Piazza Cittadella. Il centrodestra contro Tarasconi: “Sindaco arrogante. Povera Piacenza”

Dopo le dichiarazioni del sindaco Katia Tarasconi su piazza Cittadella (“Abbiamo scelto di fare, non di rinviare. Piacenza merita coraggio”) non si è fatta attendere la replica delle segreterie provinciali di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. In una nota congiunta i partiti di centrodestra accusano il primo cittadino di arroganza, scarso rispetto istituzionale e responsabilità diretta nelle scelte urbanistiche che oggi dividono la città.
Ecco il testo del comunicato.
Le segreterie provinciali di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia intervengono a seguito delle parole del Sindaco di Piacenza Katia Tarasconi: “Prendiamo atto della risposta del Sindaco: un concentrato di arroganza, maleducazione e scarso senso istituzionale, che facciamo giudicare ai piacentini. E’ evidente che, per provare a salvare la faccia, il Sindaco accusa altri di non voler bene alla città, quando in realtà gli unici a non volergliene – visto quanto sta, o non sta, realizzando – è questa amministrazione che la sta devastando irreparabilmente, partendo proprio dal progetto relativo a Piazza Cittadella. Progetto per il quale, se proprio si vuole guardare al passato come spesso fa Tarasconi per cercare di assegnare delle colpe, il Sindaco è stato complice fin dagli esordi della sua carriera politica, visto il suo ruolo da assessore sia nella giunta Reggi che in quella Dosi, le amministrazioni principalmente responsabili di quello che viviamo oggi.
Forse tanta rabbia e nervosismo non derivano solo dalle opposizioni, ma dal clima che si respira dentro la sua stessa coalizione: consiglieri tenuti all’oscuro di decisioni importanti, notizie apprese dai giornali e persino comunicati diffusi a nome della maggioranza senza che tutti ne fossero a conoscenza. È comprensibile che un metodo così possa indispettire anche i suoi stessi alleati. Quindi, anziché prendersela con l’opposizione, che svolge come può il suo lavoro – nonostante i numerosissimi accessi agli atti negati o dilazionati, alla faccia della democrazia e della trasparenza più volte sbandierata – dovrebbe rispondere delle sue azioni ai cittadini, perché molti – anche suoi elettori, oltre che diversi consiglieri di maggioranza – non sono affatto soddisfatti, per usare un eufemismo. Noi ci limitiamo a dire: povera Piacenza. Speriamo che le cose migliorino, perché così non va. Al primo cittadino un consiglio semplice: meno caffè e più camomilla. Noi, invece, continueremo a lavorare con serietà e rispetto per la città e per i piacentini e non ci abbassiamo al livello di un Sindaco poco istituzionale e molto arrogante”




Piazza Cittadella, Tarasconi: “Abbiamo scelto di fare, non di rinviare. Piacenza merita coraggio”

Il sindaco Katia Tarasconi interviene con una nota sul futuro di piazza Cittadella e sulla gestione del contratto con Piacenza Parcheggi. Un messaggio per rivendicare le scelte dell’amministrazione e respingere le accuse delle opposizioni: «Il nostro compito non è fuggire dai problemi, ma affrontarli. Non governiamo pensando alla poltrona, governiamo pensando a Piacenza».

Ecco la nota integrale:

“Tre anni fa i cittadini di Piacenza ci hanno dato fiducia chiedendoci di fare, non di battere palla come al solito. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma tra i vari impegni che ci siamo assunti c’era anche quello di sbloccare opere ferme da decenni e riportare la città a crescere.

Su Piazza Cittadella abbiamo lavorato con questo spirito, con un obiettivo semplice e trasparente: realizzare il parcheggio che Piacenza attende da anni.

Abbiamo rimesso ordine dove c’era confusione, recuperato risorse che erano state lasciate per strada e riattivato un percorso che altri avevano abbandonato. E l’abbiamo fatto perché non si trattava solo di un ritardo: l’immobilismo degli anni precedenti ha prodotto un danno reale alla città, bloccandone le opportunità e lasciando irrisolto un problema che non poteva fare altro che ingigantirsi.

Ripeto, sapevamo che sarebbe stato difficile, ma chi è eletto ha il dovere di rispettare la parola data ai cittadini. Anche quando sarebbe più comodo fare il contrario.

Ci accusano di essere stati “troppo caparbi” su Piazza Cittadella, di esserci intestarditi. La verità è un’altra: la pratica era – ed è – talmente complessa che qualsiasi amministrazione seria, se avesse voluto davvero affrontarla, avrebbe dovuto affrontare serie difficoltà. Noi abbiamo scelto di provarci, perché il dovere di chi governa non è girarsi dall’altra parte, ma affrontare i nodi irrisolti, anche quando sono difficili; anche quando non conviene sul piano elettorale. Ma se si governa pensando alla poltrona, le scelte difficili spariscono, e con loro l’interesse collettivo.

Il “benaltrismo” è la scusa con cui da troppi anni si giustifica l’inazione: “Ci sono altre priorità, facciamo altro”. Il risultato lo vediamo tutti: non si è fatto questo, non si è fatto altro, e Piacenza è rimasta ferma. Noi non accettiamo questa logica: non vogliamo lasciare ai nostri figli una città bloccata dalle paure e dai rinvii. Piazza Cittadella era una delle pratiche rimaste in un limbo per un tempo vergognosamente lungo. Per noi era inaccettabile, e siamo convinti che lo sia per ogni cittadino responsabile. Abbiamo assunto il nostro incarico di amministratori trovandoci un contratto di concessione valido che lega il Comune a Piacenza Parcheggi. In uno Stato civile, i contratti o si onorano o si risolvono. Non ci sono terze vie, non ci sono scuse. Abbiamo valutato ogni possibilità e ci siamo mossi di conseguenza; il concessionario aveva titolo a operare come tale, e abbiamo consegnato l’area. Via al cantiere quindi, come prevede il contratto stesso. Ma non certo a tutti costi, e l’abbiamo detto fin da subito; il cantiere è privato, l’opera è pubblica e il controllo è del Comune: se fossero venute meno le condizioni che gli uffici ritenevano e ritengono indispensabili, saremmo andati nella direzione della risoluzione. Così è sato. Avendo però fatto prima tutto quel che andava fatto.

E’ la situazione attuale, e siamo in attesa che i vari iter facciano il loro corso.

Purtroppo, invece di un confronto costruttivo, l’opposizione ha scelto la strada dell’attacco quotidiano, spesso contraddicendosi: prima chiedeva di risolvere il contratto di concessione che lega dal 2012 il Comune a Piacenza Parcheggi, e oggi critica la decisione di muoversi in questo senso se non verranno rispettati i termini. È la dimostrazione che non si vuole costruire ma soltanto ostacolare lucrando politicamente sulle difficoltà di un percorso che si sapeva essere complesso; tanto complesso che la stessa opposizione, quando era al governo della città, non è stata in grado nemmeno di mettere le basi per una possibile soluzione di qualsiasi tipo: niente chiusura del tavolo tecnico, niente incasso dei canoni arretrati, niente consegna delle aree, niente risoluzione del contratto. Niente di niente. Ma oggi picchia duro ogni giorno accusandoci di sbagliare tutto, sempre e comunque. E’ una sorta di tifo da stadio contro ogni nostra iniziativa, che poi si traduce in un tifo contro Piacenza, contro i piacentini. E a pagarne il prezzo sono, per l’appunto, i piacentini.

Siamo stati anche accusati di scarsa trasparenza, se non peggio: c’è chi ha buttato lì dubbi su interessi non meglio precisati da parte di questa amministrazione nel veder realizzata un’opera come il parcheggio. Illazioni gravissime, irricevibili, che continuano sotto traccia, incessantemente. E’ tutto falso. Ogni passo è stato compiuto nel pieno rispetto delle regole e delle strategie per tutelare l’ente, che è la nostra priorità.

La verità è semplice: coloro che oggi criticano senza tregua sono le stesse persone che hanno governato senza risultati, bloccando Piacenza. Se si resta immobili, se si dice no a tutto la città non cresce. Cresce con le idee, con il coraggio, con la responsabilità di chi decide e agisce.

Il vero male della politica è anteporre l’interesse di parte a quello della comunità. Noi continueremo con serietà e coerenza, dando conto di tempi e risultati. E se ci sono difficoltà, le affrontiamo. Non facciamo certo gli opossum come la scorsa amministrazione che su questa partita si è finta morta per cinque anni, salvo risorgere con rinnovata grinta una volta all’opposizione. Invitiamo tutte le forze a misurarsi sui fatti e sui dati: Piacenza viene prima di qualsiasi bandiera. Piacenza merita una politica che guarda avanti, non una che si compiace delle difficoltà”.

 




La Cgil di Piacenza in lutto per la scomparsa di Cristian Briggi

La Camera del Lavoro di Piacenza piange la prematura e improvvisa scomparsa di Cristian Briggi, funzionario di 49 anni della Flai Cgil di Piacenza e responsabile dello sportello Alpaa. Cristian è deceduto ieri, 18 agosto, in Toscana, a causa di un malore mentre si trovava in piscina in un agriturismo di Moncigoli, frazione di Fivizzano, in provincia di Massa-Carrara.
“Una notizia che ha gettato nello sconforto le compagne e i compagni della Cgil di Piacenza, che esprimono le più sentite condoglianze alla famiglia e a quanti hanno voluto bene a Cristian e conosciuto il suo tratto umano unico”.
“Siamo frastornati e sconvolti, nessuno in Camera del Lavoro riesce ancora a pensare che Cristian non entrerà più dall’ingresso di via XXIV Maggio: una scomparsa improvvisa che arriva nel bel mezzo di un percorso di vita che ha offerto ascolto e impegno, doti rare che in Cristian convivevano a meraviglia” – scrive la Cgil di Piacenza.
“Una persona che sapeva ascoltare, senza l’ombra di pregiudizi, tutti” – lo ricorda Fiorenzo Molinari, segretario Flai Cgil Piacenza, che lo aveva voluto per un progetto sindacale negli ultimi 18 mesi. Briggi era infatti responsabile dello sportello Alpaa, l’associazione sindacale dei lavoratori produttori agroalimentari e ambientali afferente alla Flai Cgil.
Per molti anni Cristian è stato operatore del centro di assistenza fiscale Caaf Cgil, divenendone il volto nella Bassa piacentina: residente a Caorso, seguiva anche i Comuni limitrofi ed era riconosciuto e apprezzato per la competenza e la capacità di ascolto che lo avevano reso punto di riferimento per tanti contribuenti.
“Un ragazzo d’oro, sempre pronto ad aiutare e a buttarsi a capofitto nelle cose in cui credeva” – lo ricordano in Cgil. Appassionato di Musica e della “sua” Sampdoria. Con le iniziative “Dai campi al voto” aveva intensificato il suo impegno sindacale in occasione.
Cristian era inoltre parte del Coro Popolare Infrangibile e coltivava una ricca rete di relazioni umane, sempre improntate alla convivialità, alla spensieratezza e ai valori che lo contraddistinguevano: antifascismo, uguaglianza, attenzione alla persona, come richiamato dalla Costituzione.
“Il vuoto che lascia oggi Cristian sarà colmato con il suo ricordo e con iniziative che possano tenere insieme tutto il suo mondo, fatto di lavoro, amicizia, impegno e altruismo. Un esempio di ascolto, umanità e passione che continueremo a seguire.”
Cerimonie e funerali

La camera ardente sarà aperta da mercoledì 20 agosto alle ore 8.30 presso la Casa funeraria Porta del Cielo (strada Gragnana 19, Piacenza), con orario continuato 8.30 – 19.
Mercoledì 20 agosto, ore 18.30: recita del rosario
Giovedì 21 agosto, ore 10.30: preghiera di commemorazione alla Porta del Cielo
Giovedì 21 agosto, ore 16.00: funerali presso la chiesa di Cattaragna (Ferriere), paese d’origine di Cristian Briggi. Seguirà la tumulazione nel cimitero del paese.
Tutte le sedi della Cgil a Piacenza e provincia saranno chiuse per lutto giovedì 21 agosto dalle 10 alle 12:30, per consentire a tutti i colleghi di partecipare alle commemorazioni di saluto per Cristian Briggi alla Porta del Cielo (ore 10:30). Utenti e cittadini che avevano appuntamenti nel sistema Servizi Cgil saranno contattati e gli appuntamenti riprogrammati.




Soresi, Barbieri e Zandonella: “Piacenza continua a pagare gli errori di Tarasconi”

I capigruppo del centrodestra in Consiglio Comunale – Sara Soresi (Fratelli d’Italia), Patrizia Barbieri (Lista Civica Barbieri e Liberi) e Luca Zanonella (Lega) – intervengono nuovamente sulla vicenda di Piazza Cittadella.

“Purtroppo – dichiarano – si è avverato ciò che avevamo previsto e denunciato con largo anticipo. Non solo avevamo sottolineato che non c’erano i presupposti per la consegna delle aree e che il contratto andava in ogni caso risolto prima, ma avevamo anche messo in guardia sul fatto che, con queste premesse, l’avvio della procedura di risoluzione non avrebbe portato ad alcun esito positivo, bensì avrebbe determinato costose battaglie legali a carico dei piacentini.

A causa di tutti gli errori consapevolmente commessi dalla maggioranza e dell’addendum sottoscritto da questa Giunta, non solo il Comune non è stato messo ‘in sicurezza’ come spesso sbandierato da questa Amministrazione ma, al contrario, è stato lasciato esposto , in piena incertezza e fragilità. Proprio l’addendum ha di fatto reso la procedura di risoluzione un terreno minato, e oggi la realtà è sotto gli occhi di tutti: la piazza è devastata, con un contenzioso in atto, e senza prospettive concrete per il futuro. Altro che la storiella narrata il mese scorso all’assessore Bongiorni quando in commissione sosteneva che il Comune da ottobre avrebbe potuto tornare nella piena disponibilità dell’area. Il bello (si fa per dire) è che neppure a fronte delle nostre fondate contestazioni si registra il minimo dubbio: si va avanti imperterriti, dritti contro il muro.
Ci stupiamo anche del fatto che, nonostante fosse nota la difficoltà di risolvere oggi il contratto, il Comune con la solita superficialità abbia avviato questa procedura senza tenere conto dei rischi, esponendo così l’Ente ad ulteriori costi. A questo punto, è evidente che sarebbe stato meglio lasciare l’Avvocatura con la Dirigente Vezzulli a sovrintendere gli aspetti legali delle partite comunali,visto che con il suo allontanamento questa Giunta arrogante sta solo collezionando disastri .

A rendere il tutto ancora più grave è la totale mancanza di trasparenza. I consiglieri comunali non sono stati avvisati di nulla: né dell’avvio della procedura di risoluzione – che abbiamo scoperto solo dai giornali – né dell’applicazione delle penali. Su queste ultime, a precise domande in aula, ci è sempre stato risposto in modo vago o evasivo, salvo poi apprendere dalla stampa che le penali sarebbero state effettivamente quantificate.

Ad oggi, nonostante le nostre richieste, non abbiamo ancora contezza della lettera di avvio del procedimento, perché l’accesso agli atti ci è stato nuovamente differito. Un fatto gravissimo: non solo veniamo tenuti all’oscuro di ogni decisione relativa al Comune, ma ci vengono costantemente negati anche i documenti necessari per esercitare il nostro ruolo di controllo, ruolo che ci è stato affidato dai cittadini che ci hanno votato.

Per queste ragioni – concludono Soresi, Barbieri e Zanonella – non escludiamo di rivolgerci al nuovo Prefetto. Non riteniamo accettabile che, su una vicenda così delicata e con conseguenze tanto impattanti e negative per la città, l’opposizione venga sistematicamente esclusa e messa di fronte al fatto compiuto.




Accesso agli atti sui box arancioni. L’associazione Altvelox giudica insufficienti le risposte del Comune di Piacenza

Il caso dei “box arancioni” si sposta sul terreno della trasparenza amministrativa dopo che l’amministrazione ha risposto l’istanza di accesso agli atti presentata da Altvelox sul progetto comunale “Attenta-Mente”.
L’associazione giudica infatti la risposta del Comune di Piacenza (prot. n. 136849/2025) carente in quanto sarebbero assenti documenti ritenuti fondamentali come atti di affidamento, capitolati tecnici, certificazioni di conformità, relazioni scientifiche e validazioni accademiche dei responsabili.
Per Altvelox, simili omissioni non solo impedirebbero una valutazione indipendente dell’iniziativa, ma violerebbero i principi di trasparenza e imparzialità sanciti dalla legge 241/1990 e dall’art. 97 della Costituzione.
La risposta del Comune
Dalla documentazione trasmessa secondo Altvelox emergerebbe anche un elemento inedito, messo nero su bianco dall’amministrazione comunale nella comunicazione ufficiale del 18 agosto 2025. In realtà già in un recente consiglio comunale il. Vicesindaco Bongiorni aveva già anticipato lo stesso punto che però ora è stato “cristallizzato” su carta.
“Si precisa che i VeloBox arancioni installati nelle vie della città hanno la finalità esclusiva di rilevazione statistica del numero di veicoli in transito e della loro velocità. La predetta installazione è finalizzata alla verifica del comportamento dei conducenti in presenza dello strumento avente caratteristiche identiche a quelle di un vero e proprio Velox ma senza capacità sanzionatoria. I dati sinora analizzati hanno evidenziato una riduzione delle condotte potenzialmente sanzionabili pari a circa il 70%.”
Una precisazione che conferma come non si tratti di dispositivi sanzionatori, ma di strumenti a fini statistici e deterrenti, con risultati che il Comune definisce “significativi”, citando punte dell’80% di riduzione delle violazioni su via Emilia Pavese.
Le azioni annunciate da Altvelox
Di fronte a quella che definisce una situazione di “opacità e omissioni”, l’associazione ha reso noto di voler procedere in tre direzioni:
denuncia-querela alla Procura della Repubblica, per verificare eventuali responsabilità penali legate all’omissione di atti e all’installazione di strumenti non conformi;
segnalazione all’ANAC, per possibili violazioni delle norme in materia di trasparenza amministrativa e affidamento di incarichi a soggetti privati;
trasmissione alla Corte dei Conti, per accertare eventuali utilizzi impropri di risorse pubbliche destinate a un progetto ritenuto privo di adeguata copertura documentale.
Il Comune, da parte sua, ribadisce la finalità di sicurezza stradale e prevede l’estensione degli attuali quattro box a circa quindici, con un unico autovelox reale installato a rotazione (che allo stato attuale non è dunque in funzione).




Croce Rossa Piacenza, servizi garantiti anche a Ferragosto

Nemmeno il giorno di Ferragosto ha interrotto l’attività della Croce Rossa Italiana – Comitato di Piacenza. Il 15 agosto i volontari hanno continuato a garantire la presenza sul territorio con servizi di emergenza-urgenza, trasporto sanitario e sociale, oltre ad attività di prevenzione e vicinanza alla popolazione.
«La Croce Rossa non si ferma mai – ha dichiarato Giuseppe Colla, presidente del Comitato –. Anche durante le festività, quando la maggior parte delle persone si dedica al riposo, i nostri equipaggi scelgono di mettersi a disposizione della comunità. Ferragosto non ha fatto eccezione».
Il Comitato ha inoltre richiamato l’attenzione sull’importanza di adottare comportamenti responsabili nei mesi estivi, con particolare attenzione alle alte temperature e alla sicurezza negli spostamenti, per ridurre i rischi legati alla stagione.




Tragedia aerea della Besurica, nel 19° anniversario il ricordo delle vittime

Nel diciannovesimo anniversario della tragedia aerea che coinvolse il cargo C130 di Air Algerie precipitato all’estrema periferia di Piacenza, in località Cà degli Ossi, il 13 agosto 2006, non è mancato il consueto omaggio che l’Amministrazione comunale tributa al comandante Abdou Mohamed, al co-pilota Mohamed Tayeb Bederina e al tecnico di bordo Moustafa Khadid, deponendo un mazzo di fiori presso la stele commemorativa in via Marzioli, alla Besurica. E nel cuore del quartiere, come sempre, la parrocchia di San Vittore ha dedicato alle vittime il ricordo della comunità, durante la messa delle 18 cui ha preso parte la sindaca Katia Tarasconi, che poco prima ha sostato per alcuni minuti presso il monumento che porta il nome dei membri dell’equipaggio.
“Con sincera commozione – sottolinea il sindaci Tarasconi – ci ritroviamo oggi per ricordare il tragico incidente aereo avvenuto diciannove anni fa alla periferia della nostra città e per rinnovare l’abbraccio ideale della comunità piacentina ai familiari delle vittime, cui ci sentiamo profondamente vicini. Il ricordo di quella tragica notte rimane vivido nella nostra memoria collettiva e ci accompagna ancora oggi, nella consapevolezza che a Piacenza fu risparmiato un disastro di proporzioni ancor più gravi. Il nostro pensiero va innanzitutto ai tre membri dell’equipaggio che persero la vita in quel tragico evento: il comandante Abdou Mohamed, il co-pilota Mohamed Tayeb Bederina e il tecnico di bordo Moustafa Khadid, ai loro cari e alle loro famiglie, che hanno dovuto affrontare il dolore incommensurabile della perdita. Con uguale intensità esprimiamo la nostra riconoscenza a tutte le donne e gli uomini che, con coraggio, prontezza e abnegazione, intervennero nei minuti e nelle ore successive – le Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, le associazioni di primo soccorso e i volontari – nel tentativo, purtroppo vano, di salvare i tre uomini a bordo, mettendo in sicurezza l’area e tutelando l’incolumità di tutti i cittadini”.




Piacenza: pugno di ferro del Comune contro il dissenso?

Forse si tratta di una mera coincidenza ma la sequenza temporale che lega la multa comminata ai manifestanti di piazza Casali e l’annuncio dell’insediamento di una commissione “anti affissioni offensive o discriminatorie” potrebbe fare pensare ad una nuova strategia dell’amministrazione Tarasconi stanca di dover fronteggiare continuamente manifestazioni di dissenso in particolare con riferimento all’infinita vicenda del parcheggio sotterraneo di fronte al Farnese.
Lo scorso 10 agosto, in piazza Casali, un gruppo di cittadini contrari all’abbattimento degli alberi delle ex Scuderie ha promosso una protesta pubblica ed ha allestito un gazebo mobile. Secondo la Polizia Municipale, però mancava l’autorizzazione del Comune per l’occupazione di suolo pubblico (c’era solo il via libera della Digos) ed è stata così comminata loro una sanzione prevista (da 173 a 694 euro) oltre ad un’ulteriore multa da 50 euro per un presunto danneggiamento alla siepe di bosso lungo Palazzo Farnese. Gli organizzatori hanno respinto le accuse: “Non abbiamo danneggiato nulla, in quel punto la siepe era già compromessa. La nostra è una protesta civica, per la quale non dovremmo pagare alcun plateatico. Abbiamo ottenuto l’autorizzazione più importante, quella della Questura, e rivendichiamo il diritto di manifestare contro quello che riteniamo uno scempio urbanistico”. I cittadini hanno ricordato che altri gazebo di protesta, in passato, erano rimasti in piazza per mesi senza alcuna autorizzazione formale.
Se le multe potevano essere lette come una rigorosa applicazione delle norme ora l’aggiunta di questo nuovo passo (vedi sotto) fa sorgere spontanea la domanda se ci si trovi dinnanzi ad una stretta verso chi contesta le scelte dell’amministrazione o se fosse invece doveroso dare attuazione ad un regolamento rimasto per anni inapplicato e non ritenuto una priorità.
Come ci si comporterà ad esempio davanti ad eventuali manifesti espressione del pensiero di una differente area politica? Il riferimento è al recente caso di Roma e dei cartelloni della Lega di Salvini rimossi dal Comune di centro sinistra poiché ritenuti contenere “stereotipi sull’appartenenza etnica”. Potrebbe ora succedere qualcosa di analogo anche a Piacenza?

Questo il comunicato del Comune
Affissioni negli spazi pubblici, no a contenuti diffamatori e offensivi.
Costituita l’apposita Commissione prevista dal Regolamento comunale

La Giunta ha approvato, nei giorni scorsi, le nuove linee di indirizzo relative ai contenuti delle affissioni pubbliche negli spazi di proprietà comunale, rimarcando il principio della “normale continenza espressiva” come elemento cardine di una dialettica democratica corretta e rispettosa.
L’obiettivo è garantire che manifesti, slogan e messaggi esposti sul territorio urbano non contengano elementi diffamatori, offensivi o discriminatori, né risultino lesivi della dignità e dei diritti delle persone. Saranno valutati con particolare attenzione i contenuti che, per le tematiche trattate o le modalità espressive, possano arrecare pregiudizio a una parte della popolazione o urtare la sensibilità generale: a questo proposito, è stata formalmente costituita l’apposita Commissione – composta da tre dirigenti comunali o loro delegati – che sarà chiamata a valutare eventuali casi controversi, dando così attuazione effettiva, per la prima volta, all’articolo 9 del Regolamento sul canone patrimoniale per le concessioni pubblicitarie, approvato l’8 febbraio 2021 e successivamente modificato dal Consiglio comunale il 6 novembre 2023.
“Nel ribadire questi concetti in un atto di indirizzo, che non ha alcun effetto di tipo economico o finanziario per l’ente – sottolinea la sindaca Katia Tarasconi – dotiamo semplicemente il Comune di uno strumento ulteriore a tutela della comunità: non abbiamo alcuna intenzione di limitare la libertà di pensiero e di espressione, ma come ente pubblico crediamo ci siano valori e aspetti umani da difendere sempre, al di là delle procedure amministrative o delle risorse economiche legate alle tariffe per l’affissione in spazi che, non dimentichiamolo, sono condivisi e frequentati da tutti i cittadini: come tali vanno preservati, nel rispetto delle sensibilità e dei diritti di tutti”.
Oltre ai contenuti del Regolamento per l’applicazione del canone patrimoniale relativo alle concessioni pubblicitarie e del canone mercatale, la delibera di Giunta – priva di effetti economici o finanziari per l’ente – riprende come presupposti normativi l’articolo 21 della Costituzione italiana, nonché l’articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, richiamando il concetto dei “doveri e responsabilità” che queste comportano. La delibera recepisce inoltre l’orientamento giurisprudenziale della sentenza n. 362/2024 del Consiglio di Stato che sottolinea la necessità, per la pubblica amministrazione, di agire con prudenza e responsabilità, garantendo la verità dei fatti esposti e il rispetto reciproco.




Fondazione, conclusa la seconda sessione erogativa Nel 2025 stanziati finora 5,3 milioni di euro

Ammontano a 5,3 milioni di euro le risorse complessivamente destinate nel 2025 dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano al sostegno del territorio. Con la recente approvazione da parte del consiglio di amministrazione della seconda delle tre sessioni erogative annuali, sono stati assegnati ulteriori 1,5 milioni di euro a 77 nuovi interventi, che si sommano ai 3,8 milioni deliberati lo scorso maggio.
Gli ambiti di intervento coprono più settori: 29 progetti rientrano in arte e cultura, 22 in educazione e ricerca, 20 nel welfare (volontariato, anziani e famiglia); gli altri riguardano ambiti trasversali o differenti.
La distribuzione territoriale prevede 1.330.454 euro per 66 iniziative a Piacenza e provincia e 221.000 euro per 11 progetti provenienti da Vigevano.
Il presidente Roberto Reggi evidenzia come la Fondazione stia orientando sempre più le erogazioni verso bandi mirati, per favorire reti di collaborazione e concentrare le energie progettuali su obiettivi prioritari: «Allo stesso tempo – spiega – rimane essenziale lo spazio riservato all’attività istituzionale ordinaria. Le sessioni erogative offrono un canale costante di dialogo con il territorio e un osservatorio privilegiato sulle iniziative emergenti, potenzialmente destinate a svilupparsi in progetti più strutturati».
Piacenza: dall’educazione alla cultura
Nel settore educazione, sono stati destinati 186mila euro per 18 progetti, tra cui il programma Piacenza città delle università, il percorso Io cittadino consapevole e le borse di studio per il Quarto anno liceale a Rondine. Via libera anche al progetto Casa del Fanciullo + Eureka = scuola infanzia per ampliare l’offerta educativa e aumentare i posti nei nidi cittadini.
Per l’area welfare e multisettoriale (circa 440mila euro), figurano iniziative come Toc toc! Estate in oratorio, il Centro estivo minori disabili di Rottofreno e la Omi Academy di Pontenure. Innovazione e inclusione si intrecciano con Insieme per il benessere: l’intelligenza artificiale per il monitoraggio non invasivo alla comunità alloggio Piuma, il progetto #Orizzonti della Fondazione La Ricerca e il Sitting volley avviato dalla Volley Academy Piacenza.
Arte e cultura beneficiano di circa 700mila euro per 28 iniziative, tra cui Bascherdeis, Summer Opera Valley, Cinema sotto le stelle e le celebrazioni per i 20 anni dell’orchestra giovanile Luigi Cherubini. Tra le novità, il Calendasco hub culturale per la valorizzazione del castello.
Vigevano: teatro, sport e inclusione
In area welfare (66mila euro), educazione (26mila) e arte e cultura o progetti multisettoriali (129mila), spicca il sostegno alla stagione teatrale Emozioni in scena del Teatro Cagnoni. Tra sport e cultura si colloca la Serata olimpica, evento di avvicinamento alle Olimpiadi invernali 2026.
Sul fronte inclusione, prosegue Bella storia, la mia, che utilizza la scrittura autobiografica per promuovere autoconsapevolezza tra minori e giovani adulti in contesti protetti. In ambito assistenziale, Impariamo a vivere la casa garantisce continuità di supporto a persone con disabilità residenti a La Casa del Filéremo anche nei giorni privi di servizi ordinari.
Le nuove commissioni consultive
Per la prima volta, questa sessione ha visto all’opera le commissioni consultive rinnovate, confermando alla guida i coordinatori uscenti. Novità nella commissione arte e cultura, con l’ingresso come membro esterno permanente di Letizia Anelli, architetto con esperienza in ambito paesaggistico e restauro di beni storici vincolati.
Le commissioni svolgono un’istruttoria di valutazione dei progetti, il cui parere consultivo viene poi sottoposto al Cda per la decisione finale.




Ex scuderie di Maria Luigia, le associazioni: “No al mercato coperto, serve un uso culturale”

Il taglio delle ultime alberature in piazza Cittadella, avvenuto nei giorni scorsi in concomitanza con la consegna del cantiere delle ex scuderie di Maria Luigia d’Austria, riaccende lo scontro tra alcune associazioni cittadine e l’Amministrazione comunale. Legambiente Piacenza, Italia Nostra Piacenza e Archistorica, in una nota congiunta, parlano di “arroganza” e “mancato ascolto della sensibilità della città” e manifestano forti preoccupazioni per la nuova destinazione d’uso dell’edificio storico, in particolare l’ipotesi di un mercato coperto al piano terra. Le associazioni tornano anche a proporre una revisione complessiva del progetto di riqualificazione di piazza Cittadella e piazza Casali, chiedendo un confronto aperto e la possibilità di una diversa
strategia.

“Il taglio delle ultime alberature presenti in Piazza Cittadella, avvenuta in “somma urgenza” da parte dell’Amministrazione, in occasione della consegna del cantiere delle ex scuderie di Maria Luigia d’Austria, ci costringe ancora una volta a denunciare l’arroganza di questa Amministrazione che per nulla ha tenuto in conto la sensibilità della città sul tema che ha avuto la propria chiara espressione in occasione del taglio dei tigli di Piazza Cittadella.
Non possiamo pertanto che manifestare la nostra vicinanza e solidarietà a quei cittadini che da un anno presidiano Piazza Cittadella a testimonianza del reale interesse della comunità alla salvaguardia del patrimonio arboreo della città.
Pur consapevoli, al momento, di non essere in grado di scalfire la ferrea determinazione con cui l’Amministrazione procede nel progetto di “riqualificazione” della piazza, i cui esiti infausti – più e più volte previsti – sono davanti agli occhi di tutti, manifestiamo la forte preoccupazione circa la nuova destinazione d’uso che la ristrutturazione delle ex scuderie intende consentire.
Preoccupazione manifestata già da tempo e non certo solo ora, a seguito dell’abbattimento delle alberature, e frutto di una riflessione tecnica e storico-culturale totalmente libera da opportunismi ecologisti, più tipici di certa politica che usa l’ambiente in termini di greenwashing nei programmi elettorali, che non di serie associazioni quali noi siamo convinti di essere.
In primis ci preoccupa l’adattamento dell’edificio a scopi commerciali al piano terra e di conseguenza la necessaria installazione di impianti, attrezzature tecnologiche, celle frigorifere, ecc., elementi che rischiano di alterare indelebilmente i connotati dell’edificio e i reperti dell’antico sottostante “teatro farnesiano”. Sarebbe pertanto auspicabile una presentazione dettagliata del progetto esecutivo e del loro impatto sull’attuale conformazione dell’edificio.
Inoltre, pur apprezzando soluzioni analoghe adottate in altre città italiane, riteniamo che il valore delle ex scuderie – bene storico/monumentale quasi unico in Italia – avrebbe dovuto consentirne un uso di carattere culturale e/o museale certamente più congruo. Le antiche scuderie infatti sono lo scheletro murario dell’antico teatro ducale della Cittadella, costruito dal Bibbiena nel 1668 ed allora collegato a Palazzo Farnese con un sovrapasso. Sul piano architettonico le scuderie sono una sorta di appendice di Palazzo Farnese e quindi la loro funzione museale sarebbe ben più appropriata rispetto alla funzione di mercato coperto.
Un tema che, nonostante l’impietoso abbattimento delle ultime piante che ombreggiavano la piazza, potrebbe tornare di attualità vista la possibile e da noi auspicata rescissione del contratto con la GPS, per giusta causa, che offrirebbe l’occasione di rivedere, in prospettiva, tutta l’annosa partita della riqualificazione delle piazze Cittadella e Casali, auspicando che il cosiddetto piano B, prospettato dall’Amministrazione, non consista solo nel decidere come modificare il “coperchio” del parcheggio, ma consenta di rivedere integralmente tutto il comparto secondo una logica unitaria, come da sempre invochiamo e come peraltro inizialmente richiesto anche dalla Soprintendenza. Come dialogherà la trasformazione delle scuderie in mercato coperto al pianterreno e museo multimediale al primo piano con la nuova piazza, con Palazzo Farnese e con piazza Casali?
Crediamo sia il momento di superare l’abusato artificio di presentare come intervento salvifico dal degrado il progetto di parcheggio interrato di piazza Cittadella. Siamo stati noi i primi a proporre almeno dal 2012 soluzioni di riqualificazione alternative che prevedevano il recupero dell’autostazione delle corriere, preservandone il valore testimoniale, oltre che architettonico, con un restyling che avrebbe risparmiato fondi pubblici, ritardi e le alberature monumentali allora presenti.
Saremo sempre disponibili – contrariamente ad altri che preferiscono al dialogo la formula dei proclami – a un confronto costruttivo nel caso lo si voglia seriamente affrontare. L’occasione della possibile revoca del contratto offre la possibilità di cambiare strategia, quella che da anni chiediamo per le due piazze e per le scuderie”.




Commemorazione della tragedia della Pertite: il discorso del sindaco Tarasconi

Nel giorno dell’85° anniversario dell’esplosione che colpì lo stabilimento della Pertite, l’8 agosto 1940, la città di Piacenza si è riunita per rendere omaggio alle vittime del lavoro e della guerra. Durante la cerimonia, il sindaco Katia Tarasconi ha pronunciato un discorso intenso e commosso, ricordando non solo la drammatica vicenda che segnò profondamente la comunità, ma anche il valore della memoria come monito contro ogni forma di ingiustizia e mancanza di sicurezza.

Commemorazione della tragedia della Pertite: il discorso del sindaco di Piacenza Katia Tarasconi

“Anno dopo anno, onorare la memoria delle donne e degli uomini che persero la vita nello stabilimento della Pertite l’8 agosto del 1940 significa, per la nostra comunità, tributare il proprio omaggio alle vittime del lavoro e alle vittime civili di guerra. Quelle che ci hanno insegnato a chiamare, con malcelati eufemismi, “morti bianche” quando avvengono tra cantieri e catene di montaggio, “danni collaterali” nello scenario di un conflitto: ma davvero crediamo che una sfumatura del linguaggio attenui il dolore, cancelli l’indignazione o possa ammantare di candore la coscienza di un Paese civile e consapevole?
La nostra storia ci pone questo interrogativo da 85 anni, da quando due esplosioni ravvicinate colpirono al cuore una fabbrica in cui 1500 addetti si guadagnavano con onestà il salario caricando proiettili, maneggiando polvere da sparo e materiale altamente instabile, pericoloso: 47 persone rimasero uccise nello scoppio, i feriti furono 700. Una tragedia su cui, nel connivente silenzio del regime, non fu mai fatta pienamente luce, sospesa tra l’ombra dell’attentato a un’industria bellica fiorente mentre l’Italia entrava in guerra e la fatalità – che non è mai tale sino in fondo, ma evoca sempre responsabilità e omissioni – di un drammatico incidente.
Già 12 anni prima, nel settembre 1928, un altro boato nel ventre della Pertite aveva inghiottito 13 vite e causato il ferimento di tre persone. Un evento destinato purtroppo a ripetersi in proporzioni ancor più devastanti, di cui quotidianamente possiamo ritrovare l’eco nella normalità inaccettabile delle cronache: il ribaltamento di un cestello a 20 metri d’altezza senza casco né imbragature di supporto, il crollo di una gru per l’utilizzo di un braccio meccanico inadeguato, le esalazioni letali di una fossa biologica pulita senza indossare alcuna protezione, come è successo solo pochi giorni fa a due giovani operai egiziani in una villa veneta.
Oggi come a Marcinelle, in quell’8 agosto del 1956 che è assurto a simbolo del Sacrificio del lavoro italiano nel mondo, in memoria dei 136 connazionali tra i 262 minatori che non sarebbero più riemersi dall’incendio divampato nel giacimento belga di carbone che rappresentava, per ciascuno di loro, la speranza di costruire un futuro per sé e per le proprie famiglie.
Perché è questo, ciò che viene meno ogni volta. Nella mancanza di tutele si sgretolano la dignità e il riconoscimento della fatica, si calpestano sogni, progetti e legami, si subordinano i diritti fondamentali agli interessi economici: risparmiando sulla sicurezza, si lucra sul destino delle persone. E nel ritrovarci qui, di fronte alla stele che ha inciso nel marmo il ricordo sempre presente della tragedia di via Emilia Pavese, ne riascoltiamo commossi il monito, provando a immaginare tutto ciò che quelle deflagrazioni, in un caldo pomeriggio d’estate, hanno distrutto dentro e fuori dalla fabbrica.
Lo facciamo appellandoci a valori e ideali sanciti dalla nostra stessa Costituzione, mentre il pensiero corre alle troppe volte in cui vediamo sviliti i princìpi della “Repubblica democratica fondata sul lavoro” e il fragore delle esplosioni lontane nel tempo evoca altre bombe, fronti di guerra in cui si consumano migliaia di esistenze innocenti. Nel nome delle vittime della Pertite, sentiamoci più che mai uniti nel chiedere pace, nel chiedere verità e giustizia, nel chiedere rispetto della vita”.




Tangenziale di Piacenza, avviati i lavori per due rotonde provvisorie all’uscita Farnesiana

A fronte della prospettata chiusura del ponte sul Nure lungo la Statale 9 – con inizio effettivo dei lavori di manutenzione straordinaria previsto tra l’8 e il 15 settembre – sono stati analizzati i percorsi viabilistici individuati come alternativi nel periodo in cui non sarà possibile percorrere via Emilia Parmense. In particolare, considerando il fatto che la deviazione principale interesserà la Strada Provinciale n. 6 di Carpaneto e la Tangenziale di Piacenza, sono state prese in esame le uscite di quest’ultima all’altezza della Farnesiana: una doppia intersezione stradale da sempre ritenuta critica sotto il profilo della sicurezza, soprattutto per alcune manovre che, con l’aumento dei flussi di traffico, risulterebbero troppo difficili e pericolose.
“L’ipotesi inizialmente formulata – spiega il vice sindaco Matteo Bongiorni – è stata quella di chiudere completamente le rampe di svolta a sinistra all’uscita dalla Tangenziale, ossia quelle più rischiose in quanto prevedono l’attraversamento di corsia, il che avrebbe però depotenziato l’efficacia di un’arteria stradale fondamentale. Per questo, come Comune di Piacenza, in accordo con la Provincia, abbiamo richiesto ad Anas la realizzazione di due rotatorie provvisorie, per una migliore gestione delle intersezioni che favorisca un sensibile incremento della sicurezza stradale, prima ancora di essere funzionale a garantire la fluidità del traffico”.
In queste settimane l’impegno congiunto degli Uffici Tecnici dei diversi Enti “ha prodotto – rimarca Bongiorni –