Traffico di esseri umani. Arrestato a Piacenza e estradato in Francia
È stato estradato nel pomeriggio del 18 aprile 2025 un cittadino tunisino di 39 anni, considerato elemento di rilievo del clan criminale transnazionale El Tetwani, arrestato a Piacenza nel maggio dello scorso anno dalla Squadra Mobile. L’uomo era destinatario di un Mandato di Arresto Europeo emesso dalle autorità francesi con l’accusa di traffico di esseri umani.
L’indagine ha origine in Francia nell’aprile 2024, quando la polizia transalpina ha smantellato un’organizzazione dedita al traffico di migranti nordafricani lungo la rotta balcanica, con base in Serbia e diramazioni in diversi Paesi europei. L’operazione ha portato all’arresto di numerosi soggetti e all’emissione di un mandato di cattura europeo per l’unico esponente del clan sfuggito all’epoca alla cattura: il cittadino tunisino poi individuato in Italia.
Grazie alla cooperazione tra il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e le Squadre Mobili italiane, si è scoperto che il ricercato poteva trovarsi nel Piacentino. La Squadra Mobile di Piacenza ha quindi avviato una capillare attività investigativa, che ha portato all’individuazione e all’arresto dell’uomo. Una volta accertata la sua identità tramite fotosegnalamento e verificata la corrispondenza con il mandato europeo, è stato condotto in carcere in attesa delle procedure di estradizione.
Durante il lungo iter giudiziario, il 39enne era stato scarcerato ma sottoposto a misura cautelare, sotto il costante monitoraggio della Divisione Anticrimine della Questura di Piacenza. Concluso il procedimento, l’Autorità Giudiziaria italiana ha disposto la consegna del soggetto alle autorità francesi. La Squadra Mobile lo ha quindi accompagnato in aeroporto, dove è stato preso in carico dalla Polizia di Frontiera e imbarcato su un volo diretto in Francia.
Il clan El Tetwani, che prende il nome dalla città marocchina di origine del leader, opera soprattutto in Serbia e in Francia. La sua attività principale consiste nel favorire il passaggio clandestino di migranti tunisini attraverso il confine serbo-ungherese, utilizzando documenti falsi per l’espatrio. I documenti originali venivano poi spediti in Francia, dove i migranti li recuperavano una volta giunti a destinazione.
Il tunisino estradato avrebbe avuto un ruolo chiave nella promozione delle attività del clan tramite internet e social network, oltre che nella gestione dei documenti e nei contatti interni all’organizzazione.