Visita lampo di Sgarbi in Santa Maria di Campagna

Visita fugace di Vittorio Sgarbi alla Salita al Pordenone, occasione – anche – per vedere il ritratto che gli ha fatto Cristian Pastorelli, posizionato nel porticato del Convento dei frati minori di Santa Maria di Campagna. Il noto critico d’arte è raffigurato, nel murales, insieme ad alcuni piacentini illustri.




Sgarbi, a Palazzo Galli, ricorda il professor Ferdinando Arisi

E’ arrivato direttamente dalla Spagna e per la precisione Madrid dove al Museo del Prado ha partecipato all’inaugurazione della mostra “Ritratti” di Lorenzo Lotto. Vittorio Sgarbi è approdato in auto davanti a Palazzo Galli.

Un attimo per rassettarsi, infilare la cravatta e poi ha raccolto il benvenuto degli amici piacentini ed in particolare dell’avvocato Corrado Sforza Fogliani. Insieme hanno visitato brevemente le mostre in corso nello spazio espositivo della Banca e poi si sono presentati davanti al pubblico numerosissimo accorso ad ascoltarlo (centinaia gli intervenuti, ospitati nella Sale Panini, Verdi e Corsi, queste ultime video collegate).

Il critico d’arte, a Piacenza per ricordare la figura di Ferdinando Arisi è partito subito con una esortazione: «Spero che l’Amministrazione comunale e la Banca di Piacenza vogliano chiudere il percorso di una vita operosa come quella di Arisi dedicandogli una bella monografia sul pittore Gaspare Landi».

Quella di oggi era  la quinta edizione della “Giornata Arisi” e si è svolta, questo pomeriggio, a Palazzo Galli. Tema dell’incontro il camminamento degli artisti (che il professor Ferdinando utilizzava per portare gli alunni dell’Istituto Gazzola a studiare la prospettiva degli affreschi di Antonio de’ Sacchis), Santa Maria di Campagna (basilica che amava particolarmente) e il Pordenone.

Sgarbi – salutato dal presidente del Comitato esecutivo della Banca Corrado Sforza Fogliani che ha sottolineato la grande amicizia del critico d’arte per Piacenza e per Arisi – ha spiegato il ruolo dei critici d’arte nel mettere in evidenza gli artisti della cosiddetta Padanìa, allo scopo di dimostrare che l’arte non era solo quella toscana, citando Roberto Longhi, Francesco Arcangeli («il mio maestro»), Arturo Carlo Quintavalle. «Quello che hanno fatto Longhi a Ferrara, Quintavalle a Parma, Arisi lo ha fatto qui», ha affermato Vittorio Sgarbi aggiungendo che a Piacenza «l’arte è Arisi». Nel senso che senza la sua opera non si sarebbero conosciuti artisti del calibro di Felice Boselli e del vedutista Gian Paolo Panini, di cui ha lasciato importanti monografie. «C’è un terzo pittore – ha proseguito Sgarbi – che Ferdinando Arisi ha scoperto e valorizzato: Gaspare Landi, forse più importante di Boselli e Panini, un autore di dimensioni universali che si ispirava al Canova. Nel 2004 grazie alla Banca di Piacenza si è organizzata una grande mostra poi replicata a Roma a palazzo Montecitorio, di cui restano due cataloghi importanti, ma manca una vera e propria monografia».

Il critico d’arte ha quindi mostrato alcune opere del Landi scoperte di recente: lo studio finito per l’episodio di Gesù fra i dottori del tempio dei Musei civici di Palazzo Farnese a Piacenza, un grande bozzetto per una “turcheria” proto-orientalista in relazione con il dipinto del Museo nazionale di Capodimonte (Harun al-Rashid nella sua tenda con i sapienti d’Oriente). «Due begli esempi di pittura neaclassica», ha commentato Sgarbi che ha citato anche altre importanti opere del Landi (una Venere del 1817-17 che si trova al museo di Budapest, due autoritratti del Canova che dimostrano l’amicizia e l’ammirazione che il pittore piacentino aveva per il massimo esponente del neoclassicismo e Pittura che piange sull’urna di Raffaello conservata alla Pinacoteca ambrosiana a Milano).

Nel corso della giornata di studi sono quindi intervenuti Laura Bonfanti (che si è soffermata su alcuni aspetti trattati da Ferdinando Arisi nel libro scritto a quattro mani con la figlia Raffaella, nel 1983, sulla storia di Santa Maria di Campagna), Robert Gionelli (che ha trattato delle firme di artisti e studenti sulle colonne della cupola di Santa Maria di Campagna, dallo stesso individuate insieme a Carlo Omini dopo il primo nucleo scoperto da Attilio Rapetti tra il 1939 e il 1840: in totale ora sono 80 le firme censite) e Roberto Tagliaferri (che ha illustrato la ricerca compiuta su alcuni artisti piacentini che hanno lasciato la loro testimonianza in Cupola e la mappa da lui stesso realizzata per indicare esattamente dove si trovano le firme scoperte).

La giornata piacentina di Vittorio Sgarbi – dopo un passaggio in Santa Maria di Campagna – si è conclusa ad Albarola, dove il Rotary Piacenza Farnese gli ha consegnato la tessera di socio onorario e la “Paul Harris Fellow”, la massima onorificenza rotariana.




Domani a Palazzo Galli Vittorio Sgarbi rende omaggio al professor Ferdinando Arisi

Domani (martedì 19 giugno, alle 17) la Sala Panini di Palazzo Galli ospiterà la “Giornata Arisi”. Giunta alla quinta edizione per iniziativa della Banca di Piacenza, l’omaggio al più grande, ed indimenticato, storico dell’arte della nostra terra assume un significato particolare: il professor Ferdinando può essere considerato, infatti, il “padre” della Salita al Pordenone; suo il sogno più volte espresso (e ora realizzato dalla Banca) di portare fedeli e turisti sulla cupola attraverso quel camminamento degli artisti che lui conosceva come le sue tasche, avendo accompagnato in numerose occasioni gli allievi del Gazzola a studiare la prospettiva osservando da vicino gli affreschi di Antonio de’ Sacchis.

La giornata in suo ricordo avrà evidentemente per tema il camminamento degli artisti, Santa Maria di Campagna e il Pordenone. Già presente al tavolo dei relatori in una precedente edizione, torna a rendere omaggio ad Arisi, con il quale aveva un forte legame di stima e amicizia (firmarono insieme il catalogo dedicato alla mostra su Gaspare Landi allestita nel 2004 a Palazzo Galli), Vittorio Sgarbi.

Previsti anche interventi di Laura Bonfanti, Robert Gionelli e Roberto Tagliaferri).

Omaggio doveroso al professor Arisi, ma al contempo riconoscenza al professor Sgarbi per l’amicizia, vera, che dimostra per Piacenza.

Di lui ha scritto recentemente in un tweet Corrado Sforza Fogliani: “Grazie. Grande Sgarbi, amico sincero della nostra Piacenza come pochi. Fatti, per noi; non, chiacchiere. Anche in Parlamento, al bisogno, ci difenderà sempre. Tornerà presto fra noi, a giorni”.

Sgarbi è stato un assiduo frequentatore della nostra città già in passato ed ancor di più negli ultimi mesi (quattro volte negli ultimi quattro mesi).




Conversazione con Vittorio Sgarbi per la “Giornata Arisi”

Nell’anno della Salita al Pordenone, anche la “Giornata Arisi” sarà dedicata alla basilica di S. Maria di Campagna e ai suoi straordinari tesori d’arte sacra.

Giunto alla sua quinta edizione, questo importante evento culturale si svolgerà quest’anno martedì 19 giugno con inizio alle 17 nella Sala Panini di Palazzo Galli, ed avrà come tema “Il camminamento degli artisti, S. Maria di Campagna e il Pordenone”.

La “Giornata Arisi”, promossa ed organizzata dalla Banca di Piacenza per ricordare e per rendere omaggio al più grande, ed indimenticato, storico dell’arte della nostra terra, sarà aperta quest’anno da una conversazione di Vittorio Sgarbi. Il noto critico d’arte ferrarese (che già altre volte ha partecipato alla “Giornata Arisi”) ha voluto essere presente anche quest’anno per rimarcare e sottolineare il suo legame con il critico piacentino, con cui firmò il catalogo dedicato alla grande mostra su Gaspare Landi allestita nel 2004 a Palazzo Galli.

Dopo Vittorio Sgarbi interverranno la dott. Laura Bonfanti, il giornalista Robert Gionelli e l’ing. Roberto Tagliaferri, che analizzeranno alcuni studi del prof. Arisi sulla basilica di S. Maria di Campagna, sui capolavori d’arte sacra in essa conservati e sul “camminamento degli artisti” recentemente recuperato e ristrutturato dalla Banca di Piacenza proprio su suggerimento dell’indimenticato storico dell’arte piacentino.

Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti: relaz.esterne@bancadipiacenza.it, tel. 0523.5422137.




Sgarbi: “Non c’è nulla di più vicino a Dio di una Cupola”

Dimenticate lo showman della tv, Vittorio Sgarbi nella Basilica di Santa Maria di Campagna questa mattina ha tenuto una vera e propria lezione sul significato dell’arte toccando molti temi trasversalmente collegati, ma avendo come filo conduttore sempre il Pordenone, l’artista protagonista della Salita resa possibile da Banca di Piacenza (presente con il sempreverde Corrado Sforza Fogliani).

“Il nome del Pordenone sta diventando consueto – considera Sgarbi -, nonostante la sua opera sia pregevole, gli viene riconosciuto un merito tardivo a causa di una alfabetizzazione artistica molto fragile, se ne parla poco a scuola, a causa anche di una visione dell’arte un po’ idealistica”. Nel suo discorso poi entra in scena la Cupola, che considera come la “presenza stessa di Dio nella vita dell’uomo, in quanto è ciò che più gli si avvicina. In molte chiese non è presente questa vita celeste sopra di noi, colpa dell’architettura e segno del relativismo imperante. La cultura in passato era legata al Cristianesimo, non c’era alternativa, anche oggi quelli che non credono sentono comunque l’imperio di Dio, nulla è più vicino a Dio dell’arte, essa rende più bello il mondo, espressione dello spirito dell’uomo”.

Sgarbi ripercorre le tappe che hanno portato Pordenone a Piacenza, passando dalle influenze di Giorgione e Mantegna passando da Roma, dove entra in contatto con Raffaello e Michelangelo. “Pordenone si può considerare il primo manierista padano. Egli segna come capitale della propria attività Piacenza, pur vedendo Venezia come miraggio e Roma come palestra per i propri studi pittorici”.

Uno sguardo poi viene posto sulla lingua italiana. “Sin da piccoli siamo abituati a leggere le poesie di Petrarca, di Boccaccio e altri perchè a scuola ci vengono insegnati. Ma in realtà nella vita di tutti i giorni a cosa servono? La poesia è la prova dello spirito che è dentro di noi. L’uomo tuttavia corrompe quella bellezza con le guerre, ma una parte di se è in grado di rendere più bello il mondo, di essere più vicini a Dio attraverso l’arte. Nessuno insegna Pordenone a scuola, eppure passano gli anni e quando si intravede la possibilità di creare turismo, conoscenza e ricerca, soprattutto nel dopoguerra, si recuperano questi artisti”.

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Sgarbi in scena al Politeama con lo spettacolo “Michelangelo”

Dopo il successo dello spettacolo teatrale “Caravaggio”, dove Vittorio Sgarbi ha condotto il pubblico in un percorso trasversale fra storia dell’artista ed attualità del nostro tempo, parte una nuova esplorazione sull’universo “MICHELANGELO” martedì 6 marzo, h. 21.00 presso il Teatro Politeama di Piacenza.
La stupefacente arte di Michelangelo Buonarroti si farà palpabile nel racconto del critico Vittorio Sgarbi, contrappuntato in musica da Valentino Corvino (compositore, in scena interprete) e reso vivo dalle immagini del visual artist Tommaso Arosio. Verrà così ricomposto il Rinascimento, un periodo emblematico, imprescindibile ed unico nell’arte, e assieme all’ambizione di scoprire un Michelangelo inedito, al pubblico non resterà che farsi sorprendere.
DoppioSenso cura la messa in scena e l’allestimento ed è un progetto di Valentino Corvino e Tommaso Arosio, dedicato allo studio delle relazioni profonde esistenti tra suono e immagine. Linguaggi, tecnologie e immaginari della contemporaneità rielaborati e messi alla prova nello sviluppo di opere sceniche, performance ed installazioni.

Produzione: Promo Music, in collaborazione con Comune di Foggia
Durata: 1 ora e 45 minuti, senza intervallo
BIGLIETTI: da euro 22,00 a euro 31,00 (d.p. inclusi)
PREVENDITE: presso la cassa del teatro info tel. 0523 328672 – online sul sito del teatro www.multicinema2000.it e su www.ticketone.it




L’assessore alla cultura di Parma: faremo in modo che gli effetti positivi si riverberino su Piacenza e Reggio

Sono passate solo poche ora dall’assegnazione del titolo di Capitale della Cultura Italiana 2020 a Parma. Il sindaco Pizzarotti, l’assessore alla cultura Michele Guerra e gli altri componenti della delegazione stanno rientrando in treno, dopo i primi brindisi e festeggiamenti romani.

Visto che lo scorso 8 febbraio, in occasione della presentazione dei dossier alla commissione i sindaci di Parma, Piacenza e Reggio Emilia avevano stretto una sorta di patto fra loro, promettendosi di “estendere” la vittoria anche alle città confinanti (tutte e tre socie di Destinazione Turistica Emilia) abbiamo contattato l’assessore Guerra per chiedergli se onoreranno questa “cambiale”.

Il suo telefono, come è prevedibile che sia, scotta per le tante telefonate di congratulazioni ricevute, ininterrottamente, dalle 11,30 di stamane.

Anche se da piacentini, in fondo, ci  costa un po’ farlo … innanzitutto congratulazioni assessore.

Grazie

A Piacenza, come in tutte le città “sconfitte” ovviamente si respira una sottile aria di delusione. Credete però di poter mantenere fede a quella promessa che avevate fatto durante le audizioni fra città emiliane ossia di coinvolgervi reciprocamente in caso di vittoria di una delle tre?

Sicuramente. Non solo l’ha ribadito oggi il sindaco Federico Pizzarotti subito dopo la proclamazione, ma l’ho detto io privatamente, al termine della cerimonia al sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri ed all’assessore Polledri. Questo ovviamente vale anche per Reggio Emilia. L’idea è di fare in modo che, essendo arrivato in Emilia questo importante riconoscimento ed essendoci “Destinazione Turistica Emilia” gli effetti riescano a riverberarsi anche sulle città vicine. E’ peraltro anche l’intenzione della Regione Emilia Romagna come è specificato nella nota stampa diramata subito dopo la vittoria; oltre a complimentarsi con Parma per la vittoria hanno sottolineato questo importante legame fra le tre città.

Concretamente quali crede che possano essere le ricadute sui territori limitrofi a Parma?

Innanzitutto credo che il flusso di persone che la Capitale della Cultura attrae, visto che le nostre realtà sono tutto sommato piccole, possa spargersi molto bene anche sulle città vicine.

E’ chiaro che dovremo fare in modo che, sia dal punto di vista della comunicazione sia dal punto di vista della condivisione di alcune linee di intervento (magari intrecciando i dossier che non conosciamo reciprocamente ma che potremo conoscere in questi due anni che ci separano dalla data) si sappia che oltre alla capitale della cultura, che è Parma, c’è un giro culturale più amplio che riguarda le tre città, Destinazione Emilia appunto, un nome molto connotato, molto forte e che esiste già.

Sgarbi in una recente visita alla salita del Pordenone aveva lasciato intendere che si sapeva già chi avrebbe vinto e che sareste stati voi di Parma. Aveva consigliato a Piacenza di ritirarsi dalla competizione perché  a suo giudizio “le città importanti non si devono candidare per queste iniziative, devono essere chiamate e coinvolte senza partecipare a selezioni”.

Quando Sgarbi è venuto a Parma ha detto cose simili ossia che dovevamo ritirarci perché fra le città in lizza Parma era già troppo capitale rispetto alle altre per cui non poteva accettare una competizione con città che – a suo dire – non meritavano di competere per quel titolo.  Non ricordo le parole esatte ma la “boutade era più o meno quella. In realtà ha continuato a ripetere a me ed a Pizzarotti di ritirarsi che non potevamo partecipare ad una competizione di quel genere. Ha avuto torto!

Noi sapevamo che era importante esserci non perché ci credessimo migliori di altre città. Tutte e dieci sono realtà splendide, lo abbiamo visto in questi mesi. Abbiamo voluto metterci in gioco perché è servito a fare comunità, a fare gruppo di lavoro.

Abbiamo già scritto a Sgarbi: visto che ci aveva detto “se perdete mi dovrete dare due culatelli, se vincete ve li do io, gli abbiamo subito fatto sapere che stiamo aspettando i culatelli.




Giornata piacentina per Vittorio Sgbarbi che vede in anteprima la Salita al Pordenone

«Andrà benissimo». Il riferimento è alla Salita al Pordenone, manifestazione organizzata dalla Banca di Piacenza (dal 4 marzo al 10 giugno) che consentirà ai visitatori di ammirare gli affreschi pordenoniani della cupola della basilica di Santa Maria di Campagna stando esattamente alla loro altezza. A fare la previsione è stato domenica 4 febbraio Vittorio Sgarbi rivolgendosi a padre Secondo Ballati, sul sagrato della Basilica, al termine della visita che il critico d’arte ha compiuto accompagnato dal presidente esecutivo della Banca di Piacenza, Sforza Fogliani. Il critico d’arte, appena arrivato sul sagrato della basilica, ha ricordato come proprio in questi giorni sia già in preparazione la mostra che verrà organizzata nel 2019 a Pordenone, «che finalmente si è decisa a celebrare l’artista, che ha lasciato la sua opera forse più importante a Santa Maria di Campagna».

Armato di torcia, Vittorio Sgarbi ha osservato i capolavori del Pordenone dalla galleria circolare aperta a 360 gradi sulla città (stessa operazione compiuta anche con gli affreschi a pianterreno).

«E’ sorprendente – ci dice  – che ci siano dei nudi femminili così pagani in una chiesa. Ce n’è più d’uno. Senza nessun riferimento solo apparente, a temi religiosi. Lì c’è una donna nuda che sembra una Venere di Tiziano. Per il resto ci sono queste figure così enfatiche e potenti (il riferimento è ai Profeti e alle Sibille delle vele, o spicchi, ndr) e tutte hanno la mano che si alza al cielo, una specie di elemento di caratterizzazione. L’idea è che questi profeti e sibille alzino la mano al cielo come per far capire che in alto c’è Dio. Poi lo stile è perfettamente michelangiolesco. Lui era stato a Roma ed è uno dei pochi pittori del Nord Italia che fossero stati a Roma prima che Giulio Romano portasse Roma a Mantova. Quello era più facile. Lui invece è sceso a Roma negli anni Venti (del 1500) ed è risalito portando l’immagine di Michelangelo in questa volta».

Durante la visita hanno fatto da ciceroni a Sgarbi l’architetto Carlo Ponzini (che ha sovrinteso alla rimessa in pristino/ristrutturazione dell’intera Salita, secondo le disposizioni della Sovrintendenza e del Comune, proprietario dell’immobile) e l’ingegner Roberto Tagliaferri, dirigente dell’Ufficio Economato della Banca di Piacenza.

Della piccola delegazione giunta “in quota” ad ammirare la cupola del Pordenone faceva parte anche l’Amministratore unico di Piacenza Expo, Giuseppe Cavalli. «Avere avuto la possibilità di visitarla in anteprima con il presidente Sforza e insieme a Sgarbi – dice – è una cosa meravigliosa. Piacenza ha gioielli dal punto di vista della cultura e dell’arte che sono unici. Bisogna sfruttarli. Ho parlato con il professor Sgarbi, vedremo come Piacenza Expo di organizzare una convention su arte e cultura nei nostri spazi espositivi. Mi ha promesso che ci darà una mano».

Nel primo pomeriggio Vittorio Sgarbi aveva fatto una incursione a Monticelli, questa volta non alla cappelletta del Bembo (dove era stato alcuni mesi fa, definendola “il migliore esempio di pittura tardo gotica in alta Italia”), ma nella basilica del capoluogo, eretta dal vescovo di Lodi Pallavicino, anche feudatario dello stato che aveva Monticelli come capoluogo, al pari -tra i figli di Rolando il Grande- degli stati facenti capo a Cortemaggiore e Busseto.

Il critico d’arte (accolto dal sindaco avv. Gimmi Distante e dai parroci della Basilica) si è intrattenuto in chiesa per più di due ore, visitandola in ogni sua parte anche più sperduta, ammirato per il tesoro di dipinti (molteplici i De Longe e gli Scaramuzza) che vi si trovano insieme all’antica sacrestia. In particolare Sgarbi ha ammirato i paramenti sacri e la preziosa raccolta di calici, conservati in canonica, che il critico d’arte ha voluto anche essa visitare.
Sgarbi – ha poi promesso al sindaco, che lo acconteterà e ritorneà per un’ulteriore visita. Il critico inoltre è salito su alcuni balconi di case per ammirare il centro ed ha visto, nello studio dell’architetto Villani, un filmato che riprende tutte le opere presenti in chiesa.
Saputo che la Basilica presenta problematiche di tipo edile, ha chiesto una precisa illustrazione delle stesse per potersene interessare al Ministero dei beni culturali.

La giornata piacentina di Sgarbi è terminata al ristorante Bella Napoli, accolto dal titolare Giuseppe Amatruda. Accompagnato dall’avvocato Sforza, ha voluto visitare anche le cucine, senza sottrarsi a numerosi selfie. Per ottimizzare il tempo, mentre era a tavola, ha scritto l’articolo che compare oggi in prima pagina su il Giornale.
In serata Sgarbi è partito per Milano per un collegamento Tv con La7 per partecipare alla trasmissione condotta da Giletti.




Sgarbi consulente per rilanciare Piacenza? “Dobbiamo discuterne”

Massimo Polledri è certamente uno fra gli assessori più discussi della giunta del sindaco Barbieri. Lo è politicamente, anche all’interno del suo stesso partito, la Lega Nord, reo di essersene uscito sbattendo la porta, per poi rientrare dalla finestra. L’ex parlamentare però, alla faccia di chi gli voleva male, alle ultime amministrative ha raccolto una valanga di voti ed i galloni di assessore se li è guadagnati direttamente nelle urne.

Quando ancora frequentava Montecitorio si mise in luce per affermazioni forti soprattutto a sostegno della famiglia tradizionale  e contro il mondo Lgtb (lesbiche, gay, transessuali e bisessuali).  Frasi che ora molti gli rinfacciano tanto più che fra le sue deleghe ci sono proprio quelle della famiglia, oltre alla cultura, allo sport ed al turismo.

Nei giorni scorsi tratteggiando il suo disegno per il rilancio della nostra città Polledri ha anche calato un asso, quello di Vittorio Sgarbi che vorrebbe al suo fianco per qualche consiglio, magari anche una consulenza vera e propria.

Sgarbi conosce bene Piacenza, città in cui vanta parecchi amici. Una frequentazione che subì una brusca e parziale interruzione durante il governo di Roberto Reggi.  Un vero e proprio “amor interruptus” allorché l’ex sindaco querelò Sgarbi per alcune frasi forti che il critico d’arte aveva pronunciato sulle frequenze radiofoniche di RTL 102,5. Motivo del contendere la scelta di costruire la tangenziale a ridosso di villa Serena, decisione contro cui Sgarbi si scaglio con la sua usuale veemenza ed incontinenza verbale.

Dopo dodici anni di percorso giudiziario, una condanna in primo grado (confermata in appello), lo scorso aprile Sgarbi è stato definitivamente assolto dalla Cassazione (la sentenza penale è stata annullata mentre la Corte ha rinviato al giudice civile per la parte risarcitoria). Se questo già poteva riavvicinare il critico alla nostra città si è anche aggiunto il cambio della maggioranza a palazzo dei Mercanti.

Abbiamo contattato Sgarbi telefonicamente mentre, con il suo fidato autista, stava raggiungendo una località della costa.

Sgarbi nei giorni scorsi l’assessore Polledri ha fatto il suo nome come possibile consulente culturale per Piacenza. Avete già formalizzato?

No. Ho parlato con Polledri, poi ho letto quello che ha dichiarato ai giornali. Adesso non ci siamo ancora incontrati quindi …

Se troverete un accordo, anche immaginiamo sotto il profilo economico, quale contributo pensa di poter dare alla città?

Molte manifestazioni d’arte svolte a Piacenza sono in qualche modo già legate al mio nome, in particolare quelle di Palazzo Galli. Ce ne sarà a breve un’altra già presentata ed in corso di preparazione. Mi sembra che sia semplicemente una consuetudine che si amplia ma che esisteva già … poi è stata interrotta con Reggi ed ora si riprende.

Peraltro Piacenza è una città che lei conosce bene e che ha frequentato in svariate occasioni.

Infatti. La conosco bene.

Secondo lei ha potenzialità per crescere anche dal punto di vista culturale e turistico?

Beh è una città bellissima … Occorre qualcuno che se ne occupi, che la renda più attraente di quanto non sia stata fino ad ora.

Pensa che questa amministrazione ci possa riuscire, anche con il suo aiuto?

Mah …  credo proprio di si.

Carlandrea Triscornia