavoratori è, purtroppo, una diffusa realtà, che svilisce la dignità del lavoro e delle persone. Un problema che vogliamo contrastare con determinazione, contrattaccando e colpendo i punti deboli di chi non rispetta garanzie e diritti dei propri dipendenti. Perché un lavoratore privato della dignità rappresenta una ferita per tutto il Paese, sia dal punto di vista economico che sociale.
Lo scopo di questa campagna – come di altre che seguiranno – è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni dei lavoratori, chiedendo la collaborazione di tutti anche attraverso acquisti responsabili.
Come sempre, siamo accanto ai lavoratori e ci occuperemo di documentare i casi di sfruttamento e violazione dei diritti, gridando con forza “Anche no!”».

La campagna social è stata presentata oggi, a Piacenza, dal segretario Ugl terziario Luca Malcotti. «L’auspicio – è stato detto – è quello di creare una campagna virale, mirata a una maggiore consapevolezza, approfondendo il dialogo sulle istanze dei lavoratori di Amazon. Amazon deve sapere cosa ne penano lavoratori e consumatori».