Il “Viaggio della Legalità” di 200 studenti del Gioia in Sicilia con Libera, per non dimenticare

Un modo per avvicinare i più giovani alla storia (triste) del nostro passato, evitando così che non si ripetano più sciagure come quelle accadute in Sicilia. E’ stato definito il “Viaggio della legalità”, quello di circa 200 studenti del Liceo Gioia assieme all’associazione contro le mafie Libera, provenienti da 9 classi diverse, perchè un viaggio diventi consapevolezza, capacità di analisi e in seguito, di azione.

Tra gli accompagnatori Cristina Bonelli, insegnante non per nulla di Storia e Filosofia, ci racconta le reazioni dei ragazzi dinanzi ai racconti dei formatori di Libera Palermo che accompagnano i giovani in questo viaggio. “I formatori sono stati bravissimi, ci hanno fatto entrare nella storia, ci sono stati anche alcuni momenti di commozione”. Con loro anche la referente di Libera Piacenza Antonella Liotti.

I formatori di Libera sono Gabriele Pecoraro, Caterina Pellingra, Claudia Armenio e Agnese Pennisi, e i luoghi visitati sono i più significativi: dalla casa della memoria di Peppino Impastato, il luogo in cui è nato Paolo Borsellino, fino a via D’Amelio e la strada dove sono stati uccisi Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco di Cillo e Antonio Montinaro, solo per dire alcune tappe del viaggio.

Uno dei momenti più toccanti è stato senz’altro il dialogo a quattr’occhi con Luisa Impastato, nipote di Peppino, a Cinisi, dove la casa raccoglie la storia del giornalista e dove Luisa accoglie circa 300 persone ogni giorno, con la responsabilità di dover tenere viva la fiammella della memoria, per cambiare il futuro, grazie anche all’informazione come forma di resistenza.

Altro momento molto intenso nella giornata di ieri, quando a Pizzolungo Rino Giacalone ha raccontato la sua storia, anche recente. Infatti il giornalista era stato querelato dal castelvetranese Gaspare Allegra, per un reportage pubblicato sul mensile d’inchiesta “S”. Il Tribunale lo ha assolto e respinto la richiesta di un rilevante risarcimento. Perchè l’informazione è un dovere, ma anche un diritto.

GALLERY (Grazie a Cristina Bonelli)

 

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Due zaini e il sogno di Valentina e Andrea di girare il mondo attraverso le farm ecosostenibili

Cambiare vita viaggiando, un passo alla volta. Ecco quello che sempre più persone progettano, sognano, ipotizzano dopo stressanti ore in ufficio, nel “logorio della vita moderna”. Anche Valentina Esposto e Andrea Viciguerra, due ragazzi piacentini, hanno deciso di mollare un lavoro in un negozio di prodotti biologici (lei) e come panettiere in un supermercato (lui), e vedere quali altri opzioni la vita aveva in serbo per loro, forse a tempo indeterminato, chissà.

“Siamo insieme da un anno circa, sin dall’inizio avevamo una passione comune per i viaggi ed eravamo abbastanza insoddisfatti della vita che stavamo conducendo, volevamo un’esperienza diversa per noi”.

A cosa era dovuta questa insoddisfazione? 

“In parte dalla routine, e un po’ dalle aspettative che avevamo per il futuro, anche lavorativo. Non avevamo grandi realizzazioni, con uno stipendio misero, correre continuamente senza possibilità di fare quello che volevamo realmente fare. Dovevamo cambiare tutto prima di diventare troppo grandi e stabilirci definitivamente in un contesto che non ci dava quello che stavamo cercando per noi, volevamo vedere un po’ cosa c’è fuori da Piacenza”.

Quando avete cominciato a fantasticare del viaggio pensavate già di stabilirvi altrove o di partire e di vivere alla giornata, vedendo gli sviluppi degli eventi? 

“Quando si viaggia cambia tutto molto rapidamente, ti si presentano opportunità, imprevisti. La nostra idea è di continuare a viaggiare finchè non troveremo il nostro posto nel mondo, ovunque sia. Tra le nostre opzioni ora c’è la Nuova Zelanda o l’Australia e girare in minivan. Vedremo”.

Quali paure vi attanagliavano all’inizio del vostro percorso? 

“All’inizio una delle nostre paure era quella che ci mancasse tanto casa o che dovessimo tornare prima del previsto, visto che avevamo anche un budget molto limitato. Temevamo che, nel caso fossimo tornati a casa, dovevamo ricostruire tutto quello che avevamo lasciato. Ma una volta preso l’aereo pensi solo al viaggio, e capisci che è molto più semplice di quello che si crede, ci facevamo tanti complessi e tante paranoie, fini a se stesse”.

Per i vostri soggiorni vi siete appoggiati all’associazione Wwoof. Di cosa si tratta? 

“Basta iscriversi al loro sito per trovare alcune farm ecosostenibili (in base allo Stato di ricerca) dove poter scambiare qualche ora lavorativa al giorno con vitto e alloggio. Ci sono farm veramente di tutti i tipi, da quella che ha campi coltivati a quella con animali. Ti danno la possibilità di scoprire il Paese che ti ospita. Era l’opzione migliore sotto molti punti di vista, siamo entrati nelle case della gente, facendo un vero scambio, il vero senso del viaggio”.

Siete già stati in Irlanda, Norvegia e adesso vi trovate nelle Isola Azzorre. Cosa vi ha più colpito? 

“In questi tre mesi l’aurora boreale è stata sicuramente l’esperienza più forte, le foto rendono solo fino a un certo punto. Eravamo oltre il Polo Nord, anche la solitudine ha rappresentato per noi una bella sfida, abbiamo lavorato con le pecore. Eravamo nella contea di Finnmark, a nord della Lapponia”.

Tornando all’inizio del viaggio, cosa pensavano di voi le vostre famiglie? Come mantenete i contatti ora? 

“Non tutti condividevano questa nostra scelta, per la mentalità piacentina è difficile capire. Si tende a cercare il lavoro a tempo indeterminato e cercare casa, sembrava un capriccio da bambini. Gli amici ci hanno sostenuto, rimaniamo in contatto tutti i giorni tra videochiamate e chat, ora ci mandano i video delle grigliate! Sembra di essere insieme”.

Per chi volesse seguire le avventure di questi due giovani piacentini, potete trovarli sia su Facebook che su Instagram cercando il loro profilo “Due zaini un sogno”, sono giunti al giorno 107, ma il meglio, come diceva una canzone, deve ancora venire.

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Riparte In viaggio con Erodoto, per chi vuole fare un’esperienza di Cooperazione

Un gruppo di viaggiatori, educatori ed operatori del sociale, che si riunisce presso il Centro Studi dell’associazione “Piccolo Mondo” (loc. Denavolo, Travo), dedicandosi al confronto, alla formazione, a momenti di dibattito ed iniziative culturali che sviluppino i temi della mondialità e della cittadinanza attiva. Ecco chi sono i promotori di IN VIAGGIO CON ERODOTO, il corso di formazione gratuito dedicato ai temi della mondialità e dell’intercultura, cui segue un viaggio di scambio in un paese extraeuropeo attraverso Ong ed Onlus che operano in tali situazioni sostenendo iniziative di Cooperazione e Sviluppo. E’ organizzato dall’associazione Piccolo Mondo e SVEP – Centro Servizi Volontariato Piacenza.

I contenuti del corso vengono affrontati attraverso laboratori esperienziali, tavole rotonde, tecniche di teatro dell’Oppresso, incontri con testimoni privilegiati (viaggiatori, giornalisti, antropologi, etc.)

IN VIAGGIO CON ERODOTO si articola in 3 fine settimana a carattere residenziale (da Sabato pomeriggio a Domenica pomeriggio, ore 14.30 circa)
La sede del corso è in località Denavolo (Pc) vicino Travo, presso una casa immersa nella quiete dei boschi. Il gruppo partecipante si auto-organizza a livello logistico e nella gestione dei pasti.

I weekend di formazione si terranno nelle seguenti date: 7-8 Aprile 21 – 22 Aprile  5 – 6 Maggio. Quest’anno le destinazioni saranno: Uganda, Bosnia-Serbia,Nicaragua.

PER INFORMAZIONI O ISCRIZIONI:
scrivi a: gianluseba@gmail.com
oppure
chiama il 349.4563456




Il dott. Bartolo commuove la Galleria Alberoni. “Per Lampedusa il mare deve restare vita, e non morte”

Lampedusa è una zattera, una piccola isola che si trova sulla rotta migratoria tra Africa e Sicilia. Li ci vive un medico che da 27 anni ha curato più di 300 mila persone, senza quasi accorgersene. Pietro Bartolo ha raccontato sé stesso durante l’evento culminante di “Attraverso il mare”, mostra fotografica che raccontava Piacenza per mezzo del viaggio che la croce di Lampedusa ha fatto a Piacenza, il 4 novembre nella Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni. A moderare Giangiacomo Schiavi, editorialista del Corriere della Sera.

Forse sono il medico che ha fatto più ispezioni cadaveriche del mondo, più di mille – racconta -, E posso assicurare che non ci si abitua mai, vomito e piango. Sono costretto a prelevare campioni di DNA dalle costole o dalle orecchie dei cadaveri, per cercare di restituire loro un poco di dignità anche da morti. Ma tutto questo è disumano”. Dal 1993, quando diviene responsabile del presidio sanitario e del poliambulatorio di Lampedusa per l’ASP di Palermo le cose sono cambiate molto. “In 27 anni sono cambiate le modalità di arrivo, le malattie: in passato si arrivava su grandi barconi condotti da scafisti, oggi non è più così, è cambiato tutto dalla tragedia del 3 ottobre 2013, quando contammo 368 morti, tante donne, tanti bambini che stavano cercando di venire nel nuovo mondo. Lampedusa è una porta d’ingresso verso l’Europa per persone che scappano da sofferenze di ogni tipo”.

Pietro Bartolo con Giangiacomo Schiavi

Le storie che ha ascoltato Bartolo, riportate poi nel suo libro Lacrime di Sale (La Feltrinelli), sono sconvolgenti: “I viaggi di queste persone durano anche qualche anno. Prima bisogna affrontare il deserto, poi la Libia, un vero inferno dove i diritti umani vengono a mancare. Sopportano di tutto perché l’obiettivo è arrivare in Europa, che è solo l’inizio di un altro cammino. Lampedusa è un’ulteriore tappa, solo che non lo sanno così quando arrivano sulle coste dell’isola cedono, siamo costretti a fare loro i Trattamenti Sanitari Obbligatori. Posso dire che non ne abbiamo mai fatto uno ad una donna. Arrivano quasi tutte incinte, perché violentate, stuprate. Spesso mi chiedono se possono abortire, senza farlo sapere a nessuno, perché nella loro cultura verrebbero cacciate di casa. Oltre al danno la beffa”. Bartolo è conosciuto anche per la sua partecipazione al film Fuocoammare di Gianfranco Rosi, Orso d’Oro al Festival di Berlino e candidato agli Oscar 2017 nella sezione “Miglior Documentario”. “Un film che ho voluto fortemente – ricorda -, ho convinto il regista, è stato un dono. Credo che più importante della candidatura all’Oscar sia il messaggio che il film trasmette: non dobbiamo consentire che quelle cose accadano in quel mare, sta diventando il nuovo Olocausto”.

https://www.facebook.com/galleria.alberoni/




Michele Squeri: “Il 5 novembre da Fiorenzuola parto per Rovaniemi”

C’era una volta Forrest Gump, un film del 1994 diretto da Robert Zemeckis in cui il protagonista a un certo punto della sua vita decide di girare gli Stati Uniti di corsa. In una scena del film descrive i viaggiatori come “gente che vive coi vestiti, i cappelli, e i campionari nelle valigie”. Michele Squeri da 15 anni a questa parte trascorre qualche mese dell’anno viaggiando per il mondo (senza i campionari nelle valigie) utilizzando vari mezzi di trasporto. Un tizio che per intenderci, su LinkedIn lavora per la “giramondo srl”. È stato in Bolivia, Siria, Turchia, Iran, Egitto. L’anno scorso ha fatto in bicicletta Etiopia, Kenya e Tanzania. In questi giorni si sta preparando per l’ultima avventura, questa volta in Apecar alla volta di Rovaniemi, in Finlandia. Partenza verso le 7 del 5 novembre da Piazza Caduti a Fiorenzuola.

“Con l’Ape già qualche anno fa ero arrivato a Kiev, capitale dell’Ucraina – racconta -, poi era rimasta in garage un po’ di tempo. Un amico mi ha parlato di una gara di biciclette, la Rovaniemi 150 che si svolge nell’omonima città. Per cui mi sono chiesto: come ci vado? L’ape era li che mi aspettava perciò ho pensato di andarci così”. Facendo tesoro dei viaggi precedenti, Michele ha dovuto apportare alcuni miglioramenti al suo mezzo. “Ci sto lavorando da qualche mese, ho inserito un piccolo impianto di riscaldamento, necessario per il freddo che mi attende e ho messo in orizzontale le sponde laterali del pianale, per poterci dormire di notte”. Per arrivare al traguardo attraverserà l’Austria, la Slovacchia e la Polonia Orientale, vicino al confine con la Bielorussia. “Poi Estonia, Lettonia e Lituania, prenderò un traghetto per Helsinki, e da li diretto fino a Rovaniemi”.