Il Governo salverà Banca Carige

Ieri sera è stato convocato a sorpresa un Consiglio dei Ministri. All’ordine del giorno il salvataggio di Banca Carige, storico istituto di credito genovese che a causa di operazioni considerate discutibili da tempo versa in condizioni critiche.

Saranno offerte garanzie pubbliche sulle future emissioni di obbligazioni da parte di Carige e su un’eventuale richiesta di ulteriore liquidità a Banca d’Italia. Il laconico comunicato diffuso poche ore fa ipotizza anche la possibilità di una nazionalizzazione della banca tramite una cosiddetta “ricapitalizzazione precauzionale”. Per la prima volta quindi la Bce, attraverso un commissariamento, prende posizioni sulle sorti di un istituto, una novità che cambia le prospettive del settore. Lo scorso 2 gennaio Carige è infatti stata commissariata e l’incarico affidato a Pietro Modaino, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener. Piano A resta quello della ricapitalizzazione da 400 milioni, saranno usati i fondi del “decreto salvabanche” del governo Gentiloni.

All’epoca il decreto venne fortemente contestato proprio dai principali attori di questo Governo, il M5S in primis. Ora il cambio di rotta. Carige fino a poco tempo fa era la quinta Banca italiana, valutata 6 miliardi in Borsa nel 2007. Maggiore azionista la famiglia Malacalza, originaria di Bobbio ma da anni operativa sulla piazza genovese. Come riportato sul Corriere della Sera, “la famiglia piacentina, arricchitasi vendendo agli ucraini le proprie attività siderurgiche, ha avuto qualche problema nel sottoscrivere il previsto aumento di capitale (400 milioni) che pro quota le sarebbe costato 120 milioni circa. Ma ha impedito, con la sua astensione nell’assemblea straordinaria del 22 dicembre, che la banca si aprisse a nuovi investitori, mantenendo i propri ratios patrimoniali”. L’unica certezza rimasta è che i clienti-depositanti di Banca Carige sono garantiti.

Le reazioni dell’opposizione intanto non si sono fatte attendere. In un tweet (ormai a sostituzione di comunicati stampa) Matteo Renzi ha dichiarato: “Sono bastati dieci minuti di una riunione notturna del Consiglio dei Ministri per smentire cinque anni di insulti e menzogne contro di noi. Matteo Salvini e Luigi Di Maio devono solo vergognarsi #Carige”. E in unvideo ribadisce ancora più fortemente questo concetto: “Hanno truffato gli italiani raccontando storie non vere su di noi: sulla Tav, sulla Tap, sull’Ilva, sulle trivelle… Adesso persino sulle banche”. 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




L’imprenditore piacentino Malacalza si dimette dal Cda di Banca Carige

L’imprenditore di origini piacentine Vittorio Malacalza (è nato a Bobbio), vicepresidente di Banca Carige, ha comunicato di volersi dimettere dal consigliere di amministrazione dell’istituto di credito genovese, in polemica con l’amministratore delegato Paolo Fiorentino e seguendo l’uguale decisione presa in precedenza dal presidente Giuseppe Tesauro. Malacalza dopo l’uscita di Tesauro reggeva la presidenza ad interim.

Tutto è nato da alcune dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa, lo scorso 3 luglio, dall’ad. Parole che – secondo l’imprenditore piacentino – tendevano a delegittimarlo come spiega in un messaggio diffuso alla stampa:

«Ho rappresentato al Consiglio di Amministrazione che tale decisione è stata tra l’altro determinata dalle recenti dimissioni di altri consiglieri e dai contenuti delle stesse, nonché dal tentativo dell’Amministratore Delegato di delegittimare il mio ruolo di supplenza del Presidente nell’incontro con la stampa dello scorso 3 luglio, nel quale, anziché smentire la voce di supposte obiezioni della BCE a tale ruolo di supplenza, la ha accreditata con una risposta evasiva e ambigua, nella quale ha comunque affermato la “anomalia” della mia posizione».

«La mia decisione – prosegue l’imprenditore  – è stata inoltre determinata dalla divulgazione dell’intercettazione della conversazione telefonica tra il sig. Luca Parnasi e il dott. Paolo Fiorentino, che ha assunto per me particolare significato alla luce del fatto che quest’ultimo, proprio nei giorni immediatamente precedenti all’arresto dell’avv. Lanzalone, mi riferì di averlo incontrato, decantandomene le qualità professionali».

«In ogni caso – conclude Malacalza – intendo continuare a impegnarmi in favore di Banca Carige, nella piena fiducia delle sue potenzialità di consolidamento e rilancio grazie allo sforzo dell’azionariato che ha assicurato il successo del recente aumento di capitale, alle altre operazioni di rafforzamento patrimoniale già attuate, alla capacità e dedizione dei suoi dipendenti e alla vicinanza e fedeltà della sua clientela».