Incidente in viale Dante: indagata per omicidio stradale l’anziana alla guida della Golf

E’ indagata per omicidio stradale la donna di 72 anni che, sabato sera, si trovava alla guida della Golf finita contro il dehors di viale Dante. Nell’impatto è morto, schiacciato contro il muro, un operaio egiziano di 56 anni. La signora, residente in città, dopo l’incidente, era stata portata in ospedale in stato di shock. Gli stessi soccorritori l’avevano sottratta all’ira degli amici del morto che avevano iniziato a colpire la Volkswagen con alcune sedie, scagliate anche contro un vigile del fuoco.

Sottoposta ai test per rilevare tracce di alcool o droga la guidatrice è risultata negativa ad entrambi. La signora ancora non si capacita di quanto successo e si è detta disperata per l’accaduto.

Oggi dovrebbe esserci il riconoscimento ufficiale del morto da parte dei parenti e poi dovrebbe essere portato in Egitto per la sepoltura.

Intanto sono migliorate le condizioni dell’altro egiziano, quarantenne, che si trovava anch’egli seduto sui tavolini esterni del locale.

Nell’incidente aveva riportato ferite non gravi una quarta persona, l’autista della Mercedes Classe A che aveva impattato contro la Golf.

Secondo alcune testimonianze l’anziana, dopo aver lasciato una persona nella via privata chiusa da una sbarra, non potendo far manovra in altro modo, sarebbe uscita in retromarcia per immettersi nuovamente in viale Dante. Non si sarebbe accorta del sopraggiungere dalla Mercedes e nello scontro la Volkswagen avrebbe compiuto una carambola finendo drammaticamente contro la tenda esterna del bar. Una ricostruzione che è al vaglio degli inquirenti.

Le due auto sono state entrambe sottoposte a sequestro da parte del p.m. Emilio Pisante.




Incidente in Viale Dante, auto cappottata

Incidente poco dopo le 19 questa sera lungo Viale Dante vicino all’incrocio con Via Damiani. Una donna sulla cinquantina al volante di una Fiat Punto nera per cause ancora da accertare, ha urtato una macchina in sosta vicino al marciapiede e si è ribaltata. Fortunatamente la donna non si è fatta nulla ed è riuscita ad andare all’Ospedale per i primi accertamenti. L’incidente ha causato il blocco di tutto il tratto stradale fino alla rotonda a qualche centinaio di metri. Sul posto Croce Bianca e Vigili del Fuoco, oltre alla Municipale per i primi rilievi

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Casa Pound: “preoccupazione per la situazione di degrado e violenza di viale Dante”

In una nota, CasaPound Piacenza esprime la propria preoccupazione per la situazione di degrado e violenza, culminata con lo stupro della barista di viale Dante a Piacenza.

«La situazione degli ultimi mesi vede un preoccupante aumento degli episodi di violenza e criminalità, non più unicamente localizzati nel quartiere Roma – spiega il responsabile provinciale Pietro Pavesi – ma sempre più spesso riguardano viale Dante e le vie adiacenti, creando preoccupazione e paura nei residenti. Questo significa che non basta ammortizzare il problema con saltuarie azioni nei luoghi già noti per i numerosi episodi di criminalità, ma occorre contrastarlo alla radice in tutta la città in modo fermo e continuo”. Non solo: “Inoltre – continua – è necessario che la Giustizia assicuri la certezza della pena: da quanto apprendiamo dai giornali, il malvivente era agli arresti domiciliari, dal momento che stava scontando una pena per diversi reati. Una circostanza assolutamente inaccettabile».

«Come CasaPound – conclude Pavesi – saremo in prima linea nella lotta al degrado, intensificheremo le passeggiate della sicurezza e ci faremo portavoce di quei cittadini che rivogliono avere una città vivibile, soprattutto nelle ore notturne».

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Foti (Fdi): “viale Dante non diventi la nuova via Roma”

L’on. Tommaso Foti interviene sull’episodio di violenza di viale Dante e, in un comunicato, chiede che questi episodi non vengano sottovalutati.

«Vi sono aree della città che necessitano di un monitoraggio costante, che sappia unire mirate azioni preventive – e, se del caso, repressive – alla promozione dell’inclusione sociale, al fine di scongiurare episodi delinquenziali come quelli verificatisi in viale Dante nella nottata di giovedì» è la posizione dell’On. Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia, che ha stigmatizzato l’episodio di violenza che ha segnato le cronache piacentine in questi giorni: «Da viale Dante – sostiene Foti – arrivano segnali preoccupanti e ripetuti, che meritano tutta l’attenzione delle istituzioni. Solo pochi mesi or sono il quartiere è stato teatro di un luttuoso caso di femminicidio e, pare, che l’escalation di violenza non sia destinata a fermarsi qui».

Per il parlamentare di Fratelli d’Italia non vi sono dubbi: «Pensare di liquidare i recenti accadimenti come episodi d’occasionale e gratuita violenza – rimarca Foti – rappresenterebbe un grave errore. Senza un concreto e deciso intervento delle preposte istituzioni viale Dante rischia di “fare la fine” di via Roma, divenendo luogo di degrado e insicurezza a danno della maggioranza dei cittadini che ivi risiedono. Lungi dallo scadere nella criminalizzazione preventiva di alcuno – spiega il parlamentare del movimento politico di Giorgia Meloni – bisogna essere coscienti che la politica del “laissez faire” è destinata a produrre effetti nefasti e difficilmente rimediabili». A rincarare la dose è Nicola Domeneghetti, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, che sottolinea: «Da profondo conoscitore di viale Dante e delle sue attività commerciali non posso che essere fortemente allarmato. I residenti mi segnalano costantemente la presenza di balordi sino a tarda notte, circostanza questa, che genera un senso di insicurezza diffuso e che va a ledere il sacrosanto diritto delle persone per bene di vivere senza la paura di uscire da casa propria».

«Merita riconoscenza e plauso – evidenzia Foti – la rapidità con la quale, anche in questo caso, i Carabinieri e, più in generale, le Forze dell’Ordine, hanno individuato il supposto colpevole. Occorre però – è l’accorato appello del parlamentare di Fratelli d’Italia – mettere in campo tutti gli strumenti di cui è dotato lo Stato per impedire l’altrimenti ineluttabile decadimento di uno dei quartieri, fino a poco tempo fa, più vivibili della città. E’ indispensabile, anziché lasciarsi andare a luoghi comuni o a iniziative inattuabili se non prima previste per legge, innanzitutto rifiutarsi di considerare questi fatti delittuosi come “imprevedibili”. La prevenzione del crimine – conclude Foti – è possibile solo con un costante e martellante presidio del territorio, che veda protagonisti tanto i responsabili della pubblica sicurezza quanto gli operatori dei servizi sociali».




Fermato a Milano il presunto stupratore della barista di viale Dante. Salvini chiede la castrazione chimica

In poco più di 24 ore i carabinieri sono riusciti ad individuare ed a fermare a Milano, in zona Forlanini, il presunto stupratore accusato di aver violentato in viale Dante per quattro ore, una barista di 40 anni,  dopo averla imbavagliata. L’uomo è un romeno di 34 anni, pregiudicato, che stava scontando una pena per altri reati. Si trovava agli arresti domiciliari ed aveva il permesso di uscire durante il giorno, per recarsi al lavoro (ma non di notte).

Ad identificarlo militari dell’Arma che l’hanno arrestato mentre, a piedi, girava nella prima periferia del capoluogo lombardo.

Intanto la barista, questa mattina, è stata dimessa dall’ospedale dove era stata ricoverata ieri notte in stato di shock.

La vicenda accende anche il dibattito politico ed il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si unisce al collega Leghista Borghezio e con un post su Facebook e Twitter chiede la castrazione chimica del presunto violentatore:

«Fermato a Milano un pregiudicato romeno di 34 anni per lo stupro di una barista a Piacenza.
Era già agli arresti domiciliari ma beneficiava di permessi per andare a lavorare (?????).
Un grazie alle Forze dell’ordine per la rapidità di azione e un abbraccio alla ragazza.
Per i colpevoli di questi reati zero sconti, pena certa da scontare solo in galera e castrazione chimica!».

 

 




Cosa succede in viale Dante? Due mesi fa un omicidio, l’altra notte violentata una barista

Cosa sta succedendo in viale Dante? E’ quanto molti abitanti si stanno chiedendo dopo che, nel giro di un paio di mesi, la strada è stata teatro di due terribili fatti di cronaca.

Il primo l’uccisione, da parte del marito, di Elca Tereziu, la 52enne accoltellata a morte. L’altro ieri notte, la brutale aggressione nei confronti di una 40enne cinese che sarebbe stata violentata per quattro ore all’interno del suo bar da un uomo, forse dalla pelle olivastra.

Ad inizio giugno un’altra donna era sfuggita da un’aggressione in una strada laterale, via Vignola.

Intanto i particolari che stanno emergendo su quanto successo all’interno del bar (se confermati) sono davvero agghiaccianti. La donna che gestisce l’esercizio sarebbe stata aggredita, imbavagliata e violentata dalla mezzanotte fino alle 4 del mattino, quando è riuscita a togliersi il pezzo di stoffa dalla bocca e ad urlare a squarciagola, attirando l’attenzione dei vicini e delle forze dell’ordine. E’ stata ricoverata in ospedale, sotto shock, mentre i carabinieri di Piacenza, intervenuti sul posto, hanno transennato tutta l’area ed hanno chiamato a supporto i Ris di Parma, nella speranza di trovare qualche indizio utile ad incastrare l’aggressore.

Sull’episodio c’è anche da registrare un comunicato a firma dei parlamentari piacentini della Lega che esprimono solidarietà alla donna stuprata e chiedono “una risposta immediata”.

 La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà e la vita delle persone». Elena Murelli, deputata della Lega, richiama le parole di papa Giovanni Paolo II per portare la propria solidarietà alla giovane donna cinese vittima di violenza.

«Lo stupro subito da una donna sequestrata per ore richiede una risposta dura e immediata. Sono vicino a quella donna, come a tutte coloro che subiscono abusi e violenze di ogni tipo, dai maltrattamenti, alle percosse, allo stalking. Le leggi contro la violenza sessuale ci sono e il Codice penale prevede sanzioni pesanti. Mi auguro che, una volta identificato l’autore, non si facciano sconti». E solidarietà è stata espressa anche dal senatore Pietro Pisani.

«Senza stabilire alcun nesso – continuano Murelli e Pisani – notiamo che è singolare come questa violenza sia avvenuta pochi giorni dopo un altro episodio violento che ha riguardato un altro cittadino cinese. E anche qui, i due aggressori, subito arrestati dalla polizia, avevano intenzione di sequestrarlo. Un episodio torbido su cui sono in corso indagini che faranno chiarezza. Bisognerà capire se si tratti di un episodio isolato o se sia la spia di un fenomeno criminale più ampio».

Un altro leghista, Roberto Calderoli, invoca invece “la castrazione, chimica o chirurgica che  rappresenterebbe un deterrente e al tempo stesso una punizione per chi supera certi limiti”.




Colpo nella notte al bar San Giorgio in via Dante. Malmenata la titolare

Sono in corso, in via Dante, presso il bar San Giorgio, gli accertamenti del Ris dei carabinieri per ricostruire quanto successo questa notte e per raccogliere prove ed indizi.

Secondo alcune testimonianze che abbiamo raccolto, intorno alle quattro di questa notte, sarebbe suonato l’allarme del bar. Con ogni probabilità i malviventi, forzato l’ingresso ed entrati nel locale, volevano prendere di mira le macchinette del videopoker installate nell’esercizio per rubare monete e contanti.

La proprietaria del bar, che dorme in una stanza attigua, sentendo la sirena si sarebbe alzata per andare a verificare quanto stava accadendo e si sarebbe trovata di fronte uno o più ladri che, a quel punto, l’avrebbero malmenata per guadagnare la via di fuga. Da furto il reato diverrebbe così rapina.

Sul posto sono arrivati i carabinieri che hanno poi chiesto l’ausilio del reparto scientifico dell’Arma, arrivato dalla sede di Parma.

Notizia in aggiornamento




In carcere alle Novate l’uomo che, ieri, ha ucciso la moglie a coltellate

E’ stato interrogato tutta la notte presso il comando provinciale dei carabinieri Xhevdet Mehmeti il 57enne albanese che ieri pomeriggio ha ucciso a coltellate la moglie Elca Tereziu di 52 anni, nel loro appartamento di viale Dante.

Gli inquirenti hanno sentito entrambi i figli sia il ragazzo di 17 anni – che si trovava in casa con i genitori al momento della lite – sia il primogenito di 19 anni che è arrivato sul posto circa un’ora dopo.

Un poliziotto consola il figlio diciannovenne appena arrivato davanti allo stabile

I ragazzi si trovano ora presso alcuni parenti anche perché l’immobile è ancora sotto sequestro, così come l’auto di famiglia.

Il marito, assistito dall’avvocato Angelo Osvaldo Rovegno, al termine dell’interrogatorio è stato portato in carcere alle Novate.  Su di lui pende l’accusa di omicidio volontario. Nei prossimi giorni dovrebbe essere effettuata l’autopsia sul corpo della moglie e si dovrebbe tenere l’interrogatorio di garanzia davanti al gip.

Intanto emerge il quadro di un matrimonio con parecchi contrasti e con ripetute e violente scenate. Secondo il racconto di Xhevdet Mehmeti sarebbe però stata soprattutto la moglie ad accusare il marito di presunti tradimenti e non viceversa. Una versione al vaglio degli inquirenti.

Pochi istanti prima di essere uccisa la donna sarebbe stata al telefono con il fratello e durante il litigio con il marito avrebbe fatto cadere per terra sia il telefono sia alcune suppellettili. I due sarebbero venuti alle mani ed alla fine l’uomo l’avrebbe ripetutamente colpita con un coltello, anche se ha raccontato di non ricordarsi quante coltellate abbia sferrato ed in che punto del corpo della coniuge. Si sarebbe poi cambiato d’abito per recarsi, in auto, dai carabinieri in viale Beverora e costituirsi.

Il figlio davanti al silenzio sarebbe uscito dalla camera, dove era rimasto chiuso fino a quel momento, ed avrebbe trovato la madre in cucina, ormai priva di vita.




Omicidio in viale Dante

Omicidio in viale Dante. Una donna cinquantaduenne, Elca Tereziu, di origini albanesi, è stata uccisa probabilmente con cinque coltellate infertele alla gola dal marito Xhevdet Mehmeti, 56 anni, poco dopo le 16 di oggi al culmine di una lite. Il fatto è avvenuto al civico 35. L’uomo si è costituito ai carabinieri. Ad assistere alla scena ci sarebbe stato un figlio sedicenne mentre l’altro figlio è arrivato circa un’ora dopo il fatto. Disperato ha insistito per poter salire in casa e vedere la madre ma è stato convinto a desistere dai poliziotti.

Sarebbe stato proprio il fratello minorenne ad avvertire le forze dell’ordine di quanto accaduto. Al momento del fatto il ragazzo sarebbe stato in camera sua. Accompagnato in caserma è stato a lungo sentito dagli inquirenti, nel tentativo di capire cosa abbia innescato la furia omicida del padre.

Xhevdet Mehmeti dopo aver ucciso la moglie, forse usando addirittura due coltelli, si era allontanato a piedi da casa per poi costituirsi presso il comando dei carabinieri in viale Beverora, con le mani ancora sporche di sangue. L’accusa formulata nei suoi confronto è al momento di omicidio volontario.

Numerosi vicini hanno sentito urla provenire dall’appartamento posto al primo piano dello stabile.

Inutile l’intervento dei soccorritori del 118 che non hanno potuto fare altro se non constatare la morte della donna. Sul posto polizia e carabinieri coordinati dal pm Antonio Colonna. Sono intervenuti i medici legali e la Polizia scientifica per i rilievi di legge.

Il cadavere della donna è stato trovato riverso sul pavimento della cucina con vicino il coltello (o i coltelli) usato per il delitto.

Stando ad alcune testimonianze, raccolte fra i vicini, pare che questa non fosse la prima lite fra i coniugi e che già una volta fosse intervenuta l’ambulanza per prestare soccorso a Elca Tereziu.

La famiglia sembra stesse attraversando qualche difficoltà economica e fosse in ritardo con il pagamento delle spese condominiali, come ci ha riferito un abitante dello stabile. Il marito attualmente sembra non avesse un lavoro stabile, elemento che può aver creato frustrazione e tensione in famiglia. La vittima viene descritta, da chi la conosceva, come una signora molto riservata.