“Semplice” il salame al miele bio piacentino premiato al Cibus

Nuovo prestigioso podio per la facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università Cattolica sul podio che vince la medaglia d’argento a Ecotrophelia grazie a “Semplice”, il salame al miele bio dalle proprietà antisettiche e senza additivi, con packaging realizzato in cera d’api.

Ecotrophelia è un concorso promosso da Federalimentare destinato a gruppi di studenti universitari che premia l’eco-innovazione nei prodotti agro-alimentari, con particolare attenzione alla “sostenibilità” e al “rispetto ambientale”. Si tratta di un’occasione preziosa per gli studenti italiani, che consente loro di confrontarsi e avvicinarsi al mondo dell’Industria alimentare e all’Europa. Giunta alla decima edizione, la competizione, patrocinata dal MIUR e dall’ENEA, ha visto le squadre iscritte presentare in 15 minuti di tempo il frutto del lavoro svolto in questi mesi per ideare e realizzare un prodotto alimentare sostenibile e innovativo e presentarlo alla giuria, che ha premiato i primi 3 prodotti.

Il team Tartaro composto dagli studenti della Laurea Magistrale in Scienze e tecnologie alimentari Ilaria Gioiosa, Gianluca Maldarizzi , Giuseppe Pepe, Vittorio Tartaro e Giacomo Trentini e guidato dalla prof.ssa Annalisa Rebecchi, ha fatto una brillante presentazione di “Semplice, il salame come una volta”.

“Semplice” nasce come prodotto tradizionale, completamente libero da conservanti e con packaging bio-degradabile per rispondere al meglio ai  trend del mercato e la giuria di Ecotrophelia ha assegnato all’idea una meritata medaglia d’argento. I giovani studenti del team Tartaro esprimono grande soddisfazione “Volevamo creare un prodotto di elevata qualità, coniugando tradizione ed innovazione con uno sguardo sempre più attento alla sostenibilità e ci siamo riusciti. È stata un’esperienza formativa e molto interessante, un’opportunità unica che la nostra università ci ha proposto e che abbiamo accolto con entusiasmo”.

In 6 anni la facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali piacentina ha partecipato a Ecotrophelia con 6 squadre, e aggiudicandosi 4 volte la medaglia d’argento e 2 quella d’oro (con un bronzo nella competizione europea).




Un futuro da imprenditori, gara di business plan in Cattolica

Pistacceria, Save The Date, MyBrella, Suggest, Weshare, sono solo alcune dei progetti di startup emersi durante un evento tenutosi ieri pomeriggio nelle aule di Economia dell’ Università Cattolica di Piacenza, una sorta di “competizione”, tra 19 idee d’impresa degli studenti della Laurea Magistrale in Gestione d’Azienda nell’ambito del Corso di Imprenditorialità del Prof. Fabio Antoldi. 6 min di presentazione per ciascun gruppo, con contraddittorio delle 3 commissioni valutatrici, di cui ciascun membro aveva a disposizione 50 mila euro virtuali da investire in più progetti. Dalla somma degli investimenti di ciascun membro delle commissioni risultavano i 3 vincitori. Abbiamo seguito alcune presentazioni.

LA PISTACCERIA

Il gruppo ha verificato un trend in crescita nel consumo di pistacchio, pertanto ha deciso di proporre un business plan basato su questa idea. Il loro target di riferimento sono persone dinamiche tra i 20 e i 40 anni. Puntano sulla materia prima di qualità (che fa tuttavia lievitare i costi) e sulla differenziazione. Chiedevano investimenti per 20 mila euro al fine di avviare la propria attività, che i componenti del gruppo hanno collocato (ipoteticamente) a Milano, un luogo trafficato. 36 mila euro in pubblicità, e 25 mila euro di capitale sociale.

E-SCAPE

Uno zaino con pannelli fotovoltaici inseriti all’interno, per un cliente dai 18 ai 55 anni, vendibile attraverso l’e-commerce. La pubblicità avverrebbe attraverso social network e influencer, richiesto un finanziamento di 250 mila euro e il punto di pareggio avverrebbe solo al terzo anno, con i primi due esercizi in perdita.

SAVE THE DATE

Ecco uno strumento che sicuramente potrebbe essere utilie: un dispositivo elettronico venduto a 29 euro che registra la data di scadenza dei prodotti che abbiamo in frigorifero, che manda una notifica quando stanno scadendo, due target diversi, 38 – 58 e 18 – 37. Vendita online e offline, pubblicità social e vendita su Amazon, richiesti 35 mila euro di investimenti per un capitale sociale di 50 mila euro. Primo anno in perdita, punto di pareggio il secondo anno.

MYBRELLA

MyBrella è un esempio di sharing economy dei giorni nostri. Si tratta di condividere gli ombrelli in questo caso, con punti specifici in zone strategiche della città.

WESHARE

Su questo stesso filone, l’idea di questi ragazzi è una piattaforma che metta in collegamento gli studenti fuori sede dell’Università in cerca di un coinquilino.  

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Disturbi comportamentali negli adolescenti: un corso per gli insegnanti

Nell’ambito delle attività volte a prevenire i disturbi comportamentali degli adolescenti, l’Ufficio Scolastico Regionale, in collaborazione con la sede piacentina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e il Servizio di Neuropsichiatria infantile dell’Ausl di Piacenza hanno promosso un corso di formazione rivolto agli insegnanti degli istituti scolastici secondari di primo e secondo grado della provincia di Piacenza. In particolare, il percorso – che verte su tre incontri – è rivolto a docenti impegnati in progetti di prevenzione del disagio scolastico. Il corso si pone l’obiettivo di diffondere la conoscenza del fenomeno legato ai disturbi psichiatrici che possono avere sintomi ed esordio nell’età adolescenziale.

Si comincia mercoledì 15 marzo, alle ore 15, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, con un seminario in plenaria sul tema de I disturbi del comportamento negli adolescenti e le strategie per affrontarli in ambito scolastico. Interviene Giuliano Limonta, direttore del dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl di Piacenza.

Sono poi previsti un secondo e un terzo incontro suddivisi nei tre distretti. A Piacenza si svolgeranno nell’aula magna della scuola Calvino a cura della psicologa Carmen Molinari.

A Ponente si svolgeranno nell’aula magna della scuola media di Castel San Giovanni, in via Nazario Sauro, a cura della psicologa Alessandra Zioni.

A Levante gli incontri sono in calendario nell’aula magna della scuola media, in via San Bernardo 10, con lo  psicologo Luca Brambatti in collaborazione con gli operatori di sportello d’ascolto.

Infine, è previsto anche un ciclo per gli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado, che si svolgerà all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, a cura degli psichiatri Silvio Anelli e Emanuela Ghinaglia.

“Si tratta di un’iniziativa importante, frutto di una collaborazione tra istituzioni – evidenzia il professore Pierpaolo Triani, Facoltà di Scienze della Formazione – che si è consolidata nel tempo, finalizzata ad accrescere le competenze dei docenti per potere affrontare in classe situazioni molto difficili. Il docente non è un terapeuta, il senso del percorso formativo è proprio quello di aiutare gli insegnanti a delineare quanto sia invece importante il loro ruolo educativo per prevenire e contenere alcune criticità che i ragazzi vivono”. “Non tutti i problemi di comportamento – aggiungo gli operatori Ausl – assumono la connotazione di un vero e proprio disturbo. Una riflessione congiunta su come gli adolescenti li manifestano attraverso i diversi repertori ( cognitivo, emotivo, verbale, fisico) può favorire una maggior capacità di lettura, gestione e condivisione da parte di tutte le  diverse agenzie sociali coinvolte”




In Cattolica parte un ciclo di lezioni dedicato all’impresa 4.0

L’Impresa 4.0, entra in modo deciso nei percorsi didattici e di ricerca della Facoltà di Economia e Giurisprudenza della sede di Piacenza dell’Università Cattolica.

Sul tema delle nuove tecnologie, dei modelli di business e degli schemi di politiche del paradigma produttivo 4.0, partirà domani 28 febbraio un ciclo di lezioni per gli studenti dei corsi di laurea magistrale in Gestione d’azienda e dal 5 marzo un ciclo di seminari del Dipartimento di Scienze economiche e sociali.

“Cercheremo in primo luogo – dichiara il prof. Francesco Timpano che sta coordinando queste attività – di circoscrivere il campo di azione delle tecnologie abilitanti del 4.0 con la collaborazione del Musp, del suo direttore prof. Monno e dell’ing. Torta. Analizzeremo con il collega Bertolini dell’Università di Parma le opportunità del nascente Digital Innovation Hub, che realizzerà azioni anche nel nostro territorio per dare supporto alle imprese su alcune delle tecnologie abilitanti.

Parleremo delle politiche industriali regionali con Silvano Bertini della Regione Emilia Romagna poiché gli strumenti pubblici sono estremamente importanti in questa fase di startup del piano. Inoltre, avremo modo con due professionisti (Maurizio Fiaschè di Engineering Consulting e Francesco Braga di Perani e partners) di conoscere alcune delle implicazioni sia sul lato delle implicazioni manageriali del 4.0, sia sul riconoscimento della produzione della conoscenza con un approfondimento sul patent box. Infine, avremo il piacere di ospitare l’ing. Zuffada di Siemens, una grande azienda che ha un importante centro tecnologico a Piacenza e che sul paradigma del 4.0 sta riscrivendo il modo di produrre di molte aziende di cui è fornitore specializzato.”

Si preannuncia anche un lavoro specifico della Facoltà dedicato alla trasformazione digitale della logistica nell’ambito del management della catena del valore. Sono numerosi gli ambiti nei quali le tecnologie del 4.0 da tempo permettono di sviluppare la logistica interna aziendale e l’intera catena distributiva. Su questi temi l’Università Cattolica di Piacenza avvierà un master universitario sulla Supply chain management e innovazione digitale, che sarà un’opportunità per coloro che vorranno qualificarsi sul management delle nuove tecnologie del 4.0.

“La scelta di avviare un percorso su Impresa 4.0 – conclude la prof.ssa Anna Maria Fellegara, preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza – ha come finalità il rafforzamento del lavoro che la Facoltà sta facendo ormai da tempo per offrire ai nostri studenti gli strumenti per essere protagonisti nelle realtà aziendali in cui si inseriranno ed anche per interagire con la comunità locale, che sta investendo molto attraverso le sue politiche e le sue imprese sulle nuove tecnologie”.

Il 4.0 non modifica i processi produttivi solo dal punto di vista tecnologico, ma sta inducendo lo sviluppo di nuovi modelli di business, ridefinendo anche l’interazione tra impresa e territorio. Il 4.0 esalta l’interconnessione dei sistemi produttivi fisici tra di loro e soprattutto con la rete (cloud), ma modifica i modi di fare impresa perché permette un controllo ancor più sofisticato dei processi produttivi, modifica i rapporti fornitore-cliente perché la generazione di dati permette di introdurre nuove modalità di interazione nella fornitura dei beni, sempre più personalizzabili a costi contenuti e sempre più accompagnati da servizi a supporto, promuove nuove modalità di business facilitando l’adozione di paradigmi come circular economy o sharing economy.

Infine, l’accentuarsi della robotizzazione permette di pensare a processi produttivi più sicuri ed efficienti, ma costituisce anche una preoccupazione sul futuro del lavoro e quindi rende necessario impostare nuove relazioni industriali all’interno delle imprese e nei territori.

Per informazioni sulle iniziative si può consultare il sito della Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza http://piacenza.unicatt.it/facolta/economia




Gli studenti della Cattolica rivelano le preferenze culturali dei piacentini

L’Università Cattolica ha condotto uno studio su un campione di 1006 persone per capire i sentimenti riguardo i beni culturali più rappresentativi della città, i prodotti tipici, le iniziative culturali e i personaggi “testimonial” di Piacenza, compresa qualche curiosità. Ne è emerso un quadro variopinto, con qualche sorpresa (vedi video intervista sotto).

Lo studio è stato condotto da alcuni studenti di Economia ed è stato presentato nella giornata di ieri nella stessa sede di Via Emilia Parmense alla presenza di un folto gruppo di studenti. Il campione ha raccolto giovani e meno giovani, residenti non solo a Piacenza ma anche fuori provincia, con una prevalenza di diplomati per il 41%.

Metà degli intervistati non sapeva che Piacenza si è candidata a diventare Capitale Italiana della Cultura.

Stupisce un dato: metà degli intervistati non sapeva che Piacenza si è candidata a diventare Capitale Italiana della Cultura. Più di un terzo non sa se Piacenza sia meritevole (38%), mentre un 39% ci crede. I piacentini si mostrano pacatamente soddisfatti dell’offerta in merito a ristoranti, alberghi, trasporto, vita notturna, scuole, musei, mostre, eventi sportivi, musicali. Su una scala da 1 a 10 nessuna delle voci presenti supera il 7. Stesso discorso per la qualità della vita, che raccoglie un 6,5 di media. Staccati Economia, (6,4), Società (6) Ambiente (5,9). 

Poche sorprese sui luoghi più rappresentativi di Piacenza, che sono Palazzo Farnese e il Duomo con il 31% e 34% delle preferenze (entrambi segnalati dai più giovani). Più staccati Palazzo Gotico, Val Trebbia e Castell’Arquato. Grazzano Visconti raccoglie il 16%, mentre luoghi come la Galleria Ricci Oddi e il Collegio Alberoni sono fanalini di coda con  il 7 e il %.

I Cavalli del Mochi la fanno da padrone sui beni culturali più rappresentativi, con oltre il 57% di preferenze. Si fa sentire l'”effetto Guercino”, secondo col 38%. Staccati il tondo di Botticelli, il Fegato Etrusco e l’Ecce Homo, che rimangono eccellenze culturali del nostro territorio.  

Da segnalare che i Cavalli di Alessandro e Ranuccio Farnese, così come il Guercino sono stati segnati in particolare da chi è residente fuori provincia, buon segnale sul risultato dell’iniziativa dello scorso anno.

Sappiamo bene come la cucina emiliana sia da sempre considerata tra le migliori del mondo, ma come la vediamo noi piacentini? Riconosciamo la nostra coppa come la più rappresentativa (quasi 1 su 2 del campione intervistato). In particolare i più giovani hanno preferito questo prodotto, per il 56%. Ipiù anziani sono andati su Pisarei, Gutturnio e Tortelli con la coda.

Le iniziative culturali preferite sono i Venerdì piacentini, ormai caposaldo della nostra estate. Dominio assoluto col 61% di preferenze. Arrancano appuntamenti musicali come l’Appennino Folk Festival e il Piacenza Jazz Fest, rispettivamente al 9 e 16%. L’ormai defunto Festival del diritto raccoglie il 36% di preferenze, soprattutto dal campione più giovane (41%), che traina anche i Venerdì piacentini (81% delle preferenze viene da questa fetta di popolazione. 

Testimonial Armani, Verdi e i Fratelli Inzaghi. Anche in questo caso i più giovani si mostrano attratti da moda e calcio, con 61% a ritenere Armani testimonial e il 34% i due ex bomber del Piacenza.

Video intervista a Giulia Cortellini referente per il sondaggio

 




Convegno su “il Diritto agroalimentare europeo dalla filiera al ciclo della vita”

Uova contaminate da Fipronil e latte in polvere per neonati da salmonella: sono le ultime di una lunga serie di emergenze che negli ultimi decenni hanno minato la sicurezza alimentare, chiamando in causa il diritto, i suoi principi e strumenti, per la tutela della società tutta.

Per parlare di cibo e delle regole europee che tutelano individui, animali e piante lungo tutta la filiera agroalimentare, dai campi alla tavola, martedì prossimo 13 febbraio, alle ore 10 presso l’aula Gamma dell’Università Cattolica, il Prof. Ferdinando Albisinni, avvocato e ordinario di diritto agrario presso l’Università della Tuscia di Viterbo interverrà all’Università Cattolica di Piacenza nell’ambito dei seminari piacentini promossi dal dipartimento di Giurisprudenza sul tema Il Diritto agroalimentare europeo dalla filiera al ciclo della vita.

La tematica proposta testimonia l’impegno del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università Cattolica di Piacenza nel dare forte impulso allo studio del ‘giuridico-alimentare’, oggi come non mai di grande utilità al settore produttivo del territorio di Piacenza. “Essere cittadini rispetto al cibo significa attribuire alle proprie scelte una valenza di salute, di gusto, di etica: sono scelte attraverso le quali esprimiamo noi stessi e la nostra identità” sottolinea il dott. Luca Leone, ricercatore del corso di laurea in Giurisprudenza e tra gli organizzatori del seminario. “Da qui, l’interesse dei giuristi per l’agroalimentare, così come la continua crescita della rilevanza che l’agricoltura e l’alimentazione vanno acquisendo nell’odierna società europea, che si vuole sempre più equa e sostenibile”.

“Il contributo intellettuale che il Prof. Albisinni ha apportato e continua a fornire alla riflessione giuridica agroalimentare in Italia si distingue per il suo saper cogliere i numerosi fattori – di carattere filosofico-politico-giuridico – che hanno fatto evolvere le originarie aree di indagine del diritto agrario nell’odierno diritto alimentare europeo” conclude Leone.

La sede universitaria piacentina è da anni impegnata in prima linea su questo fronte. Sin dal 2006, la scuola di dottorato ‘Agrisystem’ si propone come luogo interdisciplinare di creatività e dialogo sociale tra istituzioni, esperti e cittadini per la ricerca di soluzioni nuove e strumenti innovativi. Così come ampio rilievo agli aspetti giuridici dell’agro-alimentare viene riconosciuto nell’organizzazione del Corso di Laurea in Giurisprudenza. Lungo un binario parallelo, il corso di Laurea magistrale in Food Marketing risponde all’esigenza di promuovere e ampliare la collaborazione tra pensiero scientifico, economico e giuridico.

Diritto e alimenti s’intrecciano, in tal modo, in un rapporto inestricabile. Coglierne le implicazioni normative, come la lezione piacentina si prefigge, è di certo un passo importante nel percorso che il Dipartimento di Scienze giuridiche di Piacenza sta tracciando a supporto e sostegno del fermento intellettuale che circonda il diritto e la filiera agroalimentare.

Al termine del seminario, si terrà la cerimonia di consegna della borsa di Studio in memoria dell’ Avv. Giuseppe Gardi.




Staglianò in Cattolica: “Web e robot ci stanno rubando il lavoro”

“Le conseguenze dell’innovazione tecnologica sul lavoro”, quinto appuntamento della stagione CIVES 2017 – 2018, organizzata dall’Università Cattolica, ha abbracciato tra le sue mura un ospite di prestigio; Riccardo Staglianò ha iniziato la sua carriera come corrispondente da New York per il mensile Reset, ha poi lavorato al Corriere della Sera e oggi scrive inchieste e reportage dall’Italia e dall’estero per il Venerdì. Ha partecipato a vari Festival dedicati al giornalismo, tra cui quello di Internazionale e Ferrara e di Perugia. Si è spesso occupato di economia e nuovi media, che ha insegnato per dieci anni alla Terza Università di Roma.

Attraverso dieci numeri ha voluto spiegare alla folta platea presente il suo punto di vista “pessimista” riguardo il rapporto uomo – macchina – lavoro, evidenziato anche nel suo recente libro “Al posto tuo”, edito da Einaudi.

#1 2000 “L’occupazione ha sempre seguito la produttività, fino al 2000 – ha sottolineato Staglianò -, da allora gli effetti dell’economia internettiana si sono fatti sentire. Come spiegano Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee in un loro studio, gli esseri umani non riescono a seguire questo boom. Perciò se la curva della produttività è sempre rimasta costante, l’occupazione è drasticamente scesa e si è aperta una forbice considerevole”. #2 47 Staglianò ha portato inoltre come esempio uno studio fatto da Frey e Osborne, due ricercatori di Oxford, che nel 2013 hanno prodotto un paper nel quale spiegavano che il 47% dei lavoratori americani rischiassero di essere sostituiti da delle macchine. #3 5 000 000 Il World Economic Forum ha stimato in 5 milioni il saldo negativo tra posti di lavoro creati e persi da qui al 2020, se continuano le attuali politiche”. Altri studi, più lungimiranti e pessimistici, hanno individuato in 7 milioni il saldo entro il 2025. Staglianò ha portato come contraltare un post di Luigi Di Maio, attuale candidato premier per il MoVimento 5 Stelle, nel quale dichiara che “Internet è la più grande fabbrica di posti di lavoro al mondo”.

 

#4 15 “Se i negozi tradizionali impiegano 47 dipendenti ogni dieci milioni di dollari generati – ha proseguito il relatore -, Amazon ne impiega solo quindici, spremuti a ritmi inimmaginabili. Oggi si possono accumulare ricchezze inaudite con l’apporto di un numero esiguo di lavoratori, che da soli valgono cifre inimmaginabili”. #5 13 “Nel 2012 Instagram, che contava 13 dipendenti, è stata acquisita da Facebook per un miliardo di dollari. L’anno prima falliva la Kodak, famosa industria costruttrice di macchine fotografiche, contava 140 mila dipendenti”.

#6 160 000 “Sono gli studenti di Andrew Ng, professore di informatica a Stanford, ha come platea in Coursera, piattaforma che offre corsi universitari in modalità MOOC (Massive Open Online Course). Cosa impedisce in futuro la creazione di piattaforme simili in cui il pubblico arriva a toccare il milione di utenti, con un professore solo ad insegnare? E cosa diranno gli altri professori universitari che non sono i superesperti di una materia?”. #7 500 “Sono i biglietti del treno che una macchinetta automatica riesce a produrre nel giro di una giornata. Un essere umano ne fa 200, contando però che deve essere pagato. Quale è più utile?”. #8 60 000 “Sono le persone licenziate e sostituite con robot dalla Foxcom, che produce qualsiasi tipo di componentistica elettronica. Complessivamente sono un milione i robot nelle proprie fila”.  #9 69.168 “AirBnB, società da 481 milioni di euro di fatturato, ha pagato solo 69 mila 168 euro di tasse. Conta 25 dipendenti, contro i 200 mila del settore alberghiero”.

#10 0,5 “E’ la percentuale di occupati in aziende USA nate dopo il 2000”.   

“L’unico modo per uscire da questo guado è affidarsi alla politica – conclude Staglianò -, perchè è moralmente sbagliato che persone come Warren Buffett paghino il 17% di tasse quando altri ne pagano il 34%”

PS Questo articolo non è stato scritto da un bot.

 




Edoardo Puglisi (Università Cattolica): “Siamo nell’epoca della Plastisfera”

di Edoardo Puglisi*

Due notizie hanno dominato le prime pagine dei giornali di inizio 2018: la polemica sull’adozione di sacchetti di origine biologica per l’acquisto di frutta e verdura nei supermercati e l’incendio (l’ennesimo in Italia) di un capannone dove erano stoccate materie plastiche in provincia di Pavia.

Notizie che confermano un dato di fatto: le plastiche rappresentano ormai da decenni un elemento costante delle nostre vite, tanto che diversi ricercatori sono arrivati a definire la nostra come l’epoca della “Plastisfera”.

Ma qual è il reale impatto della produzione di plastica sulla salute dell’uomo e dell’ambiente? Quali le possibili soluzioni ed alternative? Partiamo con il dire chela parola plastica è estremamente generica. Per fare un po’ di chiarezza possiamo classificare le plastiche secondo due diversi criteri, partendo cioè dal loro inizio (da cosa viene prodotta) e dalla loro (possibile) fine (quanto tempoci mette a degradarsi).

La plastica può essere prodotta a partire da materiale non rinnovabile come il petrolio, oppure rinnovabile, quale ad esempio la biomassa di vegetali o i materiali organici di scarto.

La fine delle plastiche, ovvero il loro possibile destino e impatto ambientale, è determinata invece dalla degradabilità. Considerando la scala temporale umana il polietilene e il polipropilene, ovvero le plastiche maggiormente sintetizzate a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, sono da considerarsi non degradabili: gli agenti abiotici (sole, vento, pioggia) o biotici (batteri, funghi, piante) riescono a ridurre del meno del 10% la massa questi materiali, che tuttavia si sminuzzano in particelle sempre più piccole (le cosiddette microplastiche) e sempre più facilmente ingeribili dagli animali e quindi dall’uomo. Se uniamo la scarsissima degradabilità di questi composti al fatto che la loro produzione è in constante ascesa da decenni abbiamo una sola risultante: l’accumulo costante, ben esemplificato dalla formazione negli oceani di isole di plastica grandi come mezzi continenti.

Una soluzione potrebbe arrivare dalle bio-plastiche, che però non sono tutte uguali.

C’è il bio-polietilene, ovvero il polietilene prodotto a partire da risorse rinnovabili quali bietola, canna da zucchero o grano. Negli ultimi anni la sua produzione è in forte crescita: tuttavia, nonostante l’accattivante prefisso “bio”, si tratta di un prodotto non degradabile, esattamente come il polietilene derivato dal petrolio.

Vi sono poi le plastiche da materia prima rinnovabile e degradabile, come ilMaterBi, utilizzato nella produzione di sacchetti per la spesa e ottenuto a partire da amido di mais. L’impatto ambientale è sensibilmente minore ma, come nel caso del bio-polietilene, la domanda da porsi è: quanto è sostenibile ed etico coltivare (ovvero sfruttare superficie arabile) per produrre materiali anziché cibo?

Una soluzione in tal senso potrebbe essere rappresentata dai poliidrossialcanoati (PHA), plastiche prodotte dai microorganismi a partire da svariati substrati organici, inclusa la frazione organica dei rifiuti solidi urbani: un maggiore sfruttamento commerciale di queste bioplastiche microbiche sarebbe una reale applicazione dei principi dell’economia circolare.

E per quanto riguarda le plastiche non degradabili? Partendo dall’assunto che risultano ancora indispensabili per molte applicazioni e che andrebbero usate meno e meglio, qualcosa forse si potrà fare anche nel campo della possibile degradazione. La facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientalidell’Università Cattolica è coinvolta nel progetto Microplast, finanziato dalla Fondazione Cariplo e finalizzato alla comprensione dei meccanismi di degradazione del polietilene da parte dei batteri. In una discarica abbandonata da oltre trent’anni abbiamo recuperato diversi campioni di plastica, dai quali abbiamo isolato più di 70 ceppi batterici in grado di crescere utilizzando il polietilene come unica fonte di carbonio, e selezionato quindi tra questi i 10 migliori ceppi. Su questi ceppi sono in corso analisi del loro genoma e opportuni esperimenti di espressione genica: l’obiettivo è quello di delucidare i meccanismi ancora sconosciuti di degradazione microbica per poterli potenzialmente sfruttare in futuro.

Insomma, nell’epoca della Plastisfera, è la ricerca a esplorare soluzioni: dalla plastica che nasce dai rifiuti organici fino, ai batteri che “mangiano” la plastica che non si deteriora. 

La scheda del professore 

* Edoardo Puglisi insegna Biologia dei microorganismi e Tecniche biomolecolari alla sede di Piacenza dell’Università Cattolica. Da anni si occupa dei meccanismi microbici di degradazione degli inquinanti ambientali e dello studio dell’ecologia microbica di suoli ed alimenti




Cattolica: open day per scoprire che facoltà scegliere

Scegliere quale università e facoltà frequentare una volta concluso il liceo non è sempre facile, salvo che si abbiano le idee chiare in partenza. Utili sono dunque gli Open day come quello della Cattolica di Piacenza previsto per giovedì prossimo 30 NOVEMBRE dalle ore 8.30.

Rivolto principalmente agli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori, è l’occasione per raccogliere tutte le informazioni necessarie ad orientarsi tra le numerose proposte formative dell’ateneo cattolico e chiarirsi le idee prima di fare una scelta consapevole.

Il ricco programma della mattinata prevede la presentazione dei corsi di laurea da parte dei docenti universitari e dei testimonial già laureati che porteranno in cattedra la loro esperienza e la loro storia.

A partire dalle ore 9 in Auditorium Mazzocchi l’incontro per conoscere da vicino l’Ateneo e le opportunità offerte: il dott. Michele Faldi, direttore del Servizio promozione, orientamento e tutorato dell’Università Cattolica, illustrerà peculiarità e valori dell’Università Cattolica. A seguire, i referenti del Polo studenti e di Educatt (Ente per il diritto allo studio della Cattolica) introdurranno gli aspetti relativi a immatricolazioni, contributi, borse di studio e agevolazioni economiche, collegi del Campus.

Alle ore 10, suddivisi tra sala Piana e  auditorium Mazzocchi, docenti e testimonial presenteranno i percorsi formativi, mentre dalle 10.30, si potrà partecipare alle visite guidate del campus.

Non mancherà l’attività di orientamento psico-attitudinale: gli psicologi del Centro di Ricerche sull’Orientamento e lo Sviluppo Socio-professionale saranno a disposizione – per gli studenti delle scuole superiori che si saranno iscritti onlineper colloqui di orientamento psico-attitudinale individuali.

L’open day si concluderà alle 13 con l’Aperiorienta, nel foyer dell’Auditorium Mazzocchi. Per maggiori info http://studentiscuolesuperiori.unicatt.it/triennali-come-incontrarci-open-day-piacenza