L’Aula (con il voto contrario di tutta la maggioranza e il sì delle opposizioni) boccia la risoluzione del consigliere di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri con cui si chiedeva di “facilitare le operazioni di voto per i Consorzi di bonifica prevedendo il voto telematico” così come boccia (con il voto contrario del Partito democratico ma il sì delle opposizioni, di Sinistra Italiana e di Silvia Prodi del gruppo misto) la risoluzione a firma di Andrea Bertani e Raffaella Sensoli (Movimento Cinque Stelle) con cui si sarebbe impegnata la giunta a “illustrare alle commissioni i testing di Lepida” sul voto elettronico.
L’intenzione di Fratelli d’Italia e M5s era quella di “aumentare la partecipazione al voto” perché “non si può pensare di lasciare le cose come stanno oggi – ha detto Tagliaferri -, dove su una platea di un milione 600 mila aventi diritto, poco più di 15 mila persone si recano fisicamente ai seggi per eleggere gli organi consortili deputati a gestire quasi 150 milioni di euro annui”. Anche per Andrea Bertani (M5s) andrebbe fatta “una riforma del metodo di elezione”. Massimo Iotti (Pd) aveva anche aperto a un ritorno in commissione per arrivare a un testo condiviso, ma “l’importante è che si rispettino gli statuti dei consorzi che prevedono modalità certificate, segretezza del voto e la non modificabilità”.
L’assessore Simona Caselli ha invitato “a non sottovalutare anche il voto presidiato perché può dare una mano alla partecipazione. E’ stato fatto a Reggio Emilia, sono stati previsti seggi nelle piazze e ci si è avvicinati molto alla gente”. Per Marco Pettazzoni (Ln) “con queste due risoluzioni avremmo potuto esercitare il nostro potere di legislatori e amministratori, sono almeno nove anni che si parla di andare verso il voto telematico”. E Gian Luca Sassi (Misto) ha sottolineato come la scelta di non utilizzare il voto telematico non può “essere una questione tecnica, ma una volontà politica”.