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    Dopo tanta attesa, fra 15 giorni, si inugura la ex chiesa del Carmine

    Finalmente ci siamo. Dopo i lunghi lavori, dopo le tante prese di posizione contro il soppalco (duramente criticato da Vittorio Sgarbi come da Italia Nostra) l’ex Chiesa del Carmine aprirà i battenti il 19 dicembre alle ore 18 (salvo cambi di programma last minute).

    Ma cosa sarà il nuovo spazio? Lo aveva spiegato alcuni mesi fa Fabio Sgaragli della Fondazione Bradolini «Si tratta di investire nei confronti di luoghi fisici che possano integrare diverse attività, per creare qualcosa di nuovo e diverso. Il senso del Laboratorio è proprio quello di accogliere al suo interno competenze che grazie al soggetto gestore, offre una serie di metodologie sperimentate in un luogo neutro. In particolare ci rivolgiamo ai giovani che hanno una idea di impresa».

    Lo spazio sarà gestito dalla Fondazione Brodolini e da Mbs, che già operano con spazi analoghi a Milano, Torino, Pisa, Aosta, Modena e in altre città. La convenzione avrà la durata di otto anni per un valore totale di circa 3 milioni e 500mila euro.

    Negli intenti c’è quello di offrire «l’opportunità di uno scambio di esperienze e iniziative con altri territori e centri di innovazione». Il Laboratorio aperto nelle intenzioni dei gestori dovrà essere uno «spazio dinamico e animato, caratterizzato come luogo di incontri, attività e iniziative in un ampio ventaglio di settori quali la riqualificazione urbana, i processi partecipativi, le tecnologie urbane, la mobilità, la logistica, l’innovazione e la valorizzazione del territorio, del turismo, del digitale, della creatività. Annualmente verrà predisposto un calendario di eventi in grado di attirare un pubblico non solo locale, ma anche nazionale ed internazionale, soprattutto di giovani e innovatori.

    «Il Laboratorio aperto del Carmine – aveva spiegato il vicesindaco Elena Baio – sarà un hub fisico dedicato all’apprendimento e alla pratica dell’innovazione in tutte le sue espressioni: tecnologica, sociale e culturale. E con queste caratteristiche rappresenterà un vero e proprio ponte tra Piacenza e il resto del mondo. Il tutto in un’affascinante ex chiesa del Trecento, recuperata e rifunzionalizzata da parte del Comune in uno spazio urbano fruibile dai cittadini e dalle imprese, che vedrà la coesistenza di servizi di informazione sull’ambiente, la mobilità e il turismo ed eventi cittadini, con spazi attrezzati con tecnologia informatica avanzata, nel segno dell’innovazione e della sostenibilità».

    Dunque sembra che l’ex Carmine sia destinato, una volta aperto fra quindici giorni, a diventare una sorta di “incubatore” per nuove idee e nuove iniziative imprenditoriali ma allo stesso tempo anche un centro culturale, che dovrebbe informazione, formazione ed intrattenimento.

    La ristrutturazione è costata complessivamente 5 milioni e 870 mila euro ed è stata finanziata dalla Regione Emilia-Romagna. I lavori sono stati effettuato da varie imprese fra cui Edilstrade Building S.p.a., l’Impresa Cella Gaetano S.r.l. e Kairos Restauri S.n.c.

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