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    Con il Covid anche il mercato immobiliare piacentino è finito “in terapia intensiva”

    Come ha inciso l’emergenza Covid sul mercato immobiliare, settore storicamente trainante per il nostro paese eppure già da profondamente in crisi?

    Abbiamo pensato di dare una risposta a questa domanda attraverso un’inchiesta condotta sentendo alcuni fra i soggetti piacentini più coinvolti, per motivi professionali, nel comparto.

    Un giro di opinioni per “prendere il polso” ad un paziente fortemente compromesso da anni di politiche statali che hanno disincentivato gli italiani dall’investire sul mattone. Quello che nella penisola era stato storicamente il principale bene rifugio dei risparmiatori, a furia di tasse, si è trasformato in una pesante zavorra che rischia di trascinare il ceto medio nel baratro.

    Appartamenti comprati per i figli, villette in campagna, case al mare, rustici cadenti sono stati immessi sul mercato nella speranza di trovare acquirenti che spesso non arrivano. Poca domanda e tanta offerta ha portato ad una flessione dei prezzi tangibile anche nella nostra provincia.

    Se la bolla immobiliare degli anni duemila era già da tempo esplosa ora si rischia un pericoloso tsunami causato dal “terremoto sanitario” del Coronavirus.

    Per tutti i mesi della “quarantena” le compravendite si sono quasi totalmente congelate, come ci ha confermato Maria Rosaria Fiengo, presidente del Consiglio Notarile di Piacenza.

    «In questo periodo gli studi notarili non hanno chiuso: siamo pubblici ufficiali e svolgiamo una funzione pubblica. Abbiamo continuato ad operare limitatamente alle attività urgenti e non differibili. Anche la nostra categoria ha insomma notevolmente risentito del doloroso periodo che ha colpito la nostra provincia».

    Può darci qualche numero per capire l’entità di quanto successo in questi mesi?

    «Posso innanzitutto dirle che a gennaio e febbraio stavamo registrando un leggero incremento, una crescita che lasciava ben sperare per il futuro, un +3,35% riferito a tutti gli atti stipulati».

    Quindi non solo atti legato agli immobili?

    «Tutti gli atti, compresi quelli societari o i testamenti. Consideri comunque che a Piacenza la stragrande maggioranza delle stipule riguarda proprio gli immobili».

    Sembrava dunque di essere davanti ad una micro-ripresa, un bel segnale …

    «Dopo anni di stagnazione finalmente si … ed erano numeri che seguivano un trend già innescatosi in Lombardia ed anche in altre province dell’Emilia Romagna».

    A questo punto è arrivato l’effetto dirompente del Covid.

    «Non è stato un impatto netto ma progressivo. A marzo abbiamo avuto una riduzione del -34% e, ahimè, nel mese di aprile un crollo registrando un -74,3%.

    Per il periodo successivo le posso dare solo impressioni, dati ufficiosi, che devono essere confermati ed ufficializzati».

    Però un trend ce lo può ugualmente fornire.

    «Posso dirle che maggio il segno è stato sempre fortemente negativo anche se leggero recupero rispetto ad aprile. La flessione è stata “solo” del -18,7%. Occorre però considerare che, in gran parte, si è trattato di atti antecedenti il lock-down che si erano fermati e sono stati portati a compimento appena è stato possibile farlo. Per questo credo si tratti di una “ripresa” poco significativa. Nel complesso i dati – per quanto provvisori – indicano nei primi cinque mesi del 2020, a Piacenza, un meno 32%  contro un dato regionale che dovrebbe essere circa del -23%».

    Anche su questo versante siamo stati più i colpiti in Emilia Romagna.

    «E’ evidente la sofferenza che abbiamo subito nella nostra provincia. I dati ufficiali di giugno e quelli semestrali si avranno solo nel mese di agosto ma non credo che ci saranno scostamenti rispetto all’attuale quadro».

    Visto l’elevatissimo numero di vittime del virus saranno invece aumentate le successioni.

    «A fronte di un nettissimo calo di atti legati al mercato immobiliare abbiamo registrato un incremento dell’attività successoria causata dai tanti morti piacentini. Durante la quarantena ed immediatamente dopo molti cittadini, anche giovani, ci hanno consultato per capire come funzionano le successioni, i testamenti. Siamo stati impegnati (perlopiù attraverso appuntamenti telefonici) a spiegare le regole delle successioni, delle donazioni, dei testamenti e, ad esempio, a illustrare a coppie conviventi come fare per tutelare i propri compagni».

    Un altro segnale della perdurante crisi economica di questi anni sono le aste giudiziarie immobiliari. Anche questo è un settore che si è fermato causa Covid?  

    «L’attività è stata sospesa solo per quanto riguarda lo svolgimento delle aste vere e proprie, mentre le altre pratiche “propedeutiche” sono proseguite da remoto. Da giugno sono riprese le aste sempre con modalità da remoto. Bisognerà attendere l’autunno perché si torni ad una situazione di normalità. Credo che ci sarà una forte offerta di immobili all’incanto. Nei mesi antecedenti al Covid c’era stato un incremento delle vendite legato anche alla diminuzione dei prezzi che aveva reso più conveniente l’acquisto».

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