In che tipo di disagio vive un liberale di fronte a tempi in cui ci troviamo i diritti di libertà sacrificati sull’altare della sicurezza rispetto all’emergenza della pandemia? «Un doppio disagio: il primo dovuto appunto alla soppressione delle proprie libertà e il secondo per la nonchalance con la quale si è vissuta questa soppressione: non c’è stata, anche nella comunicazione, consapevolezza di quello che si andava a fare. E’ stata valutata come una normale gestione ciò che normale non era».
La domanda è di Carlo Lottieri, la risposta di Corrado Ocone: entrambi protagonisti dell’anteprima della quinta edizione del Festival della cultura della libertà, nel corso della quale (da Sala Panini di Palazzo Galli della Banca di Piacenza, in diretta streaming sui siti www.liberalipiacentini.com, www.culturadellaliberta.com o www.confedilizia.it) direttore scientifico del Festival ed autore hanno presentato, in dialogo, “Sicurezza e libertà: un rapporto irrisolto”, ultima fatica editoriale del filosofo e saggista liberale (ed. Rubbettino).
Nel libro viene spiegato come la libertà sia un valore («dato un po’ troppo per scontato») assoluto per l’uomo occidentale, ma non un concetto che si assume in maniera definitiva, bensì che si conquista giorno per giorno. «In Italia – ha osservato il dott. Ocone – la libertà non è considerata un valore importante. Per il liberalismo la pandemia rappresenta una sfida: come liberali dobbiamo esser più uniti e svolgere un grosso lavoro per far capire l’importanza della libertà, legata a un discorso di responsabilità. Mi sarei aspettato dai capi di stato forti richiami alla responsabilità, invece abbiamo assistito a tutta una serie di leggi invasive da dispotismo illuminato, dove il despota è il capo del governo. Come liberali dovremmo agire sulla mentalità, avere più coraggio nell’affermare le nostre idee e dimostrare che sono le più valide per uscire da questa situazione».
Durante l’interessante dialogo tra Carlo Lottieri e Corrado Ocone sono emersi anche tanti altri aspetti legati al tema “sicurezza e libertà”. L’uomo cerca la sicurezza e cerca di fuggire il male, ha spesso paura e il potere ne approfitta. La filosofia politica moderna, infatti, sorge sulla necessità della rassicurazione in difesa della vita, ma si tratta di intendersi su cosa sia la vita: esistenza biologica o qualcosa di più? La vita vera è quella sociale, dov’è possibile esprimere la nostra creatività e quindi la nostra libertà, anche di rischiare («Non c’è la capacità di accettare che il rischio faccia parte dell’esistenza e la sua cancellazione non solo è irrazionale ma non è auspicabile. La società senza rischi è una società piatta»). Forte la critica all’assistenzialismo: «Non è concepibile anche in una fase emergenziale – ha argomentato l’autore – pensare di risolvere i problemi con i ristori e far trionfare lo statalismo». Severo anche il giudizio sull’uso politico della scienza «utilizzata per coprire errori nel prendere le decisioni: il dato in sé è stupido, le statistiche vanno interpretate».
La riflessione finale ha riguardato l’aspetto economico, perché se non si muore di Covid, distruggendo la società rischiamo di morire di fame. «Le previsioni tendono al peggio – ha concluso il dott. Ocone – e probabilmente solo Dio può salvarci. Non c’è consapevolezza di quello che si sta facendo e di quello che si vuole. Il Paese è allo sfascio e stiamo andando verso il burrone. La speranza è che la storia ha sempre contraddetto le più fosche previsioni. Aggrappiamoci pure a questo, ma i presupposti per il nostro futuro non sono certo confortanti».
Per assistere in diretta streaming alla Quinta edizione del Festival della cultura della libertà interessati dovranno collegarsi ai siti www.liberalipiacentini.com, www.culturadellaliberta.com o www.confedilizia.it, dove troveranno i link dedicati.
Il programma dettagliato del Festival è disponibile sui siti sopra indicati. Per informazioni: culturadellaliberta@festivalpiacenza.it. L’evento non beneficia di contributi pubblici né della comunità.